Soddisfazione…

Ansa: Crollano le pensioni di anzianità: i trattamenti anticipati rispetto all’età di vecchiaia erogati dall’Inps calano del 53% rispetto al 2008. Le riforme delle pensioni «hanno funzionato» sul fronte delle pensioni di anzianità: lo sottolinea il presidente dell’Inps Antonio Mastrapasqua. «Mi sembra di poter registrare – ha detto Mastrapasqua – che le riforme hanno funzionato generando un arretramento delle pensioni di anzianità». Secondo il presidente Inps c’è una maggiore disponibilità delle persone a restare al lavoro. «Siamo abbondantemente sopra i 60 anni di età per l’uscita dal lavoro!». Nel 2009 quindi, anche a causa dell’inasprimento dei criteri per la pensione anticipata, si è rimasti al lavoro più a lungo, andando a riposo in media oltre i 60 anni.

Evviva. Soddisfazione nelle alte sfere. Un forte risparmio previdenziale per le mancate uscite dal lavoro. Le riforme hanno funzionato. Eccolo qui il sistema, chiaro e limpido. Il suo obiettivo è economico. Il benessere della gente non ha alcun valore. La gente ha lavorato di più, è rimasta bene inserita nel gioco lavoro-spendo-compro-consumo-lavoro, dunque siamo tutti contenti. Meno gente smette di lavorare, meno soldi c’è da sprecare per questa cosa inutile e dannosa che è la pensione, l’inattività sociale. Il pensionato è uno che non va a lavorare, ha meno soldi e dunque non spende, sta tutto il giorno a farsi i fatti suoi. Ma vi rendete conto che parassita? E c’è gente che vorrebbe andarci pure prima…

Ebbene, teneteveli i miei soldi. Ve ne ho versati parecchi, per 17 anni. Teneteveli. Non voglio niente. Sopravviverò in qualche modo, oppure morirò di fame. Fa niente. Tanto prima o dopo devo morire. Che sia scritto nel mio faldone, ben chiaro, che io non ho accettato questo ricatto. Libertà in cambio di denaro. Io a 42 anni mi sono tirato fuori, per vivere ora, non quando ha deciso qualcun altro, per essere libero ora, non quando è stato stabilito da qualche commissione parlamentare, per godermi quel che offre questa vita assurda finché posso, non quando sarò un vecchio inabile e avvilito. Oggi io non penso con angoscia che tra pochi giorni, il 7 gennaio, si ritorna in pista, costretti a persone e luoghi che non sono miei. La mia non-angoscia di oggi vale i soldi che (forse) qualcuno mi ha promesso domani. Alla banana in fondo al tapis roulant preferisco il digiuno coi piedi per terra.

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27 pensieri su “Soddisfazione…

  1. Che dire, ora anche la mia fa parte delle 500 mail giornaliere che ricevi ogni giorno. E allora sarò clemente con te e cercherò di essere molto sintetica. Martedi sera, 12 gennaio, a Milano sono stata proprio bene in tuo ascolto. Ero di fronte a te, in piedi, e credo di avere avuto stampato in viso un sorriso per tutto il tempo del tuo intervento: mi ha fatto piacere sentirti parlare in un italiano fluido, corretto e con qualche parolaccia ad hoc, ho riso delle tue battute e soprattutto ho condiviso tutti, ma proprio tutti i pensieri che hai esposto. Le tue parole non mi hanno smosso e non hanno dato origine a chissà quali desideri di fuga. Non solo perchè la tua è stata tutt’altro che una fuga, ma semplicemente perchè penso di avere già trovato, con fatica, il mio downshifting e in questo momento della mia vita mi sento sufficientemente libera “dal sistema”. E ascoltare per voce di un’altra persona pensieri, idee, valori, ideali che troppo spesso non sono stati nemmeno sentiti da chi ti aspettavi che potesse addirittura condividerli è bello. Ti fa stare bene. Molto bene. Grazie Simone. Buona vita.
    Ciao. cristina

