Rotta 2018 di Mediterranea

Se volete venire a bordo con me, anche solo per una settimana, scrivete a info@progettomediterranea.com

Ed ecco la Rotta 2018 di Mediterranea. Se volete partecipare, scrivete all’email che vedete nella cartina geografica.

D’inverno, che si viva nei boschi o tra le isole, a questo si pensa. Alla rotta. O almeno, a questo si pensa se si ha un progetto nel cuore, se si è salpati per l’unico motivo di svolgere quella spedizione, con i reali profondi interessi che riveste per te.

Progetto Mediterranea è uno dei miei “libero di”, cioè uno dei motivi (non l’unico) per cui 10 anni fa ho buttato all’aria tutto quel che avevo costruito, per cui avevo lottato, che poteva fruttarmi tante delle cose che tutti vogliono. A me tutto quello non bastava.

Io volevo realizzare qualcosa di diverso, vivere altri stati, altre emozioni, altre vite possibili. Volevo trovarmi scalzo in porti scalcinati, senza l’assillo del tempo, il peso delle responsabilità. Seduto con le gambe a penzoloni su un molo, magari, o a scrivere seduto sotto l’incannicciata di un bar turco. Conoscere il Mediterraneo davvero, baia per baia, porto per porto. Anche grazie a queste navigazioni è nato “Rais”, o “Atlante delle isole del Mediterraneo”.

E poi ascoltare le voci, le idee, incontrare non solo i talentuosi colleghi o gli schizzati che un Direttore del Personale pazzo mi aveva messo accanto. No, non solo quelli, e non per sempre… Volevo conoscere intellettuali, artisti, giornalisti che vedono il mio stesso mondo dalla costa opposta, che hanno idee migliori delle mie. O pescatori turchi, baristi libanesi, cameriere o funzionarie greche, israeliane, tunisine, francesi. Gente della mia terra. Gente del mio mondo. Del mio mare.

E non volevo farlo da solo, cosa che avrei potuto fare senza problemi. Ma con persone che avessero analoghe passioni. Che cercassero cose in sintonia con la mia visione. A cui potessi offrire quel ho da dare, per ricevere quel che loro volevano darmi. Mi piaceva l’idea che avendo qualche talento (come ognuno ne ha di propri) e avendo fatto certe scelte, non solo io, ma anche altri ne beneficiassero. L’ho fatto per farmi voler bene, certo, come sempre facciamo tutti, ma non solo. La costruzione di cose utili a tanti, grazie alle energie che abbiamo e a ciò che possiamo mettere in comune, è il primario e forse maggiore contributo che possiamo offrire al mondo. Io questa domanda me la faccio sempre: “cosa porto io, cosa offro, cosa sto dando io ad altri, che possano goderne?”.

Per questo sono salpato. Per non morire prima di aver fatto ciò che amavo. Prima di aver fatto tutto il possibile.
Quanto ho da vivere, trent’anni? Oppure due? Ecco, ora non è ancora quel giorno. Per questo sono partito nel 2013 e poi ufficialmente nel 2014. Per questo ho ideato e lavoro tanto a #ProgettoMediterranea.

Dunque, eccovi la rotta per quest’anno. Da Trapani a Lisbona via Marsiglia. Guardatela e, se volete, venite con me.

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Tra maggio e settembre navigheremo da #Trapani fino a #Lisbona, in una rotta tutta europea. Quelli che chiamiamo gli “Amici di Mediterranea”, cioè chiunque voglia venire a bordo per un tratto, sono i benvenuti per condividere e partecipare alle attività della spedizione.

Le tappe principali sono quelle indicate sulla mappa e lì si svolgeranno i cambi dell’equipaggio, mentre durante la navigazione, ci saranno soste in baie e in eventuali piccoli porti intermedi. Attraverseremo il #Pelagos – Santuario dei Cetacei, splendida area marina protetta del #Mediterraneo, compresa fra la Toscana, Liguria, Sardegna e Provenza. Saremo quindi a #Marsiglia e #Barcellona, per gli incontri culturali del programma culturale del Progetto Mediterranea e poi, attraverso #Gibilterra, passeremo in #Atlantico per raggiungere Lisbona. Sempre con rispetto di ciò che il mare vorrà concederci.

Per ricevere il calendario di navigazione, per prenotarvi e per ogni altra informazione, l’unico modo è scrivere all’indirizzo del nostro sito, che vedete sulla cartina.

#progettomediterranea #Rotta2018 #incontriculturali

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Fatemi fare

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Fatemi fare il coglione anche a me. Lo fa la madre, col figlio appena venuto alla luce, il più bello del mondo anche se è orrendo. Lo fa l’artigiano, che vede la perfezione nella superficie del tavolo che ha levigato. Lo fa il manager, tronfio di aver appena fatto la sua presentazione perfetta. Lo fa l’innamorato, che vede meravigliosa la donnina media che ha di fronte, ma che ama, l’unica ad amarlo. Lo fa il pescatore, che vede enorme e imbattibile la sua preda appena catturata. Fatelo fare anche a me, per una volta, non me ne vogliate… “Rais” è meraviglioso.

Però fatemi articolare, che non sembri solo una polluzione. È bellissimo il libro, la sua copertina, la veste grafica, lo sono i risguardi con la carta di Piri Rais, le pagine leggere, il carattere, l’impaginato. Fatemi fare il coglione finto profondo, appena meno coglione del dovuto. “Rais” è splendido dentro. Il contenuto. Ho appena letto qualche pagina, qua e là. L’orgoglio del Rais: “Che un servo non dia mai ordini su una galera! Se vuoi dare ordini prima diventa libero, suda il sangue della tua schiavitù fino all’ultima goccia, e poi versa nel comando il tuo spirito purificato. E non sognarti di darne a mio nome, che per me parlo io solo, ed è già troppo!“. La sua saggezza: “Ciò che non viviamo non lo possiamo neppure rimpiangere. C’è qualcosa di più triste di questo?”. Potrei andare avanti. Mi sono commosso leggendo da questo libro non più mio…

L’ho preso tra le mani poco fa. C’era gente intorno, tutti contenti. Io avrei voluto essere solo. Parlarci. Dirgli quanti giorni, quanti minuti, quanti mesi, quanti anni… per darlo alla luce. Come una madre che rinfaccia al figlio i suoi sacrifici. Eppure avrei voluto stringerlo al petto, che sentisse il battito del cuore che lo aveva generato. Ma non potevo. E non posso ora, che sono finalmente solo, in questo bar al centro di Milano. Non è più mio. Lo è stato nell’ideazione, nel lavoro, nelle ricerche, in quel giro di lima intorno a una parola, che mi ha preso un mattino intero. Ora è bambino dotato che mostra già i suoi talenti, per la via. Lo avvicinassi, verrei preso per un maniaco. E’ giovane talentuoso che abbassa il record di corsa della scuola. E’ uomo che si erge dalla genuflessione della vita e dice il suo primo “no” pronto al suo primo “sì”. È amante che ama per al prima volta. È artista che crea la sua prima opera.

Fatemi fare il coglione fino in fondo. Fatemelo guardare da lontano, da oggi, per tutto il suo percorso. Fatemelo guardare incoerentemente, parzialmente, unilateralmente, inattendibilmente, inutilmente

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