Bisogna perderci

Perché studiate economia? Cosa vi affascina del denaro, del cambio, del tasso di sconto, del tasso d’interesse? Cosa vi scalda il cuore degli strumenti finanziari, di questa tecnica bancaria, scienza medioevale? Non c’è qualcosa di eccessivo, artificiale, in questa vostra passione? E’ normale che dilaghi, come tutti sembrano pensarla oggi? Ognuno si eccita come vuole, certamente…, il masochista perfino facendosi frustare. Ma lui cerca il dolore solo quando sperimenta la sessualità, e tutto il resto del tempo vive, mentre voi all’economia dedicate il lavoro, l’aggiornamento, l’esistenza intera, e l’amate sempre, tranne quando avete un rapporto sessuale, speriamo almeno.

Io vi vedo, come tutti. Ascolto come ragionate, so che anche quando non parlate state riflettendo ai meccanismi economici, o al rapporto con la vostra banca. Vedo che passate il tempo leggendo il contratto di un mutuo, o ispezionando il vostro conto corrente. Sapete più di leasing che di Leibniz, controllate ogni giorno il valore di un’azione, di un’obbligazione, senza uguale pensiero a quel che fate, ai vostri impegni. Soprattutto, non avete capito la novità, il segreto: bisogna perderci! Non buttare via, non dilapidare, ma perderci, senza rammaricarsi dei mancati guadagni. Voi siete avveduti, non vendereste mai una casa, oggi. Invece è proprio oggi che va venduta, e non fa niente che l’abbiate pagata di più. Non guadagnarci, perderci un poco, non attendere, preferire il momento e la motivazione al prezzo e all’opportunità, ecco alcune delle grandi scelte della nostra epoca. Per far capire anche a voi: è il prezzo della libertà. Così vi piace di più?

L’epoca è a perdere…, che brutto destino per voi! Ma c’è dell’altro: il mondo intero, quel film che scorre oltre il finestrino e voi perdete leggendo Il Sole 24 Ore, mentre andate a lavorare. Alzate gli occhi! Non potete non appassionarvi al vero, perché il denaro è un’invenzione, fors’anche un utile strumento, ma non c’era, mentre la neve c’è da sempre, ci sarà anche dopo, come il sole che spunta sotto l’ultima nuvola, inatteso.

Perché studiate economia, con tante belle discipline che ci sono? Cosa cercate di voi, di vero, di essenziale? Capirei se foste una minoranza…. Ma siete troppi. Poi finisce che vi sentite sotto assedio, e per difendervi vi chiudete in qualche valle, tra le montagne, e fate i referendum perché nessun altro ci entri, oltre voi….

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48 pensieri su “Bisogna perderci

  1. Esatto Simone, e’ proprio perché l’uomo è avido e speculativo che bisognerebbe lavorare su quello e non sul ‘sistema’.
    Lo so che e’ una soluzione a lungo termine, quando invece servirebbe qualcosa subito, ma continuiamo a mettere pezze su pezze. Lavoriamo sempre sull’oggi e mai sul domani.
    Siamo sempre in emergenza, io non ne posso piu’. 🙁
    Sono d’accordo con te che il sistema finanziario così com’è consente a 9milioni di altri di fare danni, ma se ci concentriamo sempre e solo sul ‘sistema’, stiamo ancora una volta aggirando il problema e perdiamo di vista il nocciolo della questione, cioe’ l’uomo.
    Tu ti auspichi una limitazione ponendo regole e paletti.
    Io ti chiedo : a che cosa servono le regole e le leggi laddove manca la morale ?
    L’Italia ne e’ un esempio: siamo pieni zeppi di leggi, puntualmente infrante.
    Infrante da chi ?
    Dalle persone.
    A questo punto bisognerebbe lavorare su due fronti, uno a breve termine (che e’ la soluzione che proponi tu) e uno a lungo termine (la formazione degli uomini di domani, insegnare economia, finanza, ma soprattutto etica, educazione civica, creazione di ricchezza e valore per generazioni ecc.) in modo da non dover sempre mettere delle pezze e dei paletti e avere cosi’ anche il tempo e gli occhi giusti per vedere la bellezza del mondo, magari godersi una nevicata …

    • Luca non scrivo altro da anni. Solo che ci si può consentire il lavoro giusto e lungo quando si ha tempo. Sotto dittatura si fanno i partigiani. E quella della finanza è ormai evidentemente una dittatura sanguinosa. va iniziato il processo vero, giusto, che sai che promuovo da anni. Ma nel frattempo occorre stoppare l’influenza nefasta della finanza sulla nostra società, sulla politica…

