Basta. Adesso.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

2 elettori su 3 hanno votato per i partiti dei Lusi, dei Fiorito, dei Formigoni, dei rimborsi gonfiati, delle MPS, del finanziamento illegale ai partiti, di chi ha governato male, mancato ogni appuntamento con la modernità, disatteso ogni bisogno, ogni emergenza del territorio, della gente. Cose se nulla fosse accaduto. 1 terzo, invece, ha votato per chi vorrebbe far decidere direttamente a quei 2 terzi le grandi questioni del paese, saltando Parlamento e politica, in modo plebiscitario. Ve lo immaginate? E poi il resto: 1 italiano su 4 ha scelto il non-voto.

Tuttavia, qualcuno avrà ancora dubbi, domani, su quel che dico da tempo: occorre cambiare l’elettorato, non altro. Gli uomini e le donne. Ognuno che si concentri sulla propria vita, che smetta di partecipare come e quanto può al sistema decadente e fallito del capitalismo consumista, e’ l’elettore nuovo, l’uomo nuovo. Basta, sostenere questo teatro degli orrori è insensato. Basta, partecipare a questa società morente rende correi. Nessuna elezione ci salverà.

Uomini nuovi, che hanno deciso di vivere diversamente, autonomamente, senza attendere, senza lamentarsi, ridiventando sobri, smettendo di essere schiacciati da lavoro, denaro, tempo buttato via, senza soggiacere al peggiore ricatto della comunicazione commerciale diventeranno prima un Paese migliore e poi, inevitabilmente­, eleggeranno migliori rappresentanti.­ Nelle scuole, nelle università, tra i giovani, nella vita di ognuno, questo messaggio deve essere trasmesso, condiviso, ma soprattutto compreso e attuato, sotto la propria responsabilità.

E’ già possibile oggi cambiare, vivere nel Paese che vorremmo. Non aspettiamo elezioni che lo realizzino. E’ esattamente a rovescio: quel Paese non c’è ancora, in larga parte, possiamo farlo noi, oggi, individualmente. Non ci sara’ mai senza che ognuno inizi a costruirlo, cambiando la propria vita. Basta iniziare. Adesso.

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82 pensieri su “Basta. Adesso.

  1. @Fabio
    Solo una osservazione. L’ istruzione scolastica non basta a fare una persona pensante, spesso si traduce in una moltitudine di nozioni che poi verranno dimenticate da ampia parte delle persone che non sono davvero interessate a quello che hanno studiato da volere in seguito cementare nella loro memoria alcuni degli studi fatti. Triste riprova ne é il porre semplici domande per strada a persone che hanno fatto dei licei e vedere quanto si ricordano. Ci sono stati dei celebri servizi di programmi televisivi su questo tema.
    A me sembra un alibi imputare al sistema scolastico tutta la responsabilità di sviluppare la lettura, il ragionamento, il diventare capaci di auto-apprendimento e di apprendimento permanente da parte della gente.

  2. con “delega” siamo arrivati alla situazione attuale…

    @fabio
    meglio una igenista dentale che quello che abbiamo avuto fino ad oggi…

  3. Laura condivido perfettamente, ma non penso che sia una questione di tempo “anni luce” il cittadino maturo al punto di poter gestire in prima persona tutto…non ci sarà. Nelle realtà in cui li cittadino è maturo (in relazione al nostro metro di misura) esiste la “delega” nella gestione della cosa pubblica e funziona pure bene.

    Morris …io domani mattina faccio il mio lavoro, quello per cui ho studiato con passione e ho acquisito competenze, lo faccio al meglio e con amore, e anche se potessi dare delle idee per sistemare il settore in cui lavoro non penso di essere onniscente al punto di fare tutto da solo, e non penso neppure di essere capace di poter dire la mia in ambiti di cui sconosco anche le basi, c’è una frase di un film di Moretti in cui dice qualcosa tipo “parlo mai di medicina io?” No Morris non la vedo così! Io se ho un problema alla macchina vado dal meccanico, lui sa cosa andare a verificare e come risolvere (non mi iscrivo ad ingegneria e non imparo con un manualetto giunti), e se io devo cambiare una vela, chiamo il velaio…non mi metto a fare porcate con il cad e a tagliare ferzi e a cucire a mano…ognuno le sue competenze..fare un rattoppo o dare due punti magari si.., potrei anche provare a cambiare l’olio alla macchina ma alla mia, non alla tua! La tua la rispetterei di più! Io esigo un meccanismo di delega che funzioni…lo pretendo come pretendono che il mio lavoro sia fatto a regola d’arte, e non per idealismo ma perchè alternative non ce ne possono essere! Esiste una ripartizione dei compiti in qualsiasi gruppo, dall’equipaggio per fare due bordi di fronte al molo all’equipaggio di una traversata atlantica, e così in qualsiasi società… e cavolo almeno questo si può? Bisogna agire affinchè questo ci sia (!)…non trovare un modo arraffazzonato per risolvere un problema estemporaneo!

    Ma non è che poichè abbiamo visto per troppo tempo che chiunque parla di qualsiasi cosa, e che una igienista dentale faccia politica per (non) so quali competenze…questo ci legittima a fare lo stesso? Troppa tv, troppi salotti dove tutti parlano di tutto…

  4. Il problema è proprio “il cittadino maturo”, siamo ancora lontano anni luce. Lavorando in un negozio vedo realtà deprimenti, persone che piuttosto che comprare un libro al figlio si compra un “gratta e vinci” , potrei fare mille esempi. Clientela cresciuta a trasmissioni come “Uomini e donne ” ,”Il grande fratello” e comprano riviste di gossip per seguire questi personaggi !!!! Lavoro in una cartolibreria (come dipendente) che per sopravvivere è diventata anche edicola …gratta e vinci ecc…Ci sono persone che non comprano neppure un libro all’anno o un quotidiano ….. c’è molto da lavorare su tutti noi figuriamoci con questi soggetti !!! Saluti …. mi si brucia la ciambella !!!

