Basta!

Un padre divorziato costretto dal giudice a pagare gli alimenti alla figlia 32enne. Lo racconta il Corriere di oggi. Ecco che mi incazzo di brutto di prima mattina. Mi viene voglia di prendere la macchina, andare a Trento, suonare alla porta di questa deficiente, anzi no, alla porta del giudice di Bergamo che la protegge, e di arringarlo per un paio d’ore, ma forte però, senza lasciargli neanche il tempo di replicare, dicendogli tutto il mio disprezzo per lui, per la sua legge, per la gente che si fa assistere, che ruba, che non ha rispetto per se stessa e per gli altri, che ignora ogni minimo senso di responsabilità. Poi, naturalmente, me ne frego, penso ad altro, per non dare a questa notizia la possibilità neppure di irritarmi, che di danni ne ha già fatti troppi.

Comunico ufficialmente a tutti coloro che si fanno mantenere, a tutti coloro che si fanno assistere, a tutti quelli che per una ragione o per l’altra non si alzano la mattina liberi, autonomi, fieri della loro storia, consapevoli della responsabilità che li riguarda, e che cercano subito qualcuno a cui appoggiarsi, a cui rubare tempo, ascolto, denari, opportunità… che li disprezzo. Considero loro la peggiore dimensione umana possibile. Meglio un ladro vero, che almeno infrange qualche legge e rischia in prima persona. Meglio un baro, che deve almeno studiare tecniche truffaldine. Meglio un criminale, o un pazzo che ha almeno l’attenuante dell’infermità mentale. Meglio chiunque di questa disperata razza di usurpatori, che invoca sempre qualche tutela, qualche appoggio, qualche sconto per evitare di farsi il culo in proprio e vivere con dignità.

Siamo asfissiati da questa cultura assistenziale. Sapete che ci sono centinaia di padri in carcere perché non possono pagare gli alimenti a qualche donna paracula, a qualche famiglia di parassiti? Non parlo di chi è giusto che paghi (cioé fino alla maggiore età dei figli, ad esempio), parlo delle migliaia di altri per cui non è giusto, perché il matrimonio è finito, la moglie è in grado di lavorare, i figli sono in grado di andare per la loro strada, e che invece per la nostra legge devono farlo, non si sa bene secondo quale giustizia. Neppure cito (perché mi voglio bene) le donne che prendono soldi da ex mariti in assenza di figli…

E’ qui che inizia tutto. Quando si postula che qualcuno possa vivere al netto della propria storia, della propria responsabilità, invocando qualche provvidenza che sopporti una parte degli sforzi necessari per vivere. Gliela darei io a questa bambocciona… A lei, al giudice irresponsabile che la scorta, a tutti quelli che rubano senza ritegno gli sforzi e la vita di altri. Vergogna.

Share Button

26 pensieri su “Basta!

