Sempre gli stessi errori, sempre la stessa storia, lo strumento al posto del fine, i tablet e gli smartphone che ci farebbero avvicinare, o il denaro come occasione primaria, il vero motivo delle evoluzioni, mentre è la conseguenza, lo sappiamo ormai tutti. Tutti tranne noi.
Anatema. Non imboccate quella strada. La Sharing-Economy che ci racconta questo servizio, la stessa che vedo sulla bocca e nella mente di molti. Guardatelo, poi continuate a leggere. L’ho scritto anche nella prefazione al libro “Mi fido di te” (Chiarelettere). Così non va, e sarà un’altra occasione perduta…
Condividere non ha niente a che vedere con gli smartphone, e tanto meno col risparmio. Mi sembra strano doverlo dire (da solo…) per l’ennesima volta. Il mezzo, ciò che semplifica, la tecnologia, il denaro non possono generare vero cambiamento. Possono essere USATI per il cambiamento, possono favorire il cambiamento. Ma NON SONO il cambiamento. Il cambiamento siamo noi, dentro, per motivi profondi. Per questo non accade…
Possiamo vivere diversamente, decidendo un’altra vita, e possiamo condividere, per trovare maggiore energia, maggiori occasioni, stimoli, idee a cui lavorare, progetti che da soli non avrebbero fiato. Possiamo costruire altre organizzazioni sociali per non essere soli a cercare la solitudine, per costruire cultura, intrattenimento, ebbrezza, per cercare l’equilibrio e l’armonia che possano cambiare le nostre esistenze… e MENTRE facciamo questo risparmiare, MENTRE facciamo questo conoscere forse anche qualche persona nuova, MENTRE facciamo questo cambiare mestiere. Ma non PER questo.
L’Europa è nata così, e guarda com’è sta andando. Ma noi facciamo diversamente! Non cediamo alla tentazione dell’ennesima sirena, che fa delle opportunità una moda, degli strumenti la causa, del fine una fiera. Non mettiamo in comune niente per guadagnare, per risparmiare. Chi pensa di avere occasioni per sé da quello che fa con gli altri finisce sempre deluso. Non avverrà. Mentre risparmieremo e perfino guadagneremo (oltre a ben altro…) se cambieremo. Ma come si fa a non capire? E’ così semplice…