  2. Simone non sono d’accordo quando dici che LO STRUMENTO ha preso la mano.
    E’ il soggetto che va individuato. Il soggetto siamo NOI.
    Io POSSO usare gli strumenti per creare valore.
    Sta a me decidere. E’ ora che incominciamo a prenderci le nostre responsabilita’ individuali perche’ siamo finiti in un pantano votando politici a casaccio, facendoci corrompere, non leggendo libri e giornali, chiudendo gli occhi di fronte allo scempio. Io non voglio piu’ alimentare questa cultura dello scarico di responsabilita’, neanche al mio vicino di casa.
    Ora voglio dimostrarti come sia l’ignoranza a fare danni e non la finanza in se’.
    Possiedo un piccolo appartamento che ho comprato a peso d’oro col mutuo in piena bolla immobiliare (un errore madornale da un punto di vista finanziario, ma allora ero ignorante in materia).
    “Grazie” alla mia ignoranza di allora, ho alimentato un sistema bancario in delirio e ho arricchito un costruttore da strapazzo.
    Io sono diventato uno schiavo (vabe’ colpa mia…): dovevo lavorare per pagare la banca…no comment.
    Dal 2009 mi sono documentato (su libri, internet e giornali disponibili per TUTTI eh, mica alla NASA o al Bilderberg) e ho capito come funzionano le cose.
    Mi serviva una casa piu’ grande, ma non mi bastavano tutti i soldi che avevo.
    Li avrei potuti avere se non fossero andati in fumo nel mutuo.
    Che faccio ? Mi sono tenuto la casa e l’ho data in affitto.
    Io sono andato in affitto.
    Ho scelto di far pagare all’inquilino un canone accessibile al suo reddito, che e’ inferiore al canone medio di mercato e che non copre tutta la rata del mio mutuo, ma che mi consente di pagarmi un affitto in una casa piu’ grande e di non farmi un altro mutuo.
    Risultato :
    – l’inquilino e’ contento perche’ ha un tetto sopra la testa a un prezzo onesto
    – io non alimento il sistema bancario ‘malato’
    – vivo in una casa piu’ adatta alle mie esigenze
    – grazie ai soldi dell’affitto posso chiedere un part time al lavoro.

    Dimmi se questo non e’ valore.
    Il valore sta nelle mie scelte.
    E ho usato le conoscenze finanziarie imparate su libri, giornali e internet, disponibili a TUTTI.
    Potevo strozzare l’inquilino e darmi degli obbiettivi finanziari piu’ alti.
    Lui avrebbe dovuto cercarsi un’altra casa, io magari avrei fatto fatica a trovare un inquilino e avrei dato la colpa al ‘mercato’.

    Quando uno non ci azzecca, e’ molto facile dare la colpa a qualcuno (meglio ancora se la si da’ a ‘qualcosa’)
    Noi come individui non ci abbiamo azzeccato da 30 anni a questa parte, il disastro e’ sotto gli occhi di tutti.

    Oggi la gente e’ schiava e povera e manco se lo immagina. Pero’ da’ ancora la colpa al ‘sistema’ e alla ‘finanza’.
    Pensa che siccome puo’ comprarsi uno smartphone allora c’e’ benessere e liberta’ e che la monarchia e’ scomparsa da secoli.
    Poi Renzi diventa presidente del consiglio senza che nessuno lo abbia votato…mah…

    No guarda, sull’ignoranza e sull’inerzia della gente purtroppo non transigo.
    E’ quella la causa del pasticcio.
    La colpa e’ nostra, siamo stati proprio dei mollaccioni.
    E’ andata cosi’, ma e’ ora di svegliarsi.

    Fortunatamente stiamo entrando in una nuova era, siamo nel bel mezzo di una rivoluzione epocale. Tenetevi forte ! 🙂

    • Luca, aspetta, bisogna che ci capiamo. quello che dici io LO CONDIVIDO INTEGRALMENTE, e se hai letto quel che scrivo lo sai. Io sono così, come tu dici, dunque grande sintonia… Il problema è che quello che descrivi è il DOVREBBE ESSERE, non la realtà, e dato che alla speculazione, all’avidità tu metti il freno molto male, perché l’uomo è avido e speculativo, bisogna credo fare anche altro, moderare, limitare i danni, far fare quel che serve per amore o per forza. So che suona come illiberale, ma il sistema finanziario così com’è consente a uno come ti di fare il meglio ma a 9milioni di altri di fare danni, e questo occorre evitarlo. poi la formazione dal basso farà il resto, un uomo nuovo del futuro non avrà più bisogno di regolamentazioni. Ma domani, non oggi.
      Pensa solo al conflitto d’interessi tra istituti, alla rappresentanza delle minoranze dei fondi, alle doppie, triple quadruple sedie, ai chinese wall… insomma, lo sai….

  3. Non so se lo sai, ma il tetto del 3% sul rapporto deficit/Pil (che gli stati europei non devono superare) l’ha inventato un tizio convocato da un funzionario del governo di François Mitterand nei primi anni 80 in 1 ora a tavolino.
    Gli hanno chiesto da dove scaturisse questo 3%.
    Ha risposto che gli sembrava un buon numero.
    «Prendemmo in considerazione i 100 miliardi del deficit pubblico di allora. Corrispondevano al 2,6 % del Pil. Ci siamo detti: un 1% di deficit sarebbe troppo difficile e irraggiungibile. Il 2% metterebbe il governo sotto troppa pressione. Siamo così arrivati al 3%. Nasceva dalle circostanze, senza un’analisi teorica».
    Sperimentato in Francia questo paletto resse nel corso degli anni ’80.
    Trichet convinse la Germania a dare l’ok al paletto del 3%.
    2014.
    Con questo paletto oggi un sacco di governi creano leggi di stabilita’, creano nuove tasse, imprese cercano di far quadrare i conti tagliando il personale.
    E tutto questo perche’ due francesi hanno suggerito alla Germania di seguire la loro idea 30 anni fa…
    L’altro ieri l’OCSE ha detto che si sono sbagliati nel periodo 2008-2012 quando hanno usato la mano pesante con l’austerity.
    lo dicono oggi che qualche parametro sta migliorando.
    Oggi !!! Cosi’ son capace pure io.
    Ti rendi conto in che mani siamo ?
    Secondo te c’entra la finanza?
    “Una cosa giusta non si fa, anche se è giusta, perché la finanza dice che è sbagliata”
    Che cosa e’ ‘giusto’ ?
    Perche’ il soggetto e’ sempre ‘la finanza’ ?
    Come puo’ una disciplina ‘dire’ qualcosa ?
    Casomai sono gli uomini che ‘dicono’ o ‘fanno’.
    Questi soggetti non hanno un minimo di visione, ne’ di coraggio, ne’ di leadership. Dicono e fanno quello che e’ conveniente in quel momento. Non si vogliono prendere nessuna responsabilita’.

