Cose grandi…

 

La vita è bastantemente lunga, per gli uomini grandi, per fare grandi cose. Ancora lui, Seneca. Ancora una delle sue massime controintuitive. Ma come, si dice sempre che la vita è breve! Col cavolo. La vita è lunga. E’ breve se butti via. Seneca aggiungeva, infatti: Tutto il resto non è vita, ma tempo. Il tempo si butta via, la vita si vive.

Sono in mare da tre giorni, e ancora fino a domenica. Stamani grigio, poi sole. Poi mentre navigavo un groppo improvviso: da 15 a 40 nodi in un attimo. Ho pensato di ridurre la vela, una mano, poi due mani, poi di ammainare, il tutto in meno di dieci secondi, tanto è stato improvviso il colpo. Fantastico. Il mare ribolliva, era bianco di schiuma. Avevo guardato a prua pochi istanti prima, niente. Dopo un attimo, bam! Pioggia battente, vento teso, onda corta. Un inferno.

Dal pomeriggio, invece, Caraibi. Sole caldo, bruciava sulla pelle. Cielo azzurro intenso. Tutta la baia di Spezia, il golfo più profondo e bello d’Italia, sfolgorava. Ora in barca, quasi sera. Silenzio, qualche drizza che canta, qualche cima che stride. Ho comprato due cose buone per cena. Ravioli di borraggine e un pesce. Scriverò, sentirò musica, leggerò. Eccolo Adesso Basta, eccolo qui. Tutto è stato sognato, ordito, progettato per questo. Per questi momenti di gioia intensa, incontenibile. Per giornate come oggi, per il confronto duro col mare. Uno contro l’altro, uno come l’altro.

Questo non è tempo, ma vita. E’ la mia vita, le mie cose, che sanno sempre di sale e di sole, che sanno di solitudine, di pensieri, di parole. Ecco il tempo che non vola, ma vive. Ecco come faccio io a sentirmi un grande uomo. Non un grande uomo in assoluto, quanti sono più grandi di me… e poi cosa vuole dire grandi?! Ma grande all’interno della mia storia, dove sarebbe da piccolo uomo sprecare vita, farla essere solo tempo. Dove sarebbe penoso non tentare la via dell’autenticità. Dove in una sera così potrei avere rimpianti. Che non ho.

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39 pensieri su “Cose grandi…

  1. Non sono gli anni nè i mesi e neppure i giorni il metro di misura della vita.
    La vita è una entità non misurabile.
    La vita è.
    Misurabili sono invece gli uomini ma anche qui non sono gli anni nè i mesi e neppure i giorni l’unità di misura.
    Gli uomini transitano.
    Nel durante gli uomini possono decidere di vivere.
    L’intensità delle orme che gli uomini lasciano nella vita misura il loro vissuto.
    Io ho conosciuto un uomo che è morto prima di aver compiuto 33 anni.
    Paiono pochissimi 33 anni eppure c’è una impronta profonda di lui nel mondo.
    Mi sa che Lord, l’uomo di cui parlo, aveva letto Seneca ed ha provato a seguire il suo consiglio.

    paola

  2. Ho letto il post di Anna, e vi dico che, beh, anche io ho come la sensazione di compiere un tradimento…nei confronti di quelle persone che in questi anni hanno creduto in me (e lo fanno tuttora!), dandomi sempre maggiore “spazio” professionale; delle persone che, anche date le dimensioni della nostra società, sono anche degli amici (ma come fare a dirgli che le tue prospettive future non puntano sugli stessi orizzonti?).
    Forse vado anche io forte con le seghe mentali?

  3. Ciao a tutti,

    leggere gli interventi su questo blog è sempre un vero piacere, bravo simone che seguo ormai da tempo a proporre sempre stimoli di riflessione nuovi, ma in un qual certo modo anche “ancestrali”, a tutti noi.

    se avete un quarto d’ora di tempo, vi consiglio di vedere e di ascoltare (col cuore soprattutto) il discorso tenuto da Steve Jobs, fondatore di Apple e Pixar, all’università di stanford.

    a me ha fatto venire i brividi e confortato non poco nel momento in cui – qualche giorno fa – ho lasciato l’azienda per la quale ho lavorato 15 anni..
    I link sono:
    – prima parte: http://www.youtube.com/watch?v=RBR7QZhEsd0
    – seconda parte: http://www.youtube.com/watch?v=Hf-AjlHdPAY

    buona visione e, che dire se non … stay hungry, stay foolish!

