A Messina per una piccola avaria…

“La navigazione offre all’uomo la stessa incognita della vita. Il vento stabilisce la direzione, ma a noi è consentito orientare i colpi del fato usando l’ingegno, bordando le vele e mettendo la prua nell’angolo migliore, tenendo ben chiara la coscienza della meta. Ma una barca non può navigare contro il vento. Non le è consentito dalla natura. Quella forza, opposta a quella che in altri momenti l’ha orientato dritto verso casa, guida ora il timoniere in luoghi sconosciuti, dove fare scalo suo malgrado, senza intenzione, speranzoso di riprendere la via alla prima volta di brezza. Il marinaio sa che quel porto non incrocia la rotta per caso, non è estraneo alla sua navigazione e non deve essere rifiutato. Il mare non ha pietà per chi disdegna il riparo che gli viene offerto. L’uomo di terraferma giudica un errore l’atterraggio su un molo imprevisto, ed è per questo che la sua vita si incaponisce contro le onde e tarda a compiersi verso la giusta via. Egli misura il tempo perduto, lo spazio non ancora percorso, e non gode del tempo ritrovato. Si lamenta, senza comprendere che le onde e il vento potrebbero porre fine al suo viaggio in ogni momento. Ogni porto è una tappa del lento ritorno a casa, e sulla via della salvezza non ci sono che buoni ripari, dei quali essere grati al destino.”

(da “L’Estate del Disincanto“, Bompiani, 2008)

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12 pensieri su “A Messina per una piccola avaria…

  1. Allora Simone oggi dopo 39 anni di sana e salutare vita mi sono accorto di essere “malato”…. Ho scoperto di non avere una grande e propria passione, un grande sogno, una mia ancora di salvataggio la mia grande opportunità di poter essere libero di prima di essere libero da…..inizia da qui un viaggio che 3 giorni fa non avevo messo in conto di fare……

  2. e a volte e’ proprio la piccola avaria , l’imprevisto , a rendere piu’ bello ed intenso il viaggio.
    un esempio? un paragone? guardate me : manager di successo a 40 anni vengo lasciato a casa….. e adesso la gente si stupisce di vedermi sereno, non preoccupato, quasi contento. Ma certo! questo fatto, assolutamente non prevedibile e ipotizzabile, ha solo confermato le mie certezze: cio’ che amo (mia moglie) , cio’ per cui vivo (i miei figli) , dove voglio essere (tanto tempo al mare e al caldo), come mi piacerebbe riuscire a vivere (facendo cose utili con le persone, tra le persone senza essere costretto a frequentare un anonimo ufficio di nevrotici carrieristi sfigati).
    come meglio a meta’ della mia esistenza potevo sperare di trovare conferme e ulteriori certezze?
    adesso la mia mente e’ piu’ libera e serena , e lo restera’ anche se per un determinato periodo di tempo saro’ costretto a rientrare nel “giro”.
    non importa perche’ adesso cio’ che ho e’ la piena consapevolezza di dove voglio arrivare, di cosa voglio costruire .
    ecco perche’ non solo non mi lamento, ma addirittura godo di questa situazione, di questa “avaria”.
    e devo ammettere che nel porto sicuro nel quale ho trovato momentaneo rifugio c’erano certo l’amore della mia vita (mia moglie) il frutto del nostro amore (i figli) cosi’ come i famigliari e gli amici…. ma c’era anche questo blog e le persone magiche che lo rendono vivo .
    quindi un grazie sincero, un abbraccio a tutti e una buona continuazione del viaggio a ciascuno di voi!
    mf

