Scrittore dove sei?

Questo breve video dovreste trovarlo assai più facile da seguire, e forse interessante per la serie di domande che pone. Intellettuali, dove siete? Perché avete smesso di occuparvi della realtà del nostro mondo? Buona visione.

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Un’altra voce. Per chi ha voglia e tempo (dunque nessuno o quasi…)

Accendete a volume alto e continuate a fare quello che fate… Ma ascoltate. Lui è il massimo scrittore greco degli ultimi settant’anni. Scrisse “Z” da cui fu tratto il famoso film “Z – L’orgia del potere“, con la sua stessa sceneggiatura, vincitore di grandi premi. Anticipò di qualche anno gli eventi tragici della salita al potere della Giunta Militare, tra ’68 e ’74 in Grecia. Un intellettuale vero. Come forse non ce ne sono più a indicare la via… E infatti, si vede come siamo messi. Buon ascolto.

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No Logos

Prendetevi i minuti che servono. Guardate, ascoltate Theodossios Tassios. Non abbiamo nulla di migliore da fare, ne sono certo. Un vero dialogo socratico mediterraneo. Un concentrato di raffinatezza intellettuale, con tante, tante indicazioni utili per tutti noi, per le nostre menti, per le nostre vite. Parte un poco lenta, ma andate avanti, ascoltate.

“Com’è possibile cercare una soluzione attraverso la scienza, la tecnica? Nella vita umana i grandi problemi non sono di natura logica e scientifica. I valori sono antitetici, e il superamento di questa antitesi si realizza con l’emozione e la responsabilità individuale. Questo non è Logos, è Ethos!

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Lo sfigato che spara siamo noi…

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Non sono sicuro di esserlo anche io…

A me non sono parsi molto marziali, per nulla professionali, un po’ infagottati anzi, uno ha perso perfino una scarpa, nessun passo calmo e determinato, guardate quello che finisce il poliziotto, non gli si avvicina calmo e inesorabile, gli corricchia incontro, spara e poi prosegue come per inerzia, come i bambini grassottelli che non sanno fermarsi, fa un arco, sempre corricchiando, né veloce né lento, altro che addestrati, e quando camminano verso l’auto sembrano come quei ragazzini un po’ bolsi e maldestri, non hanno niente di marziale. Infatti, sono due sfigati qualunque, come sempre.

Gli sfigati che si fanno convincere dagli ideologi, ne abbiamo già visti, Negri e Curcio pontificavano, poi qualche violento senza storia sparava, tanti di loro nel prosieguo hanno rapinato banche, ucciso per un diverbio, guardate quel malvivente di Carminati, altro che lotta politica, altro che Mein Kampf, solo violenti criminali, gente perduta prima ancora di essere, e qui è lo stesso, la religione serve solo a rendere nobile degrado, povertà, mancanza di identità, disintegrazione, ignoranza, altro che Dio, quello mica esiste, ma esiste l’ignominia, l’emarginazione da se stessi, l’alienazione, la decisione di non avere una testa propria, e anzi, troppo poco accade, troppo ordinato è questo mondo, viste le premesse d’inconsistenza morale, esistenziale, in cui ci siamo infilati da sempre. “Muori schiavo, ed eri un re“.

Quando i papi uccidevano gli infedeli, stavamo come oggi, solo che noi a uccidere abbiamo iniziato prima, con le crociate, poi con la Santa Inquisizione, per secoli e secoli, bruciavamo la gente viva, dopo averla torturata, compresi gli Charlie Hebdo dell’epoca come Giordano Bruno, e in modo assai più massificato di oggi, ben imitati dalla Jihad, altra guerra santa idiota e ottusa, tanto quanto le crociate, ma era sempre una questione di potere, ricchi e potenti, con in mano la cultura e la fede da agitare come clave, contro mentecatti poveri e ignoranti, ridotti a parco buoi da sfruttare e massacrare perché incapaci di assumere il peso del proprio destino facendo doverosamente a meno di Dio quanto dei potenti, stessa razza, sacerdoti e finanzieri di sempre, preoccupati di cosa pensi, anzi, che tu non pensi niente, che credi senza evidenza, che fai senza chiederti, ecco la fede, che compri senza bisogno, ecco il suffragio universale, che rispetti leggi senza senso, ecco il potere, che fai quello che deve essere fatto ma non per te, per loro, altrimenti guerra, altrimenti paura, altrimenti odio.