  1. Ciao Simone, ti ricordi di me ?
    Sono Andrea, l’avvocato di provincia, anticonsumista-piuttosto-estremista al quale hai dato preziosi consigli.
    In attesa che i miei amici, ai quali ho regalato Adesso basta siano disponibili a parlarne (dopodiché racconterò cosa ne sia emerso), colgo l’occasione per intervenire sull’argomento del giorno: condivido non solo moralmente ma anche professionalmente lo sdegno di Simone e di altri che hanno mostrato la sua stessa opinione. Ebbene la sentenza del Tribunale di Bergamo fa orrore.
    Ripeto: non soltanto orrore sul piano morale ma anche e soprattutto su quello tecnico-giuridico.
    E mi spiego: nella Costituzione e nel codice civile il legislatore ha particolarmente insistito – e del tutto a ragione – sull’obbligo che i genitori hanno nei confronti dei figli di 1) mantenere i figli 2) istruirli 3) educarli 4) e fare quanto sopra tenendo sempre conto delle capacità, dell’inclinazione naturale e delle aspirazioni dei figli ( articolo 147 codice civile).
    Senonché dovrebbero discendere dall’interpretazione dell’articolo 147 alcune ovvie considerazioni che vado a sintetizzare:
    A) non esiste il diritto ad essere figli da mantenere istruire ed educare IN ETERNO
    B) del resto se così fosse bisognerebbe che il figlio fosse disponibile a subire TUTTO l’impianto descritto all’articolo 147 e quindi sarebbe necessario che il figlio – oltre a farsi mantenere fino a 32 anni – accettasse di essere “educato” ed “istruito” sempre fino a 32 anni; in tal modo bisognerebbe che il giudice, ad esempio, autorizzasse il genitore del figlio 32enne a chiuderlo in cameretta senza TV e senza poter uscire con gli amici, ad esempio come punizione per aver fatto schifo all’esame universitario: non sarebbe forse un buon metodo per educare il figlio vagabondo ???
    Tuttavia di siffatta sentenza non si trova traccia in tutta la storia del nostro ordinamento giuridico. Evidentemente quindi i conti non tornano.
    C) per quanto poi l’articolo 147 c.c. imponga l’obbligo ai genitori di tenere conto delle “aspirazioni dei figli”, tale obbligo non può non tener conto dell’enorme differenza esistente tra la nozione di “ambizione” e quella di “velleità”.
    Mentre l’ambizione infatti è tipica di colui che si dà mezzi adeguati per raggiungere determinate mete, il velleitario è colui che si dà mete elevate dotandosi tuttavia di mezzi totalmente inadeguati al raggiungimento di tali mete.
    Orbene dove sta scritto che il genitore sia obbligato a “tenersi sul groppone” ad oltranza un figlio che risulta palesemente velleitario ? Il senso dell’articolo 147 del codice è ben altro che quello di premiare i velleitari e “schiavizzare” i poveri malcapitati genitori dei velleitari.
    Il senso della norma è quello di obbligare tutti i genitori ( anche i meno abbienti ) a dare almeno un’opportunità ai propri figli per dimostrare il loro valore.
    Ma se a 32 anni – nonostante la riforma Moratti abbia praticamente svilito di qualsiasi valore il diploma di laurea perchè ormai i professori hanno interesse a promuovere tutti per “papparsi” maggiori fo dal Ministero – questo “bambino” non ha ancora terminato gli studi, come fa il Tribunale di Bergamo a non concludere nel modo più ovvio e dire piùo meno così: “caro bambino di 32 anni, i tuoi genitori ti dovevano dare per legge almeno un’opportunità per dimostrare di essere un tipo in gamba; i tuoi genitori ti hanno pagato gli studi elementari, quelli medi inferiori e quelli medi superiori; poi ti hanno pagato tutti gli studi universitari e poi ti hanno pagato un pò di “fisiologico” fuori corso (anche se tanti fuori corso non ci sono andati e non credo che siano tutti dei casi “patologici” o che provengano da Marte), dopodiché ….. ARRANGIATI ! Evidentemente lo studio non fa per te ! Trovati un lavoro. Pagati gli studi del tuo – ormai osceno – fuori corso con il sudore della TUA fronte e lascia in pace quei poveri disgraziati dei tuoi genitori !”
    Questo doveva dire – senza violare nessuna norma – il Giudice del Tribunale di Bergamo ed invece ….. Eccoci qua a commentare il perpetuarsi del diritto a cazzeggiare eternamente ed a non assumersi le responsabilità …
    Un caro Saluto

  2. Ogni situazione va vista singolarmente.
    La cosa fondamentale è di non scambiare il proprio ex marito per una slot machine a gettito continuo o uno di quei gratta e vinci che ti danno una rendita vitalizia!!!
    Va bene una vincita extra (se uno è baciato dalla dea bendata una volta nella vita) ma non ci scordiamo la nostra dignità di persone.
    Credo che sia meglio mangiar pane e cipolla ma che ciò sia guadagnato con il proprio lavoro e poi ……la cipolla fa anche bene alle vie urinarie e toglie l’aria dall’intestino…..”rinfresca …diceva mia nonna”.
    Altro argomento sono i figli ai quali, così come insieme si sono “fatti” insieme si dovrebbero accudire e mantenere……ovviamente non a vita!!!!!
    Detto tutto ciò vado a siglare un accordo pre-matrimoniale che mi garantisca una vita da nababbo!!!!!!!!!!!!!!!!!
    Scherzo naturalmente……..
    Baci
    Paola

  3. ciao Simone, stasera ti ho ascoltato a Parma (sono l’unica che è intervenuta). l’ho trovato un incontro interessante e considero che davvero il tuo pensiero rappresenti tanti “giovani” quarantenni, che bamboccioni non sono stati.
    Dico la mia su questo post: in linea di principio sono d’accordissimo con quanto tu ed altri sostenete. in pratica invece attenzione a questa lettura così evoluta della società e soprattutto della condizione femminile.

    ma il discorso sarebbe lungo e sono certa che verrei additata come la solita femminista rompicoglioni…

