Ombre lunghe su Renato Reis

 

Difficile la vita, per Renato Reis. La libertà è arrivata all’improvviso. Pensata da sempre, mai veramente pianificata. Quando un uomo parte troppo presto è facile che quello che desidera diventi il suo incubo. Il canarino che soffre fuori dalla gabbia, arriva a rimpiangerla. Nel bosco puoi nasconderti, o cadere in trappola. Se le ali non sono mai state utilizzate, possono sorreggerti in volo?

Scrivere di Renato fa fatica…. E’ e non è, so di lui e non so chi sia. Lo conosco lungo la strada, a volte troppo tardi e devo tornare indietro. Lo guardo spesso col volto di chi si fa domande. Il mare, Makaia,Gilda, Fabrizio, le persone che incontra… non sono in pochi a complicare il rebus della libertà. Quello che consentono, favoriscono, generano, può essere troppo. E poi Renato è forte sugli interrogativi. Quelli senza risposta.

Mi addormento la sera preoccupato per quello che gli accade. Mi sveglio e corro a tirarlo fuori dai guai. Non sempre ci riesco. Silvia è lontana, troppo spesso. Sarebbe essenziale il suo ordine mentale, la sua capacità di tagliare corto. Come può essere lontano chi amiamo! Neppure un estraneo, a volte, sa generare tanta solitudine.

Meno male che c’è il Tirreno settentrionale, il mare tra Canale di Sicilia, Tunisia e Sardegna. La Corsica, ancora, la Corsica amica… Meno male che c’è Macinaggio, Saint Florent, Portovenere. Sono casa, posti di cui conosco gli angoli, i segni sull’intonaco dei vecchi palazzi sfiorati con la mano quel giorno. I porti del Mediterraneo sono un breviario che so leggere, di cui ricordo la trama. Nei vicoli spezzini la tarda estate fa ancora sudare. Fa correre, fuggire. Ieri mi chiedevo: quanto so di questi luoghi, quanto immagino, quanto sto ricordando? Renato ha bisogno di aiuto nel dedalo della sua nuova vita…

A cosa sono disposti gli altri nella storia? Fin dove possono arrivare coi loro piani misteriosi? O forse dovrei dire nella realtà…? Scrivere un romanzo confonde tra finzione e vita. Certe storie più di altre. Certi personaggi più di chiunque. Quando arrivi a pensare di telefonare a Renato, per sentirlo, per sapere, forse per metterlo in guardia, vuol dire che non ci sei già più. Non sei più dove dovevi essere. Difficile spiegare che non si tratta di follia. Difficile spiegarlo a se stessi…

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153 pensieri su “Ombre lunghe su Renato Reis

  1. @ gallina che parla bene e razzola male, visto che accusa gli altri di riferirsi a lei in terza persona e poi fa altrettanto, C.V.D. Mia cara, la tua coda si dimena a velocità elevatissima, al punto che crei pericolosissime correnti d’aria: di questo passo ci buscheremo tutti un raffreddore.

    @ Perotti, ognuno ha gli interlocutori che si merita: visto che non sono tra i tuoi interlocutori, non vedo di che ti lamenti; del resto, visti quelli con cui ti trovi a tuo agio, ho di che rallegrarmene moltissimo. Continua pure a fare il cavalier servente delle galline azzoppate che zompettano nell’aia e non sanno difendersi da sole e non preoccuparti per me.

    @ Filippo, la gelosia è per le mezze calzette. Non mi appartiene. Non bastasse, il Perotti è fidanzato e io sono sposata.

    • cavalier servente lo dici a tuo marito e non a me, Silver. come ti ho già detto, vedi di evitare i tuoi epiteti. è la centesima volta che te lo dico. poi non stupirti se un giorno smetto di pubblicarti. tu hai diritto di fare quello che vuoi, sotto la tua responsabilità. Io anche. Soprattutto qui che è casa mia. Non è detta e non è dovuta la pazienza infinita che ci vuole da parte di tutti nel leggere le tue sbrodolate arroganti e aggressive indirizzate a trecentosessanta gradi.

