Domande…

Massimiliano mi invia un messaggio su Facebook:

Ciao Simone, sto leggendo Adesso Basta, ho 50 anni e sono un manager di una azienda informatica. Lavoro da 26 anni più o meno, ne ho fatte diverse, azienda, azienda con il padre (piccola), consulente free-lance, azienda di nuovo. Ne ho veramente le scatole piene, vorrei fare altro, ho la nausea della quotidianità. Accompagnata da una sempre più intensa paura di essere buttato via come una scarpa vecchia, ora che ho superato la soglia critica del mezzo secolo. Per di più incastrato in un ruolo che tendenzialmente non vorrei ma che sono stato costretto ad accettare per fare buon viso a cattivo gioco. Più leggo il tuo libro e più vedo situazioni vissute in prima persona. Sono sposato da 24 anni, due figlie, 20 e 22 anni.

Ecco, le figlie. Mi sono chiesto: ma perché mai bisogna dire Basta ad un certo punto? Non si potrebbe non iniziare nemmeno? Mi ha colpito il passaggio (cito a memoria) “nessuno mi ha mai insegnato a riconoscere i miei talenti, nessuno mi ha mai insegnato a capire cosa veramente volessi fare, cosa mi piacesse veramente fare”. Ecco, appunto. Come fare ad insegnarlo a due giovani ragazze che studiano?

Grazie per qualunque risposta tu voglia darmi. Ciao. Massimiliano

Non so molto di figli, tranne che sono stato figlio a mia volta. Ricordo però che mio padre e mia madre erano spesso ottimisti, anche nelle difficoltà economiche, nel disagio per la vita, nei problemi di lavoro. Di fronte a un quesito li ho sempre visti dire: “Proviamo! Al massimo si rivede dopo, se non va”. Mio padre e mia madre inseguivano il loro sogno, costruirsi una casa con del verde attorno. Hanno fatto carte false, e in tanti anni ce l’hanno fatta. Ricordo la loro gioia quando siamo entrati dentro (non sapevano ancora che ben presto i creditori dell’impresa li avrebbero rincorsi e denunciati con annesso processo etc…).

Ecco, io credo che bisognerebbe fare questo e tutto quel che non si fa mai, né in famiglia né a scuola:

  • parlare molto dei sogni, spaziare, esagerare
  • parlarne in modo concreto, dando per assunto che la vita E’ avere sogni e REALIZZARLI se possibile
  • insegnare ai ragazzini a fare l’auto-check: chi sono, che doti ho, che difetti ho, quale difetto può diventare una dote, quale dote rischia di diventare un difetto, cosa faccio e cosa sembro per gli altri, cosa mi pare degli altri, dove posso crescere, dove devo diminuire o aumentare
  • insegnare alle persone fin da piccole che occorre avere certo senso della realtà e dunque è giusto fare calcoli per capire come inserirsi nel mondo del lavoro, guadagnare etc… ma anche che la vita è un viaggio a termine, che dura un soffio, che poi si muore, e dunque ipotecare tutto per soldi e simboli può essere pericoloso.

Chissà se ho risposto alla tua domanda…

Grazie del tuo messaggio! Ciao. Simone

 

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3 pensieri su “Domande…

  1. Pingback: trasgredisce

  2. Trasgredire è, e secondo me rimane, una pratica soggettiva. Tutti noi tiriamo le linee oltre le quali non si “deve” e dimmi, chi non si spinge oltre per necessità, egosimo, curiosità, e …

    Comunque a me interessa sottolineare che chi non trasgredisce non necessariamente sbaglia, ma poi anche quest’ultima affermazione di oggettivo ha ben poco, no?

    dD

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