Giusto così…

Lunedì. Alba.

4 giorni di corso di vela. Mi fa male la laringe per quanto ho parlato, spiegato, ripetuto. Per imparare occorre sentire e risentire, quasi una cantilena. La vela è così, inizia con un fiume di parole per poi portarti a godere del silenzio.
Grandi giornate: mare una lastra di piombo e d’azzurro, vento amico, a tratti teso, poi brezza. A bordo gente divertente, intelligente, piena di cose. Mi pare che fossero contenti.

Stamani a casa. Il sole dell’alba è definitivo: l’inverno è finito. Il bosco sta riassumento la sua forma. Ogni cosa sfolgora di energia. Io ho davanti una giornata intera di nessun impegno, solo calme cose, pensieri, piccoli lavori piacevoli. Scriverò un po’. Poi un po’ di appunti per il grande viaggio estivo. Sul tardi una scultura da finire. So già che pranzerò al sole, e dopo dormirò un po’ sulla sdraio. Nel pomeriggio leggerò, ancora Sciascia.

Penso che è lunedì. Penso a come sarebbe stata la mia vita se fossi rimasto fermo, se non avessi avuto il coraggio di cambiare. Penso che svegliarmi senza automobili, senza frenesia, senza parcheggi, senza riunioni, senza incombenze necessarie ed inutili, è la mia vita vera, ciò a cui ora non saprei più rinunciare: l’unico modo di esistere. Penso che oggi è una giornata di vita, non tempo da gettare via.

Su questo pianeta per poco, poi nulla più, troppo tardi. E ora non è ancora quel giorno. Mi pare giusto, così.

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Mani…

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Il tempo

Andrea 74 mi ricorda questo passo di Seneca delle Lettere a Lucilio. Fa bene, lo ringrazio. In “Adesso Basta” lo cito spesso. Fu il più grande pensatore dell’antichità romana. Il motivo è evidente: sono passati duemila anni e le cose che ha scritto valgono per noi come valevano per loro. Rileggiamolo insieme. Anzi, no: stampiamolo e appendiamolo allo specchio del bagno, in modo che ogni giorno, osservandoci, ci ricordi la realtà. Fate attenzione soprattutto quando parla della negligenza. La responsabilità è la nostra…

“Comportati così, Lucilio mio, rivendica il tuo diritto su te stesso e il tempo che fino ad oggi ti veniva portato via o carpito o andava perduto raccoglilo e fanne tesoro. Convinciti che è proprio così, come ti scrivo: certi momenti ci vengono portati via, altri sottratti e altri ancora si perdono nel vento. Ma la cosa più vergognosa è perder tempo per negligenza. Pensaci bene: della nostra esistenza buona parte si dilegua nel fare il male, la maggior parte nel non far niente e tutta quanta nell’agire diversamente dal dovuto. Puoi indicarmi qualcuno che dia un giusto valore al suo tempo, e alla sua giornata, che capisca di morire ogni giorno? Ecco il nostro errore: vediamo la morte davanti a noi e invece gran parte di essa è già alle nostre spalle: appartiene alla morte la vita passata. Dunque, Lucilio caro, fai quel che mi scrivi: metti a frutto ogni minuto; sarai meno schiavo del futuro, se ti impadronirai del presente. Tra un rinvio e l’altro la vita se ne va. Niente ci appartiene, Lucilio, solo il tempo è nostro. La natura ci ha reso padroni di questo solo bene, fuggevole e labile: chiunque voglia può privarcene. Gli uomini sono tanto sciocchi che se ottengono beni insignificanti, di nessun valore e in ogni caso compensabili, accettano che vengano loro messi in conto e, invece, nessuno pensa di dover niente per il tempo che ha ricevuto, quando è proprio l’unica cosa che neppure una persona riconoscente può restituire.”

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Sulla Rotta di Ulisse

Meganisi. Una delle sue belle spiagge, qualche anno fa...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Uno dei privilegi della mia vita nuova è poter stare in mare quanto tempo voglio. E’ anche un vincolo, come saprete, perché io campo (fino ad ora, almeno) con la vela (e non con i libri, come si potrebbe pensare. Quando arriveranno i soldi di “Adesso Basta” sarà una bella boccata d’ossigeno, ma fino a quel momento…). Il punto della mia vita nuova è proprio questo: io DEVO navigare, ma al tempo stesso VOGLIO navigare. Non male per vivere…

Ogni anno organizzo viaggi in barca a vela per il Mediterraneo. Quest’anno, La Rotta dei Pirati. Di seguito programma completo. Se qualcuno vuole aggregarsi, fatemi sapere.

Un’ultima cosa, importante: le settimane in barca, con qualunque società di charter, costano tra gli 800 e gli 850 euro a persona. Io però non devo e non voglio arricchirmi (ammesso che fosse possibile). A me basta guadagnare per vivere. Ecco perché ho deciso già l’anno scorso di fare il Low Cost (mai visto nella nautica). Una settimana in barca con noi costa 590 €, e nei trasferimenti 350 €. Anche poter guadagnare senza speculare è una forma di libertà.

