Sogni…

Domani, giovedì 15 novembre, ore 21.15, su RAI 5

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73 pensieri su “Sogni…

  1. Sento la tua energia. Mi piacerebbe conoscerti di persona.
    Voi penserete solo ciò di cui potrete assumervi la responsabilità agendo.
    Dietrich Boonhoeffer

  2. ciao Simone, ho visto la puntata. Hai i riferimenti di Silvio? Lui è di Padova, se ho ben compreso.
    buona domenica
    ho letto dalle tue risposte ai commenti, una risposta un pò polemica: ma è sufficiente avere un buon soggetto per pensare di poter fare un buon programma? Mah! ho qualche ragionevole dubbio.
    ciao

    • paola ricordati quel che diceva Silvio nel programma: “non avevo neppure fatto l’accademia, figurati se prendevano me… ma sono andato al provino”. Niente alibi. lasciamoci sconfiggere dalle cose reali, se dobbiamo capitolare. non sconfiggiamoci da soli. Siamo più bravi di quello che ci dicono, di quello che pensiamo. Abbiamo potenzialità enormi, tutte da tirare fuori. Basta dubitare, basta sospettare, basta credere che sia impossibile, basta sconfiggerci prima di partire. Basta. Adesso, non fra un po’. Adesso. Moriremo a 90 anni, non cambia nulla. Ma proviamoci porco mondo! Forza. Ogni giorni migliaia di persone hanno buone idee e vanno avanti, sulla strada del loro sogno. Entriamo in quel gruppo. Miglioriamo la società smettendo di essere proprio noi peggiori.

  3. Ciao Simone
    Bello il contrasto tra il pudore pacato di Silvio e l’energica sicurezza di Farinetti nel raccontare il loro sogno. E nell’amare il cammino, tutto il cammino, che hanno fatto per raggiungerlo. Ribadisco quanto ti dissi all’epoca di 7 Mosse: Farinetti ha qualcosa da dire. Vale la pena ascoltarlo, il resto è noia.
    Mi congratulo, Simone, per come ancora tu abbia voglia di spiegare e spiegarti, anno dopo anno. Stai dimostrando una pazienza notevole.
    Grazie,
    Donata

    • grazie donata. tanta pazienza, sì… bello però. essere pazienti è molto meglio che spazientirsi. non si perde quasi niente. il contrasto che noti tra silvio e oscar era esattamente il concept della puntata: due entrate diverse per lo stesso obiettivo. ciao!

      • Ho visto la puntata e in effetti ribadisco che Farinetti è sicuramente un personaggio positivo…. E questa è la caratteristica di tutti i personaggi che hai portato in trasmissione!
        Penso che solo chi è appagato sappia infondere positività, e quindi quale sia stata la strada percorsa (anche sbagliata come dice Farinetti), sicuramente alla fine l’obiettivo l’ha centrato! Comunque cerchiamo di non portare la discussione sul “lui ce l’ha fatta perché aveva alle spalle tanti soldi” : sono discorsi che nascondono una certa codardia e che non tengono conto del fatto che per raggiungere il suo obiettivo probabilmente ha rischiato molto ma molto più di altri! Il rischio è proporzionato all’avere (non è che per questo ci vuole meno coraggio)!
        A proposito di servizio pubblico : pagherei molto più volentieri il canone Rai se questa trasmissione la vedessi in onda su Rai 1 2 o 3 … Si può fare qualcosa per questo Simone?
        Grazie delle emozioni che mi dai tutte le volte!

  4. Simone, hai fatto un altro lavoro egregio, tra l’altro trovo il programma un vero “servizio pubblico”. Ho una domanda: come sono state scelte le testimonianze? Voglio dire, come siete venuti in contatto con le diverse storie, soprattutto quelle delle persone “comuni”, cioè quelle con minore visibilità? Magari con l’intermediazione degli “uffici di scollocamento” e delle iniziative con Paolo Errani? Grazie e ciao!

    • ciao patrizia, grazie. sono tutte storie che mi sono state scritte nel corso del tempo da loro stessi, o che abbiamo trovato lungo la via quando pensavamo al programma. ciao!

  5. Puntata molto interessante quella di ieri, Farinetti è un personaggio controverso, ha realizzato molto ma è anche figlio di benestanti (lui aveva 13 anni quando suo padre fondò l’Unieuro) e la disponibilità economica è sicuramente un ostacolo in meno alla realizzazione di un sogno.

