Gesti anarchici

Non amo chi rompe le scatole, chi si intromette, chi scherza dove gli altri sudano. Non amo le “invasioni di campo”, in generale. Impossibile, tuttavia, non pensare all'”Anarchia Ontologica” di Akim Bay di fronte a questa notizia (link nelle ultime righe).

Akim Bay sosteneva sostanzialmente un principio: l’anarchia come struttura politica di (dis)organizzazione della società, nel tempo, è impossibile. Ad ogni rivoluzione anarchica, reale o possibile, segue sempre, inesorabilmente, una nuova organizzazione, di qualsiasi tipo, reazionaria, repubblicana, dittatoriale, democratica, comunista, conservatrice… Impossibile che a un sovvertimento non segua una riorganizzazione. Ma non temete, dice Akim Bay (leggete T.A.Z. – Zone Temporaneamente Autonome, il suo manifesto), l’anarchia come filosofia, come messaggio politico, come condizione, può comunque sopravvivere, e perfino essere applicata. Come? In modo temporaneo, ovvero concatenando tra loro momenti anarchici, che se pure non sono in grado di realizzare un mondo, una condizione, uno stato anarchico permanente, per lo meno gli somigliano. Un simbolo di questi momenti è, per Akim Bay, la festa, ovvero un istante in cui ruoli, regole, obblighi, costrizioni vengono meno e offrono agli uomini un “respiro anarchico temporaneo”. Come smettere di essere uno spettatore e diventare un protagonista…

Guardate questo video. E’ qualcosa che a Akim Bay sarebbe molto piaciuto, e anche a me. Oltre tutto, è la sublimazione di un sogno che ogni amante del calcio ha vagheggiato, almeno una volta, nella sua vita…

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