    Io nel 2009 non volevo farmi travolgere da questa fantomatica ‘crisi’, cosi’ mi sono servito della finanza e dell’economia per creare ricchezza materiale e far star bene mia moglie, dare un futuro a mia figlia. Insomma uso degli strumenti a fin di bene, per far star bene le persone intorno a me.
    Lo studio di questa disciplina mi ha aiutato ad arrivare oggi al 55% di liberta’ finanziaria.
    Avrei potuto applicare la finanza pura ed essere gia’ al 100% di liberta’, tagliando tutti i costi possibili e immaginabili, operando scelte radicali dettate solo dalla finanza.
    Oggi non avrei piu’ l’obbligo di timbrare il cartellino, ma a che prezzo per mia moglie e mia figlia?

    Comunque oggi posso prendermi un part time in tutta sicurezza. Sicurezza non tanto mia (me la so cavare) ma per mia moglie e mia figlia di 8 mesi che hanno bisogno di una casa, di cibo, di vestiti, di sanita’, di istruzione, di stabilita’.
    Io potrei ottenerli senza soldi e vivere con poco, ma e’ giusto imporlo anche agli altri? Non lo so.

    Invece usando la finanza e l’economia ho raggiunto tutti i miei obbiettivi senza compromettere il desiderio di sicurezza di mia moglie.

    I soldi esistono, la finanza esiste, non li ho inventati io, mi ci sono ritrovato.
    Altri invece si fanno servire dall’economia e dalla finanza (e non parlo solo dei ricchi), non vedono altro che il loro profitto personale, non sono disposti a perdere perche’ ne sono schiavi, rendendo le loro vite misere, peggio di chi e’ senza soldi.
    Io uso uno strumento per trarre del bene per piu’ persone possibili, “loro” lo usano male. Io non riesco a dare la colpa a una disciplina, a una materia di studio.
    Voglio fare un paragone col gioco. Prendi monopoli. Credo che tu lo conosca.
    A un certo punto decidi di giocare. Se vuoi vincere devi come minimo conoscere le regole.
    Se non vuoi giocare tiratene fuori, ti rispetto, ma non dire che monopoli e’ sbagliato e che non si puo’ vincere.
    Detto questo son d’accordo con te che esistono delle specie di ‘mode’, ma se hai letto la storia saprai meglio di me che e’ un fenomeno umano. Ci sono delle correnti.
    Ci sono delle forze molto potenti, c’e’ energia fuori e dentro di noi, siamo mossi da cose che neanche immaginiamo, altro che finanza.
    Oggi va di moda la finanza, queste sono le regole del gioco.
    C’e’ chi le usa male e chi le usa bene.
    Molte persone, ricche e non, sono convinti che loro guadagnano se gli altri perdono.
    Molti di questi lavorano nella finanza. Ti lascio immaginare i danni che fanno…
    E questa e’ una cultura che si tramanda fin dalla prima elementare…non solo alla Bocconi…secondo me dovremmo riflettere su questo…
    Ci sono tante altre cose interessanti sull’ economia e la finanza, come per esempio la storia del denaro, ma mi fermo qui.

    • beh quel che è successo dal settembre 2008 ad oggi ci ha ben rivelato in che mani siamo. ne ho scritto su “Ufficio di scollocamento” e su “Avanti tutta” credo, sintetizzando da varie fonti. Una tragedia.

      quel che tu dici lo capisco, non serve che specifichi ulteriormente. Capisco e in una logica di sopravvivenza condivido.

      Tuttavia, in qualche modo, dobbiamo prendere atto che la degenerazione del sistema finanziario non è più gestibile, il sistema non è più governabile. Mi riferisco ai rapporti di forza finanziari, tra debito dei paesi e leve dei grandi operatori. Mi riferisco ai supercomputer che risiedono accanto alle sale della borsa che comprano e vendono in autmatico in un centesimo di secondo guadagnando sui millesimi e drogando il mercato (si dice almeno il 50% di esso). Mi riferisco ai grandi sistemi di potere, ai fondi sovrani, ai grandi raiders, ai fondi d’investimento, edge funds, disponibilità sempre più accessibile a tutti a strumenti finanziari speculativi, derivati, subprime etc, ovvero a strumenti (tanti) con impatto enorme (globale) e disponibili davvero a tutti (attraverso i fondi e direttamente) che rendono il sistema quello che è.
      Se è vero, infatti, che come al solito una persona colta ed equilibrata è in grado di sfruttare le disponibilità del sistema per condurre lui una vita giusta, senza rovinarsi, anzi addirittura ottenendo in cambio libertà, è vero che questo avviene usando, assecondando, dunque sostenendo un mondo che invece andrebbe limitato, governato, reso meno potente.