  6. LA PUNTATA
    trovo originalissimo che in una puntata in cui si parla di sogni non si parli di storie infiocchettate melense e colpi di culo irripetibili,ma di persone che sono l’emblema stesso della concretezza,un poliziotto e un imprenditore,mica la principessa di monaco!!

    storia 1)
    conferma la mia idea che la formazione umanistica (con o senza laurea per inteso!)sia una palestra eccezionale nello sviluppo di un pensiero che consente grandi margini di adattamento e scelte esistenziali. Vuoi mettere un attore in divisa per 10 anni e manco se ne pente? fantastico!

    NOTA DI STILE divino quando dice che la sua passione si sviluppava in maniera “carsica” non esiste concetto più perfetto nella genesi di un sogno che si realizza.

    NOTA POETICA: La ragazza down che lo definisce “romantico”.Capisce bene la fanciulla!”ROMANTICO” per quel gran pezzo di marcantonio barbuto e nerboruto…è perfetto.anch’io l’ho trovato decisamente “romantico”.ah ah ah

    storia 2)
    uno bravo che è stato ripagato, le sue parole non mi hanno emozionata. Forse non era abbastanza “romantico”? ah ah ah

    Letture e racconti di Perotti incantevoli
    Come al solito scelte musicali divine, stavolta un po’ meno le citazioni.

    Grazie di questi giovedì Simone, secondo me saresti perfetto per continuare con un programma radiofonico:bella voce tua,bella musica e tante ci storie da raccontare. Magari così giulio ci segue! eh eh eh

  7. LA PUNTATA
    trovo originalissimo che in una puntata in cui si parla di sogni non si parli di storie infiocchettate melense e colpi di culo irripetibili,ma di persone che sono l’emblema stesso della concretezza,un poliziotto e un imprenditore,mica la principessa di monaco!!

    storia 1)
    conferma la mia idea che la formazione umanistica (con o senza laurea per inteso!)sia una palestra eccezionale nello sviluppo di un pensiero che consente grandi margini di adattamento e scelte esistenziali. Vuoi mettere un attore in divisa per 10 anni e manco se ne pente? fantastico!

    NOTA DI STILE divino quando dice che la sua passione si sviluppava in maniera “carsica” non esiste concetto più perfetto nella genesi di un sogno che si realizza.

    NOTA POETICA:

    storia 2)
    uno bravo che è stato ripagato, le sue parole non mi hanno emozionata.

    Come al solito scelte musicali divine, stavolta un po’ meno le citazioni.

  8. Quali sono i sogni degli imprenditori più o meno lo sappiamo tutti e certo quelli di Farinetti sono in linea con l’indicazione consumistica.

    Che poi i consigli relativi alla progettualità del sogno debbano essere conditi con un pò di furbizia….seppur intellettuale, non mi convince molto. La furbizia in genere prevede sempre una vittima e questo non mi piace.

    Ciao. Giancarlo

  9. A me dispiace che Giulio sia andato via, perché penso che ascoltare e semmai discutere visuali e opinioni diverse dalla mia, sia un esercizio benefico, stimolante e arricchente, e adesso sono un po’più “povera”.
    Il mio modo di scalare marcia, infatti, non mette al centro della questione il denaro.
    La questione secondo me, è più complessa: è come mi rapporto con me stessa, con gli altri, con la natura, che attiva e rende possibile il cambiamento nel rapporto con tutto il resto: col denaro, col consumo, col lavoro, con l’utilizzo delle risorse.
    Penso che, proprio alla luce del cambiamento di visuale che tentiamo di intraprendere, sia utile smettere di suddividere le persone in categorie preconcette: con questo ci discuto e mi relaziono perchè è un operaio, o perché è un giovane disoccupato, o perché è una donna, etc. – e quest’altro mi rifiuto di considerarlo perché è un imprenditore, o perché dispone di una ricchezza monetaria.
    Il che non vuol dire che si accetta tutto da tutti. Non conosco Farinetti, adesso mi informerò. E aspetto con curiosità e interesse la puntata di stasera.
    Ci sono imprenditori che nel produrre ricchezza per sé, distruggono tutto quello che c’è intorno, e che quando la smettono lasciano il disastro sociale, economico, ambientale, che qualcun altro paga e dovrà pagare.. e poi ci sono imprenditori che nel produrre ricchezza per sé, non operano per forza distruzione e anzi magari quando smettono, lasciano utilità per la comunità: per esempio Adriano Olivetti, quando ha dismesso la fabbrica di Pozzuoli (la fabbrica della produzione, non un quartierino elegante di uffici), non ha lasciato un territorio devastato da risanare a spese altrui, ma ampi spazi sani e vivibili, e giardini, dove adesso c’è una sede universitaria.
    Susanna