  2. Simone, ho riflettuto circa la tua richiesta di riportarti (almeno i 3 + gravi) insulti ricevuti nel tuo spazio. Voglio credere che tu non li ricorda in quanto, come affermi, non leggi tutti i commenti parola per parola; se è così, non chiedermi di essere delatrice: è un ruolo che non mi appartiene. Riservami fiducia e ritieni sufficiente la mia asserzione di essere stata oggetto di quanto affermo. Proporrei, se sei d’accordo, di chiudere qui la spiacevole questione.

    Circa gli ultimi commenti stracolmi di esternazioni farneticanti della solita, unica, persona – che è palese non stia bene e viva un profondo malessere interiore – non ho replicato e non intendo farlo. Sarebbe un abbassarmi a livelli tanto infimi quanto deleteri.
    Non è il sentirmi dare della gallina né della pollastra o altri …edificanti epiteti che mi può colpire (mi fa sorridere); mi disturba, invece, la codardia che la stessa usa nel non rivolgersi in forma diretta a me, ma di girarci intorno come una vipera che sputa veleno a destra e a manca aggrovigliandosi nelle sue stesse spire; per poi doversi “umiliare” a chiedere scusa, nel tentativo di districarsene…

    Al fine di evitare tanto trash nel tuo encomiabile spazio, ti rinnovo, Simone, l’idea di introdurre le norme standard di netiquette, ormai diffuse in quasi tutti i blog, forum ecc., con l’invito, rivolto a TUTTI, di attenersi a esse nell’esprimere ogni proprio commento.

    Intanto io prometto che eviterò odiose spocchiosità (ammetto che siano da ritenersi tali) che, anch’esse, in realtà non mi appartengono ma, mio malgrado, mi sono spesso necessarie per replicare, con lo stesso tono, alle numerose critiche (e non è vittimismo… è un dato oggettivo) degli altrettanto spocchiosi che vogliono far passare me per maestrina di vita (??!!) dispensando le LORO perle di saggezza…

    Infine, l’unica cosa che veramente mi interessa: Renato ha poi trovato aiuti nel dedalo della sua nuova vita?…

    • l’ho fatto sara. ma vedo che non ricevo alcun rispetto delle regole che ho dato. Apprezzo il fatto che anche tu eviti le polemiche, cosa che in passato non hai fatto. Non servono a nulla. Qui se uno ha qualcosa da dire lo dice e basta, senza troppo bisticciare, che è cosa da gente che ha o molto tempo da buttare, o nulla di meglio da fare, o poco equilibrio.

      Renato è nei guai, nel frattempo… Guai seri…

      ciao.
      s.

  3. A me di quello che ti piace o non ti piace non me ne frega una mazza, Perotti: mica devo compiacerti per forza, non ho inclinazioni da geisha e non devo rimorchiarti; non sono manco il tuo tipo, ormai è assodato. Di slinguazzate te ne dà a sufficienza “lingua pendula”, per altro, sei tutto sbavicchiato, peggio di una lumaca, nel caso non te ne fossi accorto. Che non ti piaccia il mio modo di esprimermi si era capito e temo sia affar tuo, non mi riguarda proprio. Non ho voglia di frequentare un corso di comunicazione per avere a che fare con te, te l’ho già detto. Vale a dire che la pollastra nel tuo blog c’è già e non ho intenzione di farla anch’io. Se vuoi faccio la faraona, mi ispira di più della pollastra o gallina che dir si voglia.

    • non mi piace chi dà della gallina a qualcun altro. Mi piace chi critica, ma senza bisogno di esprimersi così. Il blog è il mio e questo dico. Oltre a dirlo vorrei anche, se non dispiace, che venisse rispettato questo schema. Non perché lo dici tu. Ma perché tu lo dici.

  4. Valentino, detesto le cose appiccicate sui muri e sul frigo: la mia cucina non somiglia a quelle della pubblicità e me ne vanto.

    Questione citazioni: il bello delle citazioni è che racchiudono perle di verità parziale, quindi più o meno condivisibili; nessuno, spero, le considera oro colato, tranne i credenti che nella Bibbia sono riusciti a trovarci di tutto e di più; come nelle canzoni dei Beatles e di Battisti, insomma.

    Sul resto, dico solo che l’olezzo da pollaio sta ammorbando l’aria, grazie ad una gallina in particolare che si atteggia a pavone.

