Fungibili

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Lymnos

Ricordo di aver messo su da zero un’intera direzione aziendale. Ero giovanissimo, e la disegnai e costruii da manuale, anche perché ne sarei dovuto essere il direttore. Andò tutto bene, un’azienda che cresceva e mieteva successi sul mercato. Un impegno enorme, eravamo sempre in televisione, decine di migliaia di articoli in rassegna ogni anno. Il mio motto era “una notizia al giorno”, avevo un gruppo splendido, tutti assunti da me. La gente lavorava a fianco, eravamo uniti, avevamo un metodo tutto nostro. C’era entusiasmo, profitto, riconoscimento, formazione. Poi, un giorno, cambio di vita, andai via da Roma e da quell’azienda. Oddio, finirà tutto, che accadrà?!

Non accadde niente. Chi mi sostituì fece il lavoro che doveva, con gente diversa o uguale, con obiettivi che cambiarono col tempo. Tutto identico. Io ne rimasi colpito. Pensavo di essere insostituibile, ne erano certi i miei collaboratori. Mi sbagliavo. “Tanto di noi si può fare senza, chi vuoi che noti mai la nostra assenza?” (P. Conte).

Capii in quella circostanza (e in molte altre) che siamo totalmente fungibili. Esseri apparentemente insostituibili destinati a non essere mai stati, non solo a non essere più adesso. C’eravamo, qualcuno potrebbe perfino ricordarlo, giurarlo, ma ora non ci siamo più. Spazio trasparente, oppure occupato da altri. Il senso messo nelle cose, il misto di aspettativa e speranza, d’impegno e creatività, di desiderio ed energia, si è diluito nel tempo, si è espanso fino a diventare aria fuggita nel vento, divenuta respiro di chissà chi, lontano ormai. Il maledetto ego estinto, quello su cui un tempo si poteva far leva per la schiavitù, rivela la sua illusorietà. E io che credevo di essere speciale

Niente per niente, tanto valeva niente da sempre. Su questo occorre ragionare, prima o dopo. Segniamocelo. Ogni forma di unicità è illusoria, ogni manifestazione dell’ego è destinata a naufragare. Non siamo niente, e si vede l’istante dopo che siamo andati via, (quando non si è già visto mentre c’eravamo).

Il presente allotropo ed egocentrico è la menzogna a cui crediamo più ingenuamente, più facilmente. Come fosse vera. Ma è una pura illusione. Non c’è niente, non siamo niente, ma abbiamo in noi tutte le illusioni di essere unici, irripetibili, insostituibili, del mondo. Fungibili. Come galeoni di cenere che appaiono e scompaiono nella nebbia di fronte a un cieco. Oggi mi sento così.

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