Un tram per il mare (rispondi alla domanda)

Il mare, il grande polmone rigeneratore d'energia

Occorre che una donna o un uomo adulti e consapevoli si pongano il problema dell’assenza o dell’insufficienza dell’energia nelle loro vite. Per le vele occorre vento, per noi serve energia.

Ci dimenticheremmo mai di fare rifornimento di benzina alla nostra macchina? Non credo. In ogni caso ci accorgeremmo ben presto dell’errore. Come è possibile allora che non ci poniamo mai il problema dell’energia? Un sorriso costa, un gesto di generosità costa, lavorare costa (troppo), vivere è consumare. Dell’alimentazione sappiamo tutti tutto, ma quella è energia per il corpo. La vita è ben altro. Domanda: conoscete il modo di rifornirvi d’energia? Perché non ci pensate periodicamente? Per ognuno sarà un mix diverso: amore, amicizia, sesso, creatività, manualità, natura… ma occorre conoscere la mappa dei distributori della vostra benzina. Per non finirla. Per non restare a secco. Non l’avete ancora capito che si muore per questo, per il disincanto, la tristezza, la delusione, che conseguono a una vita senza energia? 

Se potessi, ad esempio, imporrei “un’ora di ebbrezza” a tutti, ogni giorno. Imporrei molte cose, a dire il vero (come l’uso di occhiali polarizzati, che accentuano i colori della realtà, o il consumo di gamberi crudi, che sono terribilmente afrodisiaci, o l’organizzazione di feste private, vere e proprie TAZ [Cfr Zone Temporaneamente Autonome – Akim Bay]), ma per prima imporrei l’ora di ebbrezza. Questa tentazione di imporre cose per vivere meglio è solo uno dei motivi (tanti) per cui è assai bene che io non diventi mai Presidente del consiglio, o Re o Imperatore.

Naturalmente non saprei come imporla, come metterla in pratica. L’argomento è borderline, così come lo sono gli stratagemmi per raggiungere l’ebbrezza e le facoltà per non soggiacervi in modo prono. L’ebbrezza, per come la intendo io, è uno stato d’equilibrio sottilissimo tra il controllo e la sua totale assenza, uno “stato di esaltazione e di piacevole stordimento per una gioia intensa, per passione” (Treccani). La imporrei proprio per questo, lasciando libere di scegliere solo le persone che possono comprovare di essere già capaci dell’ebbrezza per loro conto. Quelli come me, ad esempio, e come molti altri che incontro, soprattutto in mare. Quelli che l’ebbrezza ce l’hanno dentro, la secernono, la vivono come uno stato permanente, un po’ come Obelix, l’amico inseparabile di Asterix, a cui non veniva mai data la pozione magica “perché c’era caduto già dentro da piccolo”.

Stimo che la mancanza dell’ora quotidiana di ebbrezza generi mostri, e sia alla radice di tanta violenza. Certamente impedisce il sogno e la proiezione, ostacola sesso e amore, allontana dalla comprensione, fa da ruggine nei verricelli dell’amicizia, della disponibilità, della fratellanza. Il suo opposto non è la sobrietà, ma l’appannamento, il distacco, la freddezza, l’impermeabilità emotiva, l’incapacità di lasciarsi andare, il sospetto, il peso sul cuore, il dover essere.

Qualche giorno fa vedevo sul ponte di Mediterranea un bel po’ di gente ebbra di vita, e pensavo: “queste persone percepiscono la loro energia. Hanno ben chiaro che è cosa a termine, che va rigenerata periodicamente”. Poi ho scorso mentalmente i volti di tanti che conosco, che vivono sempre in riserva, che l’energia l’hanno finita da tempo e guardano passare i tram dal ciglio della strada, con lo sguardo inerte, incapaci perfino di fare un segno, perché la fermata è a richiesta. Ho immaginato di fare il conducente del tram, di fermarmi lo stesso, di farli salire tutti, di portarli al mare…

(rispondi alla domanda: quali sono i tuoi tre distributori di energia? Ci passi periodicamente, quanto serve e basta?)

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118 pensieri su “Un tram per il mare (rispondi alla domanda)

  1. simone ma picchì sta facennu stu burdellin?…mi accusi di pregiudizi solo perchè sostengo che organizzare quelle risposte in una tabella non ha aggiunto proprio nulla, le ha rese più leggibili? bene…non è cambiato nulla, sono comunque talmente variegate che non ha senso catalogarle, è una mia opinione solo una opinione che comunque non va catalogata come pregiudizio.

  2. Simone ma perchè dici pregiudizi? mi è piaciuta l’idea di rispondere alla domanda.. e leggere cosa ad altri “piace”…ma tabellare delle idee, non penso sia utile dato che non era un questionario a risposta chiusa, lasciale libere di fluttuare le idee degli altri…

    dissentire una tua idea ti risulta proprio pesante! ma quante ne hai dovute subire?

    • Fabio, il confronto non mi infastidisce affatto. Ci sono abituato, da sempre. Ma il confronto lo deve accettare anche chi mi scrive. Io rispondo, semplice. E rispondo a te che proprio l’idea che organizzare delle risposte per renderle piu’ leggibili sia impedir loro di “fluttuare libere” e’ una roba che non si puo’ sentire. Una posizione simbolica, un pregiudizio un po’ finto new age. Se non vuoi le mie risposte non scrivere. Se lo fai ti apri al confronto. Ognuno vi partecipa col suo linguaggio e il suo approccio.

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