Deglutizioni

Foto: Francesca Piro

Stasera ho preso carta, penna e calamaio e ho scritto a un gruppo di cari amici. Poi ho riletto, e ho pensato che potevo anche allargare il giro. Pubblico dunque qui.

“Cari voi, cari tutti.

Colgo un momento propizio per scrivervi. In questo momento sono preso da centomila cose, le ultime presentazioni, le interviste, la gente che mi scrive, il libro che va, ma soprattutto mia madre, che mi fa una tenerezza infinita, e poi ogni giorno i programmi del grande Progetto, e poi Rimini dopodomani, e mio padre, soprattutto, con cui collocare le cose, e le sculture da portare a Milano (“devo fare una fattura Fabrizio, come faccio?”), e le cene da preparare, e le cose da registrare, e poi però esserci per chi amo, per chi mi ama, che non c’entra niente se io ho tante cose da fare, vuole la sua parte, vuole me, come è giusto che sia, e ha bisogno del mio contributo… e poi studiare, i lavori a casa (uno solo a: lavare i panni, pulire la casa, fare i lavori che mancano, e le bollette, accendi il fuoco, cucinare, lavare i piatti, e l’assicurazione della macchina, etc)…. E risparmiare!

… E sento anche voi indaffarati in mille cose, M. coi suoi problemi al lavoro e i quadri da spedire per la sua mostra in Bahrein, M&D col lavoro e il trasloco, F.ca che ha mille impegni e si dà da fare in tutto, giuliana con gli eventi, le regatine, il lavoro, il problema di fare la valigia (“per quanto tempo staremo in mare Simo’, che mi porto?”), e F.co che gli fregano sempre la casa all’ultimo minuto, e che il sabato piove e al bar non passa mai, e A. che avrà mille cavoli tra famiglia e lavoro, e E. che lavora 7 giorni su 7, e M. che va sempre per uno, che ci crede ancora, che non molla sui princìpi…

Insomma. Col Paese che va così, tra l’altro… E mi fa anche male un dente (uno diverso da quello che mi faceva male sei mesi fa…)…

Beh, in tutto questo stasera mi sono chiuso sotto la doccia bollente, che quasi sembrava di essere in un Hamam di Aleppo, e mi sono lasciato scorrere l’acqua addosso, e ho pensato. Non mi ricordo esattamente a cosa ho pensato, però mi è tornato in mente quel che diceva mia madre poco prima. Stavamo seduti accanto, io devo aver detto qualcosa inveendo contro le assicurazioni tra me e me (una minorata di qualche call center mi ha tenuto venticinque minuti al telefono per fare quello che il mio gatto avrebbe fatto in poco meno di quattro minuti [miao…]) e lei senza neanche girarsi verso di me ha detto: “beh, tanto si sa… le cose vanno sempre a modo loro” e io mi sono voltato e l’ho guardata, e lei mi ha sorriso, come se non l’avesse detto per caso, in uno dei suoi deliri, o delle sue forme di “altra lucidità” come le chiamo io, ma si fosse proprio rivolta a me, per farmi capire qualcosa. E io ho smesso di inveire, naturalmente, perché poi, che lo sapesse o no, che lo volesse o no, che fosse rivolto a me oppure no, aveva ragione.

E allora volevo dirvelo, che sia utile o meno. Perché anche quando si sta tutti presi, tutti attenti, tutti concentrati, è sempre bene ricordare che siamo qui per un soffio, che le cose vanno, che tutto scorre con una velocità supersonica, e va già bene se riusciamo a tirare fuori qualche istante di ebbrezza da questa vita insensata. Ma il punto è: rendersene conto. Un sorso è sempre una roba che ha a che fare col deglutire. Ma assaporare, che pure implica la deglutizione, è un’altra cosa.

Buone giornate. Se potete.

Ciao.

S.”

 

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42 pensieri su “Deglutizioni

  1. per Mauro,Licia ha ragione,lo dico da paziente, le medicine non tradizionali sono boicottate dal mercato….che pena…

  2. Caro Simone, anch’io ho provato una tenerezza infinita nel leggere il tuo post ieri sera, tanto che avrei voluto scriverti subito due parole ma non l’ho fatto pensando di “rovinare” una riflessione così intima…Lo faccio ora dopo aver letto i diversi e bellissimi messaggi…come Stefano anch’io nel leggere il post ho pensato alle belle parole della canzone di Vasco, Sally “perchè la vita è un brivido che vola via è tutto un equilibrio sopra la follia…”.Anche se non ci conosciamo sento di volerti bene, un abbraccio

  3. !!!
    Sono FELICE perché, con lo stesso testo postato qui stamane e inviato a un concorso in Rete sull’odierna giornata internazionale della Felicità, ho saputo adesso di aver vinto un Master del valore di ben 1.800 euro (che non potevo permettermi di pagare, ma al quale tenevo tanto…)!!!
    Un Master che certamente mi renderà Felice e mi permetterà di trasmettere Felicità ad altri!
    Oggi sono davvero INFINITAMENTE FELICE!