  5. @ Simone, confermo e mi prendo la responsabilità di quanto ho asserito: ho ricevuto in questo tuo spazio, insulti e minacce; mi spiace tu non “ricordi”; ricordo io (se credi te li riporto, firmati, ma non mi parrebbe il caso…)

    @ Dona: finalmente una tua esposizione ben ARGOMENTATA. L’ho letta e riletta e me ne sono piacevolmente saziata.
    E, in quanto da te ben esposto, ho trovato più punti sui quali concordo:
    Simone è parecchio lontano dalla mia filosofia di vita, ma, anch’io, come te e per le stesse tue ragioni, serbo per lui particolare stima e apprezzamento.
    Concordo anche nel tuo dire che non è mica tanto bello dire che l’uso delle citazioni serve ad andare incontro a chi altrimenti non è in grado di comprendere, ma la mia sfortunata esternazione è da considerarsi solo in risposta alle provocazioni (leggi “offese”) di Amina (…e dare dell'”eterna vittima incompresa” a qualcuno è bello?…).

    Concordo meno sul tuo dire che la fame di sapere non si sazia nei libri ma nella vita…; guardati intorno: di cosa possiamo saziarci nel contesto di vita attuale che stiamo vivendo…? di cosa??: violenza, devastazioni, irresponsabilità, maleducazione, dissennattezza, incomunicabilità, cattiveria, aggressività… devo continuare?

    Sappimi sinceramente dispiaciuta dei problemi seri che stai affrontando in questo periodo, magari anch’io ne ho, però, a differenza di te, io non mi “perdo” tra le pagine dei libri, ma, al contrario, mi ritrovo. E, credimi, è un bel ritrovarmi: affronto meglio i problemi e li risolvo.

    • invece vorrei leggerli sara. ti ricordi i tre più gravi? io non leggo tutto tutto fino all’ultima parola, e mi spiacerebbe essermi perso qualcosa che dovrei moderare. mandameli. io poi magari posso anche non ripubblicare quel che mi scrivi, ma almeno lo leggo.

  6. @ Amina: che adesso tu mi dica ciò che io devo scrivere per permettere a te di capire… mi pare davvero troppo!
    Io “eterna vittima incompresa”??!! Ma VAFFA! Non è un'”offesa”…, non fraintedere, è solo l’acronimo di Vai A Fare Festa Amina!

    @ Simone caro, scrivi che ognuno qui, se non offende nessuno, può dire quello che vuole, ma, vedi, l’offesa è più soggettiva che oggettiva: io, “vittima incompresa” (!) in questo tuo spazio ho ricevuto insulti, minacce, derisioni e quant’altro (altro che offese!) ma tu non sei mai intervenuto (tranne in un tuo certo post – e tu sai di quale parlo – da te rimosso poco dopo averlo pubblicato, e che forse ho letto solo io).
    Personalmente mi sono fatta scivolare addosso ogni attacco (leggi “offesa”)ricevuto, ma animi, i più sensibili, sentendosi tanto “incompresi”, avrebbero potuto, o potrebbero, se la cosa persistesse, anche deprimersi e pensare al gesto estremo…
    Quindi, fossi in te, non inciterei, coloro che non sanno che provocare (senza MAI argomentare), a non farsi scrupoli…
    Inviterei piuttosto al sereno confronto, moderato e rispettoso, sempre e comunque, senza MAI ledere la DIGNITA’ dell’altro.

    • sara non ricordo di insulti o minacce… sarei intervenuto. ognuno, al di là di insulti o minacce che non ho visto, si difende da sé ed è responsabile delle sue affermazioni. ciao!

