Liberi e dimenticati

2428929--180x140[1]--180x140[1]I marinai, da sempre, sono lavoratori che contano poco. Meno degli altri, dei terrestri. Nessuno li considera, forse perché non si vedono mai se ne stanno in mare lontano da tutti. I marinai sono invisibili, a metà strada tra l’esserci e il non esserci. Forse è per questo che Platone diceva: “Esistono gli uomini vivi, esistono gli uomini morti e poi esistono i marinai”.

Immaginate cosa sarebbe accaduto se avessero rapito dei lavoratori da una fabbrica. Polizia, media, sindacalisti… dirette fiume dal luogo del rapimento. Invece per i poveri marinai della nave italiana Buccaneer, sequestrata in Somalia, nessun clamore. Sono solo marinai, non c’è da angosciarsi troppo… Per mesi sono stati dimenticati.

E’ un po’ come quando rapiscono delle suore in qualche stato africano. Viene data la notizia, poi silenzio. Se rapiscono un giornalista, apriti cielo. Se viene rapito un militare, poi, non ne parliamo. Beh, i più dimenticati di tutti sono i marinai. Avete ascoltato un nome, avete visto fotografie? Sapete qualcosa delle vite di questi signori? Nessuno ci riferisce nulla. Non meritano. Poveri cristi…

Ebbene, la notizia è che quei signori (i primi a chiamarsi “signori” tra loro sono stati proprio i marinai. Tutt’ora un ufficiale chiama “signore” un marinaio semplice all’accademia), dicevo, quei signori sono stati liberati. E’ una notizia che non farà scalpore. La leggeranno sui giornali degli uomini vivi, stesi sulla loro bella sdraio, sulla spiaggia. Io però ve la comunico. Uomini di mare liberi. Invisibili, ma liberi. Grazie al cielo.

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Un pensiero su “Liberi e dimenticati

  1. Decisamente mi sento in difficoltà ed in colpa ora, leggendo quanto hai scritto Simone, perchè nel porto di Ancona, città in cui vivo e lavoro, per anni è rimasta ormeggiata un’imbarcazione di un armatore russo che non aveva più denaro per pratiche e carburante per il rientro della stessa e dell’equipaggio a casa…..ed io, francamente, non ne ricordo il nome……
    Su un molo militare isolato, all’interno di un porto blindato con barriere fisiche contro lo sbarco dei clandestini, questa barca arrugginiva, mugolava e perdeva olio…ed il suo equipaggio, impossibilitato a sbarcare perchè privo di autorizzazioni, finiva le scorte alimentari, pativa il freddo e questa situazione assurda….
    Io ho conoscuito uno di questi marinai perchè, con la scorta della polizia, è stato accompagnato in ospedale in quanto la sua salute arrugguniva all’unisono con la barca: un uomo stanco, anche gentile, o almeno così mi è sembrato di percepire, ma che mi raccontava che non voleva approfittare delle somme che il comune metteva loro a disposizione per tornare a casa…..per non lasciare il carico e perdere i soldi dell’ingaggio……
    Ricordo di essere rimasta abbastanza perplessa, per la disperazione lucida ma coraggiosa di un uomo malato ma non piegato nè vinto, concreto, folle nella sua caparbietà (visto dal caldo di casa mia), lontano dalla mia logica ma coerente, fiero, vero……
    ED io non ricordo il nome di quell’imbarcazione,…. ma ricordo gli occhi di quell’uomo, affondati dentro i miei….

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