  3. Ieri sono andata da Decathlon a comprare l’attrezzatura. Aggirandomi tra gli scaffali mi sono accorta della mia completa ignoranza in materia. Infatti, non sapendo distinguere tra un sacco lenzuolo, sacco letto e sacco a pelo, stavo per fare un acquisto sbagliato, salvo poi chiedere consiglio a un indaffarato consulente del reparto, subissato dalle pressanti richieste di una clientela “affamata” di vacanze. Altro capitolo quello delle scarpe: dapprima metto in carrello scarpe da ginnastica con suola rigorosamente bianca, dopo aver scartato quelle che presentavano anche solo un inserto di colore scuro, poi mi accorgo, in un reparto dedicato, che ci sono quelle fatte ad hoc per le imprese dei natanti e che erano quelle che portavo in adolescenza non sapendo nulla, a parte il modello, allora come fino a ieri, della funzione per cui erano preposte.
    E poi d’un tratto, tra un capo impermeabile, cappelli, guanti antisfregamento e simulazioni d’immaginazione, mi sono resa conto che mi stavo calando nella parte, sul serio, anche se col “divertissement” dell’acquisto del dilettante, mi stavo immedesimando in un personaggio alieno ai miei schemi, e solo allora, dopo aver provato, valutato, confrontato prezzi e qualità, cercato tra prodotti in esaurimento e taglie che non c’erano, e colori di abbigliamento che non mi appartenevano, solo allora, dico, ho cominciato a sentire il soffio del vento…amico anche quello che spira contrario perché consente l’approdo in porti non attesi ma non privi di un’intrinseca necessità-ragione; poco alla volta, tutte le mie resistenze, fatte di ancoraggi alle solide, prevedibili e rassicuranti certezze, stavano cedendo il passo all’ignoto, ad una parte di me nascosta, da far paura. E’ difficile ammetterlo, ma è come se non volessi partire anche se ho sempre sperato e poi attuato tale intendimento, ben consapevole di essere una privilegiata rispetto a chi è al molo e attende di dover partire…chissà, un giorno.
    Buone vacanze a tutti

  4. Gentile Simone,
    che bella la tua storia. Che bella la tua scelta Un’otopia il tuo mondo…almeno per me ora. Ho da sempre sognato il mare. Figlia di un triestino che ha scelto il figlio sbagliato a cui proporre da piccoli scuola di vela. Troppo pigro il piccolo uomo di casa. Troppo insicuro per reggere l’incertezza del vento. Mentre la figlia femmina, spavalda, egogentrica era agli antipodi del rigore che la vita in barca ti può richiedere. E’ così la figlia femmina, che sognava il vento, il contatto con l’elemento che più adorava ha voluto rispondere alle aspettative: successi nella bella Milano, gratificazioni economiche per la ragazza che così tanto sì è impegnata stoicamente sui libri, modo di riempirsi la bocca. Ma quella piccola, egocentrica ragazza che nel cuore cercava solo libertà, serenità e verità alla fine c’è stata la scelta. Qualsiasi lavoro…ma vita. Qualsiasi rinuncia. Ma vita- Qualsiasi delusione. Ma vita. Quell’unico codice fiscale ha fatto uno scelta…seppur tardi conl’età che pone limiti oggettivi il “volli fortissimamente volli” sempre presente. La volontà è la chiave.
    Cob la speranza forte di non smentirmi.

  5. Esprime un concetto molto simile a questo post H. Laborit nell’Elogio della fuga, si vede che riflettendo sulle stesse cose si arriva alle stesse, solide conclusioni…ciao

  6. …..scorrevo le pagine di questo luogo amico, poco fa, preparandomi ad una notte di lavoro, ed ho letto ….” e ora scrivo, il motivo per cui sono nato. E navigo, per vivere, ma anche per non perdermi…”; per non perdermi……un cazzotto nello stomaco,…tre banalissime parole buttate là, ma quanto lavoro celano…..

  7. Desidero semplicemente il tuo autografo sulla mia copia del tuo romanzo, che adoro, e lo voglio pure sul quaderno del DS!!
    Secondo me questo passaggio dovrebbe far parte delle istruzioni l’uso per tutti quelli che decidono di andare in vacanza in barca a vela…anzi, lo incornicerei e appenderei in barca, alla buona vista di tutti!!!
    Buon relax e buon vento!!!

  8. bella la foto ma ancor di piu il posto, il nulla, nessuno e il mare.
    sensazione vissuta solo da chi ha visto la costa dalla barca.
    in culo alla balena per l’avaria, fara pure parte del “gioco” ma che girata di balle.
    bisous

  9. Foto fantastica, colori stupendi. Il brano lo conosco e sono sante parole. Ora me le stampo e me le tengo nell’agenda che porterò in vacanza. Ogni tanto me le rileggerò. Mi aiuteranno a fare chiarezza. Sopratutto sulla meta, che la mia personalmente non è ben definita. Se intendi la meta della vita. Io vivo il presente, e le mete stanno oltre. Comunque sia, ben vengano le piccole avarie! se i posti dove ci si ferma sono questi! Buon vento! :O)

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