  5. fabio
    ma con il buon senso e un po lucidità pensi che persone normali non saprebbero prendere decisioni importanti?
    tu se fossi chiamato a proporre idee per il miglioramento di qualcosa,pensi che non sapresti che dire??
    a leggerti sembri uno che ci ragiona e poi dice la sua con convinzione.avresti veramente tanti problemi ad essere domani in parlamento motivato a fare del tuo meglio per risolvere o almeno migliorare qualcosa che non và?
    saluti

  6. certo simone sarebbe terrificante… e la possibilità di manipolazione ancora più alta di come è ora…(sembra strano ma se uno prova a farne una degenerazione del meccanismo “senza delega” ne viene fuori una bomba di elevata pericolosità)

    stravolgo tutto per migliorare..vale per alcuni ambiti, nel sociale no.

    e poi vorrei dire un pensiero…non elevatissimo e non originale lo so: il programma del m5s è favoloso… solo che è coordinato da uno che non può entrare in parlamento, che comanda a bacchetta gente che (forse) ci crede e che vuole salire al quirinale per dire la sua sul governo ma nn si sa a che titolo ci può andare…(allora mandiamoci simone e il mio gatto….tanto più danno di così non si può fare) …ecco a me uno che sta agendo in tal maniera mi spaventa, parla di trasparenza ma è criptico, non propositivo, solo destruens… (non rispondetemi: “l’alternativa quale è allora? bersani? monti?” non è che se la sedia elettrica è rotta allora la fiala letale è una idea eccezionale)

  7. @Michael “Naturalmente occorrono dei cittadini maturi, consapevoli ed istruiti e non ci si può arrivare dall’oggi al domani, ma sicuramente in un paio od al massimo tre generazioni.”

    con i tagli all’istruzione che ci sono direi che se da domani mattina rifinanziassero l’istruzione forse un 3 generazioni…potrebbero bastare, lasciando fuori tutti gli altri (ciò significa che tutti dovrebbero avere un livello d’istruzione a livelli di master di II livello ma in un settore e gli altri settori chi li fa? a me pare surreale)..è “Favologia”

    “si eliminerebbe la corruzione e l’ipocrisia”

    e chi le proporrebbe le leggi? quel fantomatico consiglio di ministri di cui parli? e che sono puttini con le alucce? :/

    oppure potrebbero tutti poter proporre tutto e tutti votare tutto….ma tu hai idea della lentezza e della pericolosità?

    non mi pare regga questa cosa…pour parler si… attuabilità ZERO

  8. come se tutti sapessero tutto…la “delega” serve se sana, ma se non è sana ..la soluzione non è togliere la delega!

    decidere sulle leggi? quali? quelle di finanza? di diritto internazionale? di carattere giurisprudenziale? e di carattere medico?

    siete tutti tuttologi? io no, mi fa piacere per voi, ma non me la sento di dire la mia su cose di cui ne so quanto ne sa il mio gatto…

    la delega, se fosse sana, servirebbe a questo.. togliere questo meccanismo sarebbe un macello!

    quando c’è un omicidio tutti davanti alla tv a parlare di legge, diritto, colpa e condanna, poi si parla di grandi opere architettoniche e tutti a fare studi d’impatto senza saperne nulla, poi si parla di scelte medico-etiche e tutti a sentenziare senza sapere cosa è un embrione e un feto… e questi sono un paio di esempi..

    • Fabio condividi quel che dicevo sulla democrazia diretta. anche se fossero tutti ingegneri e chimici e giuristi, io non la vorrei comunque. negli ultimi cento anni in questo Paese la genete ha: creato (creato, non sposato…) il fascismo, fatto due guerre, vissuto il boom economico, messo su una classe politica corrotta fin nelle midolla, votata per decenni (DC, PSI etc). Poi generato il fenomeno Berlusconi (altri 17 anni o quel che l’è)… e io dovrei vivere in un Paese in cui le grandi decisioni vengono prese da questi qui, cioé da noi?! Ma non sia mai! Se accadesse davvero prendo la barca, la carico di viveri e me ne vado… Avrei il terrore.

  9. @michael
    Sì, mi piace la tua idea di democrazia diretta : il dedicare 10-15 minuti al giorno per decidere sulle leggi che governano il nostro Paese lo vedo molto utile.
    D’altra parte non dedichiamo tutti i giorni un po’ del nostro tempo a decidere cosa comprare, cosa cucinare ecc.. ecc..
    Potrebbe rientrare nella routine giornaliera ! Questo vorrebbe dire più tempo per pensare a scelte importanti che riguardano tutti e quindi meno per il lavoro….
    Futuristico vero?
    Grazie Michael per questo sprazzo di luce!

  10. Cara Gaspara, ovviamente la mia è una semplificazione volta a desccrivere una possibile via verso la democrazia diretta, quella voluta ed in piccola parte anche praticata nelle antiche città stato greche.

    In effetti non pensavo affatto che l’elettore dovesse uscire di casa, ma che dia il suo parere via internet, comodamente seduto a casa.

    I quesiti sarebbero praticamente quotidiani, e si potrebbe persino pensare a più quesiti al giorno, facendo avanzare le proposte di legge ed i provvedimenti articolo per articolo, esattamente come avviene attualmente in parlamento.

    Alla lunga solo coloro che si mantengono informati sulle singole questioni esprimerebbero il loro voto. Poi, naturalmente alcune questioni avrebbero più seguito ed altre meno.
    Le autority faranno il loro mestiere garantendo la sostenibilità economica delle leggi e dei provvedimenti.

    Si eleggerebbe ogni 5 anni un collegio di ministri, facenti capo a movmenti o partiti e ad un presidente del consiglio eletto direttamente dai cittadini.

