Il baule, il voto e un taxi

Il baule

Io e M. lo vediamo con la coda dell’occhio, accanto a un cassonetto dell’immondizia, mentre chiacchieriamo. Pensiamo entrambi la stessa cosa. Io inchiodo, retromarcia, scendiamo, lo guardiamo. E’ proprio quello che sembrava: il baule dei pirati, il forziere ricolmo d’oro interrato sull’isola perduta. Meglio, è la cassa di Dragut, che tutti cercano da cinquecento anni tra Rapallo e Monterosso. Ed è quasi intatto. In un istante è nel bagagliaio, in un’ora è pulito, raschiato, le cerniere appena scardinate subito rimesse a posto. Legno curvato e ferro zincato. E’ bellissimo. Ha anche un biglietto ingiallito sul lato, un foglio di spedizione con la calligrafia di un bisnonno: “bagaglio 99 – colli 4 – La Spezia”. All’interno trovo un capello nero, lungo, di donna. Dunque cento anni fa una donna arrivò qui via mare. Per qualche giorno mi chiedo: “perché lo hanno buttato via?”.

Tra poco si vota. Un po’ come andare in palestra: sapete quando uno fa una vita così sedentaria che poi deve pagare per fare un po’ di moto? Uguale. Perché non fa moto sempre ed evita di pagare la palestra? Non sarebbe meglio, e a minor costo? Oppure lavorare per fare i soldi per curarsi delle malattie che conseguono a quel lavoro. Non è meglio evitare direttamente la malattia? Le elezioni sono così: potremmo votare ogni giorno, sei, dodici volte al giorno, vivendo già diversamente, come se avessero eletto quei politici (che non ci sono) capaci di rendere il mondo diverso. Se lo immaginassimo già diverso, se ci dessimo regole, leggi, obbligazioni già in sintonia col mondo che vorremmo, vivremmo già in quel Paese che non c’è. Un paese dove non si buttano via le cose che sono ancora buone, in cui semmai si regalano, si riciclano, dove le mani sono allenate, capaci di fare, dove il tempo non viene sprecato ma utilizzato. Il tempo che quando scappa non torna più….

Visto film, ieri sera. Lui che bisticcia con la fidanzata per un motivo futile, lei che prende un taxi, incidente, lei muore. Lui disperato. Si sente morire, va a casa. La mattina dopo si sveglia e per un pelo non gli prende un colpo: lei è ancora viva, è accanto a lui in letto. Si sveglia, gli sorride. Però quel giorno capitano le stesse cose del giorno prima. Lui capisce: quella sera la sua compagna morirà. Ha avuto una premonizione. E allora tenta tutto per vivere ogni istante, le dice tutte le cose che non le aveva mai detto, vivono una giornata meravigliosa. Vivono! La sera, quando si tratta di entrare in quel taxi, entra anche lui…

Baule, taxi e scheda elettorale. Una bella collana, tre belle perle. Ci ragiono mentre brucia la legna nel camino, mentre minaccia neve che mi bloccherà qui per un paio di giorni. Mentre, soprattutto, penso al mio grande progetto, un grande viaggio per mare, lungo anni. Ricordo quando un viaggio così non potevo neppure sognarlo, quando era la vita che non avevo. Se uno ha un sogno che non può neppure permettersi di sognare, cos’è sbagliato, il sogno o la sua vita?
Un baule buttato. Un voto mancato. Un taxi. Preso.

 

 

 

Share Button

46 pensieri su “Il baule, il voto e un taxi

  1. caro Simone,se tutti noi avessimo solo un difetto saremmo dei “maghi”, tu fumi, io mangio un po’ più del dovuto, nessuno è perfetto, e io ti seguo ogni tanto e mi vai bene anche fumatore,e a proposito del tuo bellissimo baule, beh! anch’io sono una che inchioda davanti ai cassonetti e porta a casa, metà della mia casa è arredata con cose recuperate,e,esattamente come la tua, è molto accogliente. Che bello essere raccattatori da cassonetti!