    • ciao silvia. grazie del tuo intervento ieri sera (una nebbia per andare a Milano!). Capisco cosa intendi. E’ vero, le cose sono ancora talvolta come erano anni fa. Però è anche tutto molto cambiato se ci pensi. Tante donne, tante donne, almeno nel centro nord, sono svincolate da tanti legacci, non vivono per fare le serve, hanno lavoro, hanno studiato, sono consapevoli della loro vita. Che cavolo, gli anni 70 non sono trascorsi invano! Io conosco tantissime donne, ma tante tante, che si sono seprarate e vivono con dignità di quello che sono, di ciò che sanno fare, senza volere assistenza da nessuno, che le ami ancora o che le odi, e il fatto che una legge assurda e medioevale consentirebbe loro di chiedere e chiedere e chiedere non cambia il fatto che loro, tante donne, sono dignitose, hanno qualità umana, sono sobrie, e soprattutto non sfruttano una legge sbagliata facendo qualcosa per la quale si vergognerebbero. Ecco il punto. Io non parlo dei soldi che è doveroso che un genitore dia ai figli. Parlo di coppie senza figli, in cui però l’uomo è costretto a dare soldi a palate a una donna che preferisce averli così che guadagnarseli. Tutto qui. E questo vale per migliaia di casi. E’ questo l’assurdo. Non il resto. Se poi uomini stronzi non fanno il loro dovere verso i figli che il giudice li incarceri, fa bene. Ma gli altri? Che male hanno fatto? E anche se fossero stati loro scorretti, se avessero fatto soffrire, non è forse sempre una responsabilità individuale una relazione? Perché devono essere vessati così? Non è giusto. Tutto qui.

  4. Quanto sarebbe bello se nessun uomo dovesse pagare nulla all’altro! Ad un figlio di 32 anni che sta a casa o ad una moglie che non ama più…Nulla da pagare, come sarebbe bello se non fosse stabilito per legge che si debba risarcire l’altrui presunta sfortuna o posizione di svantaggio. Se iniziassimo a parlare di aiuto e non di sostegno economico, lo so sto farneticando, ma per alcuni mariti credo sia meglio scaricare una moglie stupida dandole ventimila euro l’anno piuttosto che iniziare a ragionare con lei su come andare avanti separati. Stupida perché secondo me lo è se arriva a dipendere in tutto e per tutto dall’uomo con cui si è sposata. Beh, sul ragazzo o ragazza che con 30 anni sulle spalle osa solo chiedere ad un giudice di proninciarsi sulla cosa, ho idee confuse: cioè forse un genitore che ha cresciuto un figlio del genere si merita di mantenerlo fino a 60 anni.

  5. Hai ragione Fabio80…anch’io sono stanca di marito e figlio, di essere a loro disposizione come fosse tutto dovuto, di aver dovuto rinunciare al mio lavoro perchè il figlio con problemi psichici è sopratutto sulle mie spalle, di suo padre che ti scarica addosso i suoi problemi ma per me, proprio non ha tempo…hai proprio ragione, nessuno mi potrà condannare quando un giorno farò le valige e andrò via, da sola, contando solo sulle mie forze ma finalmente LIBERA!

  6. Ciao Simone, scusa se ti do del tu non conoscendoti ma sai, ho appena terminato di leggere il tuo libro (letto in pochi giorni, potevi scriverlo un po più lungo però!!…scherzo) e volevo abusare del tuo spazio per farti i miei complimenti! Non scherzo ma sei riuscito a mettere su libro quello che da tanti anni mi frulla per la testa, anche tanti aneddoti come la calcolatrice in taxi, il fare e rifare conti mentali un po appartengono al mio modus vivendi dei miei ultimi 10 anni….per questo darti del tu non mi sembra fuori luogo.
    Io il “grande salto” lo farò tra qualche mese….obbiettivo: SARDEGNA!!!!
    Comunque a parte tutto complimenti ancora per il libro e per le idee che di questi tempi sono merce rara!
    a presto!!
    Fabio

  7. Il problema è che la legge in Italia è così. Sarà che io di anni ne ho 28 ma lavoro come un mulo in posizione di responsabilità da quando ne ho 21, come molte altre persone che conosco. Avrei tanta voglia di fare downshifiting (sì, già!), ma il pensiero di poter dipendere da qualcuno mi fa rabbrividire.
    Bisogna essere veramente delle persone da poco per farsi mantenere a 32 anni e soprattutto portare tuo padre in tribunale. Assurdo.

