Un uomo temporaneo

Perotti_fascetta

dal 21 aprile 2015

Gregorio è un uomo d’azienda. Un quadro intermedio di una grande multinazionale in crisi. Una mattina riceve – come molti altri colleghi – una lettera di sospensione, totalmente pretestuosa. È l’inizio di un classico processo di mobbing, che in breve lo porterà a non avere più un ufficio, una scrivania, un ruolo. Ma Gregorio, diversamente dai suoi colleghi nella stessa situazione, non si dimette, non denuncia,non grida, non minaccia, non cerca soldi, risarcimenti o soddisfazione. Continua ad andare a lavorare. Ogni giorno. Non avendo più una scrivania dove stare o una mansione specifica da svolgere gira per l’azienda, parla con le persone, cerca di dare una mano, di rendersi utile. Soprattutto, scopre persone, luoghi, conosce l’immensa azienda intorno a lui. Ascolta. Capisce. Mette insieme i pezzi. Inizia così un’avventura professionale e umana che segnerà per sempre la sua vita e quella dei suoi colleghi.

Un profondo atto d’accusa al mondo del lavoro, ma al contempo un romanzo magico eppure realistico, avvincente, toccante, a tratti malinconico, ma alla fine profondamente ottimista, perché come dice il suo protagonista: L’ottimismo radicale non è un’illusione, ma una convinzione. Non fosse altro che per l’evidente convenienza: se bisogna credere a qualcosa che non esiste, come l’incidenza dell’imperscrutabile, meglio credere in qualcosa di utile.

Dalla postfazione dell’autore:

“Ho convissuto con Gregorio per anni. Ho fatto il tifo per lui, ho temuto per lui. Non so quante volte sarei voluto essere lui. Gregorio è il mio fratello immaginario, il mio alter ego. E solo perché non sono riuscito a essere come lui. Per questo, oltre a scriverne, vorrei che Gregorio fosse reale e vivo, per poter scambiare con lui ogni giorno le impressioni che la vita mi suscita. Quando riesco a non pensare a Gregorio in questi termini, così personali, ragiono invece sul suo significato politico. Mi affascina la sua totale mancanza d’ideologia, e il fatto che di lui ci si possa chiedere se è un imbecille o un genio senza che la domanda stupisca nessuno. Non ho mai amato le persone di cui è chiaro, fin dal primo sguardo, se siano qualcosa o il suo opposto. Il dubbio è più affascinante della certezza perché ci riguarda, è una domanda rivolta a chi la pronuncia. Perché Gregorio non odia la sua azienda? Perché non si sente defraudato, maltrattato? Perché non cerca vendetta, ma solo come continuare a rendersi utile? Queste domande mi perseguitano. Gregorio non si limita a cambiare le regole: cambia il gioco. Forse di lui non capisco molte cose proprio perché è un uomo del futuro, anticipa una condizione umana in arrivo ma ancora imperscrutabile. Forse è «L’Uomo con Qualità», per opporlo al modello che ha fatto scuola fin qui. Questo romanzo non deve aver disorientato solo me. Prima di trovare pubblicazione ha dovuto attendere che qualcuno ne comprendesse l’impatto ideologico e politico. È comunque l’unico libro che ho pubblicato che abbia generato reazioni diverse fin da prima di essere offerto ai lettori. Chissà cosa vuole dire, e chissà chi ha ragione”.

Qui il booktrailer di “Un uomo temporaneo”

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5 pensieri su “Un uomo temporaneo

  1. Ciao Simone. Un Uomo Temporaneo é il tuo terzo libro che leggo. I primi due sono stati Adesso Basta e Avanti tutta. Per me sono una specie di mappa…
    Un Uomo Temporaneo contiene a mio parere tanti piccoli tesori: il valore della collaborazione, la creazione di nuovi approcci per semplificare le cose e migliorare la vita delle persone, coltivare interessi e relazioni, dare il giusto peso ed il giusto tempo al lavoro e al nutrimento di sè, che di corpo o di anima si tratti … insomma, sei davvero bravo!!!
    Non so se sarei al punto in cui sono ora senza averti letto. Ho lasciato il mio lavoro due anni fa ormai, per poter diventare chi sono. E piano piano si sta delineando la vera me, quella che una professione stressante e di poca soddisfazione faceva di tutto per far morire. E’ un viaggio. “Non so dove sto andando, ma so che ci sto andando” come canta la Bandabardò 🙂 Ho un debito di gratitudine con te. Un’ Altra Vita, come il titolo della trasmissione che hai condotto anni fa, non é una passeggiata, ma é l’unica scelta possibile per essere felici. Ne sono convinta.
    Grazie del tuo preziso contributo e della tua attenzione a queste poche righe.
    Non mi interessa che mi pubblichi, ci tenevo solo a inviarti il mio GRAZIE
    Ambra

  2. Ho appena terminato di leggere il suo ultimo romanzo; nello stesso tempo leggevo un saggio sulla vita di Nicola Tesla.
    Vi ho trovato molte analogie riguardo la visionarietà dei protagonisti per un mondo più giusto, più libero. Entrambi i personaggi, quello reale ed il suo di fantasia, anche se un poco autobiografico come lei dice, hanno in comune una sconfinata cultura e la capacità di rendere reali i propri sogni.
    Queste sono le persone che possono far cambiare la storia. Quanti oggi hanno queste capacità? Quello che possiamo fare noi ‘tapini’ (parlo di me stesso) che neanche possiamo avvicinarci a tali personalità è quello di riconoscerli e tentare di seguirli e sostenerli.
    Cordialità
    Carlo

    • Carlo grazie. Anche se credo che coraggio e creatività si cibino di cultura, ma la sovrastino quanto al ruolo, che hanno, di favorire il cambiamento! Buon vento!

  3. Pingback: Intervista a Simone Perotti | Low Living High Thinking

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