  2. A propositodi spendere, di regali, di acquisti e via dicendo, avete letto il libro di Grisham:”Fuga dal Natale” che a differenza degli altri libri da lui scritti che sono appunto gialli, questa è una storia esilarante, ne hanno fatto anche un film. Si racconta la vicenda di una coppia che stanca di spendere migliaia di dollari per gli addobbi natalizzi, per i regali, per i riceveminti e cene varie per gli auguri, scopre che se se ne andrà in vacanza al caldo spenderà molto meno, quindi presa questa decisione con grande scandalo di vicini, amici e conoscenti si preparano a partire, ma……..
    Cara Simona consiglia al tuo amico che ti ha accusata di essere tirchia questo libro.
    Ah! Dimenticavo Buona befana a tutte.
    Donatella

  3. Egregio sig. Simone,
    ho ordinato il Suo libro, incuriosita dal progetto di vita enunciato: anch’io vorrei fuggire, ma il senso di responsabilità dove lo metto? E gli sforzi fatti in passato per conquistare un posto di lavoro, una casa, ecc. ecc.? Forse Lei non ha figli (ed io ne ho 3), problemi (ed io ne ho qualcuno) e perciò Le è stato facile e poco gravoso troncare. Rimando a quando andrò in pensione, se non sarò ancora ridotta sulla sedia a rotelle!
    Cordiali saluti
    alessandra

  4. guarda Anna, anni fa lessi di un sito creato da un americano (che fu uno dei miei primi ispiratori) che da dirigente chiese di essere retrocesso: aveva conosciuto la donna della sua vita e avevano deciso di condividere ogni “incombenza” derivante dalla gestione della famiglia, cioé di dividere equamente il lavoro “fuori” e “dentro la casa”. La storia è divertente perché lui racconta che dopo un po’ gli riproponevano sempre una promozione ma lui sistematicamente rifiutava… la condivisione richiedeva che si occupassero da soli dei figli, della casa, e per questo lavorano fuori casa a turno, un po’ lui un po’ lei a seconda di chi riusciva a trovare un impiego “part time”, poi ovviamente avevano solo un auto e magari una bici e così via…Qui il tema è anche quello del lavoro femminile, visto che in Italia mancano del tutto le strutture e la mentalità che consentono a una donna di dividersi tra lavoro e carriera, ma io ho fatto mia la parte che raccontava che rinunciare alla carriera in cambio di tempo si può.
    Leggo poi della email di Cesare e dell’incoraggiamento di Simone che faccio mio (grazie Simone, mi piacerebbe poter fare anch’io qualcosa per te qualche volta). Io ho vissuto un’infanzia senza soldi, ma circondata da amiche con la tata, bei vestiti, etc etc. Dopo una vita di studio e di lavoro confesso che da qualche anno mi ero abbandonata al “non controllo più i soldi che spendo” ma… per fortuna c’è sempre tempo per cambiare e… ora che so che ogni euro che spendo lo pago con la mia libertà li spendo più consapevolmente. Per essere concreta da quando non lavoro (3 mesi) ho trovato il modo di risparmiare circa 250€ al mese per pulizie di casa (che posso benissimo fare da sola…per fortuna non ho perso l’uso delle mani…), riduzione contratto tel/TV (che non usavo), rinegoziazione del mutuo (è bastato fare un po’ di conti, una verifica su internet e andare in un paio di banche)… era uno dei miei obiettivi lasciando il lavoro e quindi tutto come previsto. Ma: mi chiedo come fare a convincere le persone care che i soldi che ci chiedono hanno un costo così alto…? Soprattutto quelle più anziane che si appoggiano per cos’ dire (quando non chiedono soldi direttamente) a me e contano su di me e sulla mia “sicurezza” economica…Vorrei anch’io regalare “adesso basta” invece dell’ennesimo capo di abbigliamento ma temo che non mi capirebbero…
    Sapete, uscendo dal lavoro mi è capitato che alcuni colleghi (da cui proprio non me lo sarei aspettato…), senza chiedermi nessuna spiegazione (io non ne ho date a nessuno…), mi dicessero: “posso fare qualcosa per te? come ti posso aiutare?”. Altri invece, proprio quelli da cui mi aspettavo semplicemente che non sapendo i motivi della mia scelta manifestassero rispetto per la mia decisione …o gli amici! da cui addirittura mi aspettavo sostegno …sono lì a guardarmi con curiosità e basta…ma forse mi sbaglio non so…a dire il vero ci sono persone invidiose ma ci sono anche persone che guardano a me come a un esempio. Vero è che non amo le situazioni in cui persone insistenti ti fanno domande che non sono quelle di una persona che si preoccupa se tu stai bene o no…voi mi capite. Sapete…questa scelta io l’ho fatta per tornare nel mondo reale, un mondo dove io non sono quello che guadagno ma sono me stessa come essere umano. Ma stare in fila alle poste e protestare senza poter dire se te lo chiedono “io sono il manager tal dei tali” ma “io sono disoccupata ma pur sempre una cittadina italiana” ecco…non so se vale la pena. Voglio dire che (senza offendere nessuno) è inutile cercare di spiegare qualcosa a chi comunque non potrebbe capire…sbaglio? c’è poi però anche la via di mezzo, o le “persone di mezzo”, quelle cioè che “potrebbero” capire… ci pensavo sere fa quando mia cugina presentandomi ai suoi ospiti a cena ha detto: “sapete lei è una manager”. Argh. Ma se glielo dico e poi non capisce?
    Come dire … essere o non essere …(mi perdonerete se ho esagerato …)
    Buon 2010 a tutti