      Gli stati, i comuni, le regioni, come sai, per la cattiva gestione (certo, scelte di uomini…) tra debito e investimenti speculativi nefasti, non sono più liberi di scegliere alcune cose fondamentali per la società, fatti che hanno impatto sulla libertà dei cittadini, sulle vite degli individui, sui servizi a disposizione. Dalla California alla Sicilia, alla Grecia, tecnicamente tutte fallite, tenute in vita solo per evitare il fallimento delle banche che ne detengono bond e obbligazioni (DB e Paribas soprattutto in EU), il sistema politico è stato DI FATTO esautorato, spodestato, superato. Ma non vedi cosa sta accadendo qui da noi? la Troika EU, di concerto con banche italiane e grande impresa (e media) decidono che Renzi deve governare e quello governa. Questa è politica? Quando io e te votiamo, quando tu compri e vendi in borsa, mettiamo/metti la tua goccia infinitesima in quel secchio che serve a far girare la ruota. Questo non c’entra con gli strumenti buoni o cattivi, è un fatto, e so che ammetterlo è dura, ma è e resta un fatto.

      quegli strumenti TEORICAMENTE buoni ma IN REALTA’ completamente fuori controllo, vivono perché tu, con le migliori intenzioni certamente, mentre agisci per la tua libertà, li sostieni, li rendi possibili, li alimenti.

      Questo intendo. Dunque torno a dire: capisco la tua logica di sopravvivenza individuale, ma tu capisci meglio me, forse, quando dico che qui lo strumento ha preso la mano, governa, letteralmente, dunque non può più essere considerato come l’alcool, che non è cattivo ma può essere usato in modo degenerato, o come le droghe, o come qualunque altra commodity. Va cambiato dall’alto (regole, limiti, controlli…) oppure (e soprattutto) sgonfiato dal basso, disertato, svuotato da gente che ha una cultura nuova e che dunque non usa ciò che tutti usano, non fa ciò che tutti fanno, non si lava le mani del problema usando bene una pistola, ma decide che chi le vende deve fallire.
      ciao!

  4. Simone, questo ‘cerbero finanziario’ ha la stessa consistenza della parola ‘crisi’. Sembra un mostro se non ti fai domande, se non ti incuriosisci per la sua origine, se non lavori per superare la tua crisi personale, se non decidi di risolvere i tuoi di problemi e migliorare te stesso anziche’ passare le giornate a cambiare gli altri. Diventa una materia affascinante se la studi insieme all’economia e scopri ad esempio come sono nate le banche. Non c’e’ nulla di occulto o di cinico. E’ cultura materiale. Non e’ ne’ buona ne’ cattiva. conoscerla ti aiuta a capire come far girare meglio la tua economia e la crisi ti fa sorridere. A me lo studio di economia e finanza mi ha tirato fuori dal pantano in cui mi ero cacciato. e non ho fatto danni a nessuno. Come al solito i demoni sono dentro di noi. Ma se uno e’ appassionato di finanza chi l’ha detto che fa danni, e’ senza emozioni,cinico e triste? il problema non puo’ essere la materia di studio, ma chi usa male le proprie conoscenze finanziarie perche’ pervaso di avidita’ o cinismo o freddezza. e qui si tratta di quelli che cercano il profitto a qualsiasi costo, ma si tratta delle carenze a livello umano. il problema non puo’ sempre essere cio’ che non ci piace o ci fa paura solo perche’ non conosciamo l’oggetto della discussione. Uno poi puo’ dissentire o non amare la materia finanza, ma chi fa danni e’ sempre l’uomo. Sarebbe come dire che la chirurgia va eliminata perche’ ho paura del bisturi quando invece il chirurgo e’ incapace. Perche” invece non iniziamo a formare degli esseri umani completi (scuola e genitori) anziche ‘ riempirli fin da piccoli con un mucchio di nozioni inutili per poi mandarli allo sbaraglio nel mondo a fare danni proprio con quelle nozioni?

    • sì e no Luca. L’appassionato c’è ed è sacrosanto. anche tanti appassionati. ma questo esercito di commercialisti, economisti, finanzieri, è gravido di gente che cerca lavoro nel modo più a-la-page dell’epoca. E questa cultura fa danni. Voi siete giovani e forse non ricordate, ma prima del fallimento del polo chimico (“la chimica c’est moi”, ricordate? Gioia Tauro, la Montedison etc), tutti guarda caso si iscrivevano a Ingegneria Chimica, e il sistema spingeva “inscrivetevi a chimica, è il futuro!”. I rapporti erano gli stessi di oggi ma capovolti. Poi la chimica fallì, la previsione si rivelò inesatta, come spesso accade, e tutto andò a puttane, comprese centinaia di migliaia di belle testoline laureate in chimica che si ritrovarono a dare ripetizioni (mestiere nobilissimo). Oggi, da tempo, le cose vanno in modo analogo con economia. E questo riguarda la gente che studia e fa.