  8. Sì Simone, assolutamente, la cosa è assolutamente uguale per entrambi i sessi. E specifico meglio : la richiesta di un risarcimento monetario avanzata a causa del proprio ego ferito è un atto profondamente scorretto. Non è giusto neanche servirsi della legge per infliggere danni al partner che ha deluso le nostre aspettative. Per tutto il resto (figli piccoli, reali necessità economiche, sofferenza procurata con atti volontari e mirati) è invece sacrosanto. Inoltre, spesso è difficile capire dove devono terminare le nostre responsabilità nei confronti del partner che abbiamo lasciato e dove inizia la libertà di intraprendere una nuova vita.

  9. sono daccordo con fabio..se una storia finisce è giusto essere liberi e non avere obblighi nei confronti del coniuge.Però…ricordo a tutti che tali obblighi sono previsti dalla legge nei confronti del coniuge più debole che non è necessariamente la donna..la realtà purtroppo è che le donne sono spesso economicamente più deboli perchè spendono molte delle proprie energie a lavare i calzini dei mariti i quali invece si dedicano alla propria realizz.professionale…

    • marina, aggiorniamo i file. la scena che descrivi è di qualche decennio fa. oggi le cose sono cambiate, si va in lavanderia. Solo la legge è la stessa. ciao!

  10. Il tuo sfogo scaturisce dalla tua esperienza di mantenimento della tua ex. Sarai accusato di misoginia maschilismo. Accuse femministe cattocomuniste. Tutta la giurisprudenza è dalla parte della donna-mamma-moglie perchè è il soggetto debole della società. Il presupposto ideologico sta nel femminismo: la moglie deve continuare ad avere lo stesso tenore prima del divorzio; se poi ci sono i figli è finita: riducono il marito a barbone. Ne scaturisce la corsa delle donne a sposarsi i ricconi. Come nel passato. L’unico antidoto è non sposarsi, convivere more uxorio, non fare bambini.non è un caso che in italia non si sposa più nessuno: mica l’uomo può farsi distruggere dalla sua ex.w la convivenza.

    Sui bamboccioni hai torto: in Italia nessuno è bamboccione per costituzione naturale o per sua libera volontà. Si è bamboccioni per necessità: come fai a vivere fuori casa se non trovi lavoro? o trovi un lavoro che non ci paghi l’affitto? e poi la famiglia italiana contronatura tiene nel nido i figli, per sempre. Non è un caso che i precari non si ribellano mai e han tutti il telefonino ultima generazione e la macchina: la famiglia gli passa i soldi, quindi nessuno si ribella. La famiglia sostituisce il welfarestate e sopisce le ribellioni giovanili. meglio di così che vuoi?

  11. “Ho 52 anni e da 25 sostengo questa battaglia con lui….”

    ‘battaglia’ ?
    ma e’ un rapporto d’amore o una guerra ?

    “meno male che ho sempre tenuto duro.ma che fatica!”

    Quando il nostro partner ci chiede delle cose, ci sta comunicando qualcosa, ci sta dicendo che vuole comunicare con noi.
    Piu’ ci incaponiamo con le nostre ragioni e piu’ tiriamo su un muro che un domani potrebbe portare alla separazione.
    Il partner ci parla, e noi dobbiamo prima di tutto ascoltare anche le sue di ragioni, prima di esporre le nostre.
    Quindi bisogna per forza assecondare il partner ?
    Non necessariamente.
    Esiste anche un modo per fare quello che ci piace e allo stesso tempo andare incontro alle esigenze dell’altro.
    Gia, ma questo richiede tempo, energie, pensare, far lavorare il cervello, il cuore, AMARE !
    Se vi danno cosi’ fastidio le richieste del vostro partner, al punto che le classificate come delle ‘battaglie’e come delle ‘fatiche’, cosa vi siete sposati a fare ?
    Sarebbe molto piu’ onesto stare da soli/e.

  12. Condivido tutto, anche il moto di rabbia che si prova a leggere queste notizie. Però aggiungerei anche la voglia di dare due schiaffoni ai genitori. La ragazza è un’inetta, il giudice, da quanto mi risulta, applica la legge (che, se è così, è sbagliata!) ma i genitori avevano il dovere di far crescere la figlia con dei valori e dei principi che non dovrebbero portare, a 32 anni soprattutto, a comportarsi così.