  2. Simone…ma tu fumi!!!???? Ho ingrandito la fotografia del baule e sul tavolo compare un pacchetto di Camel…sono tue???No, non credo…Io ho smesso circa 6 anni fa, fumavo 5/7 sigarette al giorno,quando sono arrivata a 10 ho detto BASTA! Fumare mi fa male,fa odorare di fumo e…sai quanti soldi sono in un anno??? Ho smesso e mai più ripreso. No, Simone non fuma…(forse)

  3. “Io mi sono stancato di gente che parla. Mi sono stancato anche di me che parlavo, a un certo punto. Parlavo, all’ora dell’aperitivo, con l’ebbrezza di immaginare, sognare, pontificare. Poi un giorno mi sono guardato in faccia e non mi sono piaciuto. Parlavo e basta. Non facevo. Le mie parole erano vuote, senza senso. E così, con tutti i miei problemi e i necessari compromessi, ho smesso di parlare e ho fatto e sto facendo tutto quel che posso. Poi, dopo aver fatto, ho ripreso a parlare. E infatti sai cos’è successo? Non volevo più organizzare, marciare, unirmi… Ero troppo preso dal fare della mia vita un Paese diverso (che è il contrario di immaginare che il Paese cambi la mia vita)” Bella questa autocritica. Il dirigente milanesizzato con lo spritz nella mano dopo dieci ore d’ufficio che pontifica. Bella, tremenda e vera. Io invece non parlo molto ma sono circondato da persone che sono fiumi in piena. Allora li ascolto, anche un po’ divertito (ed invidioso per la dialettica). Incredibile la quantità di parole che riescono a dire. Io riesco meglio a dire se scrivo perchè non ho nessuno di là che mi interrompe. Ieri sono arrivato al mio seggio. La fila. Ogni volta mi chiedo perchè gli italiani siano ancora lì a votare. Come mai io sia lì. Diciamoci la verità, se abbiamo dei problemi in questa nazione è perchè abbiamo avuto una classe politica completamente incapace, dannosa, inguardabile, comica, imbarazzante ed improbabile. E per il futuro nessuna speranza, nemmeno stavolta. Leggendo i programmi elettorali mi sono ritrovato parecchio con quello di casapound (anche se resta invotabile viste le posizioni su nucleare ed armamenti). Ho poi capito perchè anche grillo si è sentito vicino a loro. C’è una sorta di ordine e nostalgia, di dittatura sociale e rifiuto delle distrazioni di massa, di recupero morale e schiena dritta (certo, imposta!) che vedo come una dura medicina all’ingovernabilità di questa nazione; ai venti partiti e sei sette coalizioni che mi son trovato sulla scheda. A metà tra una punizione e il sol dell’avvenire. Questo blog è pieno di persone che amano la natura, il mare, il silenzio; di persone che fanno la raccolta differenziata e coltivano l’orto e non mangiano carne; e di persone che non prendono l’aereo e l’auto perchè inquinano e di persone che si riempiono la bocca con le solite parole: etico, sostenibile, solidale, multiculturale, autoproduzione, autogestione, decrescita, cooperare, boicottare, vivere senza lavorare. Ma, la maggioranza degli italiani non è così. La maggioranza sputtana i soldi in gratta e vinci, in connessioni veloci, in ricariche telefoniche, in nuove tecnologie (inutili), in centri benessere, in estetiste,in pay tv, in acquisti on line, in sesso a pagamento, in cocaina, in viaggi di una settimana in posti assurdi e lontanissimi che costano come un anno di spesa per una famiglia al supermercato, e poi per forza c’è la crisi. Dai, senza giri di parole, l’italiano medio è un qualunquista che esalta e premia il furbo anziché il corretto. Che crede a tutto quello che gli viene promesso anche se è impossibile e che strizza l’occhio a chi fa strada anche nell’illegalità. Che difende il camorrista napoletano e l’evasore veneto sparando sulla polizia. Io, che a sinistra li ho votati tutti, auspico un dittatore populista per una decina d’anni, ovvio non carnefice (tipo stalin), ne troppo attaccato ai soldi (tipo quelli africani), ne invasato sulle questioni razziali o la conquista del mondo (tipo hitler). Uno che stabilisce le regole senza consultare gli altri e che impone quelle regole senza se e senza ma. Naturalmente serve un dittatore che ami questa nazione, che ami il suo popolo, i suoi beni naturali e artistici, i suoi figli. Se così non fosse e quel dittatore pensasse esclusivamente a se stesso sarebbe la fine per tutti noi. La maggioranza necessita di una regolata, e se grillo è tutto questo ben venga (ma ho i miei dubbi non tanto per lui, dittatore sociale, ma per i nuovi che si tira dietro e che entreranno in parlamento). Ben venga uno che alza la voce e ci prende a calci nel culo, uno che non chiede cosa fare ma fa senza chiedere. Siamo una nazione moribonda ed allo sbando, con cinesi, indiani, islamici che tra un po’ ci mangeranno e cagheranno in testa. Beato te perotti che sai guidare la barca e non hai figli (così sembra…), quando tutto questo succederà potrai prendere il largo e chi ti trova più?

