Nessuna anomalia

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Attenti alle vele, ad esempio, navigheremo…

La cosa rassicurante della vita è che tutto va sempre come deve andare. Mai visto un montanaro vero, che ami di cuore le sue vette, andare a stabilirsi, sedentario, in pianura, se non per scelte contraddittorie che lui solo potrà rivelarci tra le lacrime. Tutto ci rappresenta, e disegna nel tumulto dei nostri salvi e perduti movimenti il profilo del volto che realmente abbiamo. Passeggiando sotto la pioggia, mentre facevo la spesa, ho ricordato, poco fa, questa regola fondamentale della vita, I Principio della Termodinamica Esistenziale. E mi sono rassicurato.

Mai paura, mai paura, e mai pre-occupazione. Non servono. Se siamo innovatori innoveremo. Se siamo sedentari non andremo. Accadrà, se è così che deve andare. Se sogniamo per finta c’illuderemo, se invece progettiamo suderemo. Pensieri autentici generano azioni conseguenti. E non vale dire: “non ero io”. Ero io eccome, per come anche sono. Con l’istinto e la motivazione di restare, non saremmo andati via.

Forse dovremmo prendere definitiva coscienza di ciò che siamo, senza inutili pentimenti o uso improprio del miraggio. Quadrati, non moriremo tondi, ispirati non arrederemo banalmente il nostro mondo, avvinti non ci distrarremo. Attenti, non ci stupiremo a cose fatte. Amorevoli, non trascureremo. Soli, parleremo sempre con noi stessi.

Nessun accadimento è un’anomalia.

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13 pensieri su “Nessuna anomalia

  1. Io ho cominciato col lasciarmi molto alle spalle, a rimettere le mani nella terra e fare solo cose che mi piacciono. La cura é riprendersi il proprio tempo il resto viene da se.

  2. Ma allora, se tutto quel che ci accade è quel che rientra nel nostro orizzonte, se non lo capiamo è perchè non ci conosciamo! Perchè se invece sappiamo dove andiamo, sappiamo chi siamo, almeno un po’, quel che ci succede acquista un senso. Un accadimento che potremmo, in condizioni di nebbia (o sonno) esistenziale, associare al caso, potremmo dunque spiegarcelo. Magari con difficoltà, se non altro, perchè il bagaglio di convinzioni (false) che abbiamo collezionato in vita ci distoglie dal credere a quello che invece è vero… spesso ciò che ci allontana dalla verità è che tentiamo di spiegarcela, di dimostrarla come si dimostra un teorema, mentre dovremmo limitarci a coglierla, registrarla, accettarla.

  3. Debbo confessare che la lettura di queste righe mi ha inquietato. E non poco.
    Allora, dicevo, chi “non ha mai cambiato” non riuscirà mai a cambiare.
    Un sentiero che finisce in un lago. E non sai nuotare e non ti passa per l’anticamera del cervello imparare ora.
    Dicevo, come altre righe, è senza speranza.
    Volevo capire. Dovevo capire.
    All’improvviso è tutto chiaro.
    Il 1° Principio della Termodinamica.
    Nulla si crea. Nulla si distrugge. Tutto si trasforma.
    La Vita si che ci trasforma. Ogni giorno e non ce ne accorgiamo.
    O la vicinanza di una persona nuova. E allora si che ce ne accorgiamo.
    Quello di cui non eravamo capaci diventa possibile.
    Quello che ci era familiare diventa inconsueto.
    Non importa chi eri ma chi sei.

  4. Ciao Simone, io credo che prendere definitivamente coscienza di ciò che siamo in realtà sia un passo importante da compiere per avviarsi verso quell’autenticità scevra da sovrastrutture e pippe mentali varie.
    È il credersi diversi da ciò che siamo ad alimentare quel disordine interiore che rende spesso il cammino della vita tutto in salita. Si è come si è anche se ciò non significa affatto rinunciare a priori a tentare almeno di migliorarsi un pò. Diffido molto di coloro che dicono o pensano di essere interiormente in ordine. E poi, cosa significa veramente ordine interiore?
    La realtà è continuo cambiamento e noi siamo dominati da tutto quello con cui ci identifichiamo dominando tutto quello da cui ci disidentifichiamo.
    Per me è fondamentale cogliere ogni istante della propria vita accettando se stessi con tutti i propri limiti. Solo vedendoli chiaramente questi limiti è possibile andare oltre evitando di dare agli altri un’immagine migliorativa di noi stessi intrisa di falsità e malafede.

  5. Un motto di vita bellissimo che condivido:
    DOBBIAMO ABITUARCI ALL’ IDEA CHE AI PIÙ IMPORTANTI BIVI DELLA VITA NON C’ È SEGNALETICA. (Ernest Hemingway).

    Ora mi attende salsiccia e cipolla, pane carasau ed un bicchiere di bonarda genuino gustato in ottima compagnia!

    Buona domenica a voi!
    Vale

  6. Certo che si e si esprime attraverso equilibrio, serenità, salute psicofisica e gioia di vivere.
    Gli esempi abbondano sia nella storia che nella contemporaneità.
    Certo che se ci guardiamo attorno notiamo disastri esistenziali smisurati per buona parte della gente.
    Abito presso una società cooperativa di abitanti e ti posso assicurare che il tessuto sociale, nonostante la filosofia di vita che ci lega, è compromesso sia a livello individuale che di gruppo.
    Sai da cosa noti disordine, specie tra i più giovani?
    Anche dalla mancanza di buon senso ed umiltà unita ad arroganza e presunzione.
    Oh ragionamenti impegnativi e delicati, sto studiando il problema accanto ad un amico sociologo.
    Ciao
    Vale

  7. Termodinamica esistenziale…
    Mamma mia che parolone!
    Perotti non è che tutte questi pensieri provengano da inquietudine e disordine interiore?
    Boh,ho qualche dubbio in merito.