  4. Anna, scherzavo sul non farmi domande. La mia passione è leggere e scrivere.

    Lo so perchè succede un fenomeno strano: le lancette dell’orologio girano al tempo normale, ma anche più velocemente, e ancora più velocemente. In un senso ma anche nel senso inverso, tutto in contemporanea. E’ un tunnel temporale che si apre e io ci sto dentro senza accorgermene. In questo stato di vuoto e pieno, senso e nonsenso, io sto bene ma non me ne accorgo perchè sono “preso”. non capisco tanto di quello che succede ma sto davvero vivendo, sento di fare qualcosa per cui sono nato.

    Poi, quando torno alla realtà e tutti quegli orologi che segnano tempi diversi e in ogni direzione scompaiono, ritorna “l’ora legale”, ma io mi sento felice. Solo che mi chiedo: “Azz… cos’è successo?”.

    Ciao!!!

  5. Ciao Francesca,
    leggendo il tuo post mi è passato davanti agli occhi il mio passato,presente e ,ahimè, futuro.
    La convinvenza,più che l’alienazione del lavoro, con persone ‘accecate’,’assuefatte’,
    ‘inebetite’ dal progetto del lavoro è la cosa che più mi fa’ soffrire; le vedo e prone,piegate,dimesse,senza dignità alcuna,ma allo stesso tempo ‘felici e fiere’ di esserlo e provo tanta angoscia e paura di essere anch’io così.
    A volte chiedo se anche loro hanno un sogno che non sia il superenalotto,la risposta è evasiva o piena di timori,qualcuno dice ‘che devo fare, morire di fame?’, ma poi mi accorgo che sono gli stessi che posseggono 2 o 3 case, che non si perdono un modello tv, che cambiano l’auto spesso o che hanno da parte molti denari.
    Qualcuno qui ha scritto che sarebbe opportuno pubblicare i propri sogni, il mio assomiglia a questo :

    ‘Ho vissuto molto, e ora credo di aver trovato cosa occorra per essere felici: una vita tranquilla, appartata, in campagna. Con la possibilità di essere utile con le persone che si lasciano aiutare, e che non sono abituate a ricevere. E un lavoro che si spera possa essere di una qualche utilità; e poi riposo, natura, libri, musica, amore per il prossimo. Questa è la mia idea di felicità. E poi, al di sopra di tutto, una compagna, e dei figli forse. Cosa può desiderare di più il cuore di un uomo?
    Christopher Mccandless

  6. Ciao belli anzi splendidi,

    ma non è così grave se uno non ha chiari, ora e subito, i suoi interessi e la sua passione principale. Non bisogna leggere il post di Simone su queste giornate di mare e libertà e sentirsi degli inetti e pensare che non ce la faremo mai.
    Pensiamo piuttosto che dopo una vita indirizzata quasi esclusivamente a lavoro e carriera, stiamo iniziando a porci una serie di interrogativi fondamentali. Cerchiamo di iniziare a vivere il lavoro con meno impegno e ansia (come dice exodus), svalorizziamo questa parte della vita che abbiamo sempre ritenuto la “principale” e guardiamoci attorno con serenità, esploriamo, leggiamo. L’attività stessa indirizzata alla ricerca (di passioni, interessi, etc…) è un hobby molto interessante. Le passioni verranno da sole…

    Sto leggendo “Bisogno di libertà” (B.Larsoon) che meraviglia! Sono all’inizio ma c’è già un passaggio fortissimo. In sintesi per essere liberi bisogna essere perfettamente lucidi e consapevoli della realtà. Quindi forse gli sforzi quotidiani mirati a scoprire e ridefinire una nostra nuova realtà, diversa da quella attuale, libera e viva, sono già delle piccole cose grandi.