  13. “Gli uomini a volte ci vorrebbero quasi come elettrodomestici per poi non darci nemmeno gli alimenti quando trovano quella più giovane e carina.”

    Marina, vedi che se un uomo si stanca della propria moglie e scappa con una più giovane e carina può farlo e nessuna legge dovrebbe obbligarlo a “risarcire” la donna che lascia.

  14. Segnalo pagina 1 del Corriere Milano di oggi.
    “Più di 50 mila nuovi poveri: i padri separati. Nei dormitori pubblici e nelle mense dei volontari uno su 5 è un marito che deve mantenere l’ex moglie e figli”.

  15. sono 25 anni che ‘combatto’con mio marito che non vorrebbe farmi lavorare…meno male che ho sempre tenuto duro.ma che fatica! ci sono anche uomini che vorrebbero un elettrodomestico più che una moglie.

  16. sono un’insegnante di liceo.Adoro il mio lavoro,i ragazzi ecc…ebbene mio marito lamenta la mia poca presenza in casa,non vorrebbe che lavorassi per dedicarmi a lui e ai figli. Ho 52 anni e da 25 sostengo questa battaglia con lui….
    Gli uomini a volte ci vorrebbero quasi come elettrodomestici per poi non darci nemmeno gli alimenti quando trovano quella più giovane e carina.
    e’ una realtà anche questa,non meno triste della 32enne che si fa mantenere…

  17. Bè se è per questo ci sono anche tante donne con figli piantate dal marito fuggito con al ventenne di turno, che si trovano in difficoltà perchè lui non passa loro una lira. Però non è per questo che scrivo.
    Sto leggendo “Adesso basta”. L’ho comprato dopo averti ascoltato per caso ad Orvieto. me lo sono regalato per Natale, insieme all'”Eleganza del riccio”. Le cose che scrivi le penso e le sento anch’io da un po’. Ma ho ancora molta strada da fare. Sono anch’io una di quelli che si ammazza di lavoro, con lo stomaco chiuso tutto il giorno. Però vorrei cambiare, però non ce la faccio. Credo, per adesso almeno. Mi piace quello che scrivi sulla capacità di stare soli. Quella almeno l’ho acquisita. Non è stato facile, è stato un percorso. Ora me ne rendo conto. Questo weekend ad esempio, ho deciso di non vedere nessuno. Si penserà ma che razza di sfigata è mai questa. Neanche la classica pizza con gli amcici o il fidanzato il sabato sera. Invece è una scelta, ogni tanto mi va di fare così. Lo chiamo “il momento dell’orsaggine”. Metto a posto la casa, faccio la spesa, stiro…sì mi piace stirare. Lo so che è strano, ma mi rilassa. Mi ha salvato pure in tante situazioni…si svuota la mente e ci si concentra su una piega. Vuoi mettere che beatitudine? Insomma un passo l’ho fatto e sono anche orgogliosa di questo. So stare da sola e ci sto anche bene. Ma non lo racconto a nessuno, ho paura che gli altri non capiscano.

    • monica, credo che qui ti capiscano tutti. io ho scritto un post su come lavare i piatti a mano fosse un’opportunità di meditazione, figuriamoci! Mi pare che anche definirlo il momento dell’orsaggine sia dargli una connotazione negativa. Non è orsaggine, è equilibrio. Ciao!

  18. Ciao, sono d’accordo con te e credo che tutto cio’ derivi anche dalla mancanza di apertura della societa’ italiana (vogliamo dire chiusura?). Si, perche’ bisognerebbe spiegare a questi giudici che nel nordeuropa (ma suppongo anche in Africa, per altri motivi) a 18 il figlio va… fuori! non esiste che rimanga in casa a scroccare. un po’ estremo ma efficace per svegliarCi, parlo di tutti ebbene si’, ci siamo cresciuti in questa societa’ e anche noi ci caschiamo, speriamo solo in bene per il risveglio presente

  19. Non è mai così semplice, ci sono uomini che pur di non pagare gli alimenti per i figli piccoli cercano tutte le strade per toglierli alle madri, iniziando battaglie inutili, lunghe e dannose….

    • si katia, ma io non sto parlando di quei padri. Parlo dei tanti ex coniugi maschi senza figli, o di quelli come nella notizia riportata, che devono pagare la vita a una figlia 32enne fancazzista e irresponsabile. Non parlo del giusto, parlo della deriva dell’errore, prodotta da una falsa cultura assistenziale e ipocrita.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.