I sì generati da

La griglia del Trumbeta

A Lucijan Matijasevic mancano quattro denti davanti, arcata superiore. Tutto il resto per vivere, però, ce l’ha. Soprattutto luce negli occhi e gioia. Fa segno di sì con la testa, infatti, anche se non gli sto dicendo niente. Un sì precedente, ancestrale, a monte. I sì non si dicono “a”, sono generati “da”. Dentro.

Lucijan (spero di ricordare bene il suo nome) è il proprietario del piccolo ristorante, ma non sta alla cassa. Si occupa lui della griglia. “Qui è rimasto tutto uguale dal 1980”, ci assicura. Conosco gente (i professionisti…) che gli consiglierebbe lavori, upgrade, migliorie. Ma non c’è niente da migliorare. Semmai c’è da tenere tutto com’è. Soprattutto la stamberga dove c’è il grande camino. La grigliata è una cosa che si fa dentro.

La baia sulla punta estrema nord ovest di Peliesac è un arco profondo e chiuso, ideale per proteggersi da tutti i venti. Il paesino si chiama Loviste, ma uno dei nomi che affollano la carta nautica dice “Porto Chiave”. Perfetto. Qui c’è una chiave: forse il fondale ideale per l’ancoraggio; forse le poche case croate semplici, ben tenute; forse Lucijan, che non ha i denti ma mastica bene i sorrisi. O forse una baia la fa la sua storia. Qui un croato ha tentato la speculazione immobiliare, anni fa: Spa + albergo + porto turistico. Ha venduto terreni non suoi, perfino. La gente è insorta, ma non solo per questioni di proprietà. “Perché mai dovevamo farlo? Avrebbe inquinato. Sarebbe stato brutto”. Le baie belle hanno un lato interno. Lo vedi solo da dentro.

La grigliata del piccolo ristorante Trumbeta (43°01’23”N – 17°01’53”E) è la migliore che io abbia mai mangiato in vita mia. E ne ho mangiate…. Per fare una grigliata servono cose che qui ci sono. Almeno oltre al pesce freschissimo, intendo.

Chiunque passi da queste acque, tra Hvar e Korcula, sa dove venire, o deve conoscere il motivo per cui non lo fa. Angoli di Mediterraneo, in cui il punto è la faccia di Lucijan con le sue prevedibili conseguenze: i ragazzi gentili che servono a tavola, la gente che non vuole un mega albergo, le cornee croccanti della testa del branzino che sfrigolano tra i denti. La cosa che conta di un angolo, del resto, siamo noi, cioè se guardiamo verso il vertice o verso l’arco. Così una baia: il suo profilo ricurvo chiude o apre?

Dimenticavo un dettaglio: il tavolo è a pochi centimetri dall’acqua. Che è sempre meglio.

 

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6 pensieri su “I sì generati da

  1. Ciao Simone, mi sei venuto in mente quando hai scritto poco tempo fa che hai riniziato a ricevere degli “attacchi” dall’Italia, si vede che la gente sta male e la situazione peggiore. L’ho notato anch’io, mi è capitato nel mio piccolo, scrivi un post con i tuoi pensieri su facebook, su di te, che riguardano te, e se sei controcorrente ti azzannano subito, anche gli amici e i pseudo-amici che credevi di avere. Mi è venuto in mente anche quando dici di metterci nome e cognome quando si scrive su internet, di metterci la faccia, da una parte è giusto, dall’altra crea ancora più tensione perché vedi in faccia gli animi miserevoli di persone che credevi amiche, si svelano dietro una tastiera. Credo anche che chi scrive su internet “si sfoga”, non direbbe mai le cose che dice in faccia, di persona, ma su internet, anche con nome e cognome si sentono più forti, finché c’è il virtuale di mezzo. Inoltre in Italia ci sono dei veri e propri tabù sui cui non è possibile dire opinioni diverse dal comune sentire: i figli (vedi mio post di tempo fa), voler mollare il lavoro fisso, dire che non ti daranno la pensione (mi vengono in mente i tuoi post sul fatto quotidiano…).

  2. Ciao Simone.
    Un brano di Pessoa recita:”Dicevano gli argonauti che navigare è necessario, ma che non è necessario vivere.”
    Vivere o ‘navigare’ dunque?
    buon vento.
    roberto

  3. Simone, tu sei come un odore, o meglio un profumo… Mi spiego, si va in montagna a spasso per boschi, in barca al mare e, in ogni occasione, si sentono degli odori. Poi un giorno, anni dopo, senti lo stesso odore, chissaà dove, e subito hai la netta precisa sensazione di rituffarti in modo visceralmente totale nel posto dove eri anni prima e riprovi per un istante tutte quelle belle sensazioni. Così, con un tuo scritto, mi riporti ad un tavolo nelle Ionie, a pochi centimetri dal mare, con un magnifico pesce davanti a parlare di tutto e nulla con la mia famiglia compagna di navigazione. Memoria olfattiva, si chiama… Io però, Simone, preferisco chiamarti “Profumo” !

  4. ….. bello….
    per me la baia prima si apre e ti accoglie poi sembra ti racchiuda e coccoli come in una culla.
    Mi piacciono gli abitanti di Loviste per la loro scelta, mi piace “perchè mai dovevamo farlo”…nella disarmante semplicità dell’affermazione sembra nascondersi il segreto, anzi la chiave lampante della consapevolezza del vivere.
    Forse l’angolo è meglio guardarlo verso l’arco perchè significa che siamo al vertice, nel senso che abbiamo capito e raggiungo dove stare.
    Spero che il “comment” adesso pervenga…
    che internet sia in linea…
    Buona serata!

  5. Un profilo ricurvo.
    Penso alle curve di un abbraccio. Penso ad una pancia con un bimbo dentro. Penso ad una ciambella tuffata nel latte. Penso ad un sorriso. Penso ad un tramonto.
    …e si aprono emozioni.
    Un profilo ricurvo apre. Per me, sempre.

  6. ciao Simone,
    bei racconti, grazie di renderci partecipi.
    Anch’io belle novità, grandi soddisfazioni e si va avanti, senza mollare. buona continuazione

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