Bivi e burrasche

Un bivio: pochi istanti dopo questa immagine Mediterranea ha rotto gli ormeggi ed è andata alla deriva

Giorni istruttivi. Gli elementi che sfondano, gli incontri che disvelano. La vita ritrovata è avventurosa, mutevole. La chiamo sempre, tra me e me, “la vita vera”, quella fuori dalla bolla. Ciò che imprigiona protegge, ma anche nasconde. Meglio una buona menzogna o una cattiva verità? La seconda.

Recentemente, contatto stretto col potere, con i soldi. Il potere che ti guarda dall’alto in basso: “Io conto, tu non conti niente. Dunque io parlo, tu stai zitto”. Bellissimo quel bivio, quando devi decidere cosa fare: parlo? Dico la mia? La dico piatta e tutta? Oppure sto zitto, chino il capo? Un uomo deve sempre misurare chi è dalle cose che può dire, dai vincoli che ha a riferire il suo pensiero. Mi sono accorto che al bivio pensavo: “qualcuno mi dà da mangiare, qui? Oppure il cibo che qui mi do, oppure mi nego, è quello della mia libertà intellettuale, della mia dignità?” Padrone di niente, servo di nessuno. L’istante dopo, il potere ha capito. Era furibondo. Aveva letto nei miei occhi che non sono uno schiavo. Momento terribile per lui.

Giorni anche di solidarietà, di vicinanza. Quando ti volti e incroci uno sguardo che sta dalla tua. Il tuo sguardo chiede: “Sono io diverso, sono io che sbaglio?”. “No, hai ragione tu. Io sto dalla tua”. La complicità che aiuta a capire se stessi, e ad amare.

Vari e controversi effetti della libertà. Un territorio selvaggio, senza protezioni, dove la pelle è a contatto con la raffica salmastra, le parole con l’essenza, il cuore con l’anima. Dove nulla protegge, nulla neppure nasconde. Il compimento della nostra vita avviene ogni istante, e l’obiettivo non deve essere la sicurezza, l’assenza di difficoltà, ma la realtà. Ieri mi chiedevo: “cosa me ne faccio di una vita in cui non c’è l’intemperia?” I marinai navigano verso l’interno, perché le burrasche vengono sempre da dentro. Quelle da fuori, alla fine, generano quieta bonaccia nel cuore.

(leggi l’appello di Mediterranea)

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34 pensieri su “Bivi e burrasche

  1. Io ho donato 50.
    Non e’ tanto. E’ quello che potevo e mi sentivo di dare.

    Voglio descrivere in maniera franca perche l’ho fatto.
    -Ho letto parecchi libri di simone e seguo le riflessioni su questo blog. queste letture sono state e sono per me degli stimoli importarti, piacevoli e che mi aiutano a crescere come uomo.
    Ora il progetto di mediterranea e’ chiaramente importante per Simone. Ho pensato (forse per SANO egoismo) che dare un piccolo aiuto per aiutare mediterranea potesse aiutare a far si che Simone possa continuare a scrivere le cose cosi interessanti che leggo da anni e che contribuiscono al mio benessere. Che male c’e’?
    -Poi, io non ho mai incontrato Simone ma mi sta simpatico. lo stimo. Perche non potrei dare un contributo? cosa c’e’ di male? Allora, se offro un caffe a una persona solo perche mi sta simpatica e perche mi fa piacere consividere il piacere di un caffe con lei… c’e’ qualche cosa di criticabile?

    Ognuno di noi e’ responsabile della propria vita e di quel che fa. Perche uno non dovrebbe fare un appello in caso di necessita? E perche uno non puo rispondere all’appello?

    Per la mia situazione 50 euro non sono tanti. Per altri possono essere molti, per altri una somma trascurabile. Pero anche io ho la mia vita, i miei progetti, la mia famiglia con 2 figli e i conti coi soldi li faccio, li devo fare. Perche questa storia dei figli di papa che fanno la donazione? che centra? forse si crede che solo i figli di papa possano donare qcosa?
    Io ho si un padre e una madre che mi hanno cresciuto nella sobrieta’ (forse anche troppo). Ma che centra?