  5. Probabilmente, anzi sicuramente, Ti ho fatto vendere più di 40 copie de’ “ADESSO BASTA”. Stà per diventare una epidemia. Continuerò fino alla pandemia. Ciao da un attuale “colletto bianco”.

  6. per l’età (lontana) della pensione prevedo di essere in qualche paese lontano dove si vive dignitosamente con la nostra miseria.
    ma se continua così, mi sa che ci vado anche prima.

  7. Secondo me non è del tutto corretto dire che Simone “è fuori dal sistema” e che dall’esterno “sfrutta il sistema”.
    Piuttosto a me pare che Simone abbia un grande equilibrio interiore, una grande sicurezza in sè stesso, acquisita negli anni.
    Secondo me lui non è né dentro né fuori dal sistema. Semplicemente – e Simone mi legge e quindi mi correggerà se sbaglio – lui è “impermeabile” al lavaggio del cervello che il sistema tenta di fare quotidianamente a tutti noi.
    Anche io credo di essere impermeabile al sistema (anche perchè non guardo praticamente mai quella scatola “diabolica” chiamata TV) ma con una grande differenza: che Simone è anni luce più avanti di me, perchè è riuscito già a costruirsi la sua “esistenza su misura”, mentre io ho appena cominciato a costruire la mia, e chissà quanto ci metterò.
    Una cosa mi sembra fondamentale nel pensiero di Simone: il fatto che lui è capace non solo di capire quello che non desidera ( cioè come noi non desidera nè macchinoni, nè gioielli nè abiti firmati ) ma è capace di ascoltare i suoi reali bisogni e lavorare pe soddisfare quei suoi reali ed autodeterminati desideri.
    In questo Simone ci apre una strada e ci fa da guida sul sentiero da percorrere, ma è chiaro che imparare a capire che cosa desideriamo davvero non è poi così semplice, anche perchè, facendo downshifting, non potremo soddisfare tutti i nostri desideri, ma dovremo scegliere quali sono i più importanti per noi e rinunciare alle cose che non sono poi DAVVERO importanti.
    Per il resto due considerazioni finali: la prima è che io per Natale ho regalato ai miei migliori amici “Adesso basta” e spero che, dopo averlo letto, abbiano voglia di discuterne con me.
    Oltretutto credo che la discussione sarebbe molto interessante, considerando che uno di loro è sposato, ha un figlio piccolo e non naviga nell’oro, altri due convivono da molti anni e neanche loro hanno tr
    roppi beni al sole ed un altro invece è un single molto abbiente e che ha fatto una “carriera super”.
    Tutte condizioni diverse e quindi terreno fertile per parlare ed analizzare il downshifting da angolazioni diverse.
    Ovviamente se dibattito ci sarà, come io spero, potrò scriverne anche qui ( posto, naturalmente, che lo reputiate interessante ).
    La seconda considerazione muove dalla proposta che Simone ci ha fatto nelle ultime pagine del libro.
    Ha senz’altro ragione Simone quando sostiene che il vivere insieme con altri downshifters potrebbe essere una esperienza che ci arricchirebbe umanamente e che, allo stesso tempo, ci farebbe risparmiare in quanto ci permetterebbe di sfruttare la cosiddetta economia di scala; ma ha ragione anche ad interrogarsi su quanto ciò sia fattibile e precisa ( anche qui sul blo ) che non è fattibile se siamo in numero massiccio.
    Io una idea da sottoporre a Simone e a tutti coloro che stanno preparando o già facendo il loro downshifting ce l’avrei ed è questa: costruire insieme un gruppo economico d’acquisto per potere allo stesso tempo 1) risparmiare acquistando grosse quantità di generi e quindi ottenendo grossi sconti che da soli non potremmo mai ottenere e al contempo 2) trattare con produttori che vendono roba di qualità anche se non sono “di moda”, in quanto fuori dalla catena della grande distribuzione.
    Che ne pensi Simone ?
    E gli altri ? Che ne pensate ?
    Un augurio a tutti per un Felice anno nuovo.

