Portiamolo a due…

Le signore della campagna croata. Ognuna con un microscopico orticello. Ognuna con un banchetto. Una delle immagini da ricordare della "nostra" Dalmazia

Sebenico, 126° giorno a bordo 

Scorre il mare, scorre sotto la nostra chiglia a forma di delfino. La stanchezza c’è, inutile raccontarsela. Stanchezza da empimento, da ricchezza, da bellezza. Stanchezza da parole, da volti, da nomi che si intrecciano a baie e profili di costa. Mediterranea non naviga un giorno senza immagini da ricordare. Una barca può ricordare? I suoi marinai certamente

Oggi piove, primo giorno senza sole. Il nostro sistema energetico interamente solare è un po’ in affanno. Interrompiamo l’uso del bagno elettrico, teniamo le luci accese se necessario, non utilizziamo le pompe di sentina o dell’acqua di mare. I nostri tre pacchi di batterie si assestano. Poi qualche raggio ci fa respirare. Pensiamo a quanta energia abbiamo evitato che venisse prodotta per noi da una centrale, in questi mesi. Se oggi c’è da risparmiare lo facciamo senza fatica, con orgoglio. Nessuno ha dovuto inquinare per Mediterranea e i suoi marinai.

Una ventina di giorni alla fine di questa nostra bella rotta “Sulla scia delle galere”, dal Golfo di Lepanto al Nord Adriatico. Per noi ancora l’alta Dalmazia, le Isole Incoronate, Zara, Lussino, forse Cherso. Poi giù, rotta a sudest, sulla nostra stessa schiuma. Infine San Benedetto del Tronto, dove ci aspettano gli amici della Lega Navale. 2.200 miglia circa, mal contate. Tanti fuori rotta, tanti cambiamenti di programma. Le barche migliori sanno dove finire il loro viaggio, ma non mettono opzioni su come avverrà. Decide il giorno, il vento, l’onda di risacca, una baia senza neppure un nome, scoperta per caso.

Agosto va, intanto. L’anno che sta per iniziare bussa alla porta. Un anno che durerà un giorno per chi lavora al suo grande progetto di vita. Un anno lungo un anno per chi fa altro. Vista da qui, da me, non c’è storia…

Ieri si parlava d’amore su Mediterranea. Qualcuno ha detto: “forse non sono mai stata innamorata…”. Io ho subito pensato che non ricordo un giorno in cui non lo sono stato. Ci sbagliamo entrambi, quasi certamente, però sono rabbrividito. Si possono fare errori di valutazione analoghi, solo per eccesso o per difetto, ma con diversi effetti. Cosa sia l’amore, del resto, lo capisco sempre bene, quando sono qui. Lo vedo più nitidamente oltre le draglie, tra le scotte diagonali, appena dopo la falchetta. Nel blu, dove tante cosa sembrano più chiare. “Di fronte al mare la felicità è un’idea semplice” (J-C. Izzo).

Facciamo così: non chiudiamo subito tutto. Non rientriamo mani e piedi, non abbandoniamo troppo rapidamente i pensieri fatti questa estate, alcune specifiche emozioni, alcuni stati d’animo, proprio quello, di quel momento, ce lo ricordiamo no…?!. Lasciamo che qualcuno di essi trovi un suo angolo, dove poter stare indisturbato. Dove poter macerare, germogliare, crescere. Non assecondiamo la schizofrenia d’essere due cose così distinte: una per forza, nel novantanove per cento del tempo, l’altra per amore, ma troppo poco. Eccolo lì, l’innamoramento: quell’uno per cento. Quello che non saremo mai, se non per istanti, o che siamo sempre, ma senza che sia. Non indossiamo troppo disinvoltamente quel nome che, gridato per strada, non ci farebbe neppure voltare. Quel nome non è il nostro. E le cose sono conseguenza dei nomi…

Mediterranea va. Mare che scorre. Pensieri che incrociano pensieri come rotte su una carta nautica. Tra quelle linee ce n’è una, un augurio per questo sfinire d’estate: quell’uno per cento, non facciamolo scomparire per un altro anno. Anzi. Portiamolo a due.

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10 pensieri su “Portiamolo a due…

  1. Perturbando cuori e destini, il capitano passa lasciando schegge di desideri, accendendo i sogni e la fantasia, inducendo a salpare per la fluida intensità della vita immaginaria e di quella vera…..

  2. Ma tu chi sei? Simone o Marcel, il comandante de “il porto dei sogni incrociati”, che manovrando la sua nave mercantile tra tempeste e maree con la stessa elegante noncuranza con cui fa rotta tra gli incontri della vita, passa nel suo perenne errare di porto in porto perturando cuori e destini…

    • Bel personaggio quello di Marcel, bellissimo e molto affascinante. Ombroso e contrastato. Bello quel che decide di fare, alla fine…

  3. Due per cento? Mi sembra troppo poco…Facciamo cinquanta e poi chissà…in crescendo! Certo da uno passare a due è già un buon proposito ma io suggerisco di essere più ottimisti e fiduciosi.
    Buona vita a tutti e buon inizio di “anno nuovo”

  4. Ciao simone,
    A proposito di ‘dove sono gli uomini’, per curiosita, quanti uomini e quante donne in percentuale hai avuto a bordo di mediterranea?

    Saluti,marco

    • Marco, quest’anno le cose sono molto migliorate. In questo momento ho a bordo 10 donne su 13 totali me incluso. Ma abbiamo avuto un certo incremento di uomini. Diciamo 70 e 30 alla fine.

  5. Il penultimo paragrafo di questo post, che è straordinario, quello che inizia con “Facciamo così: non chiudiamo subito tutto”, me lo sono copiato nella mia agenda (cartacea, ci tengo a dirlo) che uso al lavoro. Ogni mattina di questo anno lavorativo che sta per iniziare lo rileggerò. Per promemoria, perchè è quella la rotta da seguire, per ricordarmi di me, per alzare il livello della libertà e non permettere che scenda.

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