  7. ehi, grazie a tutti quelli che mi hanno risposto! E grazie a Simone che ci ospita.
    PATRIZIA – si, forse bisogna fare disordine prima di mettere ordine. E non dico che leggere non “valga” come passione (che tra l’altro condivido). Piccoli passi.
    GRETA – certo che hai ragione! Sono probabilmente io che mi sentirei male senza di loro. Gia’. Proverò a vederla in quest’altra prospettiva (avevo già immaginato che fosse un altro tentacolo del mostro…). Nessuna offesa, anzi!
    EXODUS – un altro colpo di genio. Riassumo e banalizzo (scusa) in “fai quello che ti piace e non far finta di farti piacere quello che fai” (mmmm… molti autori di libri di self-help non sarebbero d’accordo, ma forse hanno torto). Tutto ne guadagnerà.
    Per me puoi anche continuare a scrivere senza fermarti, e vorrei farti altre domande, ma non sono il postmaster. E, ahimè, non ho capito qual’è la tua passione…
    Grazie ancora. Meravigliosa la storia di Valentino.
    baci a tutti

  8. Ciao Anna,

    rispondo alla domanda che mi hai posto. Anzitutto lo “scalare marcia” è un esigenza naturale quindi ho scoperto di poterlo fare dentro il posto di lavoro. Per scoprire come occorre prima guardare alla qualità dei propri pensieri e scoprire cosa è reale e cosa invece lo immaginiamo noi; scoprire cosa l’Azienda ci chiede e cosa invece vogliamo dare noi per un senso di maggiore soddisfazione personale (cosa non richiesta, non retribuita, che magari da anche fastidio ad alcuni). Ecco, ho tolto il superfluo limitandomi al mio, con onestà cmq, dando per quello che è giusto attendersi. Il resto è mio. Tanto in un sistema così gerarchizzato, organizzato, industrializzato, deumanizzato… alla fine si appiattisce tutto, i maggiori sforzi di uno spesso vengono dispersi lungo la catena produttiva.

    Non faccio straordinari. Se il lavoro è troppo lo lascio di lato per farlo dopo. Se qualcuno mi chiede, rispondo che il lavoro è troppo. Quindi devi anche avere l’umiltà di dirlo e un certo carattere per non aver paura delle conseguenze (sorry). Però se sei riconosciuto come un lavoratore onesto, che fa il suo, nel mio ambiente il capetto può incavolarsi, ma è difficile che prenda altri provvedimenti. Sempre che non si decidano dei tagli, ma in questo caso saltano tutte le regole.

    Cmq “scalare marcia” nel posto di lavoro vuol dire che non ti aspetti di essere considerato un “superman”. Anche se magari in realtà lo sei, perchè quello che conta non è il lavoro reale che produci, ma l’apparenza che metti in atto. E un approccio “downs…” è tutto il contrario dell’apparenza, non impieghi risorse in essa.

    Certo, anche il mio scopo, alla fine, è andare a vivere sul mare e coltivare le mie passioni, però in questa fase sto bene.

    Riguardo al prendere in giro i capetti: mai farlo! Non servirebbe a nessuno. E poi perchè prenderli in giro? Sono stati condannati ad un ergastolo esistenziale ma nessuno li ha avvisati, quello che ad un certo punto mi scatta dentro non è astio, ma voglia di stare alla larga dai loro discorsi e dai loro pensieri perchè “mi inquinano”. Sul serio. Parlano sempre di soldi, donne, calcio, digitale terreste e parabolica, qualche volta viaggi e vacanze (sette giorni pressati, di cui due di viaggio andata e ritorno!). Sempre. Ogni giorno. All’infinito. Hanno opinioni su tutto. Come l’italiano medio del resto, che sa tutto perchè la tv ne parla. Non devi prenderli in giro, ma scappare. Ecco, allora sì che si incazz… Possono sopportare tutto, ma non l’essere ignorati. Vanno sempre in giro in gruppo perchè lo stare cinque minuti in solitudine all’interno dell’edificio è segno di debolezza. Se tu li sfuggi cominciano ad incuriosirsi, a farsi domenade. Non gli hai rivolto il tributo c’è qualcosa che non va…

    Però non è un atteggiamento di rifiuto tout court, ma un componente essenziale della ricerca di felicità. Vedrai che dopo un po’, ripulito dentro, nasce anche una certa compassione nei loro confronti. Ma non cedere alla pietà e continua a girare al largo.