    • a me sembra che tu dica cose fin troppo belle. apprezzo i tuoi complimenti e te ne ringrazio. diciamo che certamente il dibattito che seguirà con i tuoi amici è molto ben accetto qui, e che questa idea di vedersi, parlare, fare progetti comuni continua a serpeggiare. pensiamoci concretamente e vediamo se si riesce a farne qualcosa di a) non religioso b) non integralista c) democratico d) divertente e) costruttivo. Pensiamoci, abbiamo qualche tempo. Io fino al 15 febbraio sono malmesso con le presentazioni. ciao!!

  8. Ciao Simone, a San Benedetto del Tronto dove presenterai il tuo libro? Lì abitano amici italo-tedeschi downshifter e vorrei che venissero. Grazie. Fabio

    • guarda penso che sia al circolo nautico Ragn’ vela oppure alla Lega Navale. Comunque metto tutto sul sito appena ne so di più. ciao!

  9. Caro Max è vero quello che dici, più esattamente penso che si possa dire che Simone ha trovato la strada per non farsi stritolare, sfruttare e stressare dal sistema, bensi per usarlo a suo vantaggio per poter vivere in libertà. Mi è piaciuta la tua affermazione: “oltre il comunismo e il liberismo” o capitalismo che dir si voglia, infatti è uscito dagli schemi creati dal sistema e dal di fuori li usa quando ne ha bisogno. Buon anno a tutti e l’augurio più bello secondo me è il seguente: TANTA SERENITA’ A TUTTI!!!!

  10. Simone, et al che frequentate il sito ed il blog, aiutatemi con la mia domanda – che per me è LA domanda.
    Ho un figlio di 8 anni. Come si modificano i criteri di accesso alla libertà (= criteri di uscita) quando hai una responsabilità così grossa? Oltre ad avergli insegnato coi fatti l’anticonsumismo (che lo rende un piccolo disadattato in classe…. ma ha le spalle larghe, per fortuna…!), io non ce la faccio a prendermi anche per lui la responsabilità di uscire dal mondo del guadagno sicuro. Non dico che sia impossibile – ma credo che le ricette che valgono per i single e le coppie senza figli siano da doversi adattare pesantemente quando hai prole. Idee? Riferimenti? grazie a tutti

    • guarda anna. io ne so poco non posso dare consigli. ho solo raccontato la mia storia… però posso dirti che in tantissimi mi scrivono, famiglie che vivono in posti poco cari, fuori dalle città, si alternano a lavorare, sei mesi a testa, oppure fanno lavori saltuari, o a casa, e hanno tempo per i figli, anche tre figli mi raccontano a volte. Ma tanti anna. Io non so se siano vere queste storie, perché dovrebbero mentirmi però? mi pare che valga sempre il principio che quello che facciamo è giusto per noi, abbiamo le risorse per metterlo in pratica. Credo ci siano anche delle gradazioni diverse… Forse si può rallentare soltanto, che è già molto. Non so… Però sento che tante coppie con figli lo fanno. Chissà. un caro saluto!

