Quello che dovreste…

L’ho già scritto, ma lo ripeto, perché vedo che ce n’è sempre più bisogno: “Quello che c’è si vede. Quello che non si vede, non si vede perché non c’è”. Ecco un mantra chiaro, semplice, verificabile. Ripetiamocelo, convinciamocene. Basta col mondo che dice cose che poi non si vedono. Basta con la gente che dice cose che poi non sa fare. Quando uno non sa fare qualcosa deve ammetterlo, e ritirarsi, per quanto doloroso possa essere. Smettiamo di dire cose che poi non avvengono. Smettiamo di sognare i sogni impossibili, irrealizzabili e soprattutto inadatti a noi. Smettiamo di credere che quello che diciamo (o ci viene detto) è vero nonostante non lo si riscontri nella quotidianità, nella pratica, nella concretezza salvifica dell’azione, delle parole dette, dei gesti, dei toni, delle decisioni.

Credetemi, quello che c’è si vede. Se non vedete qualcosa, è solo perché non c’è. Non vi dite stronzate tipo “c’è, lo so, ma adesso, in questo momento specifico, non si vede… Ma vedrai che…”. Non credete all’invisibile, all’incredibile, non datevi giustificazioni, non giustificate. Vi state mentendo. State perdendo tempo. Non state facendo quello che dovresteBasta con le cose che non si manifestano. Sapete perché non si manifestano? Perché non ci sono. Fine.

Share Button

22 pensieri su “Quello che dovreste…

  1. Pultroppo devo dissentire sul fatto che “Quello che c è si vede e quello che non si vede non esiste”

    L ‘umanità ignora che con i suoi 5 sensi percepisce solo una banda limitatissima di frequenza e non abbiamo assolutamente percezione di quello che c è “oltre il velo” !!
    Questa situazione di perenne ignoranza oltretutto ci fa essere un preciso anello di una millenaria “catena Alimentare” (non siamo al vertice della piramide..)

    http://hearthaware.wordpress.com/the-matrix-%E2%96%BA-5-i-voladores/

  2. La chiave della felicità è la disobbedienza in se
    a quello che non c’è
    Perciò io maledico il modo in cui sono fatto
    il mio modo di morire sano e salvo dove m’attacco
    il mio modo vigliacco di restare sperando che ci sia
    quello che non c’è

    Tratto da ‘Quello che non c’è ‘ – Afterhours

  3. Ciao Simone,
    alba meravigliosa sul mare, vorrei essere una di voi ma il mal di mare……. , però camminando per i sentieri liguri!!!!
    Che ne dici, organizzi?
    A presto
    Loretta

  4. A proposito di cose che non ci sono, tanto per fare un esempio concreto:

    Un giorno dei colleghi discutevano ed erano tutti d’accordo sul fatto che i genitori non riescono più al giorno d’oggi a passare molto tempo coi figli. “Anzi oggi si pagano degli estranei, che si godono i figli al posto nostro”.
    Intervengo: “cari, ma diciamoci la verità: se noi oggi davvero volessimo passare del tempo coi nostri figli, lo faremmo. Se non non lo facciamo, semplicemente è perché non lo vogliamo fare. Perché ci scocciamo. Punto. Ora, ditemi la verità: se poteste scegliere tra restare qui in ufficio o tornare a casa per passare qualche ora con i figli, ma davvero scegliereste di tornare a casa?”
    Cala il silenzio. Nessuna risposta.
    Si parla d’altro.

    E’ un piccolissimo esempio di una cosa di di tutti i giorni, però indicativo di quante fesserie del genere ci raccontiamo.

  5. La “rete” è una trappola per inetti. basta stare attenti e tenerla a bada. Gestirla, domarla e non farsi domare. E’ inevitabile “caderci”. Penso ad esempio agli adolescenti di cui so qualcosa avendo un figlio di 13 anni. Io seguo Simone e Mediterranea da relativamente poco tempo. L’ho scoperto tramite un suo libro che niente a che fare con questo tema e che è “dove sono gli uomini”. Questo libro mi ha confortato e ho trovato alcune risposte e molte domande…a cui ancora nessuno ha saputo rispondere. Ma io avevo già una mia idea. Potevo e volevo confutarla, verificarla ma non trovavo mai interlocutori che volessero parlarne o interlocutrice che sentissero l’urgenza di questo tema. Quindi ho agito autonomamente e ho fatto bene. Perché in questo modo ho trovato altre domande, ho scoperto un nuovo modo di vedere le cose e di “reagire”. Io credo che la storia di Simone non sia un esempio da seguire. Intendo che io non penso che lui sia un guru o un santone. Ho avuto modo di verificare che non è così e che la sua è un’anima profondamente colta e sensibile ma pratica, energica, a volte contorta e enigmatica, ma insomma reale. Io ho espresso la mia profonda stima per le sue scelte tanto quanto ho cercato di condividere momenti in cui percepivo e percepisco tutt’ora l’ombra del dubbio, espresso anche in frasi recenti tipo—–Io credo che debba essere sempre concessa la possibilità a tutti di provarci e di poter anche dire “scusate, ho sbagliato” ma viceversa anche “scusate, NON ho sbagliato anzi, anche in messo a topi condensa abissi vari, io vado avanti perché credo realmente che questo sia IL progetto della mia vita”. I compromessi sono un’altra cosa….Sono davvero un’altra cosa. Perché ti lasciano l’amaro in bocca, ti deprimono…Non c’è l’adrenalina…non si “muove” niente…Il cuore rimane dov’è, un po’ perplesso e un po’offeso. Le spalle si piegano un altro po’, la testa si china …E’ questo che succede. Ed è invece quello che non dovremmo far capitare mai…Questa è la scommessa…