  4. Ciao Simone,

    Scusami se posto un commento che con il testo che hai scritto sopra non c’entra proprio niente, ma non ho trovato altro modo per contattarti…

    Durante il programma “un’altra vita”, nella puntata dedicata alla manualità, in chiusura, hai citato e raccontato, per sommi capi, un libro che mi ha interessato molto e di cui non sono riuscito a trovare il titolo.
    Premesso che ho il lista d’attesa numerosi libri doverosi di lettura (e quindi non so quando riuscirò a leggerlo…), vorrei inserire in lista quello di cui parlavi in trasmissione.

    Confido nella tua risposta e ti ringrazio in anticipo.

    Francesco

    • Non ricordo bene Francesco. Credo si trattasse del “viaggio della Liberdade” di Joshua Slocum. Di solito lo trovi insieme a “Solo intorno al mondo” dello stesso autore. Un libro, due racconti. Crdo fosse quello…

  5. Un commento lunghetto, scusate…

    Anni settanta. Era alla fine della quinta liceo quando iniziai a votare alle Politiche. O meglio…
    Prima, le votazioni al Liceo, per le quali avevo fatto anche la mia bella lista, con Giampi e Francesco. Era il tempo dei Decreti Delegati. Ci stavano educando alla partecipazione democratica. Solo più tardi introdussero nella scuola i CREDITI e i DEBITI per iniziarci anche alla logica della finanza. Studenti e genitori: tutti a votare. E poi a contrarre mutui…

    Io vagavo indeciso tra l’entrare nel Sistema per migliorarlo o cedere alla tentazione di spazzarlo via.
    Alla fine sono entrato, con sospetto, ma sono entrato.

    Il sospetto era tale che, alle mie prime Politiche, non andai a mettere la croce.
    Dopo aver sentito a Padova i comizi di Ugo La Malfa, di Andreotti e altri… decisi di non andare a votare. Un po’ perchè non mi riconoscevo e un po’ perchè mi sapeva da sfida.

    Attenzione.

    Pochi giorni dopo fui chiamato in Municipio per rendere conto della mia “diserzione”.

    Sono passati tanti anni e non ricordo con precisione come andarono i fatti. Forse portai un certificato medico. O mi fu consigliato di portarlo. Per non perdere il Diritto. Fatto sta che dovetti giustificarmi in qualche modo. Ero inesperto e non avevo ancora gli strumenti per difendere la mia posizione. La cosa mi provocò un grande e indelebile fastidio. La prossima volta, vai al seggio e infila nell’urna la scheda bianca. Qualcuno mi suggerì la soluzione all’italiana. Evidentemente, gli anarchici, o presunti tali, all’epoca non venivano sottovalutati. Se sei cittadino italiano hai il dovere di votare. Sennò te ne vai da qualche altra parte.

    Ma io non ho scelto di nascere. E tanto meno ho scelto di nascere in Italia. Se fossi nato da qualche altra parte sarebbe stato probabilisticamente peggio. Ma sta di fatto che io non ho scelto. Fin dall’inizio c’è stato sempre qualcuno che ha scelto per me…. Nè potevo scegliere a sette anni di lasciare questo paese per spostarmi in un altro nel quale potrei ora riconoscermi meglio.

    Perchè mai avrei dovuto?

    Alle elementari mi facevano cantare in classe l’inno d’Italia. Per anni la cultura scolastica dominante esaltava SOLO poeti, pittori e altri artisti italiani. Nessuna apertura a culture diverse. La cultura italiana per me non era la migliore, era l’unica. E poi, in Italia c’era anche il rappresentante di dio in terra. Come poteva mai venirmi in mente di andarmene a sette, o tredici o a sedici anni? Quindi il voto non era altro per me che una imposizione bella e buona.

    Negli anni seguenti ho votato anch’io, sempre alla ricerca dell’alternativa o del male minore.

    E da un certo anno in poi avrei potuto anche scegliere di traslocare in uno dei Paesi che oggi reputo più civili dell’Italia e non l’ho fatto. Se sono qui ora, ancora, è una responsabilità mia. Se volevo altre regole più vicine al mio pensiero le avrei potute trovare ad esempio in Olanda o in qualche altro paese del nord Europa. Se sono rimasto qui – per scelta – è bene che io rispetti le regole e vada a votare. Cosa che ho già fatto. In ogni caso concordo con il pensiero di Simone in risposta a Gramigna e ritengo di far parte di coloro che già praticano molta parte di ciò che vorrebbero vedere praticato.

