Volentieri…

una delle spiagge di Metundo, Nord Quirimbas

una delle baie di Metundo, Nord Quirimbas

 

Colgo qua e là qualche vibrazione, ricevo alcuni messaggi… “Ecco, tu vai ai tropici e noi invece…” “Ecco, sei un privilegiato… la vita quotidiana è un’altra cosa.” Capisco che devo ancora spiegare. Bene, lo faccio. Volentieri.

Sono stato ospite alle Quirimbas (biglietto aereo e soggiorno) perché la mia possibilità di muovermi e lavorare nel charter nautico si è ben associata all’idea di un imprenditore che vuole fare lì la stessa cosa. Inoltre, sono in grado di decidere, di muovermi, andare, stare o non stare, in virtù delle mie scelte di libertà. Semplice. Nessun privilegio, ma voglia di fare cose in mare, il mio mondo, e voglia di spendermi, progettare, trovare strade, mezzi, occasioni.
“Sì ma così torni a lavorare come prima”. Neppure questo. Io in questa operazione farò lo skipper, che è quello che faccio qui, che so fare. Poi troverò skipper che facciano altri periodi. Punto. Del resto io non ho soldi per mantenermi se non lavoro un po’, cioè quanto basta, cioè poco (altrimenti restavo dov’ero), ma SOLO su mare e scrittura, le mie vite.

“Ma tu dicevi che la scelta non è per andare sull’isola deserta…” E infatti non lo è. Qui, lì, altrove, a Milano, a Spezia, alle Quirimbas… c’è qualcuno che crede che la felicità si trovi in qualche luogo? Non è abbastanza chiaro che la felicità è roba nostra, che cresce dentro, e che semmai si applica, POI, a persone, cose, luoghi, circostanze?! E che aspettiamo a metterci impegno e energia?

Inizio d’anno che conferma tutto, dunque. Più convintamente e più inossidabilmente che mai:
• Ho smesso di lavorare in azienda
• Non frequento più chi non voglio
• Non guadagno più buttando via il tempo in cose non autentiche
• Vivo di poco
• Guadagno quel che mi serve come capita (ma nell’alveo delle mie cose)
• Sono molto più libero, posso scegliere, sprecare tempo se serve
• Nessun  successo mi ha avviluppato. Timone al centro anche con mare grosso…
• La scelta tiene, è giusta, è vera, è possibile, è mia. La riconosco a ogni passo (come stamattina, con calma, a leggere il giornale al bar mentre la città ansimava)
• La mia vita non passa via, non scorre identica e invano.

Basta dire “Ma tu… e io invece…”! E’ tutto tempo perso. Energie buttate. Fare invece di dire, pensare a sé invece che criticare gli altri. Godere delle economie di scala. Godere del buono che capita a tutti. Prendere esempi, rubare con gli occhi. Sognare, lavorare, realizzare. E’ tutto più possibile di come si crede. Il tempo è l’unica cosa che non torna. Sprecatelo a ragion veduta. Chiunque abbia qualunque opinione… almeno su questo non può che convenire con me. E non è cosa da poco. Buon anno a tutti.

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36 pensieri su “Volentieri…

  1. per Miki
    Penso di farcela sempre anche ora che recupero i vecchi mobili e sistemo questa casetta…sulle colline dove finisce la strada e cominciano i boschi.
    chissa se riesco a riparare i buchi nel muro, hhii hi hi entra un freddo….
    Ce la facciamo puoi starne certa\o
    sorrisi dalle colline Cristina

  2. per cristina “ciliegio vecchio coi frutti troppo in alto” … mi fai venire in mente la bellissima immagine di silvano agosti che compiange quelli che dell’albero della vita colgono le foglie lasciando intatti i frutti… penso che ci sia un valore inestimabile nella consapevolezza e volontà di comportarsi a proprio modo, anche se questo significa andare come un salmone contro la corrente comune… forza, che ce la facciamo!!!!

