Arrivano, volano via…

Dammi vento, ti darò miglia”, sembrava citare Mediterranea, ieri, nel vento fresco tra le isole dell’arcipelago. Cinquecento miglia alle spalle, tante sulla prua. In mare, mi chiedo sempre: “tornerò?”. Ma dove si deve tornare, se la meta è dentro? In queste settimane ho viaggiato tanto, ben più lontano di queste distanze. Ieri, seduto sulla delfiniera, con le gambe a ciondoloni sul mare, mi sono perduto nell’orizzonte. Per qualche istante non ho saputo con certezza chi fossi. Ero a casa, dunque.

Oggi ormeggio all’inglese sulla banchina di Zacinto. Apro il computer, che riconosce il wifi. Sono di casa qui, ci sono venuto non ricordo più quante volte. Da domani il Peloponneso, astuta isola artificiale, popolata di mostri e ciclopi. Lo sconcerto maggiore di questi giorni, come in ogni viaggio, è alla partenza. A mezzo miglio dall’approdo mi volto, sempre, e penso: “quando ti rivedrò?”. I luoghi di un viaggio sono come i pensieri: arrivano, volano via. Nulla si trattiene, nulla resiste. Neppure ciò che siamo stati in quel luogo. Più lungo è il viaggio più si perdono i marinai che vi hanno fatto scalo.

Ieri l’altro, a Meganissi, traina leggera all’imbrunire. Guardavo la scena. Dominava l’azzurro, il profumo delle piante officinali, l’infinita lotta tra silenzio e parola. Come facciamo a contenere tutto questo? Ora capisco perché salpare è così difficile: fa paura non saper contenere. Sono andato a letto riguardando a mente le immagini di quel giorno. Non potevo che ricordarne una minima parte. Dove vanno tutte le immagini che non sappiamo trattenere? E i pensieri che le hanno seguite? Sarebbe bello viaggiare a poche miglia da noi, e con un retino sottile raccoglierle, perché non si perdessero. Un retino di capelli di sirena, abili a irretire ciò che affonda dietro la scia…

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12 pensieri su “Arrivano, volano via…

  1. “Per qualche istante non ho saputo con certezza chi fossi.”

    A me succede continuamente, non solo per qualche istante.
    Senza muovermi da casa.
    E non ho patologie conclamate (pare – finora).
    Devo preoccuparmi?
    . .

    ..

    .

    Ma no… Tanto, che cambia?

  2. magari è proprio vedendo le lacrime che la persona che è vicina potrebbe iniziare a “capire” e quelle lacrime asciugare…

  3. sabato pomeriggio a casa e fa caldo. molto caldo. La temperatura è salita improvvisamente e a me è venuto mal di testa, come sempre…In attesa di “ambientarmi” a questo per me assai faticoso periodo dei 40°, penso che oggi alle 14.55 c’è una trasmissione in tv che ho guardato altre volte…perdendomi in spettacolari paesaggi, in orizzonti di mari lucidi, trasparenti, indaco, verde, blu…con la voglia di “vacanze” che paradossalmente anche quest’anno si avvicina…So che potrò essere presente a un evento anche se “a posteriori”. Potevo essere là…ma non c’ero…tic tac…l’orologio segna il passo…non ero là in quel momento ma posso riprodurlo ora…Adesso però per quelli che sono “già andati” è ieri…Però l’emozione è quella! Lo si sente, lo si vede dalle espressioni, fiere…incerte…orgoglioso…quasi costernate dall’esserci. Il sogno che si è sognato è diventato reale, sta avvenendo…qualcosa che non si può dire, raccontare, credo, perché il cuore ti scoppia e ti emozioni…e perdi la voce, rimani senza parole…beh, di nascosto qualche lacrima io me la sono asciugata, perchè ero in compagnia e mi scocciava…sapevo che chi stava guardando insieme a me non avrebbe capito perché non “vedeva” le stesse cose che stavo guardando io…

  4. Simone, certo che dev’essere bello riuscire a manifestare al mondo il proprio punto di vista e la propria indignazione come avete fatto con lo striscione di protesta su quell’isola “requisita” all’umanità. Un cerchio che si chiude, uno sfogo non ricacciato dentro a forza. Non accettare tutto, educarsi a non farlo.

    Quando viaggio anche io cerco di essere diverso, perchè quel che vediamo dipende soprattutto da noi. All’inizio vedremo poco e solo quegli aspetti che siamo stati istruiti a cercare, quelli più comuni. Ma quando la dimensione del viaggio prende consistenza e ci si arricchisce, conosciamo noi stessi e acquisiamo maggiori capacità di vedere e sentire.

    I 10 minuti che Linea Blu vi ha dedicato li ho trovati molto ben fatti, ispirati, anche emozionanti. Ciao!

  5. Caro Simone ti stai avvicinando ad una terra bellissima, il Peloponneso e in particolare il Mani che mi è rimasto nel cuore “l’ultima propaggine del Peloponneso, morfologicamente inospitale, caratterialmente ostinato, storicamente bellicoso, mitologicamente sinistro, là dove le acque dello Ionio incontrano l’Egeo si narra vi fossero le bocche dell’Ade. Un posto troppo inaccessibile e dove per fortuna c’è troppo poco da fare perché sia mai seriamente minacciato dal turismo”. Quando Mediterranea “disegnerà quelle coste” lo spirito di Aristofane, Tucidide, Senofonte sarà lì, pronto a cullarla.

  6. Caro Simone, posso solo lontanamente immaginare cosa stai provando! Ti ri-porto un secondo sulla Terraferma, ieri pomeriggio sabato ho visto il filmato che Rai 1 ha trasmesso su di te e il tuo viaggio, durante la trasmissione Linea Blu. Vederti così all’improvviso e senza saperlo mi è piaciuto molto, ti ho riconosciuto subito!
    Allora buona Grecia, meravigliosa, buon Egeo!

  7. Caro Simone…. La meta e’ interna … Ma il viaggio fuori quanto conta ? Quanto il viaggio che riusciamo ad intraprendere ci influenza e quanto ne siamo influenzati ? E’ il viaggio a dare la rotta alle tappe successive o sono le tappe che programmiamo a determinare il viaggio? Il moto del mare e’ dentro di noi o siamo noi ad essere parte di quel mare ? Basta sognarlo un viaggio oppure si deve un giorno avere il coraggio di lasciare tutto e di partire ? Io voglio vivere. Viaggiare. E quanti luoghi dovrò avere attraversato per potere dire di avere vissuto?

    • Elisabetta, per viaggiare non servono luoghi nuovi da vedere, ma occhi nuovi con cui vederli. Tanti di noi viaggiano senza vedere, ogni giorno, nella loro quotidiana vita. Il viaggio è dentro, qui dove siamo. Poi, dopo, si può anche andare.. ciao!

  8. Non si perdono le immagini, non si perdono i pensieri. Restano, eccome se restano. Si conficcano nella nostra mente così profondamente, che alla vista scompaiono. Ma tornano. Eh, sì, ritornano. Quando non lo sai. Ma arrivano. A volte basta niente.
    E irretiscono… come le Sirene. Come la nostra mente.
    Ciao Rais, buon vento!

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