    • Sono d’accordo con te…ho vissuto per 10 anni la realtà lavorativa del comprensorio Olivetti di Pozzuoli e conosco perfettamente la differenza tra imprenditori cretivi ed umani come Adriano Olivetti e le multinazionali assetate di soldi e profitto come quelle che gli sono subentrate a Pozzuoli…io ho lasciato quella realtà ormai da 4 anni e non la rimpiango…a Farinetti darei la chance dell’ascolto, della conoscenza prima del giudizio lapidario…qualunque uomo, qualsiasi esperienza anche molto lontana dal nostro pensiero può essere fonte d’ispirazione…sospendiamo il giudizio fino a stasera…e per Giulio, se ancora ci leggi, rimani tra noi perchè il confronto è sempre più costruttivo del pregiudizio e della chiusura…

    • Brave Susanna e Antonella!
      La penso come voi…e poi credo che anche da persone molto diverse da noi a volte si possa trarre qualcosa di speciale… Poi pensiamo che passare dalla teoria alla pratica a volte implica delle difficoltà e include dei compromessi!
      Oh no?

      • Nel cambiamento, nell’eversione da questa trappola… in questa epoca… rimanendo nell’alveo della legalità il fine giustifica i mezzi. NOn è una scampagnata per signorine. Questa del cambiamento, è una guerra.

        • Sono d’accordo.
          E’ una guerra, ma non contro gli altri, bensi’ contro se’ stessi.
          Siamo stati narcotizzati in questi ultimi decenni.
          Ci e’ stata offerta ogni tipo di comodita’, e non rinnego che siamo stati davvero bene, eri un fesso se non sfruttavi le comodita’ e le opportunita’, ma si sa che le comodita’ sono come le sirene per Ulisse, ammaliatrici…
          Ora pero’ , a furia di ricevere comodita’ e beni di ogni tipo , ci siamo fatti conquistare da essi, abbiamo ceduto la nostra sovranita’ personale al consumo.
          Eravamo in acque calme e potevamo rilassarci.
          Ora che siamo in acque agitate, dove non si vede neanche l’ombra di un comandante degno di questo nome, c’e’ bisogno di assunzione di responsabilita’ e consapevolezza di noi stessi.
          Ora dobbiamo riconquistare noi stessi.
          Ecco secondo me dove sta il cambiamento.

        • No, la parola guerra non mi piace, in quanto evoca imagini funeste di vilenza e morte. Forse la guerra è quella dei pensionati che non arrivano a fine mese o dei disoccupati con famiglia che sono alla disperazione.

          Ma chi è pur intensamente impegnato nel costruire un proprio cambiamento, nel dare una svolta significativa alla propria vita non lo si può ne lo si deve a mio avviso considerare in guerra.

          Anzi, io credo che quanto più serenamente egli (il cambiante) affronta le inevitabili difficoltà e resistenze, tanto più probabilità di successo ed appagamento egli avrà.

          Istintivamente diffido da coloro che operano “contro” qualcosa, sia pure questo sistema, un “nemico” che in fondo è la nostra società. Ed invece tendo ad apprezzare coloro che operano “per” qualcosa, tanto meglio se lo fanno serenamente e pacatamente.

          Nella individuazione di un “nemico”, sia pure immateriale come il sistema, io vedo un vecchio (vecchio quanto il mondo) meccanismo di strumentalizzazione. E quand’anche non vi fosse consapevole strumentalizzazione, trovo poco attraente ogni chiamata alla “guerra” ed auspico invece esempi propositivi e positivi.

          Ciò detto, aggiungo che trovo farinetti un esempio positivo, anzi più che positivo. Magari ci fosse (stato) un numero maggiore di imprenditori come lui in italia. Forse il paese non verserebbe nella crisi nera con cui si trova ora a combattere.