  3. ciao
    ogni volta che scelgo me tutti mi guardano stranamente…. io sorrido e loro mi guardano ancora più strani, che ci posso fare…io vivo e mi piace
    leggendoti mi sembra di leggere la mia storia,mi hanno definito :
    Sbagliata….storta, come un ciliegio vecchio con i frutti troppo in alto.
    Ho rispoato può darsi..
    …ma forte di me….
    sorrisi Cri

  4. Oggi … veleggiando in una fantastica giornata di tramontana … freddo che punge la faccia e fa lacrimare gli occhi parlando con un amico delle tante riflessioni che ho elaborato recentemente sul downshifting e che hanno condizionato le mie scelte per il prossimo futuro ho pensato che è giusto voler vivere il PRESENTE, e che – guardacaso – questa parola significa anche “REGALO” … 😉

    Forse un modo un pò desueto, ma che stando a tutto quello che sto leggendo su questo blog, direi che tornerà presto di gran attualità! …

  5. Ho regalato il tuo libro ad un ingegnere che non sa volare. Era un modo per dire “ehi, scrollati di dosso la tua visione monolitica, sei schiavo dei tuoi schemi e delle tue due certezze”.
    Purtroppo ha preso il tuo capitolo sul budget come un pretesto per dire “visto, te l’ho detto, servono piccioli, altro che chimere”.
    Uff, che fatica. E il tempo passa…

  6. Un amico con il quale condivido ogni giorno quel mondo e modo di vivere che tu hai abbandonato, sapendo come la penso, mi ha fatto leggere un estratto dal tuo libro “Adesso basta”. Leggendo mi sembrava di essere io ad aver scritto quelle parole nelle quali sono contenuti i pensieri che ormai da almeno 10 anni mi frullano nella testa. Credimi è da tanto che cerco il coraggio che hai avuto tu per le stesse identiche precise ragioni e motivazioni che ti hanno spinto a fare quello che hai fatto. La mie è una convinzione consolidata devo cambiare il mio modo di vivere come hai fatto Tu, ma non riesco a fare il passo successivo.
    La verità è che dopo 23 anni di lavoro sono stato inghiottito dal “SISTEMA”. Goccia a goccia, prima ha scalfito e poi ha consumato la fiducia in me stesso, questo è il metodo per poterci sfruttare al meglio come dici anche Tu. Nonostante avessi prove nel tempo di poter affrontare e gestire emozioni, problemi, dolori, difficoltà questo mi doveva dare forza, avrei dovuto reagire a tale pressione. Invece come sempre come dici Tu siamo come degli automi in una catena di montaggio del sistema consumistico.
    Ho 44 anni quindi tuo coetaneo, amo il mare quanto te, la navigazione a vela, la scrittura, la lettura la cucina e soprattutto LA VITA. Fino ad oggi ho cercato di godere della vita al meglio, parlo di soddisfazioni vere, quelle semplici e soprattutto quelle prodotte dai sentimenti: l’amore, il rispetto per cose e per le persone. Mi sono cibato delle emozioni e della conoscenza, viaggiando in mare alla scoperta di me stesso e per terra a quella del mondo che mi circonda. Inoltre la mia fortuna è che ad accompagnarmi in questa vita è una compagna insostituibile che mi conosce bene condivide le mie idee. Vorrei non fossero più solo momenti o brevi periodi di tempo ma come Te farlo diventare uno stile di vita. Non sei il primo a cui mi ispiro per trovare la forza di cambiare, ma sei quello che sento più vicino come un fratello di cui potermi fidare.
    Caro Simone non potrò fare a meno di seguirti nel tuo percorso di vita attraverso le Tue tracce spero di trovare la VIA.

  7. <>
    Bellissima frase Riccardo.
    Sintesi perfetta dell’importanza di tutte queste storie.
    Ciao Simone, sarai il battistrada di una piccola grande rivoluzione?
    Proseguiamo su questa strada, abbiamo gli strumenti per farlo.
    Buona giornata a tutti.