    Si eliminerebbe così con un colpo di spugna la questione delle lobbie e la relativa poca trasparenza, con tutto ciò che ne consegue, della loro influenza sui rappresentanti parlamentari. In effetti in un certo senso le lobbies governerebbero e determinerebbero le scelte direttamente attraverso i voti dei loro appartenenti, come del resto a me pare perfettamente legittimo e giusto. La politica è l’arte del compromesso democratico fra interessi non sempre collimanti ed avolte persino contrapposti.
    Ma in questo non vedo nulla di male, anzi, si eliminerebbe la corruzione e l’ipocrisia, le false promesse e la politica per professione. Una sana e regolamentata contrapposizione di convenienze ed interessi, legittima ed aperta, alla luce del sole.

    Si eliminerebbero i costi del parlamento e molti altri ancora.

    Naturalmente occorrono dei cittadini maturi, consapevoli ed istruiti e non ci si può arrivare dall’oggi al domani, ma sicuramente in un paio od al massimo tre generazioni.

  11. Concordo totalmente con la tua opinione.
    Chi pontifica ma non si sporca le mani è un ciarlatano.
    Prima si fa! In un mondo ideale forse sarebbe sufficiente una sola legge, al massimo due. E poichè non posso aspettare che arrivi quel giorno, tento di vivere già così.
    Solo una domanda che esula dall’argomento trattato che riguarda la salute, Il downshifting è certamente la più valida ricerca di una vita veramente appagante, mi ponevo solo la questione della ricerca scientifica nel campo dela salute che mi par di capire viva di enormi investimenti che con ogni probabilità sono possibili solo in un mondo che cresce secondo i ritmi di un’economia chiamiamo la capitalista.
    Secondo me la ricerca non può progredire velocemente in un sistema economico che rallenta. Siamo davvero disposti ad accettare la morte o la sofferenza per mancanza di farmaci o di polmoni artificiali?

  12. Bella la prospettiva di amartya sen…in effetti la democrazia a pensarci bene responsabilizza ma questa non c’è mai stata. In effetti in tutto il mondo, quando non è dittatura, la famosa democrazia rappresenativa tutt’al più si può chiamare oligarchia anche se ci vedrei ancora meglio la parola plutocrazia. Quello che propone Simone, se mi posso permettere, si avvicina di più al concetto di autarchia, che è in assoluto molto utile, oltre che a se stessi, alla società ma purtroppo non basta a contrastare le “forze del male” degli assetati di soldi e potere che forti del loro esercito di sostenitori ontinuano a fare terra bruciata vomitando cemento e pensando a grandi opere come il TAV, il ponte sullo stretto e così via. Rimane comunque il fatto che la politica dell’uomo viene prima della politica della collettività

  13. “Per i quesiti della prima categoria il voto di tutti ha peso 1.

    Per la categoria 2 il voto di coloro che non hanno competenze specifiche, ha peso 1, mentre quello degli “addetti ai lavori” ha peso 5.

    Per la categoria 3 il voto dei più ha sempre peso 1, mentre quello degli specialisti ed addetti ai lavori ha peso 10.”

    Cos’è, il metodo usato per scegliere la giurìa di qualità a Sanremo? Già che ci siamo, invece di uscire da casa e spendere soldi per indire le elezioni, potremmo votare con un SMS da cellulare o da telefono fisso, al modico costo di 2 Euro. Così lo Stato incassa.

  14. La democrazia diretta proposta da grillo è anche una mia vecchia idea di una trentina d’anni fa. Poi qualche anno fa l’avevo rielaborata, più per scherzo che seriamente, insieme a qualche amico informatico come me.

    In effetti la rete e la tecnologia moderne consentirebbero senz’altro un grado di democrazia diretta elevato.

    Tuttavia, nella rielaborazione più recente dell’idea di democrazia diretta pensavo alla classificazione dei quesiti da sottoporre a referendum continui in varie categorie.

    Una categoria di quesito riguardante tematici di principio, riguardanti i valori e le questioni più o meno generali su cui ciascuno può e dovrebbe avere una opinione più o meno articolata. Questioni riguardanti i diritti ed i valori fondamentali e la loro evluzione ed il loro progresso.

    Questioni e quesiti che richiedono specifiche conoscenze e l’appartenenza a specifici settori professionali, in quanto più complesse e di non immediata valutabilità dal cosiddetto “pubblico indistinto”.

    Questioni che richiedono conoscenze e competenza altamente specifiche per poter esserevalutate, analizzata e per poter esprimere a loro riguardo opinioni e scelte ragionevoli e costruttive.

    Ora, si pensava di attribuire dei pesi differenziati ai voti dei cittadini in base alla loro appartenenza a ordini professionali od in base alla loro comprovata esperienza e competenza nei vari settori.

    Per i quesiti della prima categoria il voto di tutti ha peso 1.

    Per la categoria 2 il voto di coloro che non hanno competenze specifiche, ha peso 1, mentre quello degli “addetti ai lavori” ha peso 5.

    Per la categoria 3 il voto dei più ha sempre peso 1, mentre quello degli specialisti ed addetti ai lavori ha peso 10.

    Poi è ovvio che categorie e pesi di voto sono suscettibili di perfezionamento, ma il concetto è che se ad esempio si è chiamati a votare su una questione riguardante il servizio sanitario nazionale, il comune cittadino avrebeb un voto di peso 1, mentre il medico un voto di peso 5 e magari il primario od amministratore di ASL un voto di peso 10. E così via per tutte le questioni.

    Esisterebbe sempre un governo, votato dai cittadini, ed un consiglio di ministri allargato che prepara i quesiti da sottoporre continuamente al test del popolo. Naturalmente servono anche una corte costituzionale e varie autority di garanti nei vari settori.

    L’esercizio del voto diverrebbe quasi quotidiano ed impegnerebbe i cittadini per quel quarto d’ora o quella mezz’oretta al giorno, che io considero comunque un tempo ragionevole di impegno minimo alla vita politica del proprio paese e della propria società.