    • Rispetto a Farinetti avevo dato un giudizio negativo non alla persona che ripeto mi sta molto simpatico ed è pieno di energia positiva, ma sulle sue politiche di mercificazione di massa del cosidetto cibo “buono, pulito e giusto”. Poi è capitato anche a me di andare a prendermi un panino o bere un bicchiere di vino da Eataly a Roma, come mi succede di utilizzare altre cose su cui non sono d’accordo (es. petrolio, telefonino etc), ma questo non vuol dire che non possa esprimere un giudizio critico. Io sono stato dentro slowfood nella condotta romana per circa 2 anni e ad un certo punto me ne sono andato perché la direzione che stava prendendo il movimento era sempre più orientata verso politiche di marketing invece che di presidio sui territori. Si parla tanto di Km. 0 (anche questo è uno bello slogan che va tanto di moda) e poi si vende la cane piemontese a New York ? Insomma..Mi sembra un po un controsenso parlare di decrescita e poi sostenere le politiche espansionistiche di Farinetti (non Farinetti in quanto persona).

  10. Onestamente non sapevo chi era Farinetti prima di leggerlo in questo blog. Parlo da esterna : l’ho visto una volta in televisione e mi è sembrata una persona “appagata”… e non so se questo sia dovuto al denaro o ad altro…. Mi ha dato l’impressione di essere soddisfatto di quello che fa! Non giudico il percorso che ha affrontato per arrivare qui, ma un percorso l’ha fatto, inizialmente forse non avrà avuto tante certezze di farcela… Ma è arrivato! Chissà, domani magari si accorgerà che quello che ha raggiunto non va più bene e si prefiggerà qualcosa d’altro…. Questo non significa che “moralmente” è immacolato, non inquinato dal sistema…. Ma alla domanda : quello che faccio lo sto facendo per piacere a qualcuno o solo perché piace a me?.. Come ci rispondiamo noi ? Avete mai avuto la sensazione, svegliandovi al mattino, che la vita che state vivendo non è la vostra? Non avete mai avuto l’impressione che qualcuno vi ha “vestito” addosso un’altra persona? … e voi non potete e non riuscite a togliervi questo vestito fintanto che rimanete realisti, pragmatici, timorosi di quello che può succedere dopo…. Non so se questo è decrescita, downshifting o cosa accidenti altro…. Io la chiamo semplicemente “libertà”! E la libertà ognuno la cerca e la persegue a modo suo…. Non c’è metodo e non c’è uniformità nei fini : ma sui mezzi non ho dubbi…. Secondo me : non posso, cercando la mia libertà, calpestare quella degli altri… A volte questo riesce a volte no… Il percorso può essere fatto anche di rimorsi, ma preferisco i rimorsi ai rimpianti!
    Sono curiosa per la nuova puntata sul sogno…. La vedrò in streaming (come sempre).
    Ciao a tutti

  11. bhe scusate, ci ho riflettuto un po’ prima di scriverlo, ma dopo che su questo blog, in prima pagina vedo queste immagini di persone orientate solo al busines, vi saluto!!!!
    cosa mai c’entrano con i sogni delle persone che lavorano, per guadagnarsi da vivere, che desiderano scollocarsi, con il downshiting…..

    • Anche a me ispira molto di più una pesona normale che intraprende un percorso di cambiamento. Però se Farinetti dice una cosa condivisibile perchè irritarsi? Il nostro scopo (o almeno il mio) non è cercare di vivere come Simone o Farinetti ma cercare di migliorare la mia vita con un percorso adatto a me e cercando di prendere il buono da ciò che vedo, leggo, sento…Spesso sono d’accordo con Simone, altre volte no; a volte mi sono stati utili i commenti dei frequentatori di questo blog , a volte meno… Se delle persone mi possono emozionare, incuriosire, arricchire interiormente allora le frequento , non è che vado a vedere quanti soldi hanno in tasca per decidere se ciò che dicono è interessante o meno. Se invece sono con persone che parlano solo di soldi e di carriera allora mi allontano perchè quello sì che sarà un sicuro spreco di tempo.

    • Forse il fatto che andare avanti o tornare indietro significa in un certo qual senso percorrere la stessa strada? Significa in un certo qual senso camminare verso una meta?

    • A me sembra che nel programma c’è una parte dedicata a persone sconosciute e una parte dedicata a persone famose : è la struttura che è stata data alla trasmissione.
      Come direbbe qualcuno : stiamo guardando il dito e non la luna o viceversa.

    • insisto, con un’ottica così limitata e coriacea Giulio e quelli come lui sono destinati all’infelicità qualsiasi scelta facciano. Deve prima fare i conti con la sua rabbia nei confronti del mondo che ha origine antiche. spero che non insista nel DS, perchè dubito che saprebbe adattarsi e al primo intoppo non farà di certo autocritica…no,non
      è tagliato, sono sinceramente addolorata per destini così.