    Poi l’arma H della presa per il c…: sii felice. Fai le cose con amore. Solo quelle che ami. E parlane con amore. Parla della torta che hai cucinato come di una meraviglia. Ma sii onesta, deve esserlo per te una meraviglia, altrimenti diventi falsa e simile agli altri. Parla del randagio che ti usa come bed & breakfast e di quanto è bello, infido, sfacciato, indipendente, felice; di come un quartiere per lui è una fonte continua di sorprese, di scoperta, per lui è lì l’Egitto; parla della vasca che hai fatto in piscina in 22 secondi, potevano essere 20 ma sei una schiappa alla partenza…

    Ecco, non capirà nessuno, però vedere una persona felice della propria vita fa schiattare molta gente… si sentono presi in giro! Diventi attraente ed è piacevole starti vicino. Alcuni ti inseguono. Altri ribollono.

    Sono solo suggerimenti. Non farmi più domande perchè se attacco a scrivere non smetto più.

    Credo avrete capito qual’è la mia di passione! Che coltivo con gioia.

    Ciao!!!!

    • Ricevo da Valentino. Una storia vera, troppo bella. Questo libro fa incazzare un mucchio di gente… “Passeggiando al castello sforzesco di Milano, noto che da una auto posteggiata viene scaraventato dal finestrino il libro ADESSO BASTA. Probabilmente il lettore si identificava ma non riusciva a cambiar vita perche schiavo. Stupito, l’ho raccolto cercando di riconsegnarlo senza successo: il mio dubbio era reale: sto signore era arrabbiato per ciò che aveva letto ed era andato in crisi. Elegante signorile auto di lusso, ma: TRISTE!!! Storia vera. Ovviamente ho tenuto il libro per poi donarlo. Suggestivo aneddoto . Saluti VALENTINO”

  9. Salve a tutti, io vorrei essere libero DAL lavoro che faccio per essere libero DI fare il musicista.C’è qualche musicista fra noi?
    Penso sia importante essere già in qualche modo inseriti nel nuovo ambito prima di cambiare lavoro:io suono nella mia orchestra amatoriale anche se svolgo ancora la mia attività.Il rischio, a mio avviso, è che la faccenda possa diventare stressante perche è difficile conciliare due attività, penso si debba cambiare definitivamente il prima possibile altrimenti esauriremmo la materia prima fondamentale, cioè le nostre energie..

    Cari saluti

    Cari saluti

  10. Ciao Anna, ho letto il tuo post. non ti offendi se ti dico che si secondo me ti stai facendo delle seghe mentarli! il tradimento non è verso gli altri ma dentro di te, ti stai tradendo perchè non stai facendo quello che vorresti davvero. ma soprattutto la paura o il dubbio che sembra trapelare dalle tue parole, non è tanto se gli altri ce la faranno senza di te, ma se tu ce la farai senza gli altri. prova a portare l’attenzione al fatto che l’azienda può andare avanti anche senza ti me, come ti senti?? che provi??
    un abbraccio

    G.

  11. Cara Anna, è da una vita che mi guardo intorno e vedo molta gente coinvolta nelle sue passioni,che sia lo sport, un hobby o… mentre a me sì, piace leggere, adoro il mare, guardo molti film, mi incanta la natura, i viaggi ma se parliamo di passione viscerale che ti illumina ogni giorno e ti dà iniezioni di energia beh, no, anche io navigo nel buio.da sempre.Ho trascorso molto tempo negli ultimi anni a capire cosa NON mi piace, cosa NON voglio e ho deciso che mi accontenterò di questo,che forse non è così poco …ho un progetto di massima che racchiude un po’ tutte le cose che mi piacciono ma mi lascio possibilità aperte durante il cammino. Sono poi convinta che al raggiungimento del risultato, inquieta come sono, vorrò dirigermi verso nuovi orizzonti e tutto ricomincerà però……nel nostro caso, che non sia proprio questo il ns obiettivo ? Passare di meta in meta e invece di aggiungere scartare sempre di più quello che non ci piace ???Togliere il superfluo per far affiorare nel tempo, non ora, quello che veramente siamo, quello che vogliamo essere, in pratica un ” work in progress”?