  6. Ciao Simone, ti chiedo il permesso di poter divulgare la risposta che hai dato al primo commento di Gramigna, che trovo appropriata per tutti quelli, e sono tanti, che aspettano che il cambiamento venga dagli altri, ed agli altri delegano anche ciò che riguarda la propria “pelle” (dallo scegliere prodotti indicati dagli “esperti” di turno, alla scelta terapeutica, ecc…) senza ascoltare l’unica voce che sa ciò che è giusto o no per se, la propria!
    Ho intenzione di stamparne alcune copie da mostrare ogni volta che il conoscente di turno mi snocciola la solita litania: “Se le cose andassero diversamente allora farei…se avessi i soldi…, se avessi un altro lavoro…, se avessi più tempo…, ecc…”, senza considerare che se deleghi da sempre, bene che ti vada, ti tocca vivere la vita di qualcun’altro, non scegliendo in base ai tuoi desideri del momento.

    Grazie e ciao

  7. Ciao Simone,
    scusa se mi intrometto in questo blog ma volevo contattarti e non sapevo come fare.
    Ci conosciamo da Edelman (il mio capo preferito hehe) ti ho seguito nelle tue avventure e naturalmente ti faccio tanti complimenti!
    Hai sempre la barca a Porto Lotti? Un mio carissimo amico sta trasferendo la sua (a motore – un Sunseeker)lì e cerca uno skipper per la stagione (maggio-settembre) non tu ovviamente ma chissà mai che un tuo amico della zona cerchi lavoro… in caso hai la mia mail.
    Un abbraccio, Nicoletta Armenes

    • ciao Nicoletta. Ti ricordi? Mi chiamavate l’Animatore delegato, invece che l’Amministratore delegato. Ero molto orgoglioso di quel soprannome. Ai nuovi assunti davamo per mia iniziativa un kit con il book per capire l’azienda, una mia lettera di benvenuto e una copia del Barone Rampante, con una dedica: “se vuoi fare comunicazione lascia perdere i manuali, leggi questo”. Bei tempi, che non potevano durare molto.

      Quanto al tuo amico andrei io volentieri, le stagioni lunghe mi piacciono. Ma ho altre rotte da seguire. Che barca? Lunghezza? Fammi sapere che faccio girare la notizia. ciao!

  8. Simone, votare chi si avvicina di più alle nostre idee non potrebbe essere l’inizio di una nuova strada? Non è la logica del meno peggio ma proprio del dare fiducia a chi almeno ha avuto delle intuizioni e parla di cose nuove e di nuovi punti di vista. Ieri Grillo a Roma ha detto: non votatemi per delegare, votatemi solo se poi siete disposti a prendervi la responsabilità in prima persona di cambiare e di venire a controllare quello che facciamo. Ieri c’era un articolo anche su Il cambiamento su questo…

    A me non convincono molte cose del movimento, ma non ti sembra l’inizio di qualcosa di diverso? Magari ci vorranno anni, certo, per arrivare alla consapevolezza di tutti, ma non si deve pur cominciare da qualche parte? Non votare nessuno perché nessuno ci soddisfa pienamente non è un po’ rischioso in quella logica del tutto o niente?

    • Credo di no Marika. L’atto del voto ha senso per dire “ecco, ok. Direzione giusta. Condivido quel mondo. E’ GIA’ QUELLO CHE FACCIO”. Quel che vedo e’ 90pc protesta e pochissima azione. Per me non e’ un avvicinamento. Anche se capisco quel che intendi e capisco il voto a Grillo da parte di tanta gente che ha coscienza. Da come ti esprimi, da quel che dici, immagino che anche tu ne faccia parte. Purtroppo ho visto molta rabbia, molta violenza tra i sostenitori di Beppe. La maggior parte. Buon voto!

  9. tuto il primo mondo e su la stessa barca ,sinistra o destra non a cambiato le strada, il sogni delle anni 60 sono dimenticato, ma un voto sul 5 stella da un signale anche quando non e la risposta.
    e si per cambiare il mondo si cambia prima se stessa:)

  10. Simone, sono un po’ perplessa…

    1. Un voto ben riposto non potrebbe invece aiutare, stimolare ancora di più chi quel cambiamento ce l’ha già dentro e sensibilizzare chi invece non ci ha ancora pensato?

    2. Il cambiamento di cui parli (di cui sono non sostenitrice ma di più perché lo sto vivendo sulla mia pelle) deve essere individuale e sono d’accordo. Ma non ha bisogno di persone che a livello collettivo possano attuarlo anche a livelli diversi? Una diversa direzione, un diverso punto di vista, l’ammissione del fallimento di un sistema, una ricostruzione di un sistema intero a cominciare dalle fondamenta, non pensi sia anche necessario e che potrebbe essere non l’alternativa ma il completamento e lo sfondo in cui il cambiamento individuale si attua?

