Scrivere e Vivere…

Qualcuno mi dice: “Beh, ora chissà quanti soldi farai col libro!” Magari fosse vero. Prendo 0.60 € a copia, che vuol dire che se anche vendessi 20mila copie (che sono un’enormità nell’editoria italiana) guadagnerei 12mila €. Beninteso, sono un mucchio di soldi, ci campo per un sacco di tempo, che siano benedetti! Però come dire, non sono quanti pensa la gente, non cambiano una vita.

Ma il punto non è questo. La grande fortuna di avere un po’ di successo con “Adesso Basta” sta altrove. La mia felicità per questo libro deriva dal fatto che io sono uno scrittore, la mia vita è scrivere, sedermi al tavolino, sentire, trasferire progetti, storie, emozioni tramite la parola e il racconto. Ho buttato tutto all’aria per questo, per il sogno di poter scrivere. E’ difficile da spiegare, è come procreare, generare vite. Ma scrivere non basta, bisogna pubblicare. Una cosa scritta, una storia che ti ha appassionato e tenuto per mesi, per anni, senza poi pubblicarla, è come un aborto, generare un essere moribondo, che si spegnerà a breve. E’ una forma di morte.

Ecco il punto. Il successo di “Adesso Basta” è ben più importante dei soldi. Per me vuol dire avere qualcosa da scambiare con gli editori, che pensano giustamente alle vendite (magari se pensassero non SOLO alle vendite… sarebbe anche meglio, ma tant’è). Avere un destro, avere uno strumento di negoziato, per poter decidere qualcosa, per avere più ascolto dagli editori. In sostanza: avere certezza di poter continuare a scrivere e a pubblicare in futuro. Certezza di vivere, perché scrivere è la mia vita.

Ecco perché il fatto che la gente stia leggendo anche gli altri miei libri, i miei romanzi, sull’onda dell’interesse generato da questo saggio, è una gioia infinita. Come nel caso del post di Antonella, qui sotto.

Antonella C. 15 novembre alle ore 15.23
Ciao Simone, ho finito ieri di leggere “L’estate del disincanto”. Dirti che mi è piaciuto è dire poco. Essendo siciliana ho avuto la sensazione che a scrivere fosse un siciliano. All’inizio il libro era asciutto. Man mano però che mi ci immergevo, ha iniziato ad essere zuppo di acqua di mare, sentivo il sale dappertutto e mi sono ritrovata anche io sulla Regina.
E poi il linguaggio poetico mi ha rapito. E’ stato come leggere una poesia lunghissima. A volte non capivo i termini nautici, non riuscivo a tenere il passo delle tue mappe mentali per descrivere la tartana e i suoi incantesimi, ma è stato lo stesso una magia. Non so se conosci Erri De Luca, ecco, a tratti mi sembrava il suo modo di esprimersi. Lui, Calvino e Mc Ewan sono tra i miei scrittori preferiti, per cui che dire? Regalerò una copia del libro a mio fratello per Natale, anche lui velista e skipper, amante del mare in modo viscerale.
Io continuerò a leggerti.
Grazie per la tua scrittura.
Dico sempre che “il pensiero è egoista, la scrittura è generosa”.
Antonella

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17 pensieri su “Scrivere e Vivere…

  1. Ho ascoltato la tua intervista a radiopopolare proprio mentre correvo in tangenziale per lavoro e molte delle tue frasi mi hanno colpito.Ho molti anni piu’ di te ma non ho smesso di sognare e anche a sperare che anche in futuro avro’ ancora anni buoni da vivere per me stessa, per contemplare vivamente tutto cio’ che il mondo avra’ da offrirmi, per conoscere e navigare anche solo virtualmente ma forse anche dal vivo.( Non ho smesso di sperare di vedere le Galapagos prima di morire.)
    Nutro un’illusione in piu’ sul tuo libro rispetto ad altri simili per come lo hai presentato, per la voce con cui parlavi con Cecilia, perche’ ti ho sentito sincero, perche’ hai detto che sul lavoro siamo schiavi e spesso maltrattati, perche’ hai scelto di perdere persino la pensione senza avere molti soldi ( e ti credo),ma soprattutto mi interessa quello che hai accennato a proposito del possibile ospizio autogestito. Idea magnifica. Tempo fa ne avevo parlato anch’io con alcuni amici. Pero’ temo che lo Stato possa creare molti impedimenti alla libera convivenza. Ad esempio obbliga ad avere un unico stato di famiglia per ogni unita’ immobliare, con tutte le conseguenze sullo stato sociale dei singoli che si immaginano.
    E’ vero che nelle associazioni molti cerchiamo aiuto credendo di darne pero’ poi puo’ capitare di riuscire a chiederlo e riceverlo .
    Grazie per questo incontro radiofonico . Leggero’ sicuramente il tuo libro.