  11. Cara Donatella,
    mi viene di risponderti spontaneamente perchè in questi giorni anche io mi sono sentita toccata dal tema spendi e spandi forzato dal natale. Ho dovuto perfino spiegare a un amico perchè non gli facevo il regalo, lui mi accusava di tirchieria.
    Sono entrata in diversi negozi e mi sentivo un pò presa in giro, era come se tutte quelle cose , quei prezzi assurdi mi declamassero la follia del sistema, l’inganno! Non posso sottostarci, voglio inventarmi un regalo con le mie mani, non lo so , vorrei boicottare anche l’acquisto di vestiti. Non semplice, ma prima di entrare in un negozio ci penso tanto e una volta entrata prima di comprare ci penso 2 volte. Quello che conta è la condivisione per me, e a volte per condividere ci vuole veramente poco a livello di soldi. Grazie per la tua di condivisione.
    Simona

  12. Pensiero in libertà!
    Una annotazione… Simone non è uscito dal sistema… si è messo semplicemente fuori e lo sta sfruttando questo sistema poichè ne ha capito a fondo i meccanismi… come vivrebbe altrimenti se non ci fosse chi ha bisogno di vacanze, oggetti d’arte, idee, cose che alla fine sembrano “figate” perchè sono l’espresione di un certo modo di capire come contestare il sistema? Se il sistema così com’è non esistesse Simone si sarebbe inventato forse questo sistema per esssere fuori dal coro? No non penso! Penso che ciò che propone Simone sia veramnet un qualcosa che va oltre l’imperante pensiero economico; un gradino più in alto oltre comunismo, liberismo, e che mette in pratica in modo “umano” il concetto di solidarietà, ecologia, amore per i valori veri della vita e per ciò che è positivo. Se avrà troppa fortuna con i suoi libri e le sue teorie rischia di ritrovarsi di nuovo in una spirale di steress e iperlavoro che non è più salutare ne a lui ne agli altri. E’ per questo che chi è conscio come lui dei valori delal vita alla fine condivide perchè è da li che nasce il vero saper vivere e la vera soddisfazione. Quando si esce dagli schemi bisogna farlo radicalmente e perseverare. E’ li il bell odella vita.

    • grazie max. Troppo buono, non credo che sia tutto così vero e bello. Cioé, vero lo è, ma è tutto anche più semplice… Però molto grato per quello che scrivi!

  13. Caro Simone concordo con te per quanto riguarda la pensione, e spero di uscire prima possibile dalla mia situazione lavorativa, però in modo remunerativo,non avendo nessuna entrata alternativa, ma quello che volevo sottolineare è un’altra cosa.
    Da diversi anni sempre più massicciamente noto molte persone che conosco, alcune poco, altre bene e che quindi so grosso modo quanto guadagnano, che comprano macchine enormi, che fanno vacanze costosissime, che acquistano vestiiti firmati, tutte cose che io pur guadagnando di più rispetto a loro, non mi posso permettere. Ci tengo a precisare che io personalmente non desidero tutti questi beni di consumo, a parte stare al mare e viaggiare, quindi anche se guadagnassi di più non li cercherei, ma la domanda che ti poni è: “Come fanno?”. Ho scoperto che tutte queste persone sono indebitate fino al collo, alcuni angosciate per riuscire a restituire i denari avuti in prestito, altri invece ritengono che il problema è di chi deve riavere i propri soldi, questo lo ritengo eticamente scorretto, insomma per l’educazione che ho ricevuto per me è un dovere onorare gli impegni presi. Ma questa mancanza di volontà a resistere alle tentazioni indotte dalla pubblicità è spaventosa, e penso che a parte quelle persone che non si curano per niente di dover restituire i soldi avuti, per gli altri sarà una tragedia che gli crollerà addosso senza pietà. Ma come fanno a non capirlo? Si crede di avere bisogno di cose di cui non abbiamo bisogno e non ci accorgiamo di avere bisogno di cose come l’amore, l’affetto, l’amicizia, la famiglia, la serenità e la LIBERTA’, ma queste sono cose che si conquistano e non si comprano, quindi più difficili forse da raggiungere e allora vai con i Suv, con i gioielli e con le vacanze a 5 stelle. Un salutone
    Donatella

