2010 – Acqua e speranze

Blue hills

L’alluvione ha picchiato duro. Piano di sotto mezzo allagato. Tre muri fradici dall’interno. Umidità dappertutto… Durissimo ammettere la sconfitta dopo i grandi lavori estivi di impermeabilizzazione. Dovrò iniziare da capo. La pietra drena, ma non mollo… Non mollo.

Anno duro, pieno di cose bellissime e di cose amare, difficili da digerire. Ma comunque un anno da ricordare. Il mio libro che esce e vola. Il lavoro sul nuovo romanzo. Un bellissimo viaggio di due mesi per il Mediterraneo d’inverno, da Genova a Tel Aviv. Poi altri due mesi nel Mediterraneo d’estate. Tanta genete, tanta gente, tante voci… un grande dialogo per un’intera generazione…

E poi i tanti lavori al fienile, con le gioie e le sconfitte, ma nella libertà di potermi rialzare ogni volta e riprendere, riprogettare, ripensare, rivivere. Le tante giornate di sole, il bosco, il mare. Libertà, tanta libertà, nessuno a dirmi nulla che io non voglia accettare. Grande anno davvero…

Allora amici, a tutti voi, che non vi manchi mai l’orgoglio, la progettualità, l’energia. Siamo qui per un periodo, davvero, credetemi. Non c’è niente che valga l’angoscia e la disperazione. Forza cazzo, su le teste. Non accettiamo tutto così supinamente. Possiamo farlo. Basta sprecare tempo in luoghi assurdi, basta sprecarlo con gente assurda. Ma li vedete… hanno senso? Mi raccomando, non abbiate dubbi su questo. Possiamo farlo.

Il mondo trema, è sotto i nostri occhi. L’ambiente va alla deriva. C’è perfino gente che parla di “nemici di Dio”… Tutto finirà in un enorme oblio, nel nulla dove queste grida scompariranno con la stessa velocità dei silenzi e dei sussurri. Occorre sognare, altro che stronzate. Vivere, godere di quello che c’è. Ma farlo in modo solido, professionale, inventando nuovi modi, nuove vie, con le nostre migliori risorse, non con i ritagli di tempo, non con gli scampoli, non con le frattaglie. Con la nostra roba migliore. Ricordiamocelo sempre, la nostra roba migliore è per noi. Ed è per noi adesso.

Questi sono gli anni nostri. Prendiamoceli. Adesso. Basta.

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Soddisfazione…

Ansa: Crollano le pensioni di anzianità: i trattamenti anticipati rispetto all’età di vecchiaia erogati dall’Inps calano del 53% rispetto al 2008. Le riforme delle pensioni «hanno funzionato» sul fronte delle pensioni di anzianità: lo sottolinea il presidente dell’Inps Antonio Mastrapasqua. «Mi sembra di poter registrare – ha detto Mastrapasqua – che le riforme hanno funzionato generando un arretramento delle pensioni di anzianità». Secondo il presidente Inps c’è una maggiore disponibilità delle persone a restare al lavoro. «Siamo abbondantemente sopra i 60 anni di età per l’uscita dal lavoro!». Nel 2009 quindi, anche a causa dell’inasprimento dei criteri per la pensione anticipata, si è rimasti al lavoro più a lungo, andando a riposo in media oltre i 60 anni.

Evviva. Soddisfazione nelle alte sfere. Un forte risparmio previdenziale per le mancate uscite dal lavoro. Le riforme hanno funzionato. Eccolo qui il sistema, chiaro e limpido. Il suo obiettivo è economico. Il benessere della gente non ha alcun valore. La gente ha lavorato di più, è rimasta bene inserita nel gioco lavoro-spendo-compro-consumo-lavoro, dunque siamo tutti contenti. Meno gente smette di lavorare, meno soldi c’è da sprecare per questa cosa inutile e dannosa che è la pensione, l’inattività sociale. Il pensionato è uno che non va a lavorare, ha meno soldi e dunque non spende, sta tutto il giorno a farsi i fatti suoi. Ma vi rendete conto che parassita? E c’è gente che vorrebbe andarci pure prima…

Ebbene, teneteveli i miei soldi. Ve ne ho versati parecchi, per 17 anni. Teneteveli. Non voglio niente. Sopravviverò in qualche modo, oppure morirò di fame. Fa niente. Tanto prima o dopo devo morire. Che sia scritto nel mio faldone, ben chiaro, che io non ho accettato questo ricatto. Libertà in cambio di denaro. Io a 42 anni mi sono tirato fuori, per vivere ora, non quando ha deciso qualcun altro, per essere libero ora, non quando è stato stabilito da qualche commissione parlamentare, per godermi quel che offre questa vita assurda finché posso, non quando sarò un vecchio inabile e avvilito. Oggi io non penso con angoscia che tra pochi giorni, il 7 gennaio, si ritorna in pista, costretti a persone e luoghi che non sono miei. La mia non-angoscia di oggi vale i soldi che (forse) qualcuno mi ha promesso domani. Alla banana in fondo al tapis roulant preferisco il digiuno coi piedi per terra.