    3. Immaginiamo per un attimo che la gente domani non vada a votare. Tutta la gente. Quale sarebbe lo scenario lunedì? Cosa succederebbe, in cosa sarebbe meglio, perché sarebbe auspicabile? Non è comunque necessaria l’organizzazione di una intera società? Dalla scuola alla sanità, alla ricerca e a tutto il resto? Non abbiamo comunque bisogno di organizzazione e regole?

    • Marica, ciao.

      1. Per quanto mi riguarda nessuno dei votabili potrebbe costituire un voto ben riposto, dunque non so risponderti

      2. Certo, quel che tu ipotizzi sarebbe meraviglioso da osservare accanto al cambiamento individuale. Solo che non c’e’ Marica, dunque anche qui teoria e pratica non coincidono.

      3. Beh se questo avvenisse, lunedi pomeriggio la politica resterebbe di stucco, delegittimata, spazzata via. Occorrerebbero nuove elezioni. Un nuovo sistema elettorale forse da statuire in via straordinaria dal Presidente della repubblica, nuovi candidati. In quel caso, solo di fronte a una circostanza come questa (che vedo impossibile) chi ha un’idea di Paese avrebbe il dovere, o quanto meno l’opportunita’ di proporla. Io appoggerei o consiglierei volentieri chi ne avesse una come quella che considero necessaria e urgente, che credo tutti conoscano. Ma ripeto, e’ solo fantasia. Tanti soldati ubbidiranno domani. Io no. Ciao!

  11. Amici, io mi schiero chiaramente
    a favore del sociale, dei più deboli,
    della giustizia, dei lavoratori onesti e dei pensionati,di un’ Italia da ricostruire,inseguendo ottimismo
    e un mondo mgliore.
    Tra i diritti doveri di un cittadino vi è
    il voto, massima espressione di democrazia;
    in Europa attendono segnali seri e convincenti da parte del nostro elettorato,
    al fine di ottenere credibilità e stima.
    Astensionismo e confusione, in genere non ripagano, anche nella quotidianità.
    Auguri a tutti voi
    Valentino

  12. ci rifletto Simone, ci rifletto. Forse devo continuare sulla strada che ho intrapreso, so che è quella giusta. E’ vero che si può essere parte di un cambiamento solo se prima dimostriamo agli altri che stiamo cambiando noi, anche se ti dicono che magari sei “strano”, come mi dice mia madre.Però ci vado a votare, non mi identificherò mai, per mia natura in un movimento, nel posto di lavoro, in un’associazione. Sono uno spirito libero, mi identifico solo in me stessa. Ma questo movimento ha qualcosa di buono. Forse mi sbaglio ma domani lo voterò. e tu giustamente il tuo voto lo terrai nel cassetto. Grazie della tua risposta alla prossima!sara

    • Gramigna, giusto che tu faccia come senti. ma la vera discontinuità è questa. Dopo decenni, un’intera storia repubblicana, in cui la gente ha aspettato la risposta dai movimenti e dai partiti senza prendere mai, dico mai, la responsabilità di vivere già come il mondo che voleva, ma aspettandolo quel mondo, come se fosse un abito da indossare, a braccia stese, prona, lamentandosi poi che quell’abito stava stretto, era corto, largo… ecco, dopo questa lunga e triste storia, in cui mente chi dice che comunque tante cose sono state fatte e che bisogna vedere come stavamo e come stiamo oggi, perché abbiamo fatto il minimo del minimo del progresso che potevamo e abbiamo anche devastato menti, cuori, natura, vita… ecco, dopo questa storia dicevo, oggi, per la prima volta, ci appare chiaro che dobbiamo alzare il culo dalla sedia e fare noi, ognuno di noi, qualcosa nella direzione non dell’altro, non di dio, non del papa o del presidente, ma di noi stessi, per pacificare il cuore, l’anima, la mente, per distoglierla dalle fregnacce, per tornare a studiare, a battere col martello, monaci e maniscalchi di una nuova esistenza di individui che, dunque, per la prima volta, non si faranno circuire dal denaro, dall’interesse, dal potere, dalla follia e, dunque, daranno vita a un Paese nuovo, ma nuovo non da sopra, da sotto, da noi, da te, da me. Ecco la rivoluzione possibile che io non ho la minima idea se e come allargare, per il semplice motivo che non ci penso proprio, perché già pensarci è corrotto e inutile, io penso a me, alla mia rivoluzione, perché un uomo che diventa migliore, che prova a essere diverso, ha tutto il suo daffare, non può distrarsi, perché in ballo, quando guarda a sé responsabilmente, non c’è solo lui, non c’è la sua comunità, non c’è il Paese, il continente…. c’è il mondo. L’universo. La vita.