    Ma cosa ci spinge a criticare (anche se in maniera educata e decente) uno che chiede aiuto? cosa ci spinge a voler cercare per forza una contraddizione nelle azioni di un altro?

    Saluti,
    Marco

    • grazie Marco. Splendida requisitoria. Ti sono grato per la semplicità del tuo ragionamento, per la franchezza e per il candore con cui poni i tuoi interrogativi. Nel post che ho appena pubblicato spiego bene come sia in sintonia con quel che dici. grazie ancora.

  2. Stavo aspettando il passare delle due settimane dall’APPELLO, come da richiesta di Simone, per esprimere il mio pensiero circa la richiesta di aiuto per la riparazione di Mediterranea.
    Mi sfugge la motivazione perchè a livello individuale uno debba sostenere le spese per i danni subiti da una barca; forse per non far naufragare il Progetto Mediterranea? ma questo non aveva degli sponsor? mi pare di si.
    Perchè utilizzare la platea di pubblica comunicazione per sensiblilizzarla al finanziamento di un progetto privato?
    Il fatto di non capire ciò ovviamente non mi rende “incazzato” anche se ho due dei quattro profili descritti da Simone (maschio e centronord)era solo che trovo bizzarra questa richiesta di aiuto materiale in un luogo, questo, dove è l’aspetto riflessivo che prevale.

    Ciao. Giancarlo

    • Giancarlo, grazie per l’attesa. Eccomi qui. Credo scriverò un nuovo post su cose del genere. dunque mi riservo di risponderti lì, tra i commenti, così rendiamo il dialogo più ordinato. se non lo scrivo ti rispondo qui. grazie ancora per aver atteso un istante. sei gentile. ciao.

  3. @antonello: credo (è una deduzione da ciò che ho letto, ma Simone potrà rispondere con certezza) che oltre al denaro sia un problema di tempo. I membri del team di Mediterranea potrebbero anche lavorare di più e arrivare alla cifra necessaria in un tempo più o meno lungo. Ma, il progetto Mediterranea ha una data di inizio e una tabella di marcia già stabilita. Probabilmente senza questa richiesta di aiuto (che non si è obbligati a raccogliere) il progetto rischierebbe di non partire. Non una partenza ritardata, ma probabilmente proprio la cancellazione del progetto.

    A me fa male vedere fallire un sogno, anche se non è il mio…

  4. scusa simone la mia franchezza, ma questa cosa di chiedere soldi per sostenere la vostra barca mi sembra una contraddizione rispetto a quello che scrivi riguardo all’importanza stessa dei soldi. per salvare quella barca ne servono. bene. per salvare quella barca allora molte altre persone dovranno lavorare tanto per mettere da parte una quota da destinare a quella barca. o i tuoi lettori son tutti ricconi di famiglia?

    • antonello la gente dona 50 o 100 euro, o anche 4,5, come qualcuno ha fatto. Non serve lavorare tanto per questo. Io ho donato per la sardegna, e non ho uno stipendio da quasi 6 anni. Qual è la contraddizione? ho mai negato il senso o il valore del denaro, da qualche parte? Ho avversato il ruolo che il denaro ha oggi, cioé ciò che ci si fa e il motivo per cui si fanno le cose. Ho negato il benessere che ne deriva tradizionalmente. Ho avversato la devoluzione totale, totalizzante delle nostre vite al lavoro e al denaro.

      Lo so che per l’ennesima volta quello che faccio fa incazzare (soprattutto i maschi, devo dire… maschio, velista, tra 40 e 50, del centronord, è il profilo dell’incazzato di questo turno) e ci si sforza di trovare la contraddizione. Non so che farci. Sono fatto così. Ho chiesto aiuto perché siamo in 9, e molti di noi non avrebbero potuto metterci neanche un euro per riparare la barca, che già deve subire lavori prima di partire e con questo danno il budget saliva. Ho chiesto aiuto perché l’assicurazione non ci paga. E dove sarebbe la contraddizione? Ho mai scritto che bisogna vivere senza denaro, senza nulla, non facendo nulla…? Non ho forse affermato sempre che si deve tentare in tutti i modi di realizzare i propri sogni, con caparbietà, con acume, facendosi in quattro per essi? E di questo si tratta…

  5. Grazie Simone,trovo la riposta sul Potere più che esauriente. Inoltre, apre scenari interessanti sulle “fattezze” dell’Umanità.