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Dorian Gray

Ricevo da Simona un bellissimo pezzo.

“Gli uomini oggi hanno paura di se stessi. Hanno dimenticato i doveri più sacri; quelli che si hanno verso di sé. Sono caritatevoli. Nutrono chi ha fame, e vestono chi è nudo. Ma il loro spirito è affamato e ignudo. La nostra razza non ha più coraggio. Forse in fondo non ne ha mai avuto. Il terrore della società, che è la base della morale; il terrore di Dio, che è il segreto della religione: questi sono i sentimenti che ci dominano. Eppure io credo che se un uomo dovesse vivere la vita pienamente e completamente, desse forma a ogni sentimento, espressione a ogni pensiero, realtà a ogni sogno, credo che il mondo si rinsanguerebbe di un così puro fiotto di gioia, che dimenticheremmo tutte le malattie del medievalesimo, e torneremmo all’ideale ellenico – e forse a qualche cosa di migliore e di più ricco dell’ideale ellenico. Ma anche il più coraggioso di noi ha paura di se stesso. Le automutilazioni del selvaggio si ritrovano tragicamente nella autorepressione che martirizza la nostra vita. Siamo puniti per quello che rifiutiamo a noi stessi. Ogni impulso che tentiamo di soffocare, germoglia nella mente, e ci intossica. Il corpo pecca una volta, ed il peccato è finito, perché l’azione è un modo di purificazione. Non rimane che il ricordo del piacere, o la voluttà di un rimpianto. L’unico modo di liberarsi da una tentazione è cederle. Resistete, e vedrete la vostra anima intristire nel desiderio di ciò che s’è inibito, di ciò che le sue leggi mostruose hanno reso mostruoso e illegale. Dicono che i grandi eventi dell’umanità si svolgono nello spirito. Ed è nello spirito, solo nello spirito, che si commettono i grandi peccati dell’umanità.”

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Adesso Basta anche sul blog di Beppe Grillo

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Oggi…

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Eccoci…

Com'era il fienile prima del restauro...

Com'era il fienile prima del restauro...

Dopo settimane di presentazioni ritorno a casa. Piove, è quasi buio alle 14.00, la casa è gelida, sono solo. Prove generali di rientro nell’anonimato. Rientro nella mia vita.

Accendo la stufa, ma è di quelle di terracotta e farà un po’ di tepore tra 4 o 5 ore. Accendo la stufetta elettrica, ma non posso tenerla sempre accesa o la mia bolletta si alzerà troppo. Freddo o non freddo bisogna rispettare il budget. Eccola qui la mia vita. Questa qua, proprio questa, non quella di queste settimane in giro per l’Italia. La mia vita vera, che farò per uno, cinque, dicei, venti, trenta e forse più anni. L’effetto della mia scelta di dire “Adesso Basta”…

La realtà ha sempre un grande pregio: che sia bella o brutta, è vera. Io ho combattuto per questo, che è libertà, è vita autenticamente mia, cioé come l’ho voluta, ma è anche freddo, soldi da risparmiare, solitudine. Come ogni volta che torno a casa, dopo giorni con tante persone, col calore di case e persone che mi vogliono bene, mi domando: che ci faccio qui? E ogni volta per darmi la risposta (lo ammetto) occorre un po’ di tempo (variabile).

In molti, in queste settimane (a Cagliari, Roma, Savona, Milano, Cuneo, Torino, Londra, Bologna, Reggio Emilia, Forlì, Verona, Orvieto, Mestre, Varese…) mi hanno chiesto: “Ma con tutta questa notorietà, i libri, le interviste… saprai tornare indietro, a quello che la tua vita era prima di questo successo? Al tuo downshifting?Prima di fare questa domanda dovrebbero stare qui da soli d’inverno per un giorno… Non per capire la mia risposta, ma per comprendere del tutto la loro domanda…

E la mia risposta è sì. Questo freddo, queste difficoltà, questa solitudine, le ho scelte io. E non sono affascinanti, sono privazioni, sono cose anche dure, ma sono il prezzo della libertà. La mia libertà di uomo di 43 anni che non ha finito di pagare indipendenza, sgravio delle responsabilità, uscita dalla mancanza di senso. Questo prezzo non si esaurisce, questo mutuo per la libertà non si estingue, ce lo si porta dietro, a volte è leggero, a volte i tassi salgono… Ma è una cosa mia, fa parte di una scelta dura e consapevole. Sono io questo, e pago i momenti difficili col coraggio che ho, senza che valgano meno delle difficoltà degli altri, senza che siano né privilegio né condanna, ma parte integrante di un sogno sognato, pianificato, raggiunto e vissuto, con tutto ciò che comporta. Da qui, avendo fatto spazio nel cuore, si può ancora sognare. E quando si sogna, non è importante che faccia freddo…

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Partire…

… spesso abbastanza ti sei avventurato sui mari, cauto incrociando, studiando le carte, ritornando debitamente al porto e agli ormeggi; ma ora obbedisci al segreto desiderio che hai nutrito nel cuore, abbraccia i tuoi amici, lascia tutto in ordine, per non tornare più al porto e agli ormeggi, parti per la tua crociera senza fine, vecchio Marinaio.