  8. Pensato e rimuginato prima di scriverti, avevo già girovagato nel tuo blog tempo fa, poi ho letto il tuo libro, ti ho ascoltato alla radio… Ero anch’io fra gli scettici, non fra gli invidiosi, che pensano che, comunque, è facile parlare quando per anni hai guadagnato bene e più che qualcosa (tu dici non molto ma è questioni di punti di vista) da parte l’hai messo.
    Ho affrontato il libro con qualche remora e devo dire che per tre quarti l’ho trovato inutile (per me, che non mi sono riconosciuta nel profilo del downshifter, orrenda parola, tra l’altro).
    Se è per questo anche la parte sul risparmio, nei capitoli finali: confesso che ho ridacchiato leggendo i tuoi consigli, io che guadagno meno della metà del casistica a), 3.500 euro, e non ho la macchina, vado in lavanderia una volta l’anno, non ho mai avuto la donna delle pulizie e bevo acqua del rubinetto per scelta etica.
    Ma poi mi sono detta, aspetta, mi sta facendo riflettere e riflettiamo allora. Una casa (vabbè, col mutuo) ce l’ho. E anche il mio compagno, una cosa, anche se non si può chiamare casa, la possiede. Ho un fondo pensionistico, lui pure. Certo, non ci ricaveremo molto ma c’è. Non ho un soldo da parte, lui si. Uno straccio di liquidazione la prenderò se me ne vado.
    Insomma, i poveri, quelli veri, sono diversi.
    A parte ciò, ti chiederai allora cosa ho salvato del libro.
    Ma lo spirito Simone!
    Non mi sono riconosciuta in quelli che frequentano persone che non amano o che fanno lavori che li schiavizzano. Guadagno poco, è vero, e non lavoro altrettanto poco, ma mi considero privilegiata, lavoro con persone che mi piacciono e credo in quello che faccio.
    Quindi, non odio il mio presente ma sto già amando il mio futuro.
    Mi ha rincuorata il fatto che metti delle scadenze lunghe, 8, 10, 12 anni. Questo mi ha sollevata, io e il mio compagno ne parliamo da 5 ma fino a un anno fa l’abbiamo fatto solo attraverso skype (lui all’estero, molto lontano, io qui). Quindi non siamo messi malissimo.
    Mi è piaciuta la serenità con cui hai comunicato la tua esperienza, fossi stato uno statunitense (chiedo scusa agli amici d’oltreoceano, immagino non siate tutti così) l’avresti urlata da esaltato.
    Ho condiviso e apprezzato i tuoi pareri sulle aziende che propugnano valori condivisi ma i guadagni se li dividono da sè, il lavoratore si prende un calcio nel didietro e arrivederci e grazie.
    Mi ha fatto riflettere la domanda “quante volte non ce l’ho fatta?”. Direi veramente poche, quando le cose le ho fatte e non solo pensate, mannaggia!
    E poi alla fine, l’idea da sviluppare, quella di mettersi insieme da anziani, bè, in realtà ci si sta pensando da tempo ma non solo in previsione della vecchiaia e preferibilmente con la famiglia e qualche amico. Ora il co-housing sta diventando di moda, gente sconosciuta che compra casa insieme e crea servizi comuni. Bellissimo, fa un po’ ridere però, cent’anni fa i contadini vivevano così, tutti insieme, condividevano, in tanti paesi poveri all’estro si usa ancora. Noi riscopriamo vecchi valori e gli diamo nomi nuovi (si, ok, valori e necessità sono cose diverse).
    Di questo possiamo parlarne.
    Unico neo in questa tua scelta, scusa Simone, il SUV! Ma dai, vai a vivere in campagna, spacchi la legna, e ti compri l’auto più inquinante del pianeta.
    Anch’io l’auto (per il mio compagno, a Milano non mi serve) l’ho trovata su internet però a gas, station wagon, comodissima, risparmiosa e attenta all’ambiente (credo).
    Ecco, in realtà nel tuo cambio di vita la parola “sostenibile” non l’hai mai utilizzata e un po’ mi è dispiaciuto. Nel mio cambio di vita il ritorno alla natura, diciamo così, al cibo più sano, possibilmente coltivato, allevato e prodotto, all’energia rinnovabile, al rispetto dell’ambiente, sono ben presenti.
    Quando hai citato lo tsunami o le trombe d’aria, il tuo pensiero è stato “se aspetto troppo tra qualche anno quei paradisi non li vedo più”. Il mio è vorrei vederli ma vorrei lo facessero anche i miei nipoti e i loro figli.
    Insomma, lavorare meno o lavorare di più ma meglio, però nel rispetto del mondo che ci ospita.
    Penso che la prossima settimana passerò in libreria a Milano, alla tua presentazione.
    Ciao, buon vento.

