Smettere di lavorare e cambiare vita libera tempo, risorse, occasioni. Niente più (quasi) che si DEVE fare. Molto, invece, che si PUO’ fare. Finalmente…
E’ facile capire che la decisione di cambiare la propria vita apre problemi, più che offrire soluzioni. Già, perché quel “PUO'” è soggetto alle stesse regole, ha gli stessi vincoli, costa lo stesso prezzo di prima. Il fatto che noi non facessimo una serie di cose (quando non potevamo) non era dovuto alla mancanza di tempo, all’inserimento nell’ingranaggio, etc. Anche a quei vincoli, certo, ma soprattutto alle nostre debolezze, alla nostra mancanza di metodo, alla nostra non focalizzazione.
Intendo dire che se uno non leggeva prima (“perché come fai a leggere se la sera sei stanco dopo una giornata di lavoro?”), non leggerà neppure dopo. Se uno era stressato prima, è facile che lo sia anche dopo (magari per il motivo opposto). Se uno non aveva tempo e voglia di dedicarsi ad amici, parenti, compagne, non ne avrà neppure dopo, quando le condizioni di vita fossero cambiate liberando energie, tempo, occasioni.
Quello che ci capita non è (quasi) mai dovuto a un vincolo esterno, e tanto meno a una fatalità. E’ la proiezione della nostra immagine sul foglio, è il nostro ritratto. E se vogliamo cambiare quel ritratto non basterà prendercela con il Sistema, non sarà sufficiente smettere di lavorare, smettere di guadagnare soldi per comprare beni inutili, e tanto meno andare a vivere al mare. Al mare, con nostra grande delusione, proietteremo la stessa ombra. Ci avrà seguito passo passo…
Ci pensavo qualche giorno fa mentre riflettevo su come organizzare un piccolo seminario sulla morte con la mia famiglia. Io ho molta paura della morte, della sofferenza, della malattia. E’ forse l’argomento su cui sono più ignorante, su cui ho lavorato meno, fatto meno strada. Ma è essenziale muoversi. La morte ci riguarda, ci tocca col pensiero e col sentimento, ogni giorno. Ci toccherà direttamente, tragicamente, un giorno. Toccherà noi e le persone che amiamo. E’ una certezza. E’ mai possibile andare a un esame importante senza mai aprire uno dei libri di testo? E’ possibile andare verso la morte senza essersene occupati mai, anzi, avendo rifuggito del tutto l’argomento?
Mentre ci pensavo, tuttavia, mi sono accorto che avevo molte volte progettato come occuparmi delle tante cose che avevo tralasciato nella vita precedente, ed ero certo che dopo aver cambiato avrei finalmente avuto calma, energie e tempo per recuperare. Mi sarei dedicato anche al pensiero della morte, ne ero sicuro. Ma non l’ho ancora fatto.
Ecco uno dei miei fronti, un’area di lavoro: perché non ho iniziato a riflettere, studiare, parlare della morte? Era una delle tante cose che volevo fare! Dunque?
Non l’ho fatto perché quella via è buia per me, non so come fare, non ho le palle per farlo. Io come prima, esattamente come prima di questo cambio di vita. Nulla è mutato, anche se oggi non ho più alibi.
Ecco: molto spesso i limiti indotti da un sistema di vita assurdo come il nostro non sono il vero ostacolo alla nostra inazione. Sono alibi (ai quali dobbiamo la nostra assoluzione). L’ostacolo (come per riuscire a cambiare vita) non viene da fuori. Non è il denaro, la sussistenza, le sicurezze, gli altri. Siamo noi.