      ma c’è un altro punto: le cose sono uno strumento, dipende come le usi. verissimo, non dirlo a me che su questo punto faccio battaglie da anni. Tuttavia qui la faccenda è diversa, almeno in parte. lo strumento è diventato egemone. la finanza conta tutto, fa impallidire e governa la politica, dunque la società. Una cosa giusta non si fa, anche se è giusta, perché la finanza dice che è sbagliata. dunque, va detto con chiarezza, chiunque sia nella finanza sta indirettamente o direttamente sostenendo con la sua spalla non un sistema teoricamente giusto o sbagliato, ma QUESTO SISTEMA, che sbagliato lo è evidentemente. che poi in mezzo ci sia un mucchio di gente per bene, chi lo nega. anche in guerra è così. ma poi la gente muore lo stesso, non è che muoia di meno.

      dunque ok con quel che dici, ma poi ci sono delle derive vere, reali, non teoriche, in cui la storia va vista per quello che è e per quello che genera.

  5. mi piace la coerenza di simone… crede in una cosa e la fa…però non capisco questo astio verso chi non la pensa come voi (quelli a cui piace la finanza)… NON POTETE VIVERE IN PACE E LASCIARE CHE LO STESSO FACCIANO GLI ALTRI

    • Capisco cosa dici Max. In realta’ se io scrivo faccio pochi danni. Se. Ognuno di noi sostiene questo cerbero finanziario direi che i danni per tutti ci sono. Credo bisogna parlarne… Ciao!

  6. Quello che affascina “esperti” e “profani” penso sia la chimera del poter prevedere, controllare, gestire l’incertezza. Per trarne profitto o per cercare sicurezza. Ma come disse Mandelbort “le teorie finanziarie, quelle insegnate nelle business school, sono fondamentalmente sbagliate.” Per cui non ci rimane che il buon senso, che ci suggerirebbe di starne alla larga… o almeno di non lasciarci ingannare dagli economisti.

  7. “Cosa vi affascina del denaro, del cambio, del tasso di sconto, del tasso d’interesse? Cosa vi scalda il cuore degli strumenti finanziari, di questa tecnica bancaria, scienza medioevale?”

    Questo non è un post che parla di economia, mi sembra, ma di noi… le espressioni “vi affascina” e “vi scalda il cuore” indicano fin dall’inizio la direzione… non c’entrano discorsi di soldi e finanza, ma di come noi ci rapportiamo a tutto ciò. Si insinua il dubbio su questa passione così diffusa, che passione è se non nasce da un sentimento? Oppure, come può nascere un sentimento da una materia economica (o finanziaria visto che oggi l’astratto va alla grande…).
    Io lo intendo così ed è per quello che, parlando però di tecnologia, ho posto l’accento sul come noi ci rapportiamo ad essa. Anche lì, è vera passione? Nasce da qualche sentimento? Oppure è solo un intrallazzo per tenerci occupati, una materia che esercita anche attrattive, ma che in realtà funge da surrogato per passioni che mancano.

  8. Scusate l’insistenza, ma non ho letto neanche un commento con cui mi trovi minimamente d’accordo.

    “La finanza è la disciplina economica.”
    Cambiare vita cosa vuol dire la tua frase ?

    Da WIKIPEDIA : Per economia si intende l’utilizzo di risorse scarse (limitate o finite) per soddisfare al meglio bisogni individuali e collettivi organizzando la spesa.

    Per intenderci meglio, quando andiamo al supermercato e decidiamo cosa comprare coi soldi che abbiamo, stiamo facendo economia.
    Quando Simone va nel bosco a spaccare la legna da ardere nel camino e decide quanta ne deve spaccare, sta facendo economia.
    L’economia fa parte della nostra vita, ne siamo immersi, che ci piaccia o no.

    La finanza invece e’ un’altra cosa.
    “La finanza è la disciplina economica che studia i processi con cui individui, imprese, enti, organizzazioni e stati gestiscono i flussi monetari (raccolta, allocazione e usi) nel tempo”
    In poche parole la finanza studia come vengono usati i soldi da persone e organizzazioni.

    A mio parere ne’ l’economia ne’ la finanza sono delle scienze, poiche’ i risultati delle scienze sono prevedibili, mentre i risultati economici e finanziari non sono esattamente prevedibili.
    Lo dimostrano agenzie di rating ed economisti che non ci azzeccano mai nelle loro previsioni…

    La finanza speculativa e’ un’altra cosa ancora, ma credo di avervi annoiato abbastanza… 🙂 se volete ne possiamo discutere

    Per quanto mi riguarda l’economia non distrugge i rapporti, anzi, se la studiassimo di piu’ li faciliterebbe!
    Se avete voglia e tempo leggetevi la storia del signor Yunus e del microcredito.
    Se avesse odiato l’economia probabilmente non sarebbe riuscito ad aiutare cosi’ tante persone.
    Come puo’ lo studio di una materia distruggere la creativita’, quando la creativita’ e’ dentro di noi?
    Se l’economia distrugge la creativita’ e’ perche’ glielo permettiamo.

