Un sorriso prima di morire

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Dentex Ipercubicus – Rigore nella preparazione del piano. Poi, andare.

Essere in movimento deve sovrastare la paura. Il gusto di sentirsi in evoluzione, intendo. Mai fermi, mai fermi, e mai paura. Non quella che inchioda, perlomeno. E “in movimento” non vuol dire ipercinesi, naturalmente. Conosco persone che saltano, fanno caos, dichiarano, grandi sorrisi… Tutte cazzate. Eruzioni di una frenesia. Gratti, e sotto non c’è niente. Le considero un danno, perché qualcuno che ci crede, per fragilità magari, lo trovano sempre. No, io parlo di non impantanarsi nello “space between” tra paura e inerzia. Perché, non so se avete notato, la vita va.

In questi ultimi mesi ho affrontato cose grosse, che mi terrorizzavano. Lo faccio ancora, ma molto meno. Con coraggio, piano piano, non senza disperarmi, non senza temere, non senza l’istinto di mollare, sono andato avanti. E sono qui. Non mi ha sdraiato fronteggiare i miei mostri. E ora si procede. Decisioni che diventano realtà. Ho delle certezze? Naturalmente no. Ma neppure parto sconfitto. Ogni partenza è buona, meglio se senza una conclusione certa. Cosa accadrà? Un mucchio di cose belle. E chi lo dice? Io. Io è solo me, dunque niente di infallibile, ma non è neanche “nessuno”.

Ora io già so che questa cosa, che mi ha fatto paura, che ho scalpellato con pazienza e che adesso faccio, è una di quelle a cui penserò con un sorriso prima di morire. Ecco la faccenda. Accumulare immagini così, quelle dove c’eravamo, dove abbiamo tentato, dove c’era qualche buon motivo per non muoversi, e invece siamo andati, perché abbiamo visto (sentito…) una ragione in più per farlo. Non ci si muove senza un buon motivo. E neppure avendo solo certezze. All’inizio c’è un buon sogno. In mezzo c’è il coraggio. Alla fine un sorriso.

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