Walt Whitman

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Il caso Beha

Oliviero Beha mi ha raccontato ieri una cosa che ha dell’incredibile. La Repubblica, con cui lui ha avuto un contenzioso (vinto) qualche anno fa, ha tolto per alcuni giorni il Teatro Ghione di Roma dal tamburino del giornale (l’elenco quotidiano dei teatri con gli spettacoli) “solo” perché lui andava in scena con uno spettacolo tratto da un suo libro. Un amico gli avrebbe poi rivelato che esiste un software che cancella dal noto quotidiano ogni cosa relativa a qualche personaggio inviso. Il tutto mentre la stessa Repubblica indiceva una campagna per la libertà d’informazione. Non ho conferme di questa informazione, se non le parole di Oliviero Beha, il quale tuttavia è noto per essere credibile e onesto quando apre bocca.

Questa cosa fa il paio con un altro fatto abbastanza inquietante. Il libro di Oliviero Beha “I Nuovi Mostri” (Chiarelettere), impietosa fotografia del nostro sistema mediatico e intellettuale imbalsamato e truccato, non è stato recensito da nessuno. Per recensirlo, in effetti, i media avrebbero dovuto dare spazio al loro accusatore, un giornalista e scrittore libero, senza padroni, che dice le cose come stanno. In questo modo, naturalmente, hanno dato ragione integralmente alla fotografia scattata da Oliviero.
Il risultato è che per quanto Oliviero Beha abbia un suo pubblico costruito in anni di credibilità e serio lavoro d’informazione, il suo libro ha venduto assai meno del dovuto.

Oggi dunque impiegherò la mia giornata a inorridire per questi due fatti, e a parlare del libro di Oliviero a chiunque incontri. A cominciare da voi. Compratelo, per favore, per ristabilire le cose secondo ragione e per manifestare di fronte a fenomeni come questi.
Del resto, cosa c’è scritto in “Adesso Basta” a questo proposito? “Il potere non ama che circolino persone libere sul suo territorio. Un uomo libero non compra quello che gli dici di comprare, non vive dove gli dici di vivere, non vota quello che gli dici di votare. Uno dieci, cento uomini così e il potere è spacciato“. Uno come Oliviero Beha al Sistema fa esattamente questo effetto.

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Viaggi, autenticità e 5…

Mamma mia… parti, torna, vai. Ieri Londra, alla London School of Economics. Perfino… “Adesso Basta” varca i sogli dell’accademia del potere. Ma guarda un po’… E chi ci trova dentro? Tanta gente, giovani! che vogliono essere diversi, cambiare. Qualcuno mi chiedeva “come faccio a capire, a sapere quello che voglio?” Che bella domanda. Quanta poca gente si domanda cosa vuole veramente? E’ stato in quel momento che nella scuola di economia più importante d’europa è risuonata una parola eversiva: autenticità.

Agrado, il trans di “Tutto su mia madre”, dice: “l’autenticità non è essere quello che sei, ma essere il più simile possibile all’idea che hai di te stesso”. Non ci dicono sempre, fin da piccoli, “Sii te stesso!” “Sii coerente!”!? Ma cosa dovremmo essere? Liberi si diventa, non si nasce. L’adolescenza è un coacervo di impotenze. Poi i condizionamenti, l’assurdo gioco delle costrizioni, psicologiche, economiche, esistenziali, relazionali. Noi veniamo fuori così, per caso, a seconda degli ingredienti, e del vento.

Ma l’autenticità è un punto d’arrivo. Cosa sentiamo di essere, cosa vorremmo essere? Gente che dice e poi fa? Gente che ha un’idea e la segue? Gente come…? Ma la domanda “io chi sono”, che pure è così rara, passa da qui. Chi sono e chi penso di essere, chi sento di voler essere, chi mi impegnerò ad essere. Entrare in questa foresta atterrisce. Però conta. Per poi non trovarsi altrove senza saperlo.

Nel frattempo Quinta Edizione di “Adesso Basta”, in 55 giorni. E stasera Orvieto, alle 18.00. Domani Mestre, poi Varese. Poi…

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