      • @ Carmen Maira, singolare il fatto che proprio tu sostenga che Giulio debba fare i conti con la sua rabbia, quando, recentemente, hai fortemente espresso la tua di rabbia con un intervento alquanto astioso nei confronti di Giovanna…
        Sei certa che anche tu non debba fare un po’ di autocritica ed esaminare la tua impazienza e la tua intolleranza per chi la pensa in maniera diversa dalla tua…?

        Reply

    • Oscar Farinetti NON è un idolo.
      Simone Perotti NON è un idolo.
      Mauro Corona NON è un idolo.
      Gesù Cristo NON è un idolo.

      Sono persone che hanno cose da dire, storie da raccontare, spunti da offrire.

      Tu, Giulio, devi essere l’unico idolo di te stesso. Quando avrai capito questo, tornerai a questo blog e… ti piacerà molto di più.
      Ciao

  12. Incredibile! A Mediaset, nel cuore della televisione commerciale per eccellenza, si sta parlando di “downshifting”, di orto biologico sul terrazzo, di Gas e simili…Caspita, significa che l’argomento prende piede davvero…

        • Un luogo di comunicazione Pina. Per un autore, prima, c’era solo lo spazio del libro, o dell’articolo di giornale. Oggi c’è questo spazio intermedio, dove finiscono pensieri, intuizioni, ipotesi, suggestioni. E dove l’amato incontro con il lettore diventa non più e non solo lettura (dunque una comunicazione a una via) ma scambio (dunque a due vie). Chi ama la comunicazione e fa lo scrittore (le due cose sarebbero inscindibili, anche se noto che spesso non lo sono. Come possa ciò essere, non chiedermelo, non lo so!) non può non amare questa forma di relazione per iscritto, a due vie.
          ciao!

          • si,si sono tutte forme moderne di marketing (relazioni, due vie,….) e tu sei bravissimo nell’applicazione di queste tecniche.

          • Lo so Pina che fa più figo fare quello che sale sulla montagna senza telefono, senza computer, mangiando locuste, che se vai lì attratto da quello che dice e scrive ti tratta male… ma per quello c’è già Corona e tanti altri. Io non sono così. Ognuno ha i suoi pregi e i suoi difetti. Ciao!

        • Può anche darsi che sia come dici,ma a me Simone sembra sincero e al di sopra di tutto ciò. Frequento questo blog perchè apre la mente, mi da’ speranza e ,grazie alle domande che fai anche tu, mi fa’ pensare.
          Ho affinato molto il mio senso critico, imparo molto dai post e dai link pubblicati.
          Non prendo per oro colato quello che dice Simone,per me siete tutti fonte di riflessione.
          Ovviamente chi mette al centro della vita il denaro sarà sempre lì a chiedersi dove è l’utile,la convenienza,il profitto.
          Un saluto

  13. Giulio, in concreto, di cosa hai paura?
    Quando nel 2010 ho lasciato il lavoro per il “progetto”, ho avuto il sostegno di parenti e amici (al di là di ogni previsione). L’unica preoccupazione da parte dei miei era “ma i contributi ti saranno versati?”
    No, niente contributi e niente stipendio in realtà. Tutto aleatorio e in prospettiva.
    Questo accadeva ben prima dell’ultima (ma non ultima?) riforma delle pensioni.
    Ricordo, all’epoca, di aver risposto ai miei “lavoro da 20 anni ma avrò 10 anni scarsi di contributi versati all’INPS e quindi non credo che avrò mai diritto a una pensione seppur minima, quindi a che scopo preoccuparsi dei contributi?”
    Ora sono di nuovo impiegata regolarmente, con tanto di contributi, ma so che non servono al mio futuro, ma al presente di chissà chi. Non mi chiedo neanche a quale età avrò diritto di percepire una miseria di pensione, perché so già che all’epoca sarò troppo vecchia per sapere che farne 🙂
    Vale la pena preoccuparsi per un futuro economico che non esiste? Costruisci ora la tua vita, giorno per giorno. Il futuro non è altro che la somma dei tanti oggi.
    Buona giornata

    • Ciao Dona,

      un indicazione prettamente pratica che potrebbe tornarti utile: potrai richiedere la pensione (quando maturerai il diritto) solo se avrai raggiunto i 20 anni di contributi.
      In caso contrario tutto ciò che hai versato all’inps sarà perduto.

      Ti dico questo visto che hai ripreso un’attività di lavoro dipendente.