  4. il primo scritto di simone che trovo “fuori” dalla dimostrazione compulsiva di una tesi!

    veramente un pensiero tenero, trasversale, di una sublime umana banalità..

  5. @ James:
    siamo tutti Giovanni Drogo, tutti.
    Ho letto IDDT per la prima volta a 14 anni. Poi l’ho riletto decine di volte. Come abbia fatto a non capire che goccia a goccia, giorno per giorno, la vita mi si stava trasformando in quella del tenente Drogo alla Fortezza, sempre in attesa del “buono che verrà”, francamente non so.

    Ora ne ho consapevolezza, ma da qui a trarne le conseguenze trasformandole in atti ce ne passa.

    Spero solo di avere la forza di muovermi prima, di non trovarmi a dover sorridere anch’io nel buio, benchè nessuno mi veda, all’ultimo istante della vita.
    Vorrei poterlo fare prima.

  6. @Giovanni
    A molti non piace, Il deserto dei Tartari. Dicono noioso. Anch’io l’ho pensato, al primo impatto. Fino a quando non ho realizzato che Giovanni Drogo… sono io!

    La differenza tra Buzzati e Simone è che entrambi ammoniscono di svegliarsi: il primo, implicitamente; il secondo, esplicitamente.

    Ciao,
    J

  7. @Simone:
    ah, ecco, questo mi spiega molte cose…
    Ho sempre pensato che Dino Buzzati sia ancora oggi il “miglior fabbro del parlar materno”, e sapere che letterariamente ti consideri legato a lui mi fa pensare che il mio cogliere una assonanza tra voi non sia casuale.

    Ora scatta la ricerca degli influssi buzzatiani nei tuoi romanzi! 😉

    • Giovanni, Dino Buzzati era un cittadino, un impiegato, un amante delle montagne. Molte cose ci dividono, ci rendono distanti (oltre al fatto che lui e’ stato un Grande della letteratura italiana contemporanea e io sono solo uno scrittore in cammino). Tuttavia, come Calvino, Landolfi, Gadda, Fenoglio, Pavese, D’Annunzio, Pirandello, Sciascia, Saba, Ungaretti, Montale, Flaiano, Pasolini, per citarne alcuni, Buzzati fa parte del coro risuonante nel cuore e nella mente di ogni scrittore che intenda umilmente ma consapevolmente chiamarsi tale.

      In piu’, lui e’ stato uno dei pochi (con Calvino, Landolfi, Fruttero e Lucentini, etc, a percepire l’assurdo, che puo’ essere colto solo col fantastico. Come studio’ mirabilmente e definitivamente Tzvetan Todorov, il “fantastico” (diverso dal Realismo e dalla Narrazione Meravigliosa, e’ fatto da quell’istante di sospensione in cui il lettore precipita chiedendosi: “ma… Sara’ possibile? Sara’ vero?!” Ecco, nello sguardo di quell’istante, di quel preciso momento, verso una realta’ assurda e inconcepibile, io incontro Buzzati e tutti i suoi “fratelli”. Dunque dobbiamo tutti molto a lui. Il mio “Zenzero e Nuvole” deve molto a lui. Cosi’ come “Stojan Decu” e il romanzo “Lo Scopritore di Sogni” che forse prima o poi vedra’ la luce, scritto 23 anni fa.