    Naturalmente i voti di peso 5 e 10 debbono in qualche modo essere certificati, ma le necessarie tecnologie a riguarda non mancano affatto.

    Forse in questo modo si avrebbero dei momenti con affluenza alle “urne” maggiore ed altri con affluenza scarsa, ma in ogni caso il processo democratico delle decisioni politiche sarebbe salvaguardato.

  15. Purtroppo anche vivendo nel bosco e cercando di essere il più indipendenti possibile dal sistema si viene condizionati dalle leggi che vengono attuate, ma non mi sento di votare nessuno degli attuali candidati, non posso dare il mio voto neanche turandomi il naso.
    Spero che le cose cambino, allora voterò.

  16. A proposito della democrazia diretta ai 2 terzi degli altri italiani mi permetto di riportare una frase del premio Nobel indiano Amartya Sen :
    “I paesi non devono essere pronti per avere la democrazia, diventano pronti grazie alla democrazia”

  17. Mi sento di porvi questa domanda, per avere un riscontro sulla affermazione di totale inutilità dell’ andare a votare finché non si sia davvero pronti, cambiati (C’ é anche il rischio che venga sollevata a tal proposito la questione di: fare il bene e non cercare di fare il meglio!).
    Domanda: conviene astenersi dall’ andare a votare per esercitare la nostra giusta opzione di non delegare a nessun rappresentante, indipendentemente da come é composto lo scenario politico? O piuttosto questa opzione é condizionata dalla correlazione alla situazione che si presenta. Mi spiego: poniamo per assurdo che ci trovassimo in una situazione simile a quella che é capitata alcuni anni fa in Francia con il rischio (sicuramente sovrastimato, sempre col senno di poi!) che Jean-Marie Le Pen potesse prendere un sacco di voti per l’ elezione del presidente francese, tale da aver indotto anche la sinistra francese a suggerire al proprio elettorato di votare Sarkozy, con il naso tappato, pur di evitare il peggio: la possibile ascesa di Le Pen.
    Poniamo uno scenario apocalittico da noi, ad esempio con il paese che in massa propende di votare per il partito Forza Nuova. Quanti di voi convinti che bisogna astenersi dal voto si sentirebbero ancora di dire: “costi quel che costi, viene prima la mia coerenza alla possibilità di venir meno, con un compromesso eccezionale, ai miei principi.” ??
    Quello che sto dicendo é che il panorama nazionale per quanto degradato non lo é ancora tanto da forzarci a violare le nostre convinzioni. Cioè ci troviamo in uno stato di necessità o ancora in zona comfort (risicato) quando prendiamo una decisione?

    In quali casi si deve aspettare ad essere pronti per prendere decisioni:
    – quando abbiamo votato per i precedenti referendum (l’ acqua, il nucleare, …) eravamo differenti da come siamo oggi? Sì é vero, non abbiamo votato dei partiti, ma ci siamo sempre espressi con i limiti della nostra testa, con l’ incompletezza che ci caratterizzava.

    • Red, ciao.

      In caso di calamita’ naturale, naturalmente, le regole saltano. E quella sarebbe davvero una calamita’…

      Quanto al referendum sull’acqua e’ il fatto piu’ probante che potessi citare. Nessuno risparmia acqua, nessuno ha sui rubinetti i riduttori di portata (che riducono di 5-7 volte lo spreco) ma in tanti votiamo il referendum (la maggioranza per evitare aggravio del costo-acqua, in realta’). E poi, una volta vinto, che succede? Che la politica se ne frega del referendum e cerca di fare ugualmente quel che le sarebbe proibito dalla volota’ popolare. Un quadretto avvilente per ambo le parti… Ecco dove i comportamenti individuali dirimono l’empasse.

  18. ADESSO,volendo,è cominciato,adesso finalmente abbiamo un mucchio di giovani in un Parlamento del Neolitico,giovani di età e di intenti,con la voglia finalmente di NON delegare,ma di partecipare.
    Caro Simone,come saprai meglio di me,”L’importante è RICONOSCERE le cose,quando si presentano”.
    Loro sono l’ultima spiaggia.

  19. Anch’io questa volta non mi ritrovo con la scelta di Simone e di molti altri ma non è un problema, però vorrei capire meglio.
    Anch’io come molti qui sono impegnato nell’organizzare la mia vita in modo da essere sempre più indipendente dall’acquisto di beni inessenziali. Per riscaldarmi taglio la legna da me, autoproduco una serie di cose con l’orto e gli alberi da frutta, riutilizzo gli scarti vegetali trasformandoli in compost, non ho la TV, uso la bici il più possibile, baratto alcune cose, ne regalo altre e ne prendo in regalo altre ancora, riciclo e riparo tutto il possibile, non compro quasi nulla. Se governa Bersani, o Berlusconi, o Grillo per me cambierà poco o nulla. Eppure ho votato con convinzione M5S perchè è l’unico movimento, pur con tutti i suoi difetti, che vedo guardare al futuro in ottica di speranza e con idee spesso condivisibili. Non è che chi non vota perchè è troppo concentrato nel costruire la sua vita si avvicina all’atarassia?
    Simone come puoi fare un post sulla TAV, un altro su esponiamo il tricolore e poi non votare? Almeno in questa tornata le scelte verso persone probabilmente oneste c’erano no?

    • L’ho gia’ spiegato. Concordo con molti punti del programma di Grillo. Ma non con altri, sostanziali, come l’idea di una democrazia diretta in cui i cittadini (che hanno eletto e rieletto Berlusconi) votino sulle grandi questioni del Paese. Mi fa rabbrividire solo l’ipotesi. Ho pessima stima della capacita’ di giudizio e sulla cultura media della gente di questo Paese.

  20. @Andrea Strozzi
    ti perdono perche` forse vivevi all’estero e sei appena tornato in Italia 🙂 ma… nel Luna Park del compromesso ci siamo da qualche decennio. Speriamo che sia arrivato il momento di uscirne.

