Confine

Pantelleria

Pantelleria, 36°49.969’N – 11°56.126’E – Seconda settimana di navigazione

Isola solitaria, alta, aspra, nera, magnetica. Pantelleria, scoglio duro e ruvido del sud Mediterraneo. Siamo qui, al “Porto Nuovo”, un recesso sgangherato la cui unica dote è quella di costituire un riparo. Qualcuno si lamenta, fa caldo, il punto del nostro approdo non è ameno. E’ vero…

Abbiamo navigato per quasi 600 miglia, dal punto più settentrionale del Mediterraneo, per arrivare quaggiù, quasi nel Golfo della Sirte, luogo di confine delle anime salve e delle anime morte, dunque luogo per marinai. Al nostro arrivo era già salito il Maestro, dopo giorni di Ostro. Tempo di trovare un ridosso, proteggerci dalle raffiche in crescita, e il mare ci ha divisi. Due barche hanno fatto rotta per il Porto dietro l’Isola (una piccola rada a sud) e una per Scauri. La notte, senza sapere dove fossimo, abbiamo sopportato il “saluto dell’isola del vento”, con raffiche a 40 nodi, la barca che brandeggiava come un felino in catene, il rischio di “spedare” e trovarci in mare aperto. Notte da marinai, trascorsa sul ponte, senza dormire, come quelle che agitano i miei sogni invernali.

Stamattina in porto, a cercare un posto dove sostare. Domani è previsto molto vento, difficile un’altra notte per le cale minime e senza pietà. Il rosa delle bouganville, il bianco dei dammusi, la pietra nera, hanno stimolato i discorsi a piccoli gruppi, in coperta, mentre guadagnavamo l’imboccatura contro vento. Ora siamo qui. Non è ameno, certo. Ma ci siamo arrivati. Certe isole hanno approdi difficili, perché l’anima hameno bisogno di semplicità del corpo. Non era questo, in fondo, quello che stavamo cercando? Io sì…

Il confine. Oltre tutto cambia, tutto può essere altro. L’oltre e l’altro sono parte del “di qua”. E noi, qui, siamo sul ciglio. Un marinaio in polo e braghette che prende la mia cima all’arrivo, aggiungerebbe qualcosa? Il comodo e lussuoso bar del porto mi farebbe migliore? Il calore, qui quasi parossistico, toglie qualcosa di vero alla mia vita? Altrove, al di qua, sarebbe meglio, più semplice, più interessante? Di fronte a Faamu-Sami c’è una vecchia barca in disarmo, alata sua due trespoli, fuori dall’acqua. Ci vivono due tedeschi, parenti prossimi dei nomadi di terra. Fumano una sigaretta all’ombra, parlano di chissà cosa. Sono qui da quanto tempo? Quanto tempo fa hanno oltrepassato il confine?

Guardo l’isola, che attende un’altra manata del vento. Sembra assorta. I fichi d’india la guarniscono come una collana di spine. Pungono e abbelliscono. L’ameno ha sempre due facce, quella del già noto e quella del semplice. Per chi cerca complessità e sogno, confini da oltrepassare e Mediterraneo, c’è sempre Pantelleria.

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6 pensieri su “Confine

  1. Ciao Simone,

    stupenda Pantelleria, puro Mediterraneo…d’Agosto poi la Festa del Passito è imperdibile…

    Ti invio alcuni brani della conferenza stampa di Alex Swatzer, atleta italiano pescato positivo all’antidoping.
    Dalle sue parole emerge la disperazione del vivere una vita diversa da quella più adatta a lui, sotto pressione continua e con sacrifici enormi.Una vita dalla quale però non riusciva a staccarsi per non deludere le aspettative di coloro che lo circondavano.
    Chissa’ se la squalifica non si riveli la cosa migliore che gli potesse capitare..

    Buon vento!

    In 18 mesi si possono saltare due controlli di doping. Io non ne ho saltato uno. Ho aperto. Ho fatto il controllo dove sapevo che ero positivo. Non vedevo l’ora che finiva tutto. Io adesso sono molto dispiaciuto perché ho buttato tutto. Ma sono anche contento che è finita, forse ora posso iniziare una vita nuova

    Io non sono fatto per imbrogliare, quindi psicologicamente e moralmente non ce l’ho fatta. Bastava che dicevo a mia madre di non aprire al controllo, sarebbe stato solo un controllo mancato. Ma non ce l’ho fatta. Se anche avessi fatto una cosa del genere non sarei comunque andato alle Olimpiadi perché in questo periodo non ho mai trovato la forza di farlo

    Voglio un lavoro che mi soddisfi e voglio tornare a casa e trovare la mia fidanzata, non solo una volta al mese. Voglio vedere i miei genitori più di due volte all’anno. Non avete idea del sacrificio. Io non ho voglia di essere giudicato per ogni singola competizione, come non volevo essere osannato quando vincevo”

  2. Sai cosa mi piace della natura? Che se ne fotte di noi. Sì, proprio detta così, fuori dai denti. E’ splendida, imperturbabile, crudele o magnanima. Ma così come le va, senza avere riguardo per ciò che sono i nostri desideri o aspirazioni.
    E’ natura nella sua immensità e non possiamo farci niente. Non potremo farci niente. E se ne fotte del comandante e del suo equipaggio e del vento troppo forte o troppo debole e del loro giro.
    E se ne fotte dell’alpinista e dei suoi scarponi, con il vento e la grandine che sbattono e si deve star fermi lì ad aspettare.
    La natura è bella perché a volte ci impone di aspettare e spesso non sappiamo più come si fa.
    Sto trasformando il mio mini-balcone in una terrazza sulle montagne. Ho preso un pezzetto di legno e cercavo ispirazione per una scritta da appendere lì fuori. Sai cosa? Alla fine ho solo scritto “Sit & Relax”, perché è quello che spesso dobbiamo fare.

    PS: Non so se in quel paradiso terrestre vi giungono notizie del mondo terreno. C’è stato un atleta italiano pescato dai controlli anti-doping. Quando sbarcherai e avrai un po’ di tempo, prova a cercare la registrazione della sua conferenza stampa di stamattina. Secondo me c’entra tanto con le sensazioni che portano (in un modo o nell’altro) al downshifting.

    • Francesco e Dona: sì, ho letto. ho provato grande pietà. Capisco, ma capisco anche l’assurdità. Mi è molto piaciuto il commento della sua compagna. Un’atleta vera, che non perdona, anche se ama. ci sono cose a cui occorre dire no. Ricordavo proprio oggi quando una volta mi è capitato di poter dire sì a un ricatto, anche piacevole, che mi venne fatto. la posta in gioco era altissima. dissi no. vivo da sempre col piacere di quel no nel cuore. uomini liberi, siamo uomini liberi. Amici di tutti, schiavi di nessuno.

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