  7. @ Simone: se pensi che la discussione abbia bisogno di un taglio, evita pure di pubblicare perché non è così importante alla fine 🙂

    Si parlava di “chi sono io”, quindi per forza di cose si diventa autoreferenziali e a volte, cercando di essere chiari, si prova a ripetere un concetto con parole diverse (ma sempre proprie perché dubito che uno scrittore per quanto bravo possa conoscerci al punto da descriverci a pennello).
    Sulla presunzione boh? non so. Non mi metto al livello dei grandi ma ascolto le parole di Amina, Pinco Pallino, Sara, Marco, Giovanni e di chiunque altro con la stessa attenzione e voglia di comprendere. Perciò siamo tutti sullo stesso piano, a parole. Ma alla fine, ciò che conta sono i fatti. Vendiamo tutti parole, chi più e chi meno bene, solo che lasciano il tempo che trovano. Le azioni sono i segni concreti. Ecco perché apprezzo Simone Perotti pur non essendo necessariamente sempre d’accordo. Lui prima fa e poi racconta, e ammette che ci si può contraddire e cambiare idea. Ammette di essere soprattutto un essere umano, a discapito di chi vorrebbe eleggerlo a guida spirituale o guru 😉
    Quando si dice che l’uso delle citazioni serve ad andare in contro a chi altrimenti non è in grado di comprendere, beh!, non è mica tanto bello? Magari la persona avrebbe capito meglio senza una citazione che, estrapolata dal contesto, può significare sia X che Y… o no? 😉
    La fame di sapere non si sazia nei libri, quelli sono il contorno alla portata principale che è la vita che sperimentiamo sulla nostra pelle, buona o cattiva che sia, bella o brutta. Il mondo è bello proprio perché è “avariato”.
    I libri un po’ ci ingannano: quando leggiamo un romanzo o un saggio o un trattato di filosofia ci sembra tutto bello, ci sentiamo bravi, scegliamo tra i “personaggi” quello più nobile perché siamo VERAMENTE convinti che ci assomigli.
    In effetti assomiglia all’immagine che vorremmo essere, come guardare una nostra fotografia e dire “no, sono venuta male, io non sono così grassa (o brutta o storta etc)”. Ma la foto dice la verità, siamo noi che ci illudiamo di essere migliori 🙂

    Forse la mia visione così “terra terra” deriva dal fatto che devo pensare a problemi un po’ più seri in questo periodo, e le dissertazioni filosofiche mi appaiono un bel diversivo per riempire il tempo. Pensare che in passato, quando la vita era facile, mi perdevo anche io così tanto tra le pagine dei libri 🙂

  8. @Sara, ahité! Se avessi usato parole tue per esprimere lo stesso concetto di Shakespeare, probabilmente avrei capito da subito che parlavi dell’amore…
    Oppure bastava che tu non TAGLIASSI la parola AMORE dal sonetto che tanto ami.
    E comunque un atteggiamento da eterna vittima incompresa non ha mai aiutato nessuno.

    @Simone, Dona, tutti: leggo da poco questo blog e non conoscevo le diatribe che hanno animato gli ultimi post. Né conoscevo gli autori, di tali diatribe.
    In futuro sarò più accorta, promesso.

    • Amina tranquilla. Qui viene tanta gente, migliaia al giorno. I temi son sentiti, caldi, per tutti. Qualcuno ogni tanto si prende un po’ di petto per i motivi più vari. E’ normale quando si comunica. Le idee sono tante, diverse… qui c’è gente di sinistra, di destra, omosessuali, eterosessuali, della juve, del milan, ricchi, poveri, che hanno già cambiato, che cambieranno. Insomma, ognuno qui, se non offende nessuno, può dire quello che vuole. Dunque non farti scrupoli.
      ciao!

  9. @ Dona (@ Amina)INFINE…
    Ancora sulle citazioni: vedi Dona, se, invece della lunga esposizione, nella quale, permettimelo, ripeti e ripeti e ripeti ciò che tu sei, ponendo te stessa sullo stesso piano dei “grandi” autori citati post fa (sigh! “leggermente” presuntuosetta…) avessi, mooooolto sinteticamente, usato SOLO la significativa citazione finale, saresti stata molto più incisiva ed esaustiva (ecco l’utilità delle citazioni).

    Per quanto mi riguarda chiudo qui la questione, in quanto vedo che il confronto, posto nei termini di attacco e difesa usati da te e Amina, è sterile, non sazia la mia fame di apprendimento e arricchimento. Peccato, se aveste invece usato ARGOMENTI avrei gradito intensamente seguirli.

  10. @ Amina: ahimé! ho, erroneamente, dato per scontata la tua consocenza del noto sonetto 116 di Shakespeare, a me molto caro…
    Se lo conoscessi sapresti bene che il faro irremovibile è l’Amore; e un Io autentico se non è intriso d’Amore che Io è? (era implicito, mi spiace tu non l’abbia colto).