  21. @ marco (ma non solo)

    Col Movimento Cinque Stelle adesso al 25%, benvenuti nel Luna Park del… compromesso.

    Occhio allo zucchero filato: fa male! 😉
    Passo e chiudo

    ciao

  22. @ marco (ma non solo)

    Col Movimento Cinque Stelle adesso al 25%, benvenuti nel Luna Park del… compromesso.

    Occhio allo zucchero filato: fa male!
    😉

    ciao

  23. @Andrea Strozzi
    Scusa, ma la tua obiezione verso chi vota Grillo mi pare un po’ banale.
    Eppoi, non sono certo un fan delle pubblicita` e guardo pochissimo la televisione, pero` lo spot di cui parli e` sarcastico, non adulatorio, verso chi dice “volevamo spendere molto di piu`!”, e dai!!

  24. …molti non sanno ,che dietro la follia del”saccoccio” o di altri prodotti simili ci sono persone che per giorni partecipano a folli riunioni,interminabili,per ideare tutto quello che tu hai perfettamente descritto, molti partecipanti alle riunioni sopracitate tornano a casa lle 22,00 sfiniti ,cenando con 4 salti in padella ,magari soli davanti ad un film…è questa la chiamano vita?,
    conosco bene questi meccanismi …ne sono stata partecipe per molti anni…ora non ne posso davverò più,è iniziata la mia scalata…la mia decrescita..grazie per aver descritto così bene questi folli meccanismi…

  25. “Giulio, perché, è legale vivere così?!”
    hai ragione, non è legale.

    Una nota sul m5s…
    La maggior parte dei commentatori parlano di “non governabiltà”…
    La governabilità a cui erano abituati.
    Spero che questo sia l’inizio di una rinascita…
    Il messaggio è arrivato chiaro e forte: le politiche di austerità non sono accettate dalla popolazione.

    In pratica spero che accada questo.
    Un governo formato da ministri del solo polo che ha maggioranza alla camera e un set di punti condivisi (mini-programma)
    da realizzarsi in 6-8 mesi su cui voterà la fiducia il m5s.
    E cosi’ via nel prossimo ciclo Punti concreti condivisi da realizzare
    (nello sviluppo di ingegneria software questo modello si chiama ciclo incrementale/iterativo…)

  26. Ciao Marìca,
    evidentemente il mio messaggio non è giunto in modo sufficientemente chiaro. Me ne scuso.

    Provo allora a procedere per punti:

    • Diversamente da quanto affermi, io non intendo assolutamente suddividere il corpo elettorale sulla lavagna dei buoni e dei cattivi. Sarà la storia a farlo.

    • Per quel che rigarda me e la mia coscienza, mai come stavolta spero di aver sbagliato giudizio.

    • La provocazione del condizionatore non era evidentemente rivolta a chi, pur avendone uno sul balcone, ha votato “consapevolmente” Grillo (o altri che predicano le cose in cui tu ed io crediamo), ma ha chi lo ha fatto SENZA quella consapevolezza.

    • La croce su una scheda elettorale, in questa epoca di cambiamenti radicali è, a mio modo di vedere, poco più di un orpello: un placebo per la coscienza di molta gente che – diversamente da te – non ha ancora capito che il cambiamento parte da altro. Questo, e solo questo, è il senso delle mie parole (meglio argomentate sul mio blog, il cui link qui non riporto più per rispetto del padrone di casa).

    • Il tema, assai stimolante (e che non credo possa esaurirsi qui), è quello – DAVVERO provocatorio – che Simone introduce, come solo lui sa fare, all’inizio di questo post, al quale mi sono infatti subito accodato per la sua inusuale dirompenza: “1 terzo, invece, ha votato per chi vorrebbe far decidere direttamente a quei 2 terzi le grandi questioni del paese”. Questo “statement” esprime una tragicità, in cui mi riconosco pienamente, che di fatto, però, CONFLIGGE con una cosa a cui siamo abituati dal 1 febbraio 1945: il suffragio universale…

    Ciao

  27. Io sono convinto che il cambiamento è nel singolo ma è anche nella moltitudine…le due cose sono intimamente interconnesse. Il voto è un meccanismo più o meno valido (con questa legge elettorale poco valido) per sostenere delle idee. Per fare un esempio concreto: se si vuole evitare che si costruisca il TAV in Val di Susa bisogna votare M5S, da soli non si eviterebbe proprio. Poi magari il M5S non piace per la deriva dittatoriale di Grillo, ma questo è un altro discorso. Il non-voto è una posizione rispettabilissima ma sono molto scettico che ciascuno di noi possa trovare una rappresentanza politica completamente aderente alle sue idee. Sono comunque assolutamente d’accordo sul fatto che il voto non si esaurisce nella cabina elettorale ma è qualcosa che dobbiamo prendere in considerazione ogni giorno come responsabilità individuale per le scelte importanti che facciamo sul nostro detino e sul destino del pianeta

  28. @ Paolo
    Purtroppo, sulla questione degli spot non riesco a starvi dietro (da quando, due anni fa, ci siamo liberati della tv in casa, è un tema su cui vanto un’orgogliosa ignoranza).

    Tuttavia, a casa di amici abbiamo visto recentemente quello (credo) della Dustero), di fronte al quale siamo rimasti a bocca aperta. La cliente smorfiosetta, allibita e colma di disappunto, che sbotta davanti al concessionario: “Ma come? Costa così poco? Noi volevamo spendere… MOLTO DI PIU’!”

    Credo che siamo arrivati ben oltre il cattivo gusto e la cafoneria: siamo alla pornografia commerciale…
    Ciao

  29. Andrea,
    va bene astenersi e, anzi, è la scelta di molte persone che conosco e che rispetto anche se non condivido. Del resto proprio qui ho sommerso Simone di domande a questo proposito proprio perché mi interessa molto capire meglio.