  8. Simone, credo che ci vorrebbe la giornata del “nuovo essere umano”. Ma a che punto siamo arrivati se come qualche giorno fa a Palermo ci si accalca uno sull’altro per accaparrarsi a 1 euro un elettrodomestico in offerta speciale? sembravano una mandria allo sbando, arriveremo a vedere le stesse scene quando svenderanno il cibo e chi non avrà provveduto ad autoprodursene almeno una parte si scannerà per una carota? buona fortuna “uomini e donne”.
    roberto

  9. Simone, ti sei messo a fare l’antipapa…:)) Troppo carino il video, soprattutto i titoli dei comandamenti, Jocopoco Majoco, Don Abbondio fà il bravo! Sei grande! Cmq questa mattina i post sono tutti molto belli, mi sono piaciute particolarmente le parole di Sara e quelle di Irene (hai proprio ragione!), poi Dino Buzzati…l’aroma del caffè…molte ispirazioni, molto da pensare…

  10. @James
    Il Deserto dei Tartari!!!!
    Il primo romanzo che ho letto in età, diciamo così, consapevole; complice la mia prof di Italiano delle medie.
    Letto e riletto mille volte, ne ho una versione che ho commentato a matita a margine, come fosse un Vangelo.

    Beh, i temi e la scrittura di Simone a me ricordano davvero tanto quelli di Buzzati (vedi anche “Barnabo delle Montagne”, la storia di una specie di dowshifter ante litteram).
    Sì, Simone, se Buzzati oggi fosse ancora qui, sareste proprio una bella coppia!

    • ho amato Barnabo, e tutto Buzzati. L’ho studiato durante la mia tesi di laurea (“La Struttura del Racconto Fantastico”), sono vissuto nella via dove si svolge tutto il suo bellissimo romanzo “Un Amore”, ho lavorato in RCS (Corriere della sera) dove ha lavorato lui…. tante cose mi uniscono a Buzzati.

  11. Ciao Simone, ti seguo da sempre, ma è la prima volta che intervengo: lo faccio oggi perchè l’autenticità e il senso profondo del tuo post mi hanno proprio rapita.
    Quello che dici è verissimo e non ce lo ricordiamo mai abbastanza.
    A questo proposito posso permettermi di lanciare un appello per smettere tutti di chiedere quando incontriamo qualcuno:” cosa stai facendo adesso – o peggio-che lavoro fai?” chiediamoci un sincero, ma sincero, “come stai” e ascoltiamo la risposta (!), proprio perchè la vita vera di una persona scorre soprattutto dentro la persona e non nelle sue ramificazioni esteriori. Grazie mille per gli spunti che ci regali sempre. Ciao, ciao a tutti, Irene

  12. @Sara a proposito di Caffe…

    Per l’appuntamento con il cappuccino e’ diventato uno dei momenti che godo di piu.

    Vivo in Germania da circa 13 anni. qui non e’ facile trovare dei bar che facciano cappuccini passabili. e costano almeno il doppio di quel che costano in italia

    Allora da un anno mi non organizzato. con spesa tutto sommato ridotta (macinino e macchina da caffe espresso con compressore per il vapore possabili), mi sono un po informato e dopo un po di tentativi…. direi che e’ come al bar in italia.

    In piu c’e’ il gustare il tempo della preparazione.

    2 o tre volte al giorno. una cosa piccola ma che per me e’ importante.
    Giuro che l’aroma di un buon espresso o il gusto di un buon cappuccino a volte mi puo rimettere di buon umore.

    Altro rituale che si e’ stabilito in casa mia e’ la pizza. Dopo pochi tentativi ci riesce particolarmente bene e spesso e’ una festa prepararla con tutta la famiglia.

    E’ bello avere la sensazione di fare le cose con le proprie mani partendo dagli ingredienti semplici.

    Ciao
    Marco

  13. Mauro,
    i medici omeopati costano come tutti gli specialisti,
    i rimedi omeopatici costano pochissimo, 15 € possono bastare per mesi di terapia.
    Te lo dico da medico omeopata unicista.

  14. 20 marzo: Giornata mondiale della FELICITÀ.

    OGGI sono FELICE perché:
    mi sono svegliata
    respiro
    vedo
    sento il canto degli uccellini tra i rami degli alberi nel giardino di casa
    ascolto alla radio celestiali canti gregoriani che m’infondo profonda calma;
    sono felice perché
    mi alzo, cammino, arrivo in cucina a prepararmi il caffè (con una …stracremosa zeppola di san Giuseppe rimasta da ieri), felice perché sento il suo gradevole gorgogliare nella moka, per il suo aroma che invade la cucina, per il gustoso cioccolatino che immergo nella tazzina;
    son felice perché posso leggere i libri di mio interesse e scrivere il mio diario quotidiano,
    perché oggi condividerò parte della mia giornata con una tenera bimba di 4 anni, con care amiche di sempre, con un amore, anche se lontano, e un’anziana malata, ma capace di insegnarmi cosa sia il vero coraggio…
    sono felice perché oggi posso comprarmi rami di pesco per accogliere, domani, il primo giorno di Primavera…

    Sono FELICE; e GRATA per tanta FELICITÀ!

