Stavolta SÌ

trivellazioni-675-630x257

Non voto mai, non voglio essere preso per il culo. La politica è ancella della finanza ed entrambe del sempre verde, eterno potere dei forti. A votare ci andiamo perché così avalliamo pure con la nostra firma quello che altri decidono. Io spero in una diffusione dell’astensione fino a che voterà solo il 30 per cento della gente, così quel giorno saremo in maggioranza schiacciante e loro saranno costretti a mollare. Non voto perché accanto a me nel seggio ci sono truffatori, pregiudicati, stupratori, spergiuri, tutta gente a cui, in un mondo normale, dovrebbe essere tolto il diritto a decidere con la loro testa storta sulla vita della mia, che invece storta non è. Non voto anche perché non posso votare direttamente l’uomo che vorrei, ammesso che voglia, ma liste prefabbricate, secondo metodi pilotati. Insomma, che facciano quel che vogliono, come sempre fanno, but not in my name.

E se così invece di (far finta di) decidere vengo “deciso” da altri, fa niente, mi assumo il rischio. Anche perché, non so se si nota ma… è già così. A un certo punto continuare a scegliere sempre il male minore fa venire il voltastomaco.

Ma stavolta al Referendum “trivelle” ci vado. Un po’ perché, per fato, sono a casa, devo ammetterlo. Ma anche perché ci sono buoni motivi per farlo, che non hanno molto a che fare col quesito referendario, ma con la cultura ambientalista. L’ho scritto sul Fatto Quotidiano. leggetelo se vi va.

Cliccate qui: Fatto Quotidiano

Share Button