    Ma perché semplificare così? Ho il massimo rispetto per te che hai scelto di non votare. Ma perché devo sentirmi un po’…come dire… sciocchina e superficiale se ho fatto la scelta di votare e di votare per Grillo?

    E’ una semplificazione estrema quasi per dimostrare che era giusta la scelta di astenersi. Ognuno ha la sua strada. Sarà sbagliata, anzi pure sbagliatissima. Non ho neppure la presunzione di dire sono assolutamente convinta che sia così e così debba essere. No, è quello che sento, la mia sensazione e anche la speranza che si voglia davvero voltare pagina e che da qualcosa bisogna pure iniziare.

    Perché pensi che tutti quelli che hanno votato movimento 5 stelle non siano in grado di discernere o di attuare per se stessi e da ora (se non anche da ben prima) un cambiamento? Ognuno nel suo, ognuno con i suoi mezzi e le sue possibilità.

    Io non voglio dimostrare a nessuno che la mia scelta di andare a votare sia meglio della tua. Me ne guarderei bene. perché invece tu vuoi dimostrare il contrario?

    E del resto Andrea, scusami, ma allora ti rendo pan per focaccia:-). Sei proprio sicuro che tutti quelli che si sono astenuti abbiano a sostenerli tutti i ragionamenti che sono sotto il tuo gesto? Sicuro? O molti avranno pensato “che vadano tutti al diavolo e chissenefrega?”

    Per quanto mi riguarda sul mio balcone c’è il mio orto imperfetto, strano, compresso e forse un po’ sacrificato. Ma è la mia strada che mi condurrà altrove. C’è anche un condizionatore che c’era quando sono venuta qui e di cui sono grata perché questa è una casa vecchissima e senza riscaldamento e senza quello non potremmo starci. D’estate non lo accendo quasi mai perché preferisco rinfrescare la casa con una tenda (fatta da me) o sfruttando la corrente e schermando la luce solare…

    Pensi che sia io la sola a vivere in questo modo? Non è così.

    Ma non è questo il punto.

    Mi infastidisce il tuo tono.

    Scusa ma con te mi sento di libera di esprimere tutti i miei pensieri proprio perché ti conosco un po’ e so quanto sei onesto, profondo e mai superficiale nel tuo blog. Per questo mi dispiace un po’ sentirti così.

    Un abbraccio 🙂

    Marica

  30. Parole Sante Sinmone, il cambiamento oggi è del singolo, e si cambia ogni giorno, non solo il giorno delle elezioni. Non si può sperare di continuare a guardare la TV pagando la campagna elettorale al Berlusca, e poi sperare di non ritrovarselo… bisogna spegnerla quella scatola se lo vogliamo fuori dalle scatole 😉 Siamo noi, punto.

  31. Coperto di increduli silenzi (che sono peggio degli insulti): questo è stato il prezzo della mia scelta di astenermi.

    Due domande. Che rivolgo da ieri a tutti quelli che, con uno/due condizionatori sul balcone e qualche split sparso per casa, hanno comunque votato Grillo: e adesso, come la mettiamo? Siete uomini nuovi?

  32. A proposito di decrescita e spot pubblicitari, vi sembra da paese civile lo spot della SMART che irride i pendolari per la loro scelta di utilizzare i mezzi pubblici ….

    Io comunque ho votato, e odio quelli che pensano “tanto peggio, tanto meglio” ….

  33. occorre cambiare l’elettorato, si. E’ quello che ha scelto una classe politica marcia, corrotta che ancora oggi, dopo tanti scandali ci ritroviamo in grandi numeri in Parlamento. Io, di mio, lavoro per il cambiamento.

  34. “Anche se sono idiote, le idee della famiglia sono le mie!”. Dove sono gli uomini?

    Una delle frasi che ho sentito ripetere più spesso a mio padre. Me l’ha detta anche l’altro ieri.

    “Lo sai cosa diceva, zio Venanzio? L’uomo, quandanco fosse una gallina, è sempre un omo.”

    Emblematica, direi. Di un sacco di cose. Ah, cosa abbia fatto di eclatante zio Venanzio per passare alla storia, non è dato sapere. Temo abbia a che fare solo con le rotondità che gli sballonzolavano tra le gambe. Capita a molti, di pensarla in modo analogo. Persino in Parlamento. Si vede.

  35. Ciao Simone….la descrizione dello spot è fantastico, io e mio figlio quando lo trasmettono in tv ci guardiamo senza parlare, l’occhiata non ha bisogno di parole in quanto riteniamo il prodotto una vera stronzata. Quando vado a fare la spesa cerco di seguire i consigli dell’oncologo Prof. Franco Berrino che sostiene che quando una persona va al supermercato deve immaginare di avere la bisnonna a fianco e tutto quello che lei non riconosce come cibo non va acquistato ….. quindi niente saccoccio !!! In quanto al voto io sono andata a votare ieri alle 14 e 30 ero tentata a non andare, (sarebbe stata la prima volta in più di trenta anni ) ma il ricordo dei racconti di mia nonna sulla sua prima votazione come conquista di libertà , ci sono andata . Bella la frase …..le radici sono importanti. Non c’entra con il post ma volevo chiederti a che ora c’è l’incontro a Rimini e se è aperto a tutti ….chissà se è la volta buona visto che a Bologna e Ferrara non sono riuscita a venire .

  36. Sono d’accordo, veramente, sul cambiamento personale innanzitutto. Ma non capisco perché (dopo di questo!) uno non debba andare a votare. D’altra parte anche tu dici che il cambiamento individuale é propedeutico, dunque implica qualcosa che viene dopo, o sbaglio?

  37. “sii il cambiamento che vuoi vedere nella società” diceva Gandhi. Sono d’accordo. la responsabilità è personale, il cambiamento è individuale, in ogni istante, nelle scelte di tutti i giorni si può – e si deve – fare la differenza. oggi ne sono più convinta che mai.