  13. Simone, secondo te si possono seguire i propri sogni e gettare le basi di un progetto comune?credere che questa volta un “comico” come ha scritto Valentino, ci abbia schiaffeggiato fino a svegliarci, a dirci che se ci fa schifo il nostro paese è l’ora di muovere il sedere e far entrare nei posti che contano gente comune che affronta i problemi di ogni giorno e che proprio in quanto comune, può traslare la propria esperienza di vita di cittadino normale in legge?Io questo comico sono anni che lo ringrazio perché a forza di populismo, parolacce, urla in piazza, forse ci ha smosso. Magari non è educato, èsolo un comico, ma lui ci ha messo la faccia, il tempo, le querele. Ci ha messo se stesso, si è esposto, chi l’ha fatto dei nostri politici in questi ultimi 30 anni. Tutti nascosti dietro il partito.Non riesco a pensare la mia decrescita personale ed ai miei sogni in uno Stato immobile che affonda nella palude. Io domani ci vado a votare e se fosse possibile Simone, voterei anche per te, cosi sarebbero due i voti a favore dei “populisti, fasciti, ignoranti, antidemocratici” comandati dal nuovo Benito (chiara ironia, ma su cui i media hanno giocato tutti questi mesi pre elettorali, come i comunisti che mangiavano i bambini…). forse destra e sinistra è finita, la gente se ne è accorta. forse mi illudo, ma voglio crederci che se partecipiamo (non solo al voto) il nostro progetto di vita è più completo.so che sarà dura, ma io simone ho due figli, ho un fratello di 20 anni, non voglio lasciare tutti i problemi a loro facendo solo il mio percorso. sai quanto rispetto e condivido molti tuoi pensieri e le scelte che hai fatto e che continui a fare. ce ne fossero di Simoni! Per me evoluzione personale ed evoluzione della società in senso culturale (è la prima cosa di cui gli italiani hanno bisogno per uscire dalla palude) sono due percorsi che devono andare di pari passo. L’uno non esclude l’altro. ciao Simone, sara

    • No Gramigna. Io credo che gente che non cambia la sua propria vita adesso, se si unisce ad altra gente che non cambia la propria vita adesso, non potrà cambiare il nostro Paese adesso. Tra i programmi di quel movimento c’è ad esempio l’ambiente, l’energia… ti risulta che il 25% degli italiani (tanti sembrano gli elettori di Grillo nei sondaggi) rispettino l’ambiente e risparmino l’energia? sai che saremmo in piena ripresa economica se ciò avvenisse?

      Io mi sono stancato di gente che parla. Mi sono stancato anche di me che parlavo, a un certo punto. Parlavo, all’ora dell’aperitivo, con l’ebbrezza di immaginare, sognare, pontificare. Poi un giorno mi sono guardato in faccia e non mi sono piaciuto. Parlavo e basta. Non facevo. Le mie parole erano vuote, senza senso. E così, con tutti i miei problemi e i necessari compromessi, ho smesso di parlare e ho fatto e sto facendo tutto quel che posso. Poi, dopo aver fatto, ho ripreso a parlare. E infatti sai cos’è successo? Non volevo più organizzare, marciare, unirmi… Ero troppo preso dal fare della mia vita un Paese diverso (che è il contrario di immaginare che il Paese cambi la mia vita).

      Dunque io ai movimenti in questo Paese non ci credo. So che ce ne sono di meritori, so anche che comunque il movimento di Grillo qualche merito lo ha e lo avrà e ne sarò solo che lieto. Però io non mi associo, non voto, non partecipo, non faccio niente che non sia cercare di vivere diversamente, come e quanto posso. Ci provo. E vorrei che invece di unirsi, manifestare, fare fronte etc tanti si mettessero a tagliare i propri costi del 30-40%, a vivere sobriamente, in altri luoghi, smettendo l’insulsa farsa del lavoro vorace che avvinghia e stritola ogni attimo della nostra vita per poi consentirci solo la libertà condizionata delle vacanze, l’ora d’aria dei detenuti, in cui far finta di essere normali, autoproducendo quel che riescono, riusando, riciclando, autocostruendosi quel che serve.