    Auguri di infinita felicità (da trovare anche nelle ‘piccole’ cose di ogni giorno…) a te Simone, e a voi tutti!

    http://youtu.be/_Av6uHPnfKM

  15. Sul tema dove va la vita e dove andiamo noi — un tema sempre presente nella mia testa, oserei dire quotidianamente, — da quando l’ho letto è impresso a fuoco in me il monito de “Il deserto dei Tartari” di Dino Buzzati. Non so, nella lunga storia di Piccolo Cabotaggio I e II, se per caso ne avete già parlato, ma quel libro mi dà letteralmente i brividi.

    Vi leggo sempre, ma è la prima volta che intervengo. Volevo semplicemente dire a Simone che, anche se non ci conosciamo personalmente, lo sento a me vicino come il più caro dei miei amici, e aggiungo, Simone, senza piaggeria ma criticamente, che la tua scrittura è di una bellezza fuori dal comune. Complimenti.

    Un saluto a tutti.
    J

  16. Rosaria,

    Anche a me piacerebbe curarmi con l’omeopatia solamente che gli omeopati costano un sacco di soldi e i rimedi omeopatici pure (perchè non coperti dal SSN)

  17. che bel post Simone…
    molto tenero e come al solito mi farà riflettere.
    Grazie per la condivisione.
    Abbraccio generale
    Lilly

  18. “come se non l’avesse detto per caso, in uno dei suoi deliri, o delle sue forme di “altra lucidità” come le chiamo io”

    …scusa se mi impiccio, e se vado “fuori tema”(ti leggo e vedo da un pò)….mia madre con l’età ha cominciato a “confondersi” e da quello che hai scritto tu sembra che anche la tua abbia dei problemi.
    Ti scrivo solo per suggerire a te, ma lo vorrei fare sapere a più persone possibile, che ho visto migliorare moltissimo mia madre con l’OMEOPATIA!
    La cura è ancora in corso, ma ha potuto fare a meno di prendere i farmaci psichiatrici ormai da 6 mesi e non ha effetti collaterali.

    Non ci vuole solo un’altra vita, in questo mondo in mano solo al mercato e dove anche la salute è ridotta a merce, ci vuole anche un’altra MEDICINA!!!

  19. Ci sono cose che possiamo indirizzare,altre no.A livello strettamente personale possiamo influire sugli eventi,il fato,il destino non sono che le nostre paure.
    Di certo nessuno di noi può essere certo che il sole sorgerà domattina, ma pensare a come godere dell’eventuale sole, si.
    Ci può sembrare che le cose vadano come vanno,perchè non facciamo nulla per cambiare,adagiandoci sullo scorrere del tempo.
    Le cose vanno a loro modo, siamo noi che possiamo andare a modo nostro.

    Ciao a tutti
    Claudio

  20. anche io penso che la vita vada dove vogliamo noi, o che comunque noi la influenziamo proprio tanto.

    Pero la frase di tua madre:
    ““beh, tanto si sa…le cose vanno sempre a modo loro”
    e’ giusta in tante occasioni.
    qunate volte mi innervosisco o mi metto fretta cercando di far andare dei particolari come ho in testa io… ma non riuscendoci…

    Pesno che se mi ripetessi quella frase, potrei fare le cose con molta piu calma e serenita.

    Mi vien da dire che possiamo influenzare dove va la vita in gran parte. Ma poi la vita e’ anche fatta di tanti episodi che veramente non abbiamo in mano noi. Pero sulla massa degli episodi si.

    Boh, non so qto e chiaro quel che volevo scrivere.

    auguri di cuore a te e a tua madre.
    marco

    • Marco, non è meno chiaro o più chiaro di quel che ho scritto io. alcune cose chiare non lo possono essere. ecco perché (forse) mia madre ha una parte di ragione. O almeno consente di fermarsi un attimo l’ipotesi che ce l’abbia.

  21. Ciao Simone, proprio oggi stavo osservando dalla finestra la gente che passeggiava, anzi che correva in varie direzioni, il camionista che scaricava nervoso la merce con le macchine che gli suonavano dietro….e pensavo….tutte queste persone, me compreso, pensano che la vita vada dove vogliono loro…ma in cuor mio so che non è così….e forse è meglio così

  22. E mi convinco sempre di più che nulla, proprio nulla, nella vita accade a caso! Le parole giuste al momento giusto…grazie ancora, Simone!