  38. Non capisco. Qui mi pare che ci siano dei falsi sillogismi.
    Se pratichi una vita sobria, se sei un downshifter, allora non vale la pena andare a votare? Hai giá fatto la tua parte? Io non credo.
    Oppure, quelli che vanno a votare sono sicuramente dei consumatori incalliti e non hanno idea di quel che sia vivere sobriamente? Io non credo.
    Accetto la scelta di chi decide di non votare ma non mi pare corretto dire che è una scelta di maggiore utilitá dell’andarci.

    • Marco, e’ semplice: se voti qualunque cosa ma la tua vita, i tuoi comportamenti, non sono gia’ cambiati, il mondo tuo e altri non cambiera’. Se cambi la tua vita, se fai cio’ che vorresti che la politica realizzasse, ma non aspetti la politica, il tuo mondo cambia subito, e contribuisci per la tua parte al cambiamento collettivo. Dunque non c’e’ antitesi tra cambiamento e voto, ma c’e’ propedeuticita’. Non reversibile.

  39. Il fatto è che se non rispetti le leggi lo stato usa la forza, e cadiamo nelle rivoluzioni violente. Il saccoccio lo abbiamo già superato, spero (almeno se siamo qui! Cmq descrizione esilarante! 🙂

  40. “E allora non rispettiamo le leggi sbagliate diamoci noi leggi giuste, seguendole. Ecco che il mondo cambia…”

    paff….cadute!

    quale mondo? in campagna, da soli, un orso, in mezzo al mare, siamo animali sociali anche se è comodo negarlo, non si sta anelando al dialogo? il dialogo comporta regole condivise, non sono condivise? bene facciamole! l’astensionismo ci sta bene, lo condivido a livello dialettico, ma nella realtà fa acqua…ma tanta tanta, sta bene nella realtà dialettica di un articolo giornalistico, in una conversazione con un intellettualoide, ma pragmaticamente…è surreale! l’astensionismo sta alla politica (sana) come i blackblock stanno alle azioni di contestazione del sociale.

    parole parole tante parole… se si sta comodi nella grotta bene…critichiamo l’opera dei pupi a distanza…ma, per chi sta a distanza dalla realtà “alienandosi” il termine “politica”, l’espressione “cura per il bene comune” è grottesco!

    • Io ho fatto quel che sentivo e dovevo. Lo faccio ogni giorno. Le mie parole nascono da questo. Agire e poi parlare. Le parole vuote non sono quelle prive di significato, ma quelle dette senza aver fatto. Quelle dette prima…

  41. E allora non rispettiamo le leggi sbagliate diamoci noi leggi giuste, seguendole. Ecco che il mondo cambia…

    io sono d’accordo….. ma non si apre il problema dell’illegalità?

    • Allora, la scena è questa: bella casa, irrorata di sole, bambino ideale (che non rompe i maroni), lei magra, una silfide, che si occupa di tutto e prepara da mangiare. Ha un’idea: il saccoccio, cioè un pollo messo in forno dentro un sacchetto di plastica, evidentemente ignifuga, con una polverina in busta per insaporirlo. Cambio di scena: tutti a tavola, compreso il marito, che commenta: “Uhmm che buono, brava!…. Però è un’idea mia!”. Tutti ridono.
      Non cito la marca del prodotto perché non me la ricordo. Mettetela voi, se beccate lo spot. Ringrazio questa azienda per l’affresco ideale su cui possiamo riflettere.

      La moglie è una donna di oggi, dinamica, proattiva. Si intuisce che gestisce figlio, casa, marito, sorride, è di buon umore. Sembra una tipa a posto, se non fosse per la cazzata di mettere un pollo in un sacchetto invece che cuocerlo normalmente nel forno. Vantaggio: non c’è da pulire il forno. Svantaggi: tutti, a partire dal costo del prodotto per finire con la plastica del sacchetto. Come mai fa una cosa del genere? La pubblicità, si può immaginare, un attimo di calo del senso critico e della libertà di giudizio. Oltre, naturalmente, a pesanti deficit per quanto riguarda l’alimentazione, la gastronomia, il buon gusto.

      Ma il problema non è tanto lei. E’lui. Non solo non guarda in tralice la moglie apostrofandola per la follia di aver cotto un pollo in un sacchetto; non solo dice che è buono, invece di commentare che arrostito in forno sarebbe stato meglio; non solo non coglie l’occasione per intavolare qualche ragionamento su come potrebbero vivere in modo più sensato, sobrio, economico, sano… Lui si preoccupa soltanto di rivendicare la paternità di quella stupidaggine. E’ solo preoccupato di ristabilire che è lui quello che ha le idee, è lui il capo. Non conta che dopo rida, per ritegno, la figura del somaro l’ha bell’e fatta. Subordinato, senza niente in testa, condiscendente con una donna che andrebbe alzata da terra e non certo blandita, lui è sotto sequestro da parte del suo smandrappato machismo. “Anche se sono idiote, le idee della famiglia sono le mie!”. Dove sono gli uomini?

      Mia madre mai si sarebbe sognata di presentare a mio padre un pollo così. Primo perché era una grande chef. Secondo perché mio padre l’avrebbe fiondato dalla finestra con tutto il sacchetto. Troppo ben abituato per accettare una roba simile. Troppo orgoglioso del suo palato per dichiararsi a favore, perfino se gli fosse piaciuto davvero. Troppo indipendente nel giudizio per fare finta.

      La scena ha un titolo: “Il Voto Mancato”. Invece che pensare a vivere diversamente i due sono scemi quanto basta da soggiacere entrambi alle idee balzane di qualche Direttore R&D o di qualche PM di un’azienda multinazionale. E’ grazie a gente così che i “Quattro salti in padella” fatturano quasi 100 milioni euro all’anno. E’ grazie a un uomo così che quella donna sprofonderà nella depravazione esistenziale nonostante sembri una tipa in gamba, che avrebbe diritto ad essere stigmatizzata quando pesta una merda. Sarebbe formativo, nel suo interesse. E’ grazie a un uomo così che suo figlio diventerà un degenerato (c’è da scommetterci). L’occasione mancata è quella elettorale. Quel giorno, in quella casa, c’erano le elezioni, che sono state naturalmente perdute. Domani, nuove elezioni, e non c’è da farsi illusioni.