  2. Ciao Simone,
    anche io non ti conoscevo e ne ho avuto occasione proprio oggi ascoltando Fahrenait mentre raccoglievo le olive come faccio ogni giorno in questa stagione. Mi stupivo come ad ogni tua risposta alla giornalista trovavo nuove e più complete corrispondenze fra le tue parole e le cose che anch’io penso, che pratico da tutta la vita per quanto mi riesce e che scrivo sul mio sito (non farti fermare dalla perplessità che può suscitarti il nome) http://www.ecofondamentalista.it – (Riflessioni di un neo-contadino). Per questa notevolissima sintonia volevo appunto segnalartelo, se vuoi dargli un’occhiata e, magari, anche linkarlo al tuo, mi farebbe piacere.
    Non ho trovato altro modo di mandarti questo messaggio ed ho così pensato di aggiungerlo ai commenti a “Scrivere e Vivere” dato che di scrivere ho anch’io la passione, ma ho voluto sempre mettere al primo posto il Vivere e – pur convinto che vada bene così – vivo per questo la contraddizione tra il praticare ed il poter parlare anche agli altri di ciò che ho scelto di fare e soprattutto perché, del senso che ci vedo. Trovo che, senza questa cosa, le proprie scelte, individualmente valide, rischiano di andare un po’ sprecate se pensiamo a quanto bisogno ci sia oggi di indicare vie diverse. Ma queste vanno indicate realizzandole, aprendole, però, mentre lo si fa, purtroppo, non molto tempo rimane per raccontarle.
    Leggerò il tuo libro. Spero che vorrai leggere il mio sito.
    Un saluto e buone navigate in mare aperto.

    Sergio

  3. Non è vero, a mio modo di vedere,che una cosa scritta,una storia che ti ha appassionato e tenuto per mesi,per anni senza pubblicarla è come un aborto,generare un essere moribondo che si spegnerà.E’ una forma di morte.”
    Forse per te che fai lo scrittore ma non per me che scrivo perchè scrivere è vivere ma non nel senso dei sessanta centesimi a copia .E stare insieme con la tua creatura che diventa altro da te quando raggiunge gli altri ma che sta con te ed è parte di te quando gli altri non ci mettono lo sguardo su .Scrivere per esempio, dopo che un tumore mi ha portato via mia moglie, scrivere dopo il terremoto del 6 aprile dentro una tenda fino ai primi di settembre, scrivere ora che ho ritrovato non la mia casa ma un tetto sulla testa che non è poco qui a L’Aquila con questa stagione. Ebbene vivere queste esperienze e scrivere ogni giorno tenendo alle parole per non sprecarne nemmeno una è come tenere ai giorni della vita quelli che mi restano. Ora scrivo su questa tastiera in questa specie di eremo in Via Vado di sole ched la mia casa di ora.Da tempo avevo detto basta .Il terremoto ha definito e precisato i contorni. Continuo a lavorare,ed è un lavoro che faccio da quarant’anni ormai e ogni pomeriggio e sera che torno qui penso che anche questo è vivere ossia ora che veramente non ho più niente di tutte le stronzate
    che sembravano avere un significato e ho invece tutto quello che ha un significato:gli affetti di chi vive con e me stesso.
    Non ti conoscevo, non avevo letto un rigo di quello che hai scritto finora e oggi ti ho ascoltato a Fahre di rai tre.Ti leggerò su questo blog. Ti ringrazio per questa poossibilità di parlarti ora e in questo modo. 19.11.09 Valter