  12. ciao, lasciare un post su questo argomento mi stuzzica da diversi mesi (durante i quali ho letto e riletto il tuo libro, caro Simone!), ma riuscire a fare un condensato ora, qui davanti alla tastiera, mi risulta un pò difficile! Comunque provo: il tuo libro mi ha folgorato, sopra ogni inutile retorica, per un semplice motivo: ho letto, quasi con le stesse parole, tanti pensieri che mi accompagnano da un pò di tempo! Sono ingegnere, socia (piccola) di una società abbastanza affermata (almeno in ambito locale, scrivo dalla Sicilia,dove questo tipo di realtà non è molto frequente), e con buone speranze di crescita davanti. Ma anche con tanta voglia di mollare tutto, perché mi accorgo che la vita sta passando e io resto seduta a guardarla, gli affetti non sono eterni, e vorrei vedere crescere i miei figli (quando li avrò), e non soltanto diventare per solo fonte di sostentamento materiale!….Ma c’è un mutuo da pagare, ci sono alcuni problemi pratici, ed i 13 anni prospettati per il cambiamento mi porterebbero a bruciare proprio quei momenti che non torneranno più (e tutto ciò che non torna merita rispetto, vero?!)…Mi piacerebbe chiederti un consiglio pratico; avrei tante cosa da dirti, sulle quali lavoro da alcuni mesi. Perché l’idea è entrata, e non mi molla più!!!!!!
    Ciao e buona fortuna a tutti
    P.S.: Ho appena saputo che sabato 22 sarai nella mia città per il festival del libro; non vedo l’ora!

  13. scusate, ho un’altra osservazione. Ahime’ io sono un manager – e come tale ho dei subordinati (basta chiamarli risorse che è una presa per i fondelli). E questi subordinati hanno (forse, almeno credo) il sogno di proseguire la loro carriera, magari prendere il mio posto (ben volentieri! Ho già individuato il sostituto), diventare non si sa bene chi. Beh, signori, per qualche stranissimo motivo l’idea di mollare o anche solo di rallentare mi sembra un piccolo tradimento verso di loro. Buffo, no? Come se non fossero adulti responsabili delle loro scelte e della loro vita. E’ anche questo uno dei mille tentacoli del mostro di cui parla Simone? La paura di deludere le persone che contano su di te per conseguire obiettivi personali? E più io cerco di essere un capo decente (e faccio del mio meglio), peggio è. Perchè vedo che si fidano! Come faccio a dirgli che i miei obiettivi probabilmente non coincidono affatto con i loro, al contrario di quello che dovrebbe aziendalmente essere?
    Che ne dite? Troppe seghe mentali? Ma e’ brava gente…

  14. …acc, Exodus ha proprio ragione. Il nostro lavoro orrendo ci sta impedendo di….? Non è facile riempire i puntini. O meglio – io ci riesco, ma con cose diverse da una settimana all’altra. Non ho sempre lo stesso sogno: se l’avessi, saprei qual’è la mia passione. Avrei più stimolo per perseguirla? Penso proprio di si. Dannazione, mi ha proprio messo in crisi questa osservazione. Mi sento come se tutta la mia riflessione sul downshifting si fermasse alla lamentela – non riesco a vedere l’aspetto costruttivo.
    Ah, Exodus! Inoltre – in uno dei tuoi post, hai raccontato che sei riuscito ad operare il downshifting DENTRO il tuo posto di lavoro (tormentando i capetti della tua azienda ponendoli di fronte all’insensatezza delle loro azioni…. non li invidio….!). Come hai fatto? Se puoi e vuoi, ce lo racconti? Come primo passo non mi dispiacerebbe. E sarebbe anche il modo per verificare se poi, con un po’ di tempo libero in più, miracolosamente la passione si rivela.
    Abbracci a tutti