      • Grazie, era una informazione che conoscevo, ma non ci faccio affidamento perché prima di quel termine cambieranno altre mille volte i termini del pensionamento finché nessuno più andrà in pensione.
        Quindi i miei contributi li dò già per persi o donati in beneficenza.
        Per onestà devo dire che all’età di 25 anni (quindi ben 15 anni fa), lavorando in nero, i miei genitori decisero di regalarmi una polizza vita venticinquennale (lo stesso a mia sorella). E’ il loro modo di pensare al nostro futuro, visto che fanno parte della generazione privilegiata che ha tanto lavorato e ora (finalmente) riesce a godersi un po’ la vita in relativa gioventù 🙂

  14. A cuba si dice:
    “la vida es una, hay que gozarla!”.

    Troppe paranoie, troppi scetticismi, troppa prudenza, troppi problemi tirati per i capelli uccidono l’uomo ed i suoi sogni e di conseguenza la sua vita.
    Naturalmente anche l’incoscienza e la scelleratezza possono annientare una vita umana, ma fra i due estremi passa la via di un’esistenza soddisfacente e stimolante.

    A cosa mi servirà la mia pensione, a cosa mi serviranno i danari od un grande patrimonio al mio appuntamento con la signora in nero? Assolutamente a nulla.

    Invece, una vita goduta sino in fondo, senza rimpianti, probabilmente mi aiuteranno a rispondere al sorriso sarcastico della signora con un sorriso altrettanto valente.

  15. Oscar Farinetti è una persona simpatica e di sicuro è uno che di comunicazione se ne intende ma non condivido affatto la sua smania di fare i soldi. Ha cominciato da UNIEURO ed ha proseguito ancora peggio con Eataly. Dietro l’ipocrisia di vendere cibo buono si cela la voracità markettara di chi non è mai contento e quindi giù ad aprire megatempi del cibo a NY, Chicago, Tokio, Roma etc. etc.; Milioni di Euro che scorrono e intere zone dedite alle buone pratiche della terra che si prostituiscono per sfamare milioni di panze voraci e a posto con la coscienza perché credono di mangiare cibo “buono pulito e giusto”…E’ proprio vero che oramai si vive a botte di slogan…

    • concordo con te…
      è l’esempio piu’ lampante di con il sistema riusa, rielabora a suo modo, anche i concetti giusti di ecologia, cibi sani… e li usa per fare business.

    • Concordo al 100%, anche perche’ io la realta’ in Unieuro l’ho vissuta, sulla mia pelle, dal 2001 al 2004, e mi ha fruttato una bella botta di stress, che mi ha tirato giu’ di salute, e nemmeno poco, nell’autunno del 2003, botta dalla quale pero’, fortunatamente, con le mie forze sono riuscito a rialzarmi,e da questa, a capire le vere, uniche, priorita’ della mia vita.
      Il suo e’ marketing e null’altro , il discorso del cibo sano e buono non e’ altro che l’ennesima palla al balzo presa da chi di mercato e di mode se ne intende: oggi la gente cerca, a volte per motivi fondati, a volte , spesso, per moda, il cibo ‘bio’, il cibo ‘buono’? Et voila’, il mercante si adegua e cambia prodotto e strategie …
      Mi piacerebbe sapere il Farinetti-pensiero dell’epoca in cui in Unieuro (almeno, nel punto vendita in cui ho lavorato io…) i dipendenti venivano trattati come pezze da piedi, da responsabili inadatti ed incapaci. Qualcuno anni dopo mi sollevo l’obiezione ‘ ma lui dalla sua posizione non poteva certo essere al corrente di tutto’ !! E qui e’ il grosso errore che spesso chi lavora ‘sotto padrone’ si fa mettere in testa da chi sa fare a ‘chiacchierare’: chi e’ in cima non e’ che puo’, DEVE essere al corrente di tutto cio’ che succede…

      • Ciao, credo che avete tutte le ragioni per criticare il personaggio in questione, ma credo che qui non sia in discussione quello che fa’ e che è , ma come è riuscito a seguire il suo sogno.
        Se poi la qualità del sogno non piace è un altro discorso