    @ Dona A volte le citazioni sono utili, sintetizzano certi concetti che non tutti sanno cogliere al volo…

  11. Immagino di non essermi spiegata bene, e in questo sicuramente c’è una mia mancanza.
    Il mio modo di essere è completamente sganciato da teorie, parole, libri e filosofie varie. Sono quello che mi capita di essere ogni giorno, oggi più che in passato visto che aver fatto DS mi ha cambiato un sacco di priorità.
    A me hanno sempre fatto un certo “effetto” strano le persone che per spiegare qualcosa usano citazioni: è come se citare qualcun altro si cerchi di dare più autorevolezza al proprio pensiero.
    Se un Pinco Pallino anonimo e qualsiasi dice X nessuno gli dà credito, se la stessa X viene tirata fuori da un filosofo o suo collega allora X diventa importante.
    Non so, generalmente quando incontro persone piene di “citazioni” (non in tribunale) la prima cosa che mi viene da dir loro è “dillo con parole tue, non mi interessa cosa abbia detto Osho o Kant o Gesù o Fabio Volo”.
    I libri e le relative teorie (dopo anni e anni passati a sfogliarli in cerca di risposte) sono uno dei 3 modi migliori per passare il tempo: gli altri due sono il bricolage e il sesso (in ordine sparso).
    Non sono immutabile, ma cambio ogni giorno in peggio secondo gli standard, e perdo i petali per strada. Ma come la coda della lucertola, per mia fortuna ricrescono 🙂
    Le critiche mi scivolano addosso perché da sempre sono al di fuori degli schemi, quindi mi sono sempre trovata a essere considerata come quella “sbagliata” nei vari contesti. Però quelli che hanno provato a insegnarmi a vivere non hanno avuto un futuro con me 🙂
    E mi concedo il paradosso di una citazione, a contraddire tutto il mio discorso sul dirlo con parole proprie 😉 : “ci sedemmo dalla parte del torto perché tutti gli altri posti erano occupati”

  12. Rispedisco al mittente:
    “Non so perché tu sia così permalosa e refrattaria alle osservazioni che contrastano le tue convinzioni. Cosa c’è di sbagliato se qualcuno ti mette in discussione o mette in discussione le tue certezze?”

    il concetto di cui sopra è un tuo… petalo, non è roba mia.
    Io sono AFFAMATA di sereni confronti, di critiche, se costruttive, di tutto quanto possa aiutarmi a migliorare. Io, che quale unica mia certezza, al momento, ho “solo” i miei VALORI: probabilmente diversi dai tuoi.

  13. Mah, non so, a me l’idea di essere un faro irremovibile non attira per nulla.
    Nemmeno se è Shakespeare a dirlo. O Buddha, o Sara…

    Ma non mi fraintendete,eh? Non ho assolutamente nulla contro voi tre, sia chiaro 😉

  14. Prego Amina; gli stessi autori, che a te fanno vivere serenamente la tua molteplicità, stanno piacevolmente accompagnando me nel cammino verso il mio centro, il mio nucleo, l’essenza di me spogliata da ogni superflua sovrastruttura impostami nel percorso della vita, fin qui vissuta.

    La mia meta è arrivare alla mia essenza, al mio centro, al mio Io AUTENTICO: “un faro irremovibile che mira la tempesta e MAI ne viene scosso” (Shakespeare).

  15. PS: io già da un po’ ho smesso di prendermi sul serio e di annegare in pensieri profondi, anche a rischio di sembrare deficiente spesso e volentieri. Invece sono soltanto diventata più vecchia e saggia 😀