      Quanta gente così c’è in questo Paese? Quanta gente si farà tentare dal “Saccoccio” (ma io dico, pure il nome è idiota…!) invece che cambiare canale sentendosi insultata pesantemente (io sono insorto, la prima volta che l’ho visto: “Siamo italiani, ma che cazzo!” ho esclamato a voce alta, nonostante fossi solo in casa). Quante elezioni quotidiane che renderebbero migliore il Paese disertiamo, recandoci poi puntualmente, quello sì, a sbagliare voto ogni cinque anni? Perché il giudizio sociale non addita i compratori del Saccoccio e addita gli astensionisti? Perché se c’è una montagna tutti ci concentriamo sulla cunetta della strada? Qualcuno pensa davvero che questa scenetta appena raccontata non sia il primo sasso che poi genera la frana?!
      Ecco, queste domande sono la fase di studio di un prossimo programma politico. Proviamo a dare risposte. Rigorosamente personali, efficacemente individuali, e DANNATAMENTE POTENTI.

  42. credo che il nostro popolo abbia una memoria corta e una capacità di analisi di ciò che accade nel nostro paese ancora più lacunosa
    credo che anche per questo le elezioni abbiano premiato i leader che hanno trovato il canale comunicativo più efficace (a prescindere dalle tesi sostenute)
    credo che per modificare tutto questo il downshifting non sarà in nessun modo sufficiente e che continueremo ad eleggere chi ci saprà racontare molto bene una favola anche se non la metterà mai in pratica

  43. Caro Andrea, non generalizziamo, come è d’uso nei commenti sui media. Io faccio parte di quel 25%, ma ho rinunciato all’automobile quasi 4 anni fa, non possiedo nessuno smartphone e uso il cellulare di rado. Ammiro Simone per il suo coraggioso percorso, ma non ho condiviso la sua scelta astensionistica. Anche se si vive in mezzo al bosco, la politica può pesantemente condizionarci e, quindi, il comportamento quotidiano va di pari passo con l’impegno civile. Del resto, anche un astensionismo del 95% non avrebbe risolto nulla.

  44. cavalcare il dissenso “qualunquista” è stata la strategia del partito fascista per prendere potere..spero tu abbia ragione che quel 1/3 non sia manipolato da un nuovo manipolatore.

    1 su 4 ha scelto il non voto legittimando i rimanenti 3 su 4 a fare il solito comodo, che poi vuoi o non vuoi anche quel 25% ne paga le conseguenze delle decisioni della delega offerta da quel 75%

    mi pare un po’ naif questa analisi che proponi

  45. Sostanzialmente ti do ragione, ma per adesso non credo che le persone in grado di fare un percorso di introspezione siano tante da costituire massa critica in tempi brevi.
    Io l’ ho ascoltato da non pochi, detto sottovoce, il discorso paventato nell’ ultima discussione che ti ha irritato (la figura autoritaria). Ma la cosa strana é che l’ ho ascoltato pure da alcune persone che conosco che votano decisamente sinistra. E allora mi sembra che ci sia un (bel) po’ di confusione.
    Ci sono molte persone che, secondo me, non vogliono risvergliarsi e sono pure disposte ad avere sopra di sè il capo. Che sia politico, il datore di lavoro, il coniuge o altro ancora. Anche se vengono trattate male; anzi finiscono per abituarsi e ne hanno bisogno. Appunto sono disposte a vestire un ruolo da masochisti.
    Perchè? … Mi viene in mente che c’ é gente che dichiara di non farcela più, di stare male, di soffrire una qualche deprivazione (e poi naturalmente esistono anche quelli veri, che si trovano per davvero in questa situazione) ma sta in realtà ancora in zona comfort e non in uno stato di necessità. Quest’ ultimo dovrebbe forzare le persone ad attivarsi comunque vada. Non si dice infatti che chi non ha nulla da perdere é capace… se non altro di fare molto!
    Forse c’ é troppa gente che in fondo non sta così male se é ancora disposta a demandare l’ organizzazione della propria vita al suo carceriere naturale.

  46. Lo stesso messaggio di Claudio Bisio a Sanremo. Che purtroppo è passato in sordina, oscurato dalle (sterili) polemiche circa Crozza, le baggianate di Fazio e Littizzetto ed un panorama musicale abbastanza drammatico!

    Se quel 25% grillino cambiasse, da oggi, il proprio comportamento. Se lasciasse a casa l’automobile per andare a fare una bella passeggiata al parco cittadino con i figli. Se spegnesse il cellulare per qualche ora.

    Ieri ho preso il treno. Milano – Bergamo alle 7 di sera.
    Carrozza abbastanza piena di pendolari. Tutti con lo sguardo sullo smartphone o con l’orecchio incollato al telefono per comunicare l’orario di arrivo di un treno che, negli ultimi anni, è quasi sempre in orario.

    Esempio drammatico. Mi informo circa i GAS (gruppi di acquisto solidale). Contatto il GAS locale. Coinvolgo qualche amico. Sembrano essere interessati. Arrivati all’atto pratico si tirano indietro. Motivazione: “non mi portano i prodotti a casa”.

    the war is over.

  47. Non fossiliziamoci sui risultati delle elezioni (chiarissimi some le tue parole…), continuiamo a lavorare, a far si che la decrescita sia attuata sempre da piú persone. Non molliamo, abbiamo bisogno di essere uniti e di continure a sognare una comunitá migliore di quella attuale.
    Le tue parole ed il tuo esempio sono un regalo meraviglioso.

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