    p.s. ho scritto troppo, chiedo scusa a tutti

  9. Vorrei dire a Irene di non considerare i figli un lusso. La vita di una famiglia puo’ essere molto costosa (e io lo so molto bene vivendo a Milano con due figli e avendo smesso di lavorare un mese fa) ma ti assicuro che i bambini hanno bisogno di molto meno in termini di beni materiali di quello che i messaggi pubblicitari ci inducono a credere. E la riduzione del budget familiare e del tenore di vita puo’ essere una bella occasione di crescita per una famiglia, una sfida a offrire ai figli molto di piu’ della tranquillita’ economica e della comodita’, che e’ quel POCO che, dedicando al lavoro tutta la giornata, si riesce a fare. Puo’ essere una bella occasione per cercare , anche in famiglia e anche senza grossi stravolgimenti e cambiamenti radicali, uno stile di vita piu’ originale, avventuroso, saporito, aperto e felice. un saluto, Adele

  10. Ben detto, Simone! E, prima ancora, ben fatto!
    5 anni fa ho fatto una scelta simile alla tua: professionista affermato nell’ambito della consulenza finanziaria ho mollato “tutto” per dedicarmi a quello che più amo: la vita in mezzo alla natura e… l’essere me stesso.
    Oggi sono una Guida Escursionistica e mi occupo di Educazione Ambientale, miei sogni sin da bambino. Accompagno gruppi di adulti e di ragazzi alla scoperta delle meraviglie dell’ambiente naturale.
    In termini di ore lavoro molto più di prima ma non mi pesa! Mi piace!
    La questione non è lavorare di meno: la questione è lavorare di meno verso l’obiettivo unico denaro e lavorare (di più) per la creazione di valore. Per se e, quindi, per gli altri. Se manifesto me stesso il mondo ne beneficierà di più che se mi dedico a fare qualcosa che non amo. E la vita mi verrà incontro mettendomi di fronte a cose straordinarie, che nemmeno sono in grado di immaginare ora.
    Giravo con il BMW, non mi facevo mancare nulla: viaggi, spese, vestiario; oggi faccio fatica ad arrivare alla fine del mese (ogni mese), ho ridotto al minimo i consumi ma sento che sto realizzando ogni giorno me stesso.
    Nel senso più comunemente usato, ho poco “tempo libero”. Ma non ne sento la mancanza perchè non ravviso in questa vita una effettiva distinzione tra il momento dedicato al lavoro e quello dedicato al “tempo libero”. Vivo libero all’interno del mio tempo. Quindi sono in grado, volendo, di ricavarmelo, di sprecarlo il tempo addirittura.
    E non è che mi manchino le tante “preoccupazioni economiche” (affitto, ecc…). Anzi.
    Certo, ci vogliono coraggio e fiducia, soprattutto all’inizio. E’ tutto lì il discorso. Ma ognuno, come hai espresso più volte anche tu, è potenzialmente in grado di farlo, come poi tanti commenti ai tuoi post dimostrano. In tanti lo stanno facendo.
    Grazie quindi a te innanzitutto per averlo fatto e, poi, …per averlo scritto!

    Un caro saluto,
    Riccardo

  11. Leggo e piango,piango e leggo.Di commozione, di emozione…
    Vorrei abbracciarvi tutti e vorrei riuscissimo a darci quel coraggio che ancora ci manca (ancora per poco?).La mia paura è solo quella di morire davvero di fame sotto ad un ponte.per il resto ho vissuto in certi periodi davvero di niente e ho imparato che finchè c’è la salute c’è la speranza, finchè c’è la speranza c’è tutto .
    p.s….e vi assicuro che quelli non sono stati per niente i periodi più brutti della mia vita!!!