  15. Exodus condivido quasi pienamente, anche se e’ difficile non parlare di lavoro quando occupa la maggior parte della nostra giornata. Devo dire che da quando ho letto il libro di Simone il mio lavoro inzia ad essere non piu’ il centro di tutto, anzi piu’ tempo dedico alle mie passioni, la pittura e il disegno, piu’ il tempo passato in ufficio diventa una tortura, una perdita di tempo. Tuttavia come dice Simone sono ancora in fase “destruens”, e il momento per ricominciare al di fuori della vita che mi sono fino ad ora creata non e’ ancora arrivato, ma ci sto lavorando. Bisogna essere pazienti e soprattutto preparati, non credo che il downshifting improvvisato sia un miglioramento della propria condizione, almeno non per me. E’ sempre un piacere leggere questo blog. M

  16. Ciao,
    condivido quello che ha scritto Exodus e vorrei aggiungere che, almeno per quanto mi riguarda, il cambiamento deve essere interno, prima dobbiamo accettare al nostro interno il cambiamento, poi questo diventerà esteriore e si concretizza in una nuova vita, in un nuovo lavoro. ma il cambiamento non è mai immediato e la fatica per reggere il momento di transizione è tanta. ma sto trovando molta forza nel sapere che ci sono altre persone che come me stanno cercando di dare un senso diverso alla vita! perchè non organizziamo un incontro tra tutti noi, non per piangerci addosso o vedere chi è il messo meggio, ma per unire le nostre forze, mettere a confronto le nostre esperienze e vedere come aiutare gli altri (e nel mentre anche noi!). un abbraccio a tutti

  17. Infatti Simone, una confusione inimmaginabile, in netto contrasto con il messaggio del tuo intervento che meritava maggiore attenzione e rispetto da parte degli organizzatori. Ci sarà stato anche un boom di presenze alla fiera e un incremento delle vendite dei libri del 25% rispetto alle edizioni precedenti, però gli interventi di qualità dovevano essere inseriti in contesti adeguati. Nonostante ciò la tua parola comunque è stata percepita chiaramente, soprattutto quando hai risposto provocatoriamente alla domanda dei “trucchi e belletti” delle nuove leve femminili – che ben identifica i “desiderata” della nostra epoca senza tempo – di fronte al quale non regge contraddittorio. Bello anche il confronto a più voci, a testimonianza che c’è una certa agitazione e non siamo più indifferenti a ciò che ci viene proposto, ma come sempre ti sei distinto per originalità e discrezione. E le cose più grandi non hanno bisogno di tanti giri di parole.

    Ciao
    Grazia

  18. Ciao Simone
    ti stò seguendo da quando è uscito il tuo libro che ovviamente l’ho comprato alla libreria di Desenzano del Garda….un altro personaggio che ti rappresenta è Marco Deambrogio che ha fatto il giro del mondo in moto….sarebbe un incontro interessante per voi due!!!anche Lui ha mollato il suo lavoro….(operavamo nello stesso settore)Lui ha avuto coraggio, io spero al più presto di mollare le resistenze,…
    cordiali saluti

  19. Ciao, rispondo qui ad una domanda che Caterina mi aveva posto sul post precedente, non riesco ad inviarlo,

    ho raccontato una storia di cronaca di poco tempo fa, questa ricchissima ragazza senza un senso nella vita che si è bruciata, più che altro per far venire qualche dubbio (metodo socratico) alla mia amica: gli azionisti spremono fino all’osso il loro personale, fanno tagli, riorganizzazioni, globalizzazioni, deforestazioni, speculazioni, devastazioni, affinchè poi… nessuno ne goda, neanche i loro eredi. Tutto inutile. Non siamo felici nè noi nè loro, alla fine.