    Buona Domenico
    Vale

  8. Bel titolo per una novella di fantascienza …
    Un classico: il computer di bordo dice che non vi è alcuna anomalia, ma allora perché le stelle non si trovano al loro posto …?

  9. Grazie, è vero, che bello, io sono cambiamento…sempre, con dei punti cospicui..ma sono nata navigante e non mi pento. Comunque aspetto il prossimo libro. Buon vento

  10. Mentre ancora meditavo sul post precedente, mentre stiravo pensando se avessi qualcosa da scrivere, è arrivato quest’altro pensiero, che nel titolo contiene già una risposta a una delle mie tante domande: “nessuna anomalia”. Sorrido. Perché invece pensavo ad alta voce, proprio stamattina, a come effettivamente mi senta (e mi sia sempre sentita) “anomala”, o meglio forse, “fuori posto”. Se “nessun accadimento è un’anomalia”, non possiamo pensare nemmeno di dare la colpa delle nostre scelte a qualcun altro… Il ciclo si chiude, con buona pace di tutti i nostri capri espiatori che sussurrano: noi te lo avevamo detto. Sono quindi nata sedentaria: non posso andare. Sono quindi nata priva di coraggio: non posso osare. Sono dunque avviluppata dentro il bozzolo asfittico di una me stessa che mi è nemica, che non collabora, che non fa gioco di squadra… Resto quindi sola a parlare con me stessa, sola con i miei pensieri, con tutte le mie domande, che vanno e vengono come maree squilibrate che esplodono fragorosamente per poi abbandonare sulla battigia cocci e conchiglie rotte. Ne prendo consapevolmente atto. Sto cercando di non litigare più con i miei limiti. Li osservo nella loro concreta essenza. Ci sono momenti in cui mi sembra tutto semplice, come alzare una gamba per oltrepassare un ostacolo e dunque non cadere, guardarsi indietro e dirsi: ce l’ho fatta! Altri in cui mi duole solo il pensiero…

    • Attenzione: quel che sei si è visto da ciò che hai fatto, da come sei vissuta. Questo è un assioma. Ciò non è, tuttavia, necessariamente, ipoteca sul futuro. Ciò che sarai stata, alla fine dei giorni, avrai fatto, e viceversa. Ma ora non è ancora quel giorno. Il punto è: non accade ciò che non sono. Non è che sarei in quel modo ma per varie ragioni non accade. Non accade perché non sono così. Punto. Poi, il futuro, implica cambiamenti e scelte. Ma ad oggi, senza alibi (a meno di fulmini e ictus, che però sono iperboli che si accampano dunque danno ragione a me in tutti gli altri casi), sono stata questa persona che, infatti, ha fatto pensato sentito e detto, dunque prodotto, questa vita. Tertiur non datur.

      • Il passato lo abbiamo costruito noi con il nostro agire ed è un assioma. Durante tutto questo tempo sono accadute molte cose. E noi, in un modo o in un altro, ci siamo in qualche modo trasformati, siamo cambiati, siamo infine, anche, invecchiati. Nel nostro passato però ci sono stati momenti in cui ci siamo fatti domande, abbiamo sentito che c’era qualcosa che “non andava”: abbiamo pensato a una nostra personale anomalia. Ci siamo anche accorti di non riuscire più a “funzionare” rispetto a un “sistema” che ci appare, ogni giorno di più, a-sistematico. In un primo momento abbiamo pensato di ricorrere a uno psicoterapeuta, per rimettere in ordine questo nostro mal-funzionamento, per rispristinare velocemente i nostri circuiti arrugginiti. Poi ci siamo rivolti a uno psichiatra, perché avevamo fretta: qualche farmaco da assumere “al bisogno”. Qualche volta può anche funzionare: rimessi nella dovuta carreggiata, si riprende “attivamente” il percorso precedente. Ma noi qui stiamo dicendo di non riuscire più a sostenerci all’interno di un sistema che priva di “senso” ogni nostra azione, che ci rende alienati e nevrotici…Qui, proprio qui, in questo blog e anche in pochi altri, si discute di qualcosa di diverso e, a mio parere, di più importante. Si discute di un cambiamento radicale, che impone di abbandonare totalmente uno stile di vita, un percorso che pareva già segnato (brillante o meno, poco importa), che però, ognuno a modo suo e con tempi propri, potrebbe cambiare radicalmente la nostra concezione di “vivere quotidiano”, e diventare, chi sa…, quella che io non esiterei a definire una “rivoluzione sociale”… Le motivazioni si basano su idee forti, importanti, che impongono scelte che, a un certo punto, stanno diventando le uniche possibili: parlo di cambiamenti climatici, di lento decadimento del concetto di “lavoro”, di rivalutazione delle nostre emozioni e dell’importanza della condivisione, di nuove, urgenti modalità di vivere …Altri mondi, altri modi di intendere le relazioni e, insomma poi, la vita “tutta”, quella che contiene, anzi è, passato presente e futuro, da intendersi non come una linea retta, rigida e fredda ma come qualcosa di “circolare”, di fluido… Uno scorrere che abbia e dia senso…….

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