    • La Rete è anche un PC che funziona male…La frase che avrei voluto riportare quando dico “frasi recenti tipo—” è “Sospesi sui nostri pochi metri di abisso, più consapevoli del prezzo della nostra spedizione, andiamo a dormire”. e naturalmente quando scrivo “messo a topi” volevo dire “mezzo”…ma poi insomma…chissà…Ciao!

    • secondo me marica, quello che senti avviene, si vede, è verificabile. non oggi magari, non in un giorno singolo, ma nel tempo lo constati. se non c’è niente da constatare e soprattutto se c’è un dislivello alto tra ciò che speri/senti e ciò che avviene, allora non c’è.

  6. Si chiama Fomo, acronimo di “Fear of missing out”: la paura di essere tagliati fuori. […] Facebook, Twitter, Flickr, Hunch, Foursquare, Instagram: il nostro mondo è stato invaso da siti specializzati nell’informarci automaticamente, minuto per minuto di quel che fanno gli amici, i conoscenti, i colleghi di lavoro, più le celebrità e i Vip che vogliamo seguire. Ma anziché renderci più “sociali”, questi strumenti tecnologici possono accentuare un senso di solitudine, di opportunità mancate. […] Questo non riguarda solo la mondanità, il tempo dedicato ai divertimenti. Sui siti sociali dilaga anche l’esibizione dei propri successi: nella vita di coppia, negli studi, nell’attività professionale. Un tempo accadeva solo in momenti determinati – per esempio proprio un ritrovo fra ex compagni di scuola – di fare il bilancio della propria esistenza confrontandosi con gli altri. Adesso bastano due clic sul computer, o sul display del cellulare, per vedere apparire sullo schermo “la vita degli altri”. E sentirsi costretti a far paragoni che possono essere stressanti o dolorosi.

    da “Rete padrona – Amazon, Apple, Google & co. Il volto oscuro della rivoluzione digitale” 2014 ed. Feltrinelli

  7. Ciao come va spero bene.
    Basta con le cose che non si manifestano. Sapete perché non si manifestano? Perché non ci sono. Fine.
    condivido questo tuo commento finale anche io tendo ad essere realista,non dico che bisogna raccontarsi delle bugie questo mai ma vedi Simone a volte bisogna arrivare a dei compromessi anche con la propria coscenza. Buon vento capitano.

    • Pietro ma va benissimo accettare un compromesso. Però che sia chiaro cos’è. Non è quella cosa là, ma è un compromesso. Lo sai, decidi, e via. Ma senza mentire. ciao!

  8. Simone, aggiungo al tuo breve ma significativo scritto questa frase di Stendhal ‘l’unica cosa che conta nella vita è essere veri’.
    E’ molto attinente a quello che perentoriamente dichiari, la cui semplicità è quasi disarmante. Ovviamente ci capita troppo spesso di incontrare quel modo ipocrita e forse inconsapevole delle persone di dire, dichiarare, sottolineare cose NON vere, NON attinenti alla realtà che ci parla lei stessa.
    Penso che per molti è più accomodante trastullarsi in un falso mondo piuttosto che guardarsi allo specchio e porsi delle domande.

  9. Pensa che oggi leggevo i veda che dicono proprio il contario 🙂 siamo ovviamente su piani completamente diversi….ma una riflessione su questo secondo me è sana…
    Buon vento
    Mauro

  10. Perché? Io invece credo che non esiste l’impossibile e che tutto quello che si manifesta nella mic’è fuori è quello che ho dentro.
    Se qualcosa non c’è è perché dentro la mia vita non c’è.
    Io continuo a credere nei miei sogni, nei miei progetti, anche quando tutto sembra contro.
    Esiste solo quello in cui crediamo.
    Fine

    • Sì Carla, basta non crederlo per tutta la vita senza che si manifesti in qualche modo, senza che noi agiamo in qualche modo, altrimenti ammetterai che sembra un’alienazione…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.