  6. E’ che il tuo post mi ha costretta a riflettere. Ti ho “ascoltato” per capire.

    Credo che ora tutto sia più chiaro

    Carla

  7. Riporto frasi lette qua e là.

    La bugia è l’origine di tutti i mali.
    Solo chi è libero parla francamente. Ma di solito la libertà non è “contro qualcuno”, è sempre “per” il meglio.
    Cristo lo disse ai suoi discepoli: “La Verità vi farà LIBERI”.
    La vera discriminante, nella vita di una persona, è la sua umanità.
    Cioè la capacità che una persona ha di stare al mondo in rapporto con se stesso, con gli altri, con il creato, con la diversità, con i cambiamenti, con le sfide, con le sofferenze e persino con il male.
    Puoi anche permetterti di sbagliare senza soccombere sotto i duri tribunali dei sensi di colpa.

    Questo mi è arrivato, del tuo post.
    La Verità e la Libertà guardano nella stessa direzione.

    E oggi il maltempo ha colpito la mia Terra.
    Impotenti di fronte a questi eventi

    Carla

    • ed ecco carla la migliore risposta a quel che mi scrivevi circa la chiarezza. la scrittura letteraria non cerca la definizione didascalica, quando scrive, per consentire a fabio di capire quel che ha scritto sotto e a te quel che hai scritto adesso. due cose diverse a cui però a me viene da dire “esatto, proprio quello!”. non so se mi sono spiegato. grazie!

    • era lì temporaneamente. doveva essere spostata. quel posto è pericoloso una volta ogni dieci anni. era tutto pronto per essere finalizzato. e la burrasca era prevista…

  8. Non mi sembra un post criptico, non sono le parole di Simone a essere poco chiare, ma la nostra comprensione ancora agli inizi… tuttavia già l’accorgersi della difficoltà, soggettiva, è un buon indicatore del fatto che chi la prova si è messo in cammino, almeno credo.
    A me, tuttavia, questo post è chiaro, per quanto la mia esperienza non sia paragonabile. C’è la libertà messa in pratica, l’aver bisogno di poco, per non dovere stare al ricatto, delegittimando così il potere, che non trova i soliti apppigli; c’è la fortuna di incrociare, mentre si insegue il proprio cammino con convinzione, uno sguardo d’approvazione, complice e prezioso, cosa rara di questi tempi così poco appassionati e ancor meno coraggiosi; e poi c’è il gusto di vivere una vita, che è imprevedibile e infinitamente altro, perchè non è forzata a stare dentro a degli schemi, non è sprecata inseguendo sicurezza e tranquillità.
    Cambiando discorso, che bella imbarcazione, ha una linea sinuosa e levigata, dà l’idea di uno scorrere facile e disinvolto!

  9. @simone
    eh si certo..da quello che mostra questa foto e dai danni che ho visto in altre foto, con quell’onda penso anche io che la barca (quella barca) non doveva stare messa all’inglese lì..e penso, correggimi se sbaglio dato che non conosco quel porto, che se può entrare quel tipo di onda, allora anche se era anomala e non nota nemmeno ai locali, io penso che lì comunque l’onda arriva anche con 35 nodi (condizioni banali in inverno) e quindi qualche danno la avrebbe fatto anche una burrasca media. Ma perchè non hanno voluto spostarla preventivamente? E perchè non hanno pensato di allontanarla? Mi fanno incazzare queste cose perchè per quanto imprevista fosse di certo lì l’onda ci entra normalmente e allora si può immaginare come reagisce una barca di quella stazza ormeggiata all’inglese anche solo ad una risacca.. Mi dispiace davvero, cmq se le cime si sono rotte e le galloccie hanno retto…la barca è fatta bene! Due anni fa mi sono stupito nel vedere come una bitta a terra si fosse piegata ma il winch a cui era legato il QUARTO corpo morto.. gode di ottima salute. Comunque…tu ci trovi della negligenza in quello che è successo da parte di chi era lì o no?

