Prima di quella mattina

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La figlia di Dio nel film “Dio esiste e vive a Bruxelles”

Dio non esiste, come è noto (altrimenti in un milione e mezzo di anni ne avremmo avuto prova), ma se esistesse vivrebbe a Bruxelles. E sarebbe proprio come in questo bel film, che ho visto ieri, buon ultimo. Un pazzo, che si diverte a far piovere nei weekend e  a far cadere la fetta di pane burro e marmellata sempre dal lato sbagliato. Un sadico alcolizzato di birra, annoiato e ignorante, solo soddisfatto di scatenare guerre, mescolare le carte sempre a favore del banco. E sic stantibus rebus, ovviamente, il protagonista del film non è lui.

La battuta chiave della pellicola la pronuncia l’ex manager, che appena saputo che gli restano dodici anni di vita butta la valigetta e si mette a osservare il mondo per la prima volta: “Come mai questo uccello che può volare dovunque resta sempre in questo parco?” e la risposta della figlia di Dio, che comprende il linguaggio animale: “Stava per chiederti la stessa cosa”. Se questa domanda ve la fate anche voi, buon pianto e insonnia stanotte.

I protagonisti li troviamo tutti sfasati: cercano l’amore, ma si accontentano del sesso virtuale e a pagamento; hanno una sensibilità, ma vivono una vita arida e assurda; sono belli, ma si negano la bellezza; hanno desideri, ma vivono senza passione; cercano di uccidere, quando vorrebbero vivere; vogliono cambiare, ma non osano. Bravo il regista a non cercare situazioni limite, bensì esattamente come le nostre.

La domanda allo spettatore scaturisce spontanea: vorresti conoscere la data della tua morte? Vorresti dunque sapere quanto ti resta? Gran dibattito, naturalmente. Io pagherei qualunque cifra per saperlo, ma il punto non è questo. Dopo essersi visti in questa pellicola, dopo essersi risposti Sì o No a questa domanda, e dopo essere tornati alla nostra realtà in cui non sappiamo se moriremo domattina, tra cento mattine o tra trent’anni… Che facciamo? Adesso. Cioè prima di quella mattina.

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