        • Esatto Claudio. Io non giudico Farinetti.
          Molti potrebbero dire che lui crea sell-out grazie al quale la carne razza Fassona della Granda riesce a sopravvivere. Senza Eataly che la smercia a prezzo alto lui non potrebbe sovvenzionare, come fa, comprandola, chi la produce. Il che vorrebbe dire che andrebbe perduta. Questo è il mercato.
          Altri potrebbero dire che questo è un buon modo per fare i soldi cavalcando il bisogno di cibo bio (il che comunque è cosa che riguarda l’uomo e non la sua attività).
          Io non mi esprimo. A me Oscar sembra il più visionario, pazzo, energetico sognatore che conosca, e come tale credo sia importante dargli voce. Ciò di cui lui è portatore ha molto peso, ha molto valore, all’interno del grande ragionamento che qui si segue.
          Diciamo solo che se fosse stato il sognatore che è facendo il mercante di elettrodomestici in Trony & affini, forse, non lo avrei invitato. Il fatto che produca e venda buon cibo, di fatto avendo preso Slow-Food e avendolo reso impresa commerciale, me lo rende meno ostico.

          • Nono Claudio, forse non hai capito bene il mio commento precedente: non e’ la qualita’ del sogno che a me non piace (che uno venda tv o bistecche a me non cambia nulla), ma e’ COME ha portato avanti il suo sogno che invece lascia un po’ perplessi. Se tu hai fatto caso , io non ho scritto di non vederlo di buon occhio per quello che vende o vendeva, ma per come si svolgevano le ‘cose’ all’interno di una sua ‘creatura’ (Unieuro appunto..) cose che,se c’e’ anche ora del personale alle sue dipendenze, presumo non sia cosi raro che si possano ripetere. Ovvero, in ‘un’altra vita’ avrei per assurdo visto benissimo suoi ex-dipendenti che dopo essere rimasti delusi o ‘scottati’ dall’esperienza megastore, si fossero rifatti un’esistenza in proprio, con le proprie forse. Lui e il suo sogno non mi sanno di un gran cambiamento di vita, ma solo di target. Che siano bistecche o tv, rimane sempre un venditore, che fa soldi con il lavoro degli altri …

          • Dante, tu forse hai un’esperienza diretta, che vale più delle altre. Io ho visto Eataly da vicino, ho avuto contatti con tanta gente che ci lavora, tutti giovani, mi sono parsi sereni e contenti. Oscar paga la 15ma a tutti, tra l’altro, cosa che a New York ha fatto imbufalire le trade unions… Comunque, io non sono il suo avvocato difensore e quello che fa lui è cosa sua. Abbracci a tutti.

          • con i soldi in tasca sono tutti capaci di sognare….
            abbiamo una testimonianza pratica di come vengono realizzati i sogni!!!
            sulla pelle dei lavoratori

          • Ok Dante,
            il sogno è diverso per ognuno di noi,nessuno può insegnarci a realizzarlo, ma aiutarci a prendere coscienza che si può realizzare, si.
            Non ho elementi per biasimare o lodare l’operato di Farinetti e nemmeno mi interessa.
            L’imprenditore per definizione si arricchisce alle spalle di altri. Ma perchè un imprenditore non dovrebbe avere sogni ?
            Il suo sogno non è segno di cambiamento di vita,ed è vero,resta il fatto che l’ha reso realtà credendoci fino in fondo.
            Ne saprò di più una volta vista la puntata.

          • Attenzione che io non ho detto che un imprenditore non possa o non debba avere sogni, anzi, penso sia proprio il sogno a far si che riesca a realizzarsi sempre di piu’. E non l’ho sicuramente con Farinetti come persona, lui probabilmente ai tempi di Unieuro, come detto in precedenza, aveva ‘demandato’ ruoli e responsabilita’ a persone sbagliate, che di queste posizioni di ‘comando’ ne hanno fatto un vantaggio verso chi invece, di sotto , REALMENTE, tirava avanti la baracca e faceva si che Unieuro (e chi la possedeva) guadagnasse un bel po’ di soldi. Il discorso e’ che dal discorso ‘downshifting’ e dalle premesse di ‘Un’altra vita’ mi sarei aspettato di vedere la gente ‘comune’, magari appunto un ex-dipendente, una famiglia con figli, una persona single che avesse cambiato radicalmente la sua vita, ma NON un imprenditore, che scusatemi, ma col ‘downshifting’ non c’entra nulla. Per quanto bene abbia fatto il suo lavoro, non ha stravolto o cambiato nulla, la sua vita da imprenditore e’ rimasta tale, ha solo cambiato il prodotto. E me ne compiaccio, se davvero in questa sua nuova avventura tutti coloro che collaborano con lui sono contenti e ben sitpendiati, ma ripeto, allora se vogliamo parlare di imprenditori che sono passati da una tipologia ad un’altra di commercio, ce n’e’ a bizzeffe… Non e’ che lui sia ‘piu’ fico’ solo perche’ e’ andato a toccare il discorso buon cibo ecc.ecc. …
            Ripeto pero’, tanto di cappello a lui, se e’ riuscito nel suo sogno, mi auguro nel contempo che di questo ne renda partecipi TUTTI coloro che lavorano per lui…

          • una famiglia c’è la prossima settimana e ogni puntata ci sono persone comuni che hanno cambiato vita. poi, ogni puntata, c’è anche qualcuno che NON è stato chiamato perché ha cambiato vita, ma perché ha cose da dire.