    Sulla finanza speculativa non mi esprimo perche’ porta via troppo tempo, solleva parecchi dubbi etici che dovremmo aprire un forum solo per quest’argomento…

    • un po’ anche a me giulio. ma perlomeno non investono in armi, imprese inquinanti etc e fanno microcredito, aiutano realtà meritevoli ed etiche, etc… come dice Gino Strada “Quando dico che sono contro la guerra la gente mi dice ecco tu sei un utopista, tanto la guerra ci sarà sempre, e io rispondo: cominciamo col non fare questa guerra, col curare questo ferito…”. Cominciamo col togliere terra sotto ai piedi come si può, adesso, a chi sostiene il peggio del peggio e ci lucra sopra… è poco? penso di sì, ma non è niente… Niente è troppo poco, direi.

  9. Anche la tecnologia può essere un bene o un male, dipende da come noi la intendiamo; secondo me però il punto non è solo se vogliamo privarcene del tutto o continuare a usarla, scartanto tutto ciò che è dannoso o superfluo, ma iniziare a capire come ci siamo rapportati ad essa, quanto ne siamo succubi e quanto ci condiziona. Per comprenderlo credo ci voglia un periodo di distacco, astinenza da smartphones, computers e simili, vedere quanta parte hanno l’abitudine e l’assuefazione e quanta invece la comodità nel rapporto che abbiamo. Vedo persone, per intenderci, che non sanno giudicare che tempo fa e abbozzare una previsione casereccia se prima non hanno consultato la meteo sul loro cellulare. E questo è il caso più “simpatico” ma credo che troppe attività siano ormai delegate alla strumentazione. Un risultato è che la nostra capacità di giudicare e pensare è inibita troppo facilmente.

  10. Non sarà che a furia di anni sabbatici, orti, creatività, fantasia, tra un po’ di tempo non troveremo più un economista, degno di questo nome, in giro…
    E’ vero, siamo al punto di decadenza: il punto giusto per ripartire, per cercare un nuovo, possibile modello “economico”.

    • claudia, microcredito e banca etica (di cui sono correntista, spero anche tu) sono gocce nel mare. stavo parlando del mare, appunto… 🙂

  11. l’economia è importante, non dobbiamo dimenticarla o sottovalutarla. le persone però, devono venire prima dell’economia

  12. Tra tre anni smetterò di lavorare, il progetto continua. Studio ogni giorno l’economia perchè, come dice il Dalai Lama “Dobbiamo imparare bene le regole, in modo da infrangerle nel modo giusto.” Solo conoscendo l’economia si può sfruttarla a proprio favore per liberarsi. L’ignoranza è un male, sempre, non ci aiuterà mai ad emanciparci dal consumismo e dalle balle della crescita infinita. Per questo l’economia va studiata, altrimenti siamo destinati ad esserne vittime.

  13. “Perché studiate l’economia con tante belle discipline che ci sono? Cosa cercate di voi, di vero, di essenziale?”…ieri sera ripensavo alle tue parole e soprattutto all’ incoraggiamento ad alzare gli occhi, ad appassionarsi al vero…contemporaneamente è passato in tv il nuovo spot dell’Apple per l’Ipad air…incredibile! Ricalcando l'”Attimo fuggente” e Walt Whitman utilizzava argomentazioni simili alle tue, ma con finalità opposte ossia pubblicizzare il prodotto che meglio rappresenta la deriva capitalista e consumistica, la visione del mondo non più in presa diretta, ma filtrata attraverso la tecnologia…la vita vera viene invocata per promuovere una vita mediata dai prodotti del consumo di massa, la poesia asservita alle ragioni della macroeconomia…che tristezza!
    https://www.apple.com/it/ipad-air/videos/

  14. Ciao Simone,
    che sincronia, proprio ieri stavo scrivendo questo post che parla anche di economia… la noiosità dell’economia mi ha portato a cercare lidi più interessanti per la mia mente, sono subito finita a divagare di anno sabbatico e giri per il mondo:

    “Oggi ho seguito una lezione online sulla traduzione finanziaria e allo stesso tempo ho iniziato a cercare sul web articoli sull’anno sabbatico. Ho seguito la lezione con grande fatica, ho dovuto costringermi all’attenzione e l’unica parte interessante è stata l’intervista ad un traduttrice finanziaria. La parte successiva riguardava la revisione nella traduzione editoriale e altre amenità, lì sono veramente andata veloce… nel frattempo è stata molto più proficua la ricerca sull’anno sabbatico, ho trovato un blog troppo bello che ho iniziato a leggere avidamente e che vi segnalo: http://www.toohappytobehomesick.com/
    Mi ha messo di buonumore, mi ha motivato, mi ha fatto ridere. Stavo riflettendo su questi due stati d’animo: mentre seguivo la lezione sulla traduzione due palle così, mi dovevo costringere all’attenzione, mentre nel leggere il blog della ragazza giramondo filavo via come il vento. Quanto conta la motivazione, eh?
    Ho proprio voglia anch’io di prendermi un anno sabbatico. Altro che sbattimenti!”
    http://gattolibero.wordpress.com/2014/02/10/anno-sabbatico/