      E’ questo il voto, quotidiano, è questo il movimento, è questo il tentativo. Gente che cambia la seguo fino in capo al mondo. Gente che non cambia non la seguo neanche se ha ragione. Non mi fido. Basta parlare di politica, di governi, le loro decisioni sono prese dalla macroeconomia. La stessa economia che, costringendola con comportamenti diversi a fare e produrre, a modo mio, quel che serve a me, io posso combattere e piegare con i miei comportamenti indviduali. Tanti comportamenti individuali, ecco il vero movimento. Cose concrete, fatte, dette solo dopo averle fatte.

  14. Nel ripostiglio di casa mia ci sono due bauli un pò più grandi del tuo, scuri, stessa chiusura, più in stile coloniale. Stanno lì in memoria di un tempo lontano e per me sconosciuto…
    Appartenevano a mia madre, inglese di nazionalità, ma nata e cresciuta ad Alessandria d’Egitto per via del lavoro del padre. La famiglia era benestante (esisteva l’elite coloniale allora…),vita agiata, belle scuole, molti privilegi…ma nel ’56 tutto cambiò all’improvviso. Nasser nazionalizzò il canale di Suez e cacciò in un attimo gli inglesi dal Paese confiscando tutti i loro beni. Mia madre e mia nonna (il nonno all’epoca era già morto) ebbero tempo una sola settimana per raccogliere tutto il possibile prima di essere imbarcate forzatamente verso una patria che non avevano mai conosciuto. Fu così che riempirono quei due grossi bauli con quello che era rimasto dalle confische…ben poco…e partirono alla volta dell’Inghilterra dove le aspettavano momenti difficili…Anni dopo, quando mia madre sposò mio padre, i due bauli l’accompagnarono in Italia e, alla sua prematura scomparsa all’età di soli 45 anni, sono rimasti a me. Ora sono lì, riempiti con i suoi libri in inglese, alcuni suoi vestiti e foto sbiadite di un tempo lontano…Rappresentano per me un passato che non conosco, un pezzo della sua storia e della mia che non ho fatto a tempo a ricostruire, il tempo felice sotto il sole d’Egitto…
    Un giorno, forse, quando la situazione politica si sarà calmata, riuscirò ad andare ad Alessandria a cercare qualche memoria di una famiglia che si è dispersa, a rintracciare luoghi che forse non esistono più, persone e memorie che fanno parte di me, ma di cui non so niente…e forse allora riuscirò a liberarmi di quei bauli…

  15. grazie sono olandese e vivo in liguria x le qualita della vita.
    vivo da un bel po in downshifting:)
    le strada indicato in tuo libro e molto bello ma solo un piccolo parte della riposta della problemi sul questa mondo.
    ho percorsa la strade con le mente fino al trovare le strade che risolva tutti il problemi in questo mondo (pegato che non sono un scritore:))
    grazie x le tuo libro e bello sapere che non sono le unico che penso che questo mondo e un po “strano”

    • lo so edwin, ma per cercare la strada che risolva tutti i problemi, spesso, non si imbocca quella che ne risolve qualcuno. io sono per il bene. la ricerca del meglio vorrei che non mi bloccasse “aspettando Godot”. Ciao!!

  16. Simpatico aneddoto comandante,
    quello del baule ritrovato e restaurato
    con passione ed orgoglio, molto inquietante, invece, la trama del film.
    La scheda elettorale mi fa rabbrividire,
    se penso a quanta proteste e critiche non costruttive;un capo comico con redditi milionari, non candidato,
    che “tira i fili” dal lungomare di Nervi.
    Boh, siamo in balìa del mare agitato,
    teniamoci forte…
    Cordialità
    valentino

  17. ciao simone
    ho finito adesso il tuo libro “avanti tutta” vedere il mio penseri di 20 anni nero sul bianco e molto bello, pensavo di vivere in un mondo paralello con gente che non vedono.
    scusa che le metto qui ma non sono sul facebook e non o trovato un altro posto per scriverti.
    (p.s e le mio primo volta che scrivo in questo linqua le mio scuso anche x questo:))

    • edwin, accidenti, la tua prima volta e scrivi così bene?! complimenti! e grazie per quel che scrivi su “Avanti Tutta” che continuo a considerare il mio saggio più compiuto. ciao!