          • Ottimo allora, quindi si spaziera’ in tutte le tipologie di esperienza possibile, e anche, come giustamente ricordi Simone, in cose da dire (e da ascoltare..)..
            Buona serata.

  16. ORE 6,ACCENDO LA TV, ALMANACCO:
    “si dice che chi vive rinunciando ai propri sogni muore ogni giorno della sua vita”
    miiiiiiiiii…na bbbota di prima matina!
    e bongiorno.

    • ma la tv non doveva essere il primo strumento da buttare…???

      mi sembra che continuii ad essere lo strumento di riferimento… l’ha detto la TV, verità!!!!
      Il fatto poi che lo sia su questo blog un pochino mi sorprende…

      Come tutti i media la tv ha il compito di farci percepire e plasmare la realtà in funzione della cultura, dei valori, che devono essere diffusi.
      Questa iniezione ha contenuti variabili, è funzione del tempo, perchè gli obiettivi di business sono anch’essi variabili e per perseguirli al meglio la cultura che li deve supportare deve essere dinamica.

      • la tv è da buttare perché è bruuto quello che c’è dentro… mica buttiamo il vino perché c’è il rischio di diventare etilisti!

      • miiiii addirittura Giulio! tutta sta rigidità,sta paranoia del business…troppo,quasi palesa una fragilità tutta sta corazza …sta “spirtizza”come direbbe mia nonna!ma chi l’ha detto che la tv è il primo strumento da buttare? Chi ha struttura non ha nulla da temere,concordo con il cattivo uso, ma si può fare cattivo uso di tutto.La TV è un mezzo meraviglioso e intramontabile.E va bbbene va, domani l’almanacco me lo sento alla radio che fa più radical chic ecco.

        • Giulio, in effetti… prendi i tuoi ultimi sei o sette post… Hai tutto il diritto di dire come la pensi, sia chiaro… però… sono solo cose negative, cose che implicano limite, impossibilità… Ora, sia chiaro, non è che in una discussione, pure virtuale, si debba fare la fiera dell’ottimismo… e nessuno di noi, credo, certo non io, evade i problemi o fa finta di non vederli… però se mettiamo un po’ di energia nella possibilità, nell’azione, nel sogno, secondo me gira tutto meglio.

          La mia opinione su questo è nota: dato che nasciamo senza motivo, senza chiederlo, viviamo senza manuale d’istruzioni, e poi moriamo dopo un lasso abbastanza breve senza essere ricordati da nessuno, come se non fossimo mai vissuti… mi pare che farsi tutti ‘sti problemi durante la vita sia un po’ autolesionistico. Io e te, Giulio, moriremo a novant’anni, o quando sarà, sia che si risolva il problema della pensione sia che non si risolva. Da qui ad allora, PERO’, IO GRADIREI VIVERMELA COME MEGLIO POSSO… con il miglior mood, con tutta la mia creatività, amando e scrivendo più che posso. E se penso costantemente ai problemi come la pensione, la finanza, e questo, e quello… la mia creatività e il mio amore restano in un angolo… Ciao!

          • quanto mi piace sta parola “mood”, manco so che vuol dire letteralmente ma dice tutto.
            buon mood!

          • “Vivere” senza aggettivi a seguito è secondo me il termine più adatto.
            Uno che “vive” non sta neppure a chiedersi “sto vivendo bene/male”, “sto vivendo meglio/peggio degli altri” perché “sta vivendo”, semplicemente.

            Saluti

  17. Guardero’ con molto interesse questa puntata dei sogni, anche perche’ quello della realizzazione dei sogni e’ un tema di cui mi occupo quotidianamente.
    Bisogna sognare per poter realizzare.
    Sognare non per fantasticare e basta, ma per mettersi a fare cose concrete.
    Sognare e’ un diritto, realizzare i sogni e’ possibile.

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