@RED
Bellissimo ZAFFERANAMI,la trovo di una poesia infinita. faccio un ordine anche io. E vada anche per la scuola di puttane sù, che male c’è,impara l’arte… 🙂
Ero indecisa sul replicare o meno poichè è na vita che mi scontro su questa apparente opposizione individualismo VS interesse della collettività e mi fici pirsuasa che è un fatto di opinione e va bene così.
Pero mi piace ragionare…
Tu dici
“Per definizione quando ti scollochi per “mangiare” hai necessità di recuperare denaro in un ambiente che agisce in economia di mercato (cioè nel sistema)”
Secondo me la vera uscita dal sistema non è emanciparsi dal mercato,ma comprare con un criterio diverso da quello che vorrebbe il sistema :il bisogno indotto, la disinformazione, lo status,far leva sulle paure con la rassicurazione di un logo.
Quando io non seguo queste logiche sono fuori sistema pur accedendo al mercato.
Per mangiare “mi limito” a rispondere alle mie esigenze, anche di gola e capriccio (non sono mica na martire!!)autoproducendo o comprando basic con i limiti e i regali che la natura impone. Compro no logo perchè ho il tempo di leggere le etichette invece di “fidarmi” del logo.Consumiamo il pane fatto in casa con tutte le sue varianti che so fare e basta, o a limite compro un filone acqua e farina, invece di avere la casa piena di crackers, crostini , grissini, schiacciatine, minchiatine…così per i biscotti, la pasta,i dolci….il latte? quello più vicino a messina, senza star lì a cercare omega tre che trovo nei sauri pescati qua di fronte a 5 euro Kg (quando mio marito non ha il culo di pescarli). le mie figlie sono alte e hanno le gote rosa, pure senza “vitamine dalla A alla Z” o taurina o vitamina pro-minchiettina che sia! Detestano la coca cola e sono in grado di farsi una pizza divertendosi tutto un pomeriggio e tutta la sera,anzicchè aspettare pigramente davanti la TV che qualcuno bussi alla porta e pagare 8 euro una pizza fatta con ingredienti da 80 cent.
Per me questo è essere FUORI SISTEMA e DENTRO LA VITA il mio contributo alla collettività? l’esempio, rispetto l’ambiente.
Riguardo al secondo punto dove tu dici:
“Guarda non è un problema di non dare soddisfazione ma quello di far emergere e cercare di risolvere i problemi collettivamente. Individualmente, ripeto, è una soluzione solo per i piu’ bravi e con risorse disponibili.”
Il mio motto è “l’unica cosa che puoi fare per il mondo è migliorare te stesso” sperando che gli altri facciano lo stesso. Quando mi si accusa di pensare solo al mio orticello, rispondo che se lo facessero pure i miei vicini (anche con la mia collaborazione e aiuto) sarebbe tutto un grande orto…la collettività? Quel più della somma delle parti che attualmente non c’è.
Parlo così perchè sono “tra i più bravi”? mmmmm….interessante, sai che è un bel quesito questo della bravura?….ci penserò, attiviamo una discussione su questo: che bravura ci vuole? quale capacità? quale talento?
SIMONEEEEE……
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Bene. La Spagna va a puttane. Noi seguiamo a breve. Abbiamo avuto l’esempio dall’alto, anzi, dal nano.
@RED
Bellissimo ZAFFERANAMI,la trovo di una poesia infinita. faccio un ordine anche io. E vada anche per la scuola di puttane sù, che male c’è,impara l’arte… 🙂
Grazie della condivisione,ci stava tutta
@ giulio
Ero indecisa sul replicare o meno poichè è na vita che mi scontro su questa apparente opposizione individualismo VS interesse della collettività e mi fici pirsuasa che è un fatto di opinione e va bene così.
Pero mi piace ragionare…
Tu dici
“Per definizione quando ti scollochi per “mangiare” hai necessità di recuperare denaro in un ambiente che agisce in economia di mercato (cioè nel sistema)”
Secondo me la vera uscita dal sistema non è emanciparsi dal mercato,ma comprare con un criterio diverso da quello che vorrebbe il sistema :il bisogno indotto, la disinformazione, lo status,far leva sulle paure con la rassicurazione di un logo.
Quando io non seguo queste logiche sono fuori sistema pur accedendo al mercato.
Per mangiare “mi limito” a rispondere alle mie esigenze, anche di gola e capriccio (non sono mica na martire!!)autoproducendo o comprando basic con i limiti e i regali che la natura impone. Compro no logo perchè ho il tempo di leggere le etichette invece di “fidarmi” del logo.Consumiamo il pane fatto in casa con tutte le sue varianti che so fare e basta, o a limite compro un filone acqua e farina, invece di avere la casa piena di crackers, crostini , grissini, schiacciatine, minchiatine…così per i biscotti, la pasta,i dolci….il latte? quello più vicino a messina, senza star lì a cercare omega tre che trovo nei sauri pescati qua di fronte a 5 euro Kg (quando mio marito non ha il culo di pescarli). le mie figlie sono alte e hanno le gote rosa, pure senza “vitamine dalla A alla Z” o taurina o vitamina pro-minchiettina che sia! Detestano la coca cola e sono in grado di farsi una pizza divertendosi tutto un pomeriggio e tutta la sera,anzicchè aspettare pigramente davanti la TV che qualcuno bussi alla porta e pagare 8 euro una pizza fatta con ingredienti da 80 cent.
Per me questo è essere FUORI SISTEMA e DENTRO LA VITA il mio contributo alla collettività? l’esempio, rispetto l’ambiente.
Riguardo al secondo punto dove tu dici:
“Guarda non è un problema di non dare soddisfazione ma quello di far emergere e cercare di risolvere i problemi collettivamente. Individualmente, ripeto, è una soluzione solo per i piu’ bravi e con risorse disponibili.”
Il mio motto è “l’unica cosa che puoi fare per il mondo è migliorare te stesso” sperando che gli altri facciano lo stesso. Quando mi si accusa di pensare solo al mio orticello, rispondo che se lo facessero pure i miei vicini (anche con la mia collaborazione e aiuto) sarebbe tutto un grande orto…la collettività? Quel più della somma delle parti che attualmente non c’è.
Parlo così perchè sono “tra i più bravi”? mmmmm….interessante, sai che è un bel quesito questo della bravura?….ci penserò, attiviamo una discussione su questo: che bravura ci vuole? quale capacità? quale talento?
SIMONEEEEE……