  16. Sara, Sara, Sara, piccola e permalosa, c’è differenza tra ridere e deridere. Ridevo non di te ma del significato della tua ultima frase, come a dire “poveri stolti che non prestate fede ai grandi del passato”.
    Ripeto, cara Sara, leggo e ascolto, ma non racchiudo la mia vita nelle parole degli altri. Posso prendere spunto per i pensieri, ma non seguo maestri né guru. Le parole confortano in alcuni momenti, ma poi la vita è fuori dalle pagine.
    E ho passato anni a cercare risposte nei libri, e ce n’erano tanti che parlavano benissimo e sembravano fatti apposta per me. Ma mi sono resa conto che spesso le parole che più ci piacciono rispecchiano ciò che vorremmo essere e che non necessariamente siamo. La nostra immagine (quella che abbiamo di noi stessi) non sempre corrisponde alla nostra vera essenza.
    Non so perché tu sia così permalosa e refrattaria alle osservazioni che contrastano le tue convinzioni. Cosa c’è di sbagliato se qualcuno ti mette in discussione o mette in discussione le tue certezze?
    Belle le parole dei tuoi filosofi, ma mi spiace per me non sono la Bibbia né scienza esatta. Sono parole, meditate e pensate quanto vuoi, ma non sono la mia vita né la mia essenza. Sono autoreferenziale o egocentrica? Penso proprio di sì ma non è grave né socialmente pericoloso 😉
    Ripeto, non derido te né nessun altro. Rido della solennità che spesso diamo a parole che sono soltanto chiacchiere.
    Buona notte o buona giornata (a seconda dell’ora di pubblicazione del messaggio)

  17. @Sara, gli autori che citi hanno avuto una grandissima influenza, nella mia vita, per riuscire a farmi vivere serenamente la molteplicità, quindi grazie per averne parlato.

  18. Contenta per tua risata mattutina cara Dona; siamo diverse: tu deridi chi non la pensa come te(e mi pare becero il farlo) io invece leggendo (=ascoltando attivamente, senza pre-giudizio) il commento di Amina, i tuoi e quelli di altri, rifletto, elaboro, confronto i rispettivi pensieri con serenità, serietà (visto l’argomento), e temperanza; infine, magari, IO, che non sono “immutabile” (come mi sembra sia invece tu, altro che petali variegati!), muto la mia rotta…

  19. @ Amina, Dona. Aggiungo: non avete mai sentito parlare d “centralità dell’Io”, di Nucleo, di Essenza? (da dove poi possono partire tutti i “petali variegati” immaginabili…).
    Ma un cuore, un centro, un’ancora che tenga salda la barca affinché non vaghi per i mari in tempesta allorché chi è al timone senta il bisogno di fermarsi in un “porto sicuro” e rivedere la rotta…?

    Aggiungo anche: rispettabilissimo il Donapensiero… mi ero complimentata con lei qualche post fa per la bellezza di una sua riflessione.

  20. @Sara: cominciare la giornata con una bella risata fa bene al sangue e all’umore 🙂
    Detto questo, non rinnego alcuna teoria, ho letto tante cose ma non ho racchiuso la mia vita o il mio essere in nessuna teoria o parola.
    Hai citato tutti autori universalmente riconosciuti per opere e pensieri e figurati se mi metto a contestarli. Ma erano esseri umani come me, che hanno teorizzato cose che hanno valore esattamente come il contrario. Per ogni filosofo che afferma X troverai un filosofo che teorizza il contrario. E tu sceglierai la teoria che ti piace di più, che trovi più affine al tuo essere.
    Io non filosofizzo né teorizzo, leggo e mi informo e faccio le mie scelte autonome. Sfoglio i miei petali e i libri che ho sugli scaffali, senza alcun pregiudizio.
    Ricordando sempre che gli autori sono esseri umani e quindi fallibili esattamente come me 🙂
    Soprattutto esco dai libri e vivo la vita come viene 😉
    Buona giornata

  21. @ Amina (@Dona) Se rinnegate pagine e pagine di letteratura, poesia, filosofia, psicologia, psicanalisi, religione…, se rinnegate il pensiero di autori come Pirandello, Svevo, Leopardi, Merini, Zanzotto, Kant, Nice, Freud, Winnicott, Sant’Agostino e tanti altri, che hanno scritto capolavori sulle “molteplicità dell’Io”, e volete ridurre le tesi di tali “grandi” ai “petali di rosa variegati” del “Donapensiero” va bene così, fate pure, prego…

  22. Oggi ho trovato la risposta.

    Era così semplice. Così vicina a me.

    La cercavo nei libri, negli occhi dei sapienti, nelle parole dei maestri.

    E invece era lì, a portata di mano.

    Bacionotte, naviganti.

    Carla

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