    Non stavo parlando di una persona che non ha bisogno di lavorare per vivere, ma di una povera (miliardaria) ragazza che non capiva il senso della propria vita. Eppure le era stato dato tutto quello che il denaro può comprare e senza dubbio di più, di più… Tutto tranne un senso. Attenzione: non un lavoro, ma un senso. Se fossimo gatti o saggi non dovremmo preoccuparci. Ma un senso nella propria vita ti da’ la possibilità di gestire un potere enorme come quello del denaro. Altrimenti quel potere, quel poter fare quello che vuoi, quando vuoi, come vuoi, finisce col consumarti.

    Credo che l’uomo sia fatto così: altamente distruttivo e autodistruttivo in mancanza di equilibrio. Ma non parlavo di lavoro, il lavoro è uno degli ingredienti, e a volte quello che mi preoccupa del forum è che se ne parla troppo.

    E’ come un dente che duole, e magari se ne parla per esorcizzarlo, ma così facendo lo si mette sempre al centro. Forse un buon primo passo nel downdown dovrebbe essere “non considerarlo così importante”. Capisco che in alcuni lavori ciò è impossibile, ma… come si può parlare di “cambiamento di vita”, di “lasciare la propria occupazione”, se non si comincia a viverla con meno impegno (o ansia)? Al massimo si corre il rischio di essere accantonati o licenziati, ma tanto si presume uno abbia deciso cmq di dare una svolta, e che quella sarà la fine naturale. Magari non c’è neanche bisogno di arrivare a tanto.

    Si dovrebbe parlare di Passioni molto più che di lavoro. Parliamo di “mollare tutto”, darci una mossa, ma per cosa? Simone scrive e lava barche, ma il suo progetto era quello, scrivere e stare in mare. Qui parliamo di mollare e scalare marcia ma per cosa? Perchè non lo scriviamo? Abbiamo tanta fretta di uscire da un mondo folle, ma in qualche altro mondo dovremmo pur entrare, mettiamolo nero su bianco qui nel blog, quale mondo? L’arte, il disegno, il volontariato, la scrittura, la pittura, vogliamo entrare in Convento per godere appieno di una vita semplice e spirituale (io ci penso spesso ma ho un carattere troppo difficile da gestire, mi butterebbero fuori subito), vogliamo fare i cuochi, fare alpinismo, cosa…?

    Se continuiamo a dirci quanto siamo stressati dal mondo folle, quanto è stupido il nostro lavoro, presto questo blog morirà per asfissia. Ma se dimentichiamo per un attimo la prigione e scriviamo di quello che ci piacerebbe fare? Di quali passi sono necessari? Non sarebbe più bello? Magari con meno poesia, ma più concretezza? Che ne so: “voglio alzarmi ogni mattina alle cinque e scrivere fino alle sette, proporre i miei lavori e finalmente scoprire se ho talento”. Ecco, non sarebbe liberatorio scrivere una cosa così? Non sarebbe di aiuto?

    Chiudo così Caterina: se hai equilibrio, lavoro o non lavoro, hai una speranza di essere felice; se non ce l’hai, che tu abbia bisogno di lavorare o meno, sarà sempre un disastro, alla fine.

    • condivido exodus. è pur vero che per organizzare un sogno bisogna fare un percorso interiore. probabilmente qui molti lo hanno appena iniziato, sono nella fase “destruens”. occorre buttare giù per ricostruire. entrambe le cose hanno un ruolo. certo, poi, a un certo punto, bisogna riprendere a mettere mattone su mattone… grazie. ciao!

  20. Il mare. Che grande invenzione…che emozioni sa dare, con i suoi colori, la sua forza, il senso di libertà…bellissimo. Qualsiasi uomo può diventare grande, sul mare. Basta saperlo rispettare, consapevoli della sua supremazia, ed apprezzarne ogni espressione. E’ sempre generoso, anche quando sembra tiranno, o cattivo. Il mare ti fa sentire uomo, piccolo e grande, vero. Amatelo, ragazzi, e non potrete più farne a meno….

