E’ possibile

frutta spezie georgia

Molti colori. Uno solo non basta… Il pensiero dominante e omologato, neanche

Tempi duri per gli ottimisti. Per vent’anni non abbiamo potuto dire di esserlo, per non sembrare berlusconiani. Oggi si rischia di sembrare follower di mercanti piemontesi e primi ministri.

E’ possibile essere ottimisti senza vendere “profumi della vita”, o frigoriferi al tartufo, senza promettere milioni di posti di lavoro o supercazzole elettorali? Oppure tentando un ragionamento articolato senza che qualcuno ti dia del disfattista? Per essere ottimisti, oggi, l’unica via è aderire con festante e supino entusiasmo a qualche antica idiozia rimasticata dal ghostwriter di turno?

Abbiamo diritto di poter essere ottimisti tanto quanto loro (purché siamo in grado di interpretarlo meglio di loro). In modo un po’ più concreto, magari, e originale. Soprattutto senza necessariamente tentare di diventare milionari mentre si mostrano i denti in un eterno, inutile, plastificato sorriso paraculo.

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L’ultima

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Una lettrice (suppongo…)

Gregorio va in televisione a difendere l’azienda da uno scoop sfuggito di mano. L’intervistatore, tuttavia, non sa come affrontarlo. I suoi argomenti vengono sistematicamente ribaltati. Gregorio è un uomo diverso, pensa cose diverse, dice cose diverse.

Uno dei brani che considero tra i più efficaci del romanzo. Ed è anche l’ultima audio-clip da “Un uomo temporaneo” (Frassinelli). #unuomotemporaneo

Buon ascolto.

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