  23. Lo scorso fine settimana è stato per me particolare perché ho vissuto la consapevolezza di un’inversione di ruoli. Ero a casa dei miei, mia mamma da qualche tempo è in difficoltà, così ho dovuto fare per loro cose come pulire casa, curarli, coccolarli, e mi venivano in mente le frasi che loro mi dicevano quando ero bimbo e che ora ripeto a loro.
    Ma, soprattutto, ho cucinato per loro, ed è questo passaggio che mi ha fatto prendere coscienza del cambiamento avvenuto, cucinare nella cucina esterna alla casa di mia mamma è stato come accedere ad un tempio fino a poco tempo fa inviolabile.
    Beh, mentre cucinavo un risotto (per la cronaca radicchio e gorgo) ad un certo punto mi ha preso il pensiero di alcune cose che dovevo controllare, cose di lavoro, e mi è venuta la tentazione di inondare il risotto con tutto il brodo che avevo preparato per potermi occupare di altro. Per fortuna sono riuscito a bloccarmi, e a pensare “un risotto non può e non deve essere un riso bollito” e mi sono “assaporato” sia il piacere di vederlo crescere lentamente come piace a me, sia quello di apprezzarlo a pranzo in tutta la sua squisitezza.
    Mi sono ricordato di quegli altri pensieri solo il lunedì mattina, constatando ancora di più quanto sarebbe stato inutile rincorrerli prima e quanto avrei potuto perdermi facendomi prendere dalla frenesia.

  24. in mezzo a tante parole, a tanto di tutto, io ti mando un abbraccio. quello che non potrò darti domani perchè non riuscirò ad essere a Rimini a quell’ora.
    che poi, mi sarei limitata ad una stretta di mano, probabilmente.
    ciao!

  25. “…perche’ la vita e’ un brivido che vola via, e tutto un equilibrio sopra la follia “…ed il Vasco lo canta in una delle sue piu’ belle canzoni…..a volte riesco a ricordarlo, nei momenti di cupa tristezza che inevitabilmente capitano…..la tua riflessione, Simone, potrebbe sembrare banale a chi vive di fretta, indaffaratissimo, preoccupato dei mille problemi quitidiani, ma se provi ad andare in profondità, ti accorgi che stiamo (io di sicuro) sprecando tempo…..ecco, vorrei iniziare a recuperarlo, quel tempo….forse, non e’ ancora cosi’ tardi. Buon vento a tutti.

  26. Per assaporare bisogna rallentare…

    Quando si mangia, quando si beve, quando si lavora, quando si fa l’amore, quando ci innamoriamo, quando viviamo.

    Siamo abituati a fagocitare più che assaporare. In tutte le cose. Perfino quando la nostra vita cambia cadiamo negli stessi ingranaggi. Forse perché tutto intorno a noi è così o perché abbiamo bisogno di sentirci occupati. Sempre.

    Mi sono accorta qualche giorno fa di camminare in fretta. Molto in fretta. Senza averne in quel momento alcun bisogno. Lo facevo e basta senza neppure rendermene conto. Ho rallentato il passo.

    Mi è sembrato di fare fatica a rallentare. Ho dovuto impegnarmi, quasi uno sforzo uguale e contrario a quello di correre senza una ragione…

  27. “beh, tanto si sa… le cose vanno sempre a modo loro” è fantastica, condivido in pieno! Io ormai ho smesso di fare programmi a lungo termine, perché ti capitano troppe cose lungo la via e alla fine le cose vanno proprio a modo loro. Di quello che avevo progettato 15 anni fa non è andato in porto quasi nulla!

    • Francesca, quella frase, detta a me… era un’eresia, da parte di mia madre. Io penso che la vita vada dove vogliamo noi, almeno in massima parte…. forse questo paradosso, quella frase detta a me che credo l’opposto, non sono riuscito a spiegarlo…

  28. Hai ragione Garrincha, siamo tutti indaffarati, presi, concentrati nell’intento di “salvarci”… nella speranza di riuscire ad assaporarla questa vita, subito, adesso. Grossi stravolgimenti in vista…speriamo bene.
    Buone giornate a tutti
    Giada

  29. Ciao Simone e a tutti.
    É un po’ che non passo, indaffarato in un progetto per salvarmi, ma é dura far partire un’attività…
    Ti ho seguito in tv con piacere, é stato un bel programma.
    A presto

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