  12. caro Marco, visto che appartengo alla categoria dei citati tentacinquenni preoccupati, rispondo alla tua domanda: per me e molto altri le paure non riguardano ne’ la paura di morire di freddo ne’ la paura di non potersi piu’ permettere un suv, ma solo la paura di non potersi mai permettere un figlio, ormai un lusso, o addirittura una famiglia

    • ogni cosa è un lusso irene. almeno fino a che non si combatte per averla. non ci sono cose più importanti e cose meno importanti. non fare l’errore, se posso permettermi, di pensare che fare un figlio sia più dignitoso o più importante di provare a essere individui liberi. nessuno ha obiettivi migliori o peggiori. e nessuno ha handicap insormontabili o fortune smisurate per tentare. la battaglia è eterna, valida per tutti, individuale, senza sconti. io rispetto chiunque voglia fare un figlio o voglia fare un maglione, o voglia aprire un bar o rivedere sua madre. Per ognuno c’è molto da lavorare. Ma nessuno è impossibilitato a fare quello che sogna. Direi che non sognamo quasi mai qualcosa che non è per noi. Forza e coraggio.

  13. Che dire, non ho aspettato Roma e sono venuta ieri sera a Milano.
    Grazie per lo sforzo di essere presente a questi appuntamenti che servono a far vedere che sei quello che scrivi.

    • grazie licia! grande complimento il tuo, che accetto molto. E grazie a tutti per i vostri bei messaggi. sono veri come il mio libro, e questo è molto importante. ciao!

  14. Mille e mille parole a dire e a spiegare ciò che si dice e ciò che si fa.
    “L’erba del vicino che è sempre più verde di quella del nostro prato”, finisce per essere un proverbio sempre in vetta alle classifiche.
    Basta!!!!!!!!!!
    Ma mi pareva che se ne fosse già parlato commentando i perchè, i se e i ma del tuo libro.
    Provarei piuttosto a chiederti, COME STAI?
    RACCONTAMI QUALCOSA DEL POSTO IN CUI SEI E DELLA GENTE CHE STAI INCONTRANDO. MANDAMI UN CARTOLINA. RACCOGLIMI UNA CONCHIGLIA. SCRIVIMI UNA RICETTA DEL LUOGO.
    Forse queste sono frasi “antiche” , fuoriluogo, troppo scontate. Mi sa che non si addicono al gossip e al pettegolezzo.
    Va a capire come gira la vita.
    Comunque io ti dico buona vita e grazie per l’imput che mi hai dato con il tuo libro e i racconti della tua vita. Lo sai che ho ripreso a lavorare a maglia (confezionando ben due sciarpe e iniziando “l’opera prima” cioè una coperta)??? E nel contempo ho riprovato a fare la pasta “fatta in casa” ed in più ho scritto la mia prima recensione per un libro edito da una famosa casa editrice.
    Commento diffuso è stato “beata te che hai il tempo di lavorare a maglia e di impiegare 30 minuti per fare la pasta……..”
    Baci
    PAOLA

  15. Ciao Simone,ho comprato è divorato
    il tuo libro e condivido tutti i pensieri
    espressi nel testo.
    Un grande in bocca al lupo affinchè il tuo progetto duri nel tempo ti seguo nel blog
    Filippo

  16. che bello leggervi tutti e scoprire che siamo in tanti a non poterne più del PIL…da sempre mi interesso di attualità e di politica (tra me e me) e riflettevo sul fatto che questo blog è un messaggio importante e potente per una sinistra (non quella riformista, quella “rivoluzionaria”) che deve reinventarsi e ritrovare un senso e una direzione. il comunismo è morto, il capitalismo è attaccato al respiratore artificiale e la “terza via”? non è che potrebbe essere questa? riappropriarci della vita e delle cose vere? dare valore al tempo (che bel pay off), rimettere le persone al centro (la strategia) e il guadagno?…un mondo migliore?!?! gandhi ha detto (ed io ho fatto mio questo pnsiero): VIVI OGNI GIORNO COME FOSSE L’ULTIMO, IMPARA OGNI GIORNO COME SE DOVESSI VIVERE PER SEMPRE!
    un caro saluto a tutti e w le quirimbas!
    silvia