  18. Ciao Simone,
    ho letto l’articolo del baule, etc. ma che meraviglia, riesco persino a sentirne l’odore…..davvero una grande fortuna trovare un simile tesoro.
    Mi trovo spesso a condividere sensazioni ed emozioni simili, riconosco la curiosità esplorativa che l’adulto solitamente perde,
    e nella quale sto tanto bene e mi riconosco, la bimba che pensava di potere cambiare il mondo.
    Anch’io ho visto il film sulla seconda possibilità, e trovo splendido il tuo invito a riprenderci in mano le nostre vite, in ogni occasione, anche nelle imminenti elezioni, ma soprattutto nelle piccole e grandi cose quotidiane.
    Cambio vita, scelgo la mia…… sto coltivando questo pensiero cercando uno spunto che mi consenta di concretizzare un trasferimento, sogno, spero e esmpi come il tuo scaldano il cuore.
    Grazie
    Un saluto
    Gianna

  19. Ciao Simone, che dire… i tuoi post sono sempre pieni di emozioni. Appena visto il baule ho avuto un pò di “buona” invidia , avrei voluto trovarlo io !!! Chissà perchè è stato gettato .. . spero non per fare posto ad un mobile moderno senza storia , senza il calore che da il legno !!!Un pò di invidia anche per il camino ma mi consolo con un magico paesaggio innevato , una fetta di torta e una buona tazza di te. Buona serata 🙂

  20. Da bambina (più di trent’anni fa, ahimè), con mia sorella, durante i viaggi dalla provincia verso Napoli, la domenica per andare a pranzo dei nonni, mi divertivo a giocare a “se fossi poveretta” e con lei cercavamo di scovare i tesori accantonati ai lati della strada nelle “discariche improvvisate” da chi non aveva di meglio da fare che abbandonare rifiuti dove capita.
    C’erano divani, mobili, materassi, sedie… durante quel tratto di strada riuscivamo ad arredare una “capanna dei sogni”, immaginando di ridare nuova vita a quegli oggetti. In effetti, a dirla così, sembra di parlare di due bambine anormali. Ma ci siamo sempre inventate i giochi durante i viaggi.
    E ancora oggi mi diverto a costruire o modificare i miei mobili e mi guardo sempre attorno curiosa per vedere se c’è qualcosa di interessante in giro 🙂
    buona serata

  21. Ciao Simone,
    quel baule l’ho visto nella tua macchina nel parcheggio di Ferrara…ho subito pensato a quello che ci avevi raccontato qualche minuto prima dunque al tuo progetto di scrittura attorno alla vita di un pirata….e poi al tuo prossimo viaggio in mare alla scoperta delle meravigile del mare.C’è bisogno di sognare Simone e tu lo fai anche per noi che attraverso i tuoi sogni impariamo a scoprire i nostri,grazie Simone è sempre bello leggerti, Maria Grazia

  22. Baule-copia del mio di famigia, posto sotto la finestra di una stanza di casa mia; è ricolmo di vecchie fotografie, libri, lettere, cartoline, penne stilografiche antiche, monocoli, dagherrotipi, preziosissimi diari scritti durante la guerra da mia nonna, scrittrice del ‘900 nata ad Arcola (La Spezia), copie originali della rivista da lei fondata dedicata al mondo femminile, suoi libri pubblicati, e altri interessantissimi oggetti e documenti.
    Bellissimo!
    Quanto quello da te trovato, Simone.
    Chi può averlo eliminato? ma come ha potuto…??

  23. ciao simone,
    bellissimo post… e a proposito di creare il mondo che vogliamo partendo da noi, a nostra immagine e somiglianza o ancora meglio a immagine e somiglianza dei nostri desideri,
    ti segnalo il link al sito e alle riflessioni di una persona un pò particolare, che non so se hai già avuto modo di conoscere … mi piacerebbe sapere poi se l’hai letto e ci hai trovato, come è successo a me, un raggio di verità e una chiave di lettura dell’animo umano.. 😉 ma come farebbe a non piacerti uno che si payoffa “non ducor duco” ?!?!?
    un abbraccio
    miki

  24. Spero che durante il viaggio continuerai a scrivere la tua storia di pirati, che quel baule mi dà già la voglia di leggere. Anche se mi dispiace un po’ che tu non apprezzi il mito della mia infanzia, Sandokan…

    • Ma sai Elena, ho amato anche io Salgari. Poi a un certo punto ha avuto il sopravvento una doppia considerazione: lui si diceva marinaio, comandante… E non era vero. E io non amo le imposture. E poi che diavolo, con 3000 anni di storia della pirateria del Mediterraneo, vera, gravida di personaggi, avventure… Proprio di pirati immaginari doveva parlare?! Considera anche che mi deve una figura da pellaio, Salgari: quando andai in Malesia e mi misi a chiedere di Sandokan, di Brooks, certo (a 20 anni) che fosse esistito. E nessuno, ovviamente, ne sapeva alcunche’…. 🙂

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.