  14. Ciao, Simone, io ho intenzione di “uscire” l’anno prossimo. Sono 4 anni che programmo. Non sono riuscito a essere radicale come te, però, e ammetto di avere, a volte, ora che il momento si avvicina, un po’ di paura. Ad esempio, ho reputato indispensabile raggiungere e superare abbondantemente i mitici 20 anni di contributi, che forse mi frutteranno una mini pensione a 65 anni o chissà quando. Anche perché, ho sì costruito una base economica per il sostentamento elementare ma, pur coltivando molti interessi, non credo che nessuno di essi potrà farmi guadagnare qualcosa. Insomma, un po’ di timore c’è, ma il desiderio di libertà prevale su ogni cosa. E l’ora, a 46 anni, dopo un ventennio logorante in azienda, sta per scoccare. Un caro saluto.

  15. Cito dal corriere della sera on line:
    http://www.corriere.it/editoriali/09_dicembre_23/debito-pubblico-editoriale-massimo-mucchetti_1337d3cc-ef8b-11de-b696-00144f02aabc.shtml

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    “Il mondo ha scoperto a sue spese il vizio implicito nel debito delle famiglie, fatto per consumare molto più di quanto consenta il reddito, e nel debito delle imprese, acceso per esaltare il rendimento del capitale ben oltre i risultati operativi.”

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    “dunque pensioni più leggere, meno valore aggiunto destinato ai salari, privatizzazioni, apertura dei mercati finanziari, indebitamento delle famiglie. ”

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    Due frasi (che vi prego di ricontestualizzare leggendo l’editoriale) che mi fanno riflettere perchè non mi è ancora chiaro quali debbano essere le scelte che dovrò fare nei prossimi mesi/anni.

    Quindi, è corretto uscire totalmente dal sistema (versione Simone) o invece ridimensionare le nostre necessità (spesso artificiali) e trovare una dimensione che permetta di trovare un’equilibrio tra il lavoro e la vita privata? è possibile veramente, per la nostra generazione, trovare un’equilibrio “relativamente duraturo” tra queste due dimensioni?

    So come la pensa Simone (per se stesso): scelta radicale, senza mezze misure.

    Grazie e buon 2010.

    PS: anche se non so trovare una strada mi piace questa frase di Seneca,
    “Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare”

  16. quello che ti fa più male è vedere le persone a cui vuoi bene avere paura di cambiare
    sei impotente e le perdi!!!!!!
    si diventa troppo diversi per convivere e progammare una vita assieme

    il cambiamento è prima dentro di noi e poi nei fatti…senza il primo il secondo è impossibile

    cesare

  17. Beh, in fondo quella delle pensioni è un’altra delle chimere con cui ci allettano per rendere più sopportabile lo stare alla catena…Credo sempre più che il sistema imploderà più prima che poi, e anche nonostante tutti questi bei giochetti di “ti sposto la riga di arrivo mentre corri” e nutro forti dubbi che la nostra generazione arriverà mai a prenderla questa fantomatica pensione … tanto vale ritrovare da subito la capacità di risparmiare e trovare un posto sicuro dove custodire il tutto forse con limitato rendimento, ma anche senza grandi rischi.
    E quanto al “ritrovarla” questa capacità, basterebbe secondo me tornare alla nostra infanzia per ricordare come i nostri genitori gestivano (nel vero e proprio senso della parola) con la famosa “diligenza del buon padre di famiglia” la vita di ogni giorno. Insomma, nulla si crea, nulla si distrugge … è vero per il recupero di un oggetto e della materia, ma anche per le buone abitudini!
    Buon vento, Simone e grazie per essere andato avanti accendendo una luce 😉