  17. quello che hai fatto lo sto programmando anch’io da qualche anno. Ancora il tempo di accumulare qualche risorsa e poi… libertà. Un progetto nuovo e indipendente con il tempo che scivola via al battito unico del mio respiro. Non conosco la noia. E questo è già un vantaggio. Conosco la solitudine e non l’ho mai temuta. Il lavoro su me stessa è ininterrotto da sempre. Il percorso professionale eseguito con perizia. Ho letto il tuo libro anticipandone ogni concetto con la mente perchè sono le stesse mie riflessioni. Ti farò sapere.
    Laura

  18. 28 gennaio a Roma?
    Qui i segni cominciano ad essere troppi!
    Sono di un paese vicino a Milano e ti sono passata alle spalle a Bologna, volevo entrare ma un mio collega ha detto “il solito che racconta di aver cambiato vita!” ed abbiamo tirato diritto.
    Di ritorno a casa il marito, che da medico nel 2000 ha deciso di fare il falegname a 41 anni…, mi ha parlato del tuo libro, comprato letto e……regalate diverse copie.
    Adesso sarò a Roma il 28 gennaio!
    Si dà il caso che anch’io da fine settembre
    ho deciso di cambiare rotta e di prendere in mano IO il timone, virata brusca ed improvvisa, ma ognuno ha il suo stile.
    Il marito ride sotto i baffi!
    Tutti intorno, pazienti ed amici, preoccupati per la mia salute fisica e mentale, mi si avvicinano con circospezione.
    Chissà, forse ci vediamo a Roma.

    • ottimo licia. si vede che è destino. non aspettarti che tutti capiscano. se lo facessero sarebbe sospetto. la lotta continua…

  19. Se puoi sognarlo, puoi farlo, diceva Walt Disney …

    e credo tu sia la prova vivente di questo; saperti alle Quirimbas è fonte di gioia, perchè non è altro che uno degli “indizi” che crea la prova di cui sopra!

    Buon Vento _/)

  20. Ciao Simone ben rientrato!!!

    non capisco come non possa essere chiaro che non sei/siamo alla ricerca della vita da oziatori e fancazzisti!!!!
    il tuo messagggio è molto chiaro:

    utilizzare la propria vita facendo il più possibile ciò che ci piace!!!
    a me piace allenare basket e avere tempo per navigare pescare immergermi ecc….
    e questo sto cercando di fare e fin che ci riesco lo faccio perchè vivo una volta sola e per quanta fatica possa fare mi sembra di “giocare”.
    e poi se si guadagna bene che male ce???
    a me sembrano regalati i soldi che prendo!!!!

    forse chi non capisce il tuo messaggio non ha passioni,sogni……
    hai presente the truman show con jim carrey?

    notte e a presto
    cesare

  21. E’ la solita invidia che attanaglia questa Italia. L’invidia di cui parla anche Saviano. Qualsiasi cosa o scelta uno faccia diversa dal “così fan tutti” ci si deve vedere un doppio gioco per farsi i fatti propri. Il povero deve lavorare di più; il ricco pure, per spendere di più. Ci hanno ficcato in testa il PIL:crescita = più consumo. In questa Italia, già chi vuole lavorare meno per consumare meno e aver più libertà è visto male; figurati te che eri manager e quindi un privilegiato. Parlando del tuo libro e tua scelta con amici, esce la solita conclusione di destra (anche se lo dice uno di sinistra):è un radical chic che si è messo da parte un pacco di soldi e ora se la gode in barca a vela. Volere ma non potere: l’invidia. Eccola.

