Un paio di piccole crepe nella casa. Assestamento, direi, ma niente di grave. I muri di pietra che hanno fatto passare l’acqua in casa mia per tre anni, ora tengono. Il trattamento massiccio di silato silossanico ha dato i suoi frutti. Anche il bosco ha tenuto. Lo sto curando, togliendo il sottobosco, diradando gli alberi per farli diventare più grossi e forti. Anche questo ha giovato. La terra crolla per incuria, per mancanza di presidio. Un tempo gli uomini camminavano nel bosco, lo guardavano, capivano in anticipo.
Ad Aulla sembra invece che sia esplosa una bomba ad idrogeno. Scenario impressionante. Il letto del Magra, con tutti gli alberi rinsecchiti e piegati, fa venire in mente l’ira del soprannaturale. Invece è tutto naturale, e anche umano: le case che ho visto io, invase dal fango, sono a qualche decina di metri dall’ansa del fiume. E’ andata bene per tanti anni, l’altro ieri no. Non è così strano quando si costruiscono case sull’argine di un fiume.
Tante polemiche ieri. La giornalista che mi ha intervistato su SkyTG24 mi ha liquidato in quattro e quattr’otto quando ho detto che dissentivo dalle parole del Presidente della repubblica. “Il tributo che dobbiamo pagare ai cambiamenti climatici”, così definiva le vittime. Cambiamento climatico… Mah…
Chi sta per imbarcarsi per il ponte dei santi lo sa bene. Stiamo tutti guardando, da giorni, questa depressione atlantica. Ora il suo centro è sull’Islanda, 992hp. E’ profonda, ma niente di grave. Staziona da giorni su Inghilterra e Francia, e non è riuscita a passare verso di noi. Solo una propaggine, e guarda cos’ha fatto. Ma negli altri paesi non mi pare che abbia fatto disastri. E’ una depressione anomala in questa stagione? Affatto. La concentrazione di piogge sulla Val di Vara? E’ straordinaria, certo, ma possibile, non così assurda. Non è venuto un uragano tropicale, che da noi non è atteso, né un monsone di settimane. E’ piovuto in modo intensissimo per qualche ora su un totale piogge di circa 20 ore. C’entrerà forse anche il cambiamento climatico, ma poco…
Passando sulla strada, subito dopo Aulla, ho contato almeno una ventina di canali a bordo strada ripieni di terra. Con l’erba sopra, intendo, dunque non terra di riporto dell’alluvione. La via principale di Monterosso, come quella di Vernazza, sono un imbuto naturale. In caso di piogge l’ho vista spesso riempirsi d’acqua, anche dieci centimetri, e scorrere a mare. Non era imprevedibile che a forti piogge, anche anomale, sarebbe diventata un disastro. Quelle sono piccole valli, in cui si riversa l’acqua dei crinali. Non è venuto uno tsunami in una pianura senza fiumi, intendo, è solo accaduto quel che, tutto sommato, ragionandoci, non era impossibile che capitasse. Pensare prima, pre-vedere, immaginare contromisure preventive?
Per radio ho ascoltato che, secondo la stima di un soggetto istituzionale (non ho colto chi, purtroppo), per mettere in sicurezza il Paese servono 45 miliardi. Eccola qui la ripresa economica. C’è lavoro e PIL per anni. Magari anche con un grande accordo pubblico-privato, qualcosa che coinvolga tutti, non solo i soldi nostri. Un PIL che cresce ma produce roba buona, roba che serve. Quanto lavoro, quanta crescita ci sono in questo? E nella ricerca e nel finanziamento in strutture di monitoraggio meteo vere, sparse sul territorio? E nel recupero e ristrutturazione delle migliaia di borghi antichi italiani, prima che crollino e facciano vittime? E nel lavoro di pulizia dell’intero Paese, che ormai è una discarica a cielo aperto? E in quella dei fiumi e dei mari? E nel turismo e nell’indotto che ne derivano? Quando si parla di decrescita non si intende mica starsene seduti a non fare un cazzo… Si intende questo, cioè smettere di crescere in cose sbagliate, smettere di fare nuovo cemento ma ristrutturare quel che già c’è; smettere di stendere asfalto ma manutenere l’attuale; smettere di costruire centri commerciali per l’odiosa liturgia del consumo…
Ma va così. Anzi, così è andata nella splendida Val di Vara, dietro Spezia, dietro le splendide Cinque Terre. Dove vivo io.