  4. le tue parole, ascoltate su radio 3 oggi 19 novembre, mentre faccio titoli e scrivo pezzi (lavoro in un giornale) mi hanno in qualche modo colpito. Non sapevo nulla di te dei tuoi libri, dei tuoi pesci e dei tuoi viaggi in mare, allora ho aperto il tuo blog che distrattemnte hai dato alla radio. E ora riflettendo sul tuo Adesso basta (che non ho letto ma leggerò) e sul resto.

  5. Ciao Simone,
    ho seguito con molto interesse (visto che mi riguarda da vicino) la conferenza a SCRITTORINCITTA’ (ci siamo anche parlati, per un momento).
    Conto di leggerti appena possibile.
    Auguri per tutto!

    • ciao adele. anche per me. dalle tante email imparo mille cose sulle differenze, sulla vita di gente diversa, eppure così simile a me. grande lezione di umiltà della conoscenza. ciao!

  6. ciao Simone.

    sto lavorando molto con me stesso, alla riscoperta della mia “consapevolezza” solo dimenticata ed appannata dai ruoli che, questo palcoscenico, ci chiede di giocare, fintanto che non si decide di non voler essere più comparsa ma si “sceglie” di divenire se stessi; la consapevolezza è il timone che mi porterà là dove cuore/mente/anima sono tutt’uno e dove sarò “di nuovo” Alberto.
    Ce la farò, ne sono sicuro, perchè è ciò che desidero.

    Fare ciò che ispira guarisce e protegge.

    Serena giornata, “quasi Alberto”

    • eh no, direi “già Alberto”. Se è vero che siamo uomini quando siamo in marcia, non necessariamente quando arriviamo (e poi dove, chissà…), tu sei già Alberto. Mia umile ma convinta opinione. ciao!

  7. è la seconda volta che un libro mi chiama e visto che la prima volta mi ha permesso di conoscere un grande scrittore e uomo,quando succede ho deciso che devo rispondere alla chiamata con l’acquisto e la lettura.sono quasi alla fine del tuo libro”adesso basta” e le riflessioni che faccio da tempo,pur non rientrando pienamente nelle categorie che prendi in esame,sono le stesse che hai fatto tu.avrei individuato più di una cosa da fare nella mia ipotetica nuova vita ma il cambiamento non sarebbe solo mio ma di tutta la mia piccola famiglia,la responsabilità di scegliere una vita diversa per nostro figlio di 3 anni è un dovere ma non conoscendo nulla dei risvolti della vita che sogniamo ci domandiamo quanto saremmo in grado di restare ottimisti davanti a nuove difficoltà che si potrbbero prospettare.in sostanza la responsabilità di cambiare e peggiorare la situazione ci spaventa,che casino!!
    buon vento simone

    • no, non che casino, morris, CHE MERAVIGLIA!!! Gente come te che si chiede, che scruta, che prova, è la testimonianza che siamo i figli di leonardo, che siamo gente in gamba, molto più in gamba di quel che pensiamo!!! e allora forza, diamoci dentro. Moriremo? Ma questo lo sappiamo già!!

  8. infatti ti proporrei – visto che sei una persona molto flessibile mentalmente – di passare a una forma di “diritto intellettuale” migliore.
    che fra l’altro – secondo me – ti consente guadagni maggiori.

    mi riferisco alle creative commons, puoi scegliere la tua forma preferita, vendere per pochi euro gli ebooks e vendere su prenotazione i libri cartacei.
    di sicuro guadagni di piu, fai felice i fanz che sono lieti di sapere che il 100% dei guadagni finisce in saccoccia tua (e non in quella di sporchi intermediari) e aiuti ad abolire questo cancro che è il “copyright”.

    dove saremmo se newton, leonardo, mozart avessero usato il copyright? il copyright e’ nato per difendere i profitti dei mediocri

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