  22. ciao simone, anche io ho letto il tuo libro e sono rimasta davvero affascinata, e soprattutto è arrivato in un momento di totale transizione della mia vita. vorrei incontrarti alla presentazione del libro il 28 a roma, e magari farti qualche domanda dal vivo. ma una questione che vorrei porti subito e che non riesco a immaginare è molto venale: quando tu dici che fai tanti lavoretti, stando comunque in italia, mi spieghi come fai con la burocrazie e le tasse?!?!? cioè uno può pure lavorare in nero, avere un fondo pensionistico, e nessuno se lo fila, basta non spostare ingenti capitali! ma visto che comunque sei in qualche modo un personaggio pubblico, e quindi sei più esposto di uno qualsiasi che manda tutti a quel paese e magari cambia pure nome! come sei organizzato?
    capisco che è una domanda molto personale, ma visto che hai lanciato il sasso (un macigno se ti prendiamo sul serio…cosa che sto valutando) mettici pure la mano e aiutaci a capire, come si fa a vivere quasi di baratto in un paese cavilloso come l’italia! grazie!

    • basta consumare poco. il che vuol dire che basta guadagnare poco, dunque pagare pochissime tasse. inizia tutto dal consumo contenuto. si può fare! Io vivo con 6-700 euro al mese. Non mi serve granché per vivere. quello che mi interessa non ha costi.

  23. Nulla capita per caso e ieri sera…in un momento in cui stavo cercando delle ragioni per affrontare un rientro lavorativo difficile e faticoso…ti ho ascoltato per radio…dalla tua voce ho colto la serenità che ricerco da tempo e la felicità di chi ha capito…:-) per ora un Grazie di cuore….vado a leggere il tuo libro e…a presto su questo blog!!

  24. Buon anno ! che arrivi dall’isola deserta o no, io qui trovo il migliore degli auguri: spezzare le catene e aprire le ali perche’ prendano il vento. Sognare, pensare, fare, progettare, osare, rovesciare
    Dunque grazie, un caro saluto e auguri anche da me
    Adele

  25. Buon giorno Simone,
    Ho letto ” ADESSO BASTA !” e mi è piaciuto molto.
    Mi è piaciuta l’ analisi sullo stile di vita dei paesi ricchi (di soldi),
    il tuo spirito ottimista, creativo e un pò temerario.
    L’ argomento della vecchiaia è trattato in modo triste, ma vedrai che troverai il modo di vivere anche quella in modo positivo.
    La vita e le esperienze che fai, la persona che stai diventando ti aiuteranno molto.
    La vecchiaia l’ affronteresti molto peggio se non avessi fatto questa scelta.
    Complimenti sinceri per il tuo spirito di adattamento, non si vedono molti manager disposti a vivere una vita spartana e fare lavori manuali, si vede che hai lavorato molto di dentro.
    Ho progettato di ridurre e variare il mio lavoro, non è facile ma stò raccogliendo informazioni e il tuo libro mi è stato di aiuto, GRAZIE !!
    Non mollare Simone !!
    Scusa la domanda poco filosofica: come fai con le tue diverse attività, hai un’ impresa particolare?
    Non sono pratico di queste cose ma le dovrò imparare.

    Ti ringrazio e ti saluto,
    Alberto

  26. Mentre cerco di resistere (perché mollare tutto è soprattutto pianificazione), continuo a inciampare nel tuo “Adesso Basta”. In radio è un continuo citarti (non ho la tv) e ieri sera mi sei piombato fuori da Radio24 😉
    Chi dice “ma tu…” e tutto quello che riferisci nel tuo post, non deve aver capito molto della tua scelta e di ciò che hai scritto nel libro e non solo. Non sono belle cose da leggere per un “comunicatore” o ex-comunicatore, me ne rendo conto.
    Però, per consolarti, ti dirò che a me il messaggio che hai lanciato sembra chiaro. Tu hai solo voluto riprenderti il tuo tempo e le tue passioni, non ritirarti a grattarti la pancia alla faccia di chi si fa il cu…ore in ufficio.
    Per usare una metafora: sei saltato fuori dall’acquario per tuffarti nel mare aperto, senza vincoli e confini, mica hai deciso di non nuotare più?
    Personalmente (ma credo di averlo già detto) se mollo questo lavoro, è per fare altro, non per smettere di fare del tutto. E’ per dare una chance alle cose che mi piace fare e che forse so anche fare.
    Liberi da… e liberi di… (fare, fare e fare):-)))

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