  15. Questo post mi piace molto, dà un sacco di spunti. L’affermazione “Bisogna perderci” può suonare oggi più che mai blasfema e tuttavia è illuminante. Soprattutto in un contesto di decrescita (felice e autoimposta, oppure obbligata e che allora coglie impreparati) dove qualsiasi desiderio di espansione monetaria è un controsenso, oltre a derminare una schiavitù dal denaro e dalle sue preoccupazioni ben più forte che in passato, quando dedicarsi all’economia era più facile, perchè tutto aveva il segno “più”. Non so cosa stimoli ancora gli economisti nel voler essere tali, visto che il sogno si sta sgretolando. Rimangono allora i vecchi ideali che ancora non permettono di vedere la nuova realtà decadente? Vivono ancora nel riflesso della crescita infinita e del successo, dei party e delle belle auto? E’ tutto vecchio e decrepito, ma soprattutto penso che abbia ormai le fondamenta marcissime.
    Per quanto mi riguarda, invece, ho recentemente rinunciato ad un contratto a tempo indeterminato in favore dell’ennesimo contratto a progetto, ho barattato soldi in più per lavorare in cambio in un ambiente decisamente più sano e costruttivo. I miei progetti di downshifting non vengono rallentati nella sostanza per via dei mancati introiti, anzi, possono vantare adesso un passo comunque importante per la loro realizzazione pratica.

  16. la società comincia a forgiare i suoi soldati già in tenera eta perché ha capito che vanno piegati prima che se ne accorgano prima che abbiano le forze ..si anche quelle fisiche di potersi ritorcere ..di poter protestare..di ribellarsi di seguire i loro sogni la loro creatività.io molte volte mi sono accorto che in un problema da risolvere applicavo le soluzioni che mi erano state insegnate oggi mi accorgo(meglio tardi che mai)che quelle soluzioni le avevano preconfezionate , cosi quando non trovi la soluzione il finale è :rivolgiti ad uno specilista del settore in cui ai un problema,lui lo risolverà o ti darà il suo assenso a considerarlo irrisolvibile.poi gli economisti risolvono i problemi economici con soluzioni insegnate dall’economia ed eccoci qua febbrio 2014 nessuno sa come uscire da questo casino economico perché mentre imparavano i mantra dell’economia si sono dimenticati la creatività,quella sana.
    anche i medici hanno subito lo stesso lavaggio e indottrinamento e si sono dimenticati che curare lo stomaco senza curarsi del paziente che c’è intorno serve a poco,aspetteranno il prossimo malanno che sarà in un altro organo e potranno dire che però lo stomaco è guarito!!!
    buena onda
    morris

  17. Questo post è il manifesto del downshifting,
    che si può sintetizzare così : perdere qualcosa (stipendio fisso, soldi), per ottenere libertà , indipendenza , tempo.
    Credo che la gente studi economia anche perchè manca di fantasia, di creatività , di coraggio nel seguire le proprie inclinazioni.
    I numeri rassicurano,danno protezione,sono lì certi (a parte qualche gioco di prestigio) a testimoniare quantità, razionalità , concretezza.
    E poi ,credo anche che ,se si è spregiudicati si riescano a fare tanti soldi… I soldi appunto, e qui il discorso ritorna al punto di partenza.
    Una frase del Papa che mi è rimasta in mente ‘Il sudario non ha le tasche’

  18. la testimonianza di Paolo credo sia tra le più comuni e diffuse. Ricordo che da qualche parte avevo dedicato un capitolo a questa “anomalia”. nel mio liceo metà di noi si era iscritta a economia. un po’ sospetta come percentuale…

  19. Ciao Simone,
    ho 45 anni e sono laureato in economia, lavoro in banca e faccio il consulente finanziario. Avrei tanto voluto studiare medicina perché allora mi sembrava che niente avesse più senso e fosse più affascinante del capire come è fatto il nostro corpo, quali sono le logiche che ci ” fanno funzionare” , imparare a curare gli altri e me stesso nel fisico e nella mente.
    Ma i miei genitori(che purtroppo non ho più ed ho imparato da tempo a non colpevolizzare)hanno pensato bene di scoraggiarmi fortemente nella scelta di quel percorso perché ” Medicina è lunga ed Economia offre migliori prospettive” (??!!?). Così mi sono ritrovato tra le schiere dei lettori del sole 24 ore, sempre sentendomi fuori posto ed un po’ in colpa perché a differenza apparente dei miei compagni di corso tale lettura mi generava 2 palle micidiali. Oggi ho trovato una nicchia per me fortunata in banca e svolgo un lavoro che, nonostante tutto, ha molto a che fare con la psicologia e la gestione di relazioni piuttosto che con i numeri. Ascolto le storie dei miei clienti, cerco di comprenderli e di capire che tipo di vita si nasconde dietro ai loro volti. Cerco di applicare il mercato alle situazioni personali seguendo il motto di mio padre che mi ripeteva spesso ” non esistono le malattie ma i malati” ( eh già, sembra assurdo ma mio padre era un medico)…però..però..ogni volta che ho un medico davanti non posso fare a meno di pensare a come sarebbe stata diversa la mia vita, chissà se migliore o peggiore ma comunque la mia.
    Oggi nei fine settimana curo il mio orto e mettere le mani dentro la terra placa la mia sete di concretezza, di fuga dal mondo illusorio della carta, tanto finto quanto veri sono i danni che può provocare.
    I baci e gli abbracci di mia figlia mi tengono al caldo proteggendomi dal gelo che governa il mondo dei soldi.
    Sono fortunato.
    Ma chi deve cominciare ci pensi bene a quello che decide di studiare. Seguite la vostra natura e non ” le migliori prospettive” o la moda del momento perché poi non tutti sono fortunati ad avere una famiglia ed un orto.