  21. Vi racconto il mio lunedì: capa sclerotica che fa polemica su tutto creando come ogni giorno un ambiente di lavoro orribile. Donna infelice che parla sempre di denaro ed è convinta di essere invidiata da tutti per la sua “bella vita” (apparente…), viaggi, vestiti, cene fuori. Piatto di pasta in mensa orribile. Per fortuna quando sono uscita dal lavoro è iniziata la vita vera: una bella passeggiata con il sole, un gelatino, la mia gatta che mi aspettava a casa. Se ci fosse gente migliore nei posti di lavoro, si potrebbe anche stare bene…ma ormai siamo circondati da brutte persone (o le ho beccate tutte io?).

    • Grazie a Greta e a Grazia. Grazia ma hai visto che confusione? Impossibile parlare così, ascoltare così… Che brutto… Anni fa c’ero stato a presentare un romanzo e non era così…

  22. Ciao Simone,
    raccolgo il tuo invito alla fine del libro. Io porto il vino: preferisci bianco o rosso?
    un abbraccio forte

    Greta

  23. Simone, ieri al Salone ha parlato un giovane economista indiano RAJ PATEL che ha scritto, fra gli altri, un libro molto interessante : “Il valore delle cose” ( e le illusioni del capitalismo). Tante cose interessanti….te lo segnalo. Ciao, a lunedi

    • grazie a tutti. ma grazie a voi per il vostro entusiasmo, per il fatto di capire (che prevede ricerca, lettura, pensiero, emozione, voglia di comunicare). un caro abbraccio. stasera stanco. 4 giorni in mare per lavorare, fare corsi, spiegare, parlare. però grande fortuna: a bordo solo gente in gamba, gente che sa ridere della vita, che si strugge per le domande vere, che ama l’incontro con gli altri, che ha coraggio. un saluto. buona settimana a tutti.

  24. Sei veramente grande Simone. Le tue parole trasmettono sempre una senzazione di enorme libertà. Ti leggo tutti i giorni sei diventato il compagno di un viaggio per ora sognato poi chissà……

  25. “sine sole….sileo”!
    con un post cosi’ ti viene proprio voglia di mare, di salsedine, di sole… di vita!
    sei un grande simone semplicemente perche’ fai cio’ che desideri e non cio’ che il mondo vorrebbe farti fare, cosa non scontata e non da tutti.
    cio’ che leggo “tra le righe” e’ anche un certo amore per la solitudine, perche’ in effetti certi momenti si godono e si vivono piu’ profondamente quando si e’ soli…. poi pero’ riesce quasi difficile raccontarli e condividerli con gli altri, e questo e’ un peccato, ma mi sembra che tu invece questo problema lo hai risolto grazie a questo sito….. vivi e trasmetti cio’ che provi in tempo reale a chi ti e’ vicino e a chi neanche conosci ma naviga idealmente accanto alla tua filosofia di vita!
    mf

  26. Uao.

    Le stesse emozioni le provo in montagna Simone mi perdonerai. Anzi, sai che ti dico? Quasi quasi ci vado domani. E poi magari faccio in modo di andare a viverci a breve 😉

    Perché far coincidere il proprio tempo con la propria vita dovrebbe essere lo scopo di tutti noi.

    Buona navigazione!

  27. vorrei aver già raggiunto la via dell’autenticità, la mia via!
    Mai demordere.Ora rammento Dostoevskij – guardando indietro quanto tempo è stato speso inutilmente, quanto ne è andato perduto in errori, futilità, incapacità di vivere; per quanto lo apprezzassi qualche volta ho peccato contro il mio cuore e il mio spirito, e il cuore mi sanguina…la vita è felicità, ogni minuto poteva essere un secolo di felicità. Si jeunesse savait! Adesso, cambiando vita, rinasco in una nuova forma. […] Rinascerò migliore –
    Si può rinascere migliori e divenire grandi uomini senza morire.

  28. che gioia, sento una grande gioia, in comunione con la tua. Grazie per riprodurre in parole sentimenti così simili ai miei. Sento un’amicizia naturale e una vicinanza. Che grande madre, il mare.
    Buon viaggio. S.

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