Simpatico

 Non so se, schifati dal caos mediatico, avete seguito le ultime discussioni interne alla politica. Soprattutto quelle relative al dibattito precongressuale del PD. Io, super schifato, annoiato, mi ero perso qualcosa, allora sono tornato indietro e ho recuparato qualche informazione. Vi sintetizzo uno degli aspetti, a mio modo di vedere, più interessanti.

C’è una giovanotta che si chiama Debora Serracchiani. Non so molto di lei, però i fatti sono questi: è emersa dalla base, credo sia la segretaria del PD di Udine, o di uno dei circoli di Udine. Ha parlato in modo semplice e chiaro all’assemblea nazionale dei circoli (vedi video). In particolar modo ha detto una cosa semplice: se qui ognuno dice la sua e poi non c’è una sintesi, un pensiero prevalente che diventa la linea del PD, la gente non può seguirci e riconoscersi. Dunque ha affrontato il tema della leadership, aggiungendo che “loro” (il PDL) invece una leadership ce l’hanno. Chiunque di loro parli si riferisce a Berlusconi come leader o al PDL come partito.

Se osservate il video, vedete che tutti sorridono benevolenti a questa ragazza. Sorridono come si sorride a chi, insolente ma simpatico, ci dice qualcosa di forte, che non dovrebbe permettersi di dire, ma lo fa quasi vergognandosene, dunque “bottom-up” come dicono gli americani. Infatti se ci fate caso, la ragazza è decisa, ma scodinzola con ritegno, quasi fosse la prima ad accorgersi di farla fuori dal vaso. A conferma di questo per due volte sorride schermendosi e dichiarando che non riesce “a dare del tu” al Segretario Franceschini.

Ora che si discute di leadership, ora che la ragazza ha addirittura battuto Berlusconi nel suo collegio alle europee, ora quindi che non è più la brillante ragazzetta di bottega insolente e simpatica, bensì una potenziale nuova leader in crescita, la sua simpatia sembra scemare. Soprattutto, la si aspetta al varco. Quando lei ha definito Franceschini “simpatico” e dunque preferibile come leader del partito, tutti hanno gridato alla semplificazione politica, alla banalità rivelatrice di inconsistenza. Tutti o quasi l’hanno censurata.

Bene. I leader politici ignorano che la ragazza ha colto nel segno due volte. La prima sostenendo che il partito non ha sintesi, che la gente chiacchiera scompostamente durante i congressi, che non c’è educazione, rispetto per l’opinione democratica in cui ognuno deve ascoltare, poi dire la sua ma alla fine decidere a maggioranza e accettare che passi una sola linea, CHE TUTTI DEVONO SOSTERE. La seconda quando ha spiegato che il problema è la leadership, e cioé la faccia che sintetizza la molteplicità del partito, che fa da metonimia (una faccia per tante facce), da simbolo. Dicendo che “Franceschini è simpatico”, cosa che io condivido solo parzialmente (non sono affatto un suo convinto sostenitore) ha centrato in modo super sintetico una questione fondamentale: la faccia.

In un’epoca mediatica quel che si vede conta come quel che sta dietro. In un mondo in cui perfino la Latteria Soresina si pone il problema di comunicare in uno spot il tema della fiducia, del non mentire, dell’autenticità per vendere i propri prodotti caseari, la faccia onesta, la simpatia, l’autenticità sono elementi chiave del consenso. In un mondo in cui per governare coscienziosamente occorre dire molti “no”, il volto di chi dice “no” deve essere franco, credibile, simpatico, piacevole, magari anche divertente, far sorridere. Vi fareste dire “no” più volentieri da un simpatico o da un antipatico? Da Occhetto a Prodi, da D’Alema a Veltroni, qualcuno vi ha mai mosso l’emozione semplice, naturale, empatica della simpatia a pelle, della sensazione di fiducia e di propensione amichevoli e dirette? Non credo.

La semplicissima regola della comunicazione che prevede lo sdoppiamento tra ciò che è realmente e ciò che di semplificato occorre comunicare per farsi capire e amare, è ignota al PD, alla sinistra nella sua generalità. Berlusconi è simpatico agli italiani, perché è un puttaniere (come gli italiani) un furbastro (come gli italiani) un casinista (come gli italiani) un paraculo (come gli italiani). Lui ha saputo parlare agli italiani prendendo degli italiani un verso, una piega, come ad esempio il desiderio che gli italiani hanno di farsi dominare, di farsi indicare la via dall’uomo forte, di delegare a lui la complessità della cosa pubblica. Ma gli italiani non sono solo questo, sono anche molto altro (come chiunque, e grazie al cielo). Ed eccola dunque la via: tirare fuori un leader che sappia fare alchimia con tutto il resto, con la parte buona del Paese, con i sentimenti e le emozioni che gli italiani hanno sopite. Se Berlusconi ha colto il lato furbesco del Paese, qualcuno può batterlo toccando sentimenti, pulizia, onestà, orgoglio, simpatia. Elementi capaci di battere il lato oscuro del Paese.

Questo (già vi sento!) non vuol dire cercare una faccia invece di una testa o preferire l’immagine al contenuto. Affatto. D’Alema ha testa, certo, ma è antipatico, arrogante, guarda in diagonale durante le interviste (gesto che la PNL spiega chiaramente come segno di atteggiamento subdolo e calcolatore) e soprattutto era il Presidente della Bicamerale quando barattò con Berlusconi la sua leadrship con il conflitto d’interessi. Intendo dire che la gente (da sempre) va affascinata, va prima colpita, va prima convinta a pelle e poi, certamente, con le idee, con la conseguenza tra emozione e azione, con la sostanza del buon governo. Chi vi sta antipatico, oppure indifferente, potrà mai convincervi di stare dalla sua parte? Potrà mai farsi dare un euro da voi, o un voto, o un bacio? No. Quando andate a un appuntamento in cui dovete chiedere qualcosa a qualcuno (la mano, dei soldi, una promozione) fate attenzione all’alito o no? Fate attenzione all’abito o no? Non fate forse la prova sorriso di fronte allo specchio? Non cercate di prevedere quale possibile battuta fare, qualcosa che piaccia? E questo vuol dire che siete inautentici, che non avete sostanza dietro la pettinatura? Ma certo che no. Solo, vi ponete un logico problema di comunicazione, piacere prima a pelle, al primo sguardo, e poi dire chi siete, cosa volete. Le due cose non confliggono, sono solo un tutt’uno, da che uomo è uomo. Ma lo sanno tutti…

Divisi, con poche idee forti, con la spocchia di bollare una persona vivace come una “giovane inesperta”, ignari di essere brutti e antipatici, di non saperci far muovere il cuore, di non saperci riscaldare e far credere ancora, di essere incapaci a venderci qualunque automobile usata, i vecchi e nuovi leader del PD litigano, si insultano, vanno a rifare quel che hanno già fatto, senza l’umiltà di vedersi per quello che sono, e cioé dei perdenti, gente senza futuro, senza fuoco dentro, senza autenticità, capaci di prendere ab aeterno il solo 24% del consenso degli italiani. Mentre le cose sono così semplici da capire… Per prima cosa, cercate di essere simpatici. ve l’ha detto Debora, la ragazza di bottega.

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2 pensieri su “Simpatico

  1. …..purtroppo, Simone, sei stato profetico e la realtà di questi nostri giorni, post elezione, ridonda ancora dei medesimi logori schemi e dei medesimi echi…..ma neppure questo, credo, porterà l’umiltà del dubbio negli arroccamenti stantii di chi “non sa, e non vuole, ascoltare la ragazza di bottega”……

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