  18. Caro Simone, ascoltando le tue parole e leggendo la tua storia, penso che quel che manca e che tu hai ritrovato è il significato autentico dell’essere “umani”, ovvero: cosa ci rende umani? E per cosa vale la pena vivere? Che cosa è importante per noi? Cosa rende una vita autentica e degna di essere vissuta? Da quel che capisco, un giorno ti sei fermato e ti sei accorto che non avevi “tempo”, né energie per poter vivere in modo autentico. Per questo hai itrapreso questo nuovo cammino di umanità e di verità personali.
    Da quello che vedo e che vivo, capisco che la maggioranza di noi è imbrigliata in un sistema, in uno stile di vita che ti prosciuga il tempo della vita in cambio di soldi. E nulla più rimane per vivere la vera vita. Vedo i colleghi che si affannano per far carriera, per una promozione, per ottenere sempre più potere, riconoscimenti e denaro da spendere fino all’ultimo centesimo. Questo circolo vizioso non si esaurisce mai, perché non si arriva mai troppo in alto, non si guadagna mai abbastanza, non si ha mai abbastanza potere e non si hanno mai abbastanza soldi da spendere.
    Sembra di dire banalità, ma davvero sono/siamo talvolta come criceti che corrono sempre più forte, per restare poi al punto di partenza.
    Quello che cambia, è solo la quantità di oggetti, di “roba” accumulata, che serve per farsene vanto con amici e parenti al grido “vedi, ora sì che sono qualcuno!”. E’ una vita da schiavi ben agghindati, questo è quel che vedo io.
    Anch’io come te sto facendo una scelta di cambiamento, ma non lascio il lavoro, lascio questo paese, per vivere in modo più sereno con la mia famiglia.
    La tua esperienza mi ha in parte ricordato un film, L’età barbarica, il cui protagonista sceglie di lasciare la sua famiglia e il lavoro, per vivere in riva al mare, coltivando i frutti della terra. E’ un film straordinario, che racconta in modo molto efficace la nullità di senso e la volgarità della cultura contemporanea.
    Ti auguro ogni bene e continuerò a leggere il tuo blog, anche da lontano.

  19. cesare senti, chi ti dice così meglio eprderlo che trovarlo, dammi retta. la gente è piena di donne che fanno commenti intelligenti e che portano gioia ed entusiasmo. idem per amici e colleghi. non sprecare tempo in queste cose. noi ci associamo sempre a qualcuno che ama come siamo. almeno nell’unità di tempo. almeno in gran parte. dunque vivi sereno e goditi la vita. il tempo dedicato al rammarico è tempo che non torna, e che poteva essere usato meglio…

  20. che tristezza!!!!
    dopo che ho dato le dimissioni dalla società per cui ho lavorato negli ultimi 9 anni (ho 39 anni)ho ricevuto solo telefonate di persone “amici” colleghi clienti preoccupate per me.
    “cosa farai” “e adesso?” “perdi tutto” “è un peccato” ecc…..
    e un sacco di offerte di lavoro,collaborazione ecc…che a me fanno venire l’orticaria!!!
    a volte qualche dubbio mi viene….ma cavolo nessuno la pensa come me????
    forse sbaglio io!!
    la mia ragazza o forse ex mi ha detto che sono immaturo e invasato
    e che la vita è fatta di compromessi e il lavoro ti fa godere i momenti liberi altrimenti…..
    una TRISTEZZA infinita
    ciao Simone e grazie del tuo supporto

  21. Sei troppo forte! Mi permetto di darti del tu, vista l’analogia nella scelta di vita. Stamattina appena alzato, dopo una passeggiata al molo, ho letto le notizie e pensato più o meno lo stesso… anch’io faccio parte di coloro che hanno versato per anni, partecipando a questo gioco assurdo; anch’io ho detto “basta” a questa spirale perversa che ci risucchia le energie migliori per darci una parvenza di “tranquillità” quando ormai non possiamo più far nulla.
    Ecco, oggi ho vinto la mia timidezza e ho deciso di scriverti, di essere uno dei tanti che condivide scelte “impossibili”… penso di essere stato fra i primi a leggere il tuo libro, acquistato dopo un’attesa fatta di curiosità e diffidenza: “ecco un’altro cacchione che pensa di fornirci un bella formuletta per mollare tutto, ecco un altro con bel conto in banca che fa finta di fare il barbone e ci vuole pure gudagnare…” questo pensavo. La curiosità poi ha vinto sulla diffidenza e ora sono qui a ringraziarti di avere coinvolto, nel senso di avere avvicinato, raccolto, molte persone e averle fatte sentire meno sole nelle loro scelte o intenzioni.
    Avrei tante altre cose da dire, da mettere in comune, forse in un altro post.
    Potrei avere la tua mail? Vorrei scambiare con te alcune informazioni/propositi sul mare e la navigazione.
    Nel frattempo auguro buone feste a tutti e un buon vento per il prossimo anno.
    Gianni

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