Corri…

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Pietro Mennea. Un eroe della mia generazione…

 

Una bella storia, meglio della droga, meglio del sesso, meglio del vino, del cibo, meglio di tutto, per uno scrittore, ma mica solo per lui, corri, Pietro, corri, ed è buona quando c’è l’avvio contrastato, quello che chiunque mollerebbe prima di cominciare, ma non il protagonista, piccolo, di solito, indifeso, solo, quasi sempre, corri, Pietro, corri, meglio se non ha neanche le scarpe, se la madre non vuole, se quelli che corrono sono più grandi, più alti, più dotati, più ricchi, che la differenza di classe fa sempre comodo ad una storia, corri, Pietro, corri, e poi ci vuole un traguardo, uno della fantasia, uno immaginario, il record del mondo, Tommy Smith, per esempio, che visto da un paesino del sud sembra un marziano, lungo, potente, nero, che ha perfino un ideale, un pugno guantato alzato verso il cielo, col mento basso di chi soffre, ecco, la sofferenza ci vuole, per una bella storia, corri, Pietro, corri, ci vuole un vento avverso, qualcuno che ti rema contro, ci vuole un nemico valoroso, Vlerij Borzov ad esempio, una sconfitta mescolata bene a una vittoria, che chi guardasse avrebbe il dubbio, ce la farà? chissà, bisogna andare avanti nella storia per saperlo, vuoi andare avanti? e certo, cosa c’è di meglio di una bella storia, il mito di rincorrere un record, ma sei gracile, sei basso, hai le gambe troppo corte, corri, Pietro, corri, non ce la farai mai, non da solo almeno, e infatti ci vuole il maestro, uno che sa ma deve essere un perdente, uno che non ha vinto mai, solo i bravi sanno che è bravo, come sempre nella vita, chi capisce già sa, chi non sa non può capire, si lamenterà e basta, tipico di chi non sa, corri, Pietro, corri, e poi l’amore, si può scrivere una storia senza amore? impossibile, il grande motore, quello che ti fa correre, Pietro, correre, prima facile, poi duro, poi ancora bene, Europei, due volte, poi la caduta alle Olimpiadi, poi Città del Messico, per scrivere un record che è durato diciassette anni, il bianco più veloce di sempre, tutt’oggi record europeo, cambiate piste, cambiate scarpe, cambiati allenamenti, cambiata alimentazione, ma la forza è sempre la stessa, e durante tutto questo quattro lauree, e l’oro a Mosca per due soli centesimi, corri, Pietro, corri, e poi ci vuole un pubblico per una bella storia, ma non serve che sia numeroso, ne basta uno, uno appassionato di storie, piccolo, riccio, con gli occhiali, che nel ’76 era davanti alla televisione, lo vide quarto con 20’.19” e si chiese come mai non si fosse impegnato un po’ di più, bastava un’inezia per battere il record (come si capisce poco il tempo, da ragazzi), corri, Pietro, corri, e c’era anche dopo, nel ’79, quando quel record lo polverizzò, e nell’80, tanto, troppo indietro fino a due terzi della gara, ma poi il lampo, la hubrys, il duende, un recupero favoloso, visto e non visto dagli occhi umidi del ragazzino, quindici anni, troppo presto o troppo tardi per capire il genio?, capire che c’è qualcosa dentro, in fondo, laggiù, qualcosa che se corri, corri, corri, puoi non raggiungerlo mai, ma forse, se corri ancora, se non cedi alla fatica, se non soccombi alla stanchezza, M., invece lo raggiungi, e si chiama vita, forse, oppure no, perché con gli occhi pieni di lacrime si vede male, e si scrive male, e allora basta, ma c’è qualcosa, poi chiudo, corri, Pietro, corri, che bisognerebbe ricordare sempre, e si chiama energia, quella che serve quando non ce l’hai, quella che fa la differenza tra correre e fermarsi, ed è esaltante, è commovente, e in una bella storia da qualche parte devi metterla, l’energia, perché altrimenti nulla gira, fermati, Simone, fermati, neanche la pagina, e invece prima che il lettore si addormenti quella pagina devi fargliela voltate, e anche quella dopo, fino alla fine

https://www.youtube.com/watch?v=_97xA7YNs9o

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2 pensieri su “Corri…

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