  20. Buonasera Simone,
    l’economia è , non a caso, definita la ” scienza triste” poichè riduce i rapporti tra uomini a semplici rapporti di scambio. Lo stesso potrebbe dirsi della medicina ( occidentale) che riduce il corpo a somma di organi. Il padre di questa concezione meccanicistica della vita e della natura è il pur grande Cartesio. Con lui le scienze si congedano dalla filosofia e la natura diventa oggetto di sperimentazione e dominio tecnologico. Il padre della teoria economica, Adam Smith, contemporaneo di Newtone e Darwin, ispirandosi alla filosofia cartesiana, concepisce l’economia come un ingranaggio razionale, sintetizzabile da grafici, formule,logaritmi. Nel 900 la scuola di Chicago elabora la fantomatica ” teoria delle aspettative razionali” in base alla quale ( semplificando) i mercati sarebbero sempre in grado di autoregolarsi!! Come chiunque può constatare i mercati sono soggetti a crisi sempre più frequenti e devastanti e nessuno sembra neppure in grado di stimare l’ammontare complessivo di finanza tossica circolante nel sistema! La crisi, temo, è endemica.Citando Massimo Fini potremmo dire che ” la ragione aveva torto”. Perlomeno quella cartesiana!!
    Buonasera a tutti,
    Francesco

  21. Se a 50 anni ho potuto decidere di abbandonare il lavoro sicuro per trascorrere il resto della vita in modo semplice rifiutando tutte le imposizioni consumistiche e inutili per me ,ha influito il fatto che il caso ha voluto che non avessi figli , solo questo, il mio non era un discorso cinico anzi .

  22. Ho appena terminato di leggere un libro di un imprenditore illuminato (Seth Godin), il quale afferma che il futuro appartiene a chi è creativo, a chi sa rischiare, a chi sa donare… e io gli credo.

    • beh, marco, mi sa che è sempre stato così… Certo, forse oggi è ancor più evidente… La parola donare, che meno cattolicamente io chiamo gratuità, è una delle parole chiave del futuro. è una cosa che dico da molti anni e vengo sistematicamente ripreso, avversato… ma sono convinto che sia vera.

  23. Credo che studiare economia sia UTILE, serve a capire come funziona il mondo, prima di tutto.
    Impari a conoscere le dinamiche che muovono il sistema in cui vivi, nel bene e nel male, e a scegliere in maniera consapevole se e quando farne parte, ma sopratutto COME farne parte.
    E’ uno strumento nelle mani dell’uomo…ciò che ne scaturisce dipende dall’uomo.

  24. “Condizioni favorevoli” non aver figli??? Oddio che disastro. che vero disastro di società. ma come? Le penalizzate in tutti i sensi dalla decisione di mettere o meno al mondo dei figli, da secoli, siamo noi…e adesso è un vantaggio tout court? Non capisco. Davvero. Io la dico così. Chi è già abituato a vivere con poco anche perché ha dei figli, perché ha capito da tempo che andare nel grande magazzino appena aperto (uno dei tanti appena aperti al posto di un cinema, al posto di un parco, al posto di una biblioteca, di una piscina, di un palestra) è da coglioni. Perché io non ho bisogno di ciondolare e bighellonare nel centro commerciale anche se non ho nulla da comprare. perché io vorrei un parco dove poter passeggiare. Perchè io che sono separata da anni, sono riuscita a vivere con poco ma benissimo e non mi manca niente. da poco il mio ufficio mi ha ceduto un vecchio pc e ho pure internet anche se sostengo con forza che dovremmo avere la wireless tutti quanti come nei paesi civili perché soprattutto in questo paese ci serve informazione visto che in tv non ne danno ed è parziale e corrotta. Quindi. Fuori dal sistema si sta, e si sta molto bene. Forse si perde qualche “amico” che continua ad avere il paraocchi e fare le stesse identiche cose (come i polli di allevamento di gaber) senza accorgersi di quanto il mondo è cambiato e sta ancora cambiando. In peggio oserei dire e purtroppo. Ma i “nemici” sono sempre gli stessi. Non sono cambiati. L’arroganza, l’ignoranza, il predominio, il potere, la meschinità, la corruzione, l’indifferenza. oggi più di ieri io sento la necessita di schierarmi, di prendere parte, di criticare, di contraddire, di dare il mio contributo…I poteri, quelli economici e finanziari, sono fuori e sono forti. Per combatterli le persone devono capire, confrontarsi e schierarsi. E stare uniti. Insieme.

  25. Il ragionamento non fa una grinza, pero’ anche la liberta’ di dare più peso a quello che ci circonda rispetto ai soldi ha un prezzo elevatissimo anche a livello mentale. Io ho la presunzione di avercela fatta, con molte difficolta’ e con le condizioni favorevoli prima fra tutte quella di non avere figli.Adesso della grande torta mi bastano poche briciole per campare e fare finalmente cio’ che mi piace

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