  10. ciao, sono marchigiana ed ho vissuto il disastro dei giorni scorsi. Da qualche tempo abito una casa in pietra (simile alla tua) sui monti Sibillini e per fortuna la proprietà ha retto abbastanza bene malgrado tre giorni di pioggia continua. Sempre ti leggo e mai sono intervenuta ma un appello è un appello e non si può non ascoltarlo se fatto con il cuore. In bocca al lupo

  11. Io vorrei che tu fossi più chiaro, quando scrivi. A volte mi è difficile ascoltare il messaggio che stai mandando. O forse non vuoi essere ascoltato da tutti?
    Non può essere, perchè non scriveresti su un blog.
    Ho capito poco. Quel poco mi è arrivato sino al cuore.

    Grazie

    Carla

    • scrivere non è cosa che si risolva coll’essere più chiari, perché scrivere serve a indagare un territorio indistinto, quello tra la ragione e la fede. l’arte ci soccorre dove non può la religione e dove non può la scienza. ciò che mi interessa non può essere descritto. per questo non descrivo, ma scrivo.

    • Controtendenza… è una visione del mondo. chi la interpreta è poco rilevante. esseri, enti, imprese, istituzioni, hanno alla fine (e all’inizio) un uomo, sempre. Ma quell’uomo non è lui. Ha le fattezze di un uomo, ma nulla di umano. O forse tutto di umano, chissà…

  12. sì è un pezzo molto criptico, o apparentemente tale se letto superficialmente. ma interessante.

    ogni esperienza ha dei risvolti utili.

    @simone, ma volevo capire, se ti va, ma come era ormeggiata? all’inglese deduco, ma vi erano anche cime su corpi morti o solo in banchina? lo so che con quell’onda c’è poco da fare per tenere ferma quella massa notevole, però… sicuramente ti sei chiesto se c’erano stati errori sull’ormeggio o se si poteva limitare il danno, altra domanda: hanno ceduto le cime o i molloni o le bitte in coperta? altra domanda..l’onda entrava dall’imboccatura o si formava col fetch tra la banchina dove stava mediterranea e la diga foranea? non conosco quel porto.

    • fabio, era all’inglese, solo cime a terra. L’onda entrava da fuori, perché il porto è aperto a nordest e la burrasca veniva da lì. cedevano le cime, come fossero fili di lana. le gallocce in coperta grazie a dio sono fenomenali e le bitte anche. nessun errore, tranne quello che la barca fosse lì con quella burrasca. andava spostata. l’avevo anche detto…

  13. Anch’io mi sono trovata al bivio… Qualcuno mi hai detto:
    “io parlo, tu stai zitto”.
    Mi sono chiesta: “parlo? Dico la mia? La dico piatta e tutta? Oppure sto zitta, chino il capo?
    Un uomo deve sempre misurare chi è e cose che può dire, dai vincoli che ha a riferire il suo pensiero”.

    Be’, ho chinato il capo: i vincoli che mi sono stati messi mi avrebbero impedito di raggiungere il mio obiettivo.
    Quindi la mia misura è uguale a zero.
    Che amarezza!
    Ma ho imparato qualcosa: …”venderò la mia sconfitta a chi ha bisogno di sentirsi forte”…

  14. Post al 50% molto criptico, quasi un messaggio mirato a voler dire “chi ha orecchi intenda”, ovvero: “lui sa com’è, lui sa perché, lui sa dov’è” 😀

  15. L’istante dopo, il potere ha capito. Era furibondo. Aveva letto nei miei occhi che non sono uno schiavo. Momento terribile per lui.

    Infatti….ma se ci credi gli tieni testa.

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