Ma serve sempre qualcuno che prema il grilletto, qualche imbecille senza dignità, qualche schiavo senza libertà di giudizio che si fa infinocchiare dai corani, dalle bibbie, dai comandamenti, dalle leggi di Dio, qualche disintegrato sociale senza amore né sogni che prenda per vero quello che dicono imam e sacerdoti incaricati di urlare perché i sordi sentano, giacché chi ci sente si tappa sempre le orecchie di fronte alle cazzate, giacché chi sente decodifica, discerne, e non ha paura di giudicare gli dei, le religioni, le politiche, i capitalismi, le questioni razziali per ciò che sono: la resa della coscienza, la feccia del pensiero, l’estinzione della consapevolezza, la tomba della libertà, la porta della schiavitù su cui vigila il suo fratello gemello: l’orrore.

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Teneri, un po’ obsoleti, utilissimi

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L’altro payoff è “La radio per chi se la sente”. Non male.

Logica delle prevalenze vorrebbe che io intervenissi su molti temi, dalla politica ai migranti, dalla fine del Semestre italiano alle prossime elezioni in Grecia. Lo farò, forse. Ma oggi non ce la faccio, ho bisogno di qualcosa di positivo, di buono, perfino di tenero e romantico. Per questo voglio scrivere qualche riga su Radio Onda Rossa.

I non romani forse non la conoscono neppure, come i più giovani. Tuttavia, Radio Onda Rossa è un pezzetto mica trascurabile della storia della comunicazione nel nostro paese, che 38 anni fa, 1977, nasceva in Via dei Volsci, a Roma, quartiere popolare (e splendido) di San Lorenzo, come media di AutOp (Autonomia Operaia), invisa al PCI e a qualunque altro pensiero dell’arco parlamentare. Da allora, salvo i numerosi episodi di oscuramento, chiusura, attentati, ha sempre trasmesso la sua cantilena discutibile ma originale. Fu accusata di guidare gli scontri di piazza come fosse una regia parallela alle Brigate Rosse. La storia la trovate su wikipedia, leggetela, senza che io la sintetizzi. Dico solo che come e più di altre radio, è stata un testimone, uno dei protagonisti, della lunga contrapposizione in seno all’opinione politica del nostro paese. Radio Onda Rossa, questo lo ricordo volentieri, non ha proprietari, è di una cooperativa, non ha giornalisti professionisti, non chiede contributi pubblici né programma pubblicità. Vive di sostegno popolare, quello che oggi chiamiamo crowdfunding, e si occupa di informazione, cultura, musica, iniziative sociali.

L’ho ascoltata a lungo in questi giorni. I giovani (e meno giovani) che si danno il cambio ai microfoni con un accento sgradevolmente dialettale, e parlano ancora tutti un po’ come i protagonisti di Ecce Bombo (“cioè, ‘nzomma, ne la misura in cui, c’è tutto un discorso…”, si riferiscono (spesso, non sempre) a un’ideologia meticcia che largamente non condivido. Soprattutto si definiscono tra loro “compagni”, cosa che naturalmente (e sorridendo) mi fa inorridire. Tra le onde radiofoniche su cui trasmettono, serpeggia un sentimento di minoritarismo e residualità che capisco ma non posso accettare. E tuttavia…

Tuttavia, che respiro fresco ascoltare musica non dettata dagli uffici stampa delle major (come avviene in TUTTE le radio, dove tu pensi che mettano la musica che ti piace, invece finisce col piacerti la musica che mettono)! E che buona occasione riflettere su un pensiero non omologato alla maggioranza, che bello ascoltare cose che nessun altro media racconta, che gioia sapere che ci sono ragazzi, persone, che hanno idee, che provano a fare tutto anche senza denaro, che si impegnano a fornire una prospettiva che tu, ascoltatore, potrai accogliere, discutere o rifiutare liberamente, ma di cui puoi avvalerti per capire.

Nel mondo degli omologati, senza per altro condividere grande parte di ciò che dice, amo Radio Onda Rossa. La trovo tenera nella sua obsolescenza estetica, la ammiro per molte sue modernità, la rispetto per la dignità della sua impostazione, la uso per costruire un mio pensiero autonomo. Soprattutto, sono felice che esista, che non tutto sia ormai imbavagliato, uniformato, reso inutile nella bruttezza del pensiero comune. Preferirò sempre una cattiva idea originale a una buona idea omologata. Mi serve molto di più.

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