 

PROGRAMMA

Prima settimana (TRASFERIMENTO 500 miglia)

17 luglio (imbarco 16 sera) partenza da la spezia. Poi per Giglio, Ponza e…
Arrivo il 23 luglio sera a Panarea 

Seconda settimana (TRASFERIMENTO 430 miglia)

24 luglio mattina imbarco e partenza da Panarea
Arrivo il 30 luglio sera a Zacinto.

Terza settimana (prima di vacanze d’agosto)

31 luglio imbarco a Zacinto. Giro di Zacinto e Cefalonia
6 agosto sera sbarco a Cefalonia

Quarta settimana (seconda d’agosto)

7 agosto mattina imbarco a Cefalonia, poi Itaca, Atokos, Arkoudi e Lefkada
13 agosto sbarco a Lefkada 

Quinta settimana (terza d’agosto)

14 agosto imbarco a Lefkada, poi Meganisi, Kalomos, Kastos, Arkoudi, Lefkada di nuovo e poi rotta su Paxos
20 agosto sbarco a Paxos

Sesta settimana (quarta d’agosto)

21 agosto imbarco a Paxos, poi Antipaxos e rotta su Corfù
27 agosto sbarco a Corfù 

Settima settimana (TRASFERIMENTO 481 miglia)

28 agosto imbarco a Corfù, rotta sulle isolette a nord, poi Otranto, Gallipoli, Messina, Lipari

3 settembre sbarco a Lipari

Ottava settimana (TRASFERIMENTO 500 miglia)

4 settembre imbarco a Lipari e poi, lungo le isole tirreniche, fino a Spezia

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Morte & altro…

Smettere di lavorare e cambiare vita libera tempo, risorse, occasioni. Niente più (quasi) che si DEVE fare. Molto, invece, che si PUO’ fare. Finalmente

E’ facile capire che la decisione di cambiare la propria vita apre problemi, più che offrire soluzioni. Già, perché quel “PUO'” è soggetto alle stesse regole, ha gli stessi vincoli, costa lo stesso prezzo di prima. Il fatto che noi non facessimo una serie di cose (quando non potevamo) non era dovuto alla mancanza di tempo, all’inserimento nell’ingranaggio, etc. Anche a quei vincoli, certo, ma soprattutto alle nostre debolezze, alla nostra mancanza di metodo, alla nostra non focalizzazione.

Intendo dire che se uno non leggeva prima (“perché come fai a leggere se la sera sei stanco dopo una giornata di lavoro?”), non leggerà neppure dopo. Se uno era stressato prima, è facile che lo sia anche dopo (magari per il motivo opposto). Se uno non aveva tempo e voglia di dedicarsi ad amici, parenti, compagne, non ne avrà neppure dopo, quando le condizioni di vita fossero cambiate liberando energie, tempo, occasioni.

Quello che ci capita non è (quasi) mai dovuto a un vincolo esterno, e tanto meno a una fatalità. E’ la proiezione della nostra immagine sul foglio, è il nostro ritratto. E se vogliamo cambiare quel ritratto non basterà prendercela con il Sistema, non sarà sufficiente smettere di lavorare, smettere di guadagnare soldi per comprare beni inutili, e tanto meno andare a vivere al mare. Al mare, con nostra grande delusione, proietteremo la stessa ombra. Ci avrà seguito passo passo…

Ci pensavo qualche giorno fa mentre riflettevo su come organizzare un piccolo seminario sulla morte con la mia famiglia. Io ho molta paura della morte, della sofferenza, della malattia. E’ forse l’argomento su cui sono più ignorante, su cui ho lavorato meno, fatto meno strada. Ma è essenziale muoversi. La morte ci riguarda, ci tocca col pensiero e col sentimento, ogni giorno. Ci toccherà direttamente, tragicamente, un giorno. Toccherà noi e le persone che amiamo. E’ una certezza. E’ mai possibile andare a un esame importante senza mai aprire uno dei libri di testo? E’ possibile andare verso la morte senza essersene occupati mai, anzi, avendo rifuggito del tutto l’argomento?

Mentre ci pensavo, tuttavia, mi sono accorto che avevo molte volte progettato come occuparmi delle tante cose che avevo tralasciato nella vita precedente, ed ero certo che dopo aver cambiato avrei finalmente avuto calma, energie e tempo per recuperare. Mi sarei dedicato anche al pensiero della morte, ne ero sicuro. Ma non l’ho ancora fatto.

Ecco uno dei miei fronti, un’area di lavoro: perché non ho iniziato a riflettere, studiare, parlare della morte? Era una delle tante cose che volevo fare! Dunque?

Non l’ho fatto perché quella via è buia per me, non so come fare, non ho le palle per farlo. Io come prima, esattamente come prima di questo cambio di vita. Nulla è mutato, anche se oggi non ho più alibi.

Ecco: molto spesso i limiti indotti da un sistema di vita assurdo come il nostro non sono il vero ostacolo alla nostra inazione. Sono alibi (ai quali dobbiamo la nostra assoluzione). L’ostacolo (come per riuscire a cambiare vita) non viene da fuori. Non è il denaro, la sussistenza, le sicurezze, gli altri. Siamo noi.

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