Gente di mare

Piccoli catamarani per mare

Piccoli catamarani per mare

Non ho chiesto informazioni. L’ho fatto volutamente, perché certe cose mi piace di più immaginarle che saperle. Del resto la situazione era chiara, c’era poco da inventare…

Lega Navale di Trapani, mattina presto. Due piccoli catamarani, 20 piedi direi, senza cabina naturalmente. Gente che dormiva sulla rete di prua, o su quella del “pozzetto”. L’aria da sud, asciutta, piacevole, stanotte li deve aver cullati. Ho visto un ragazzo che si alzava, si stiracchiava, spettinato, coi segni della rete sulla schiena. E’ sbarcato, ha dato un’occhiata intorno ed è andato verso i bagni. Poi un caffé dalla terrazza.

Sulla murata hanno molti adesivi di sponsor, e una scritta “Pomezia”. Girano il mare facendo campeggio nautico. Dormono sotto le stelle, non hanno servizi a bordo, acqua solo in qualche tanica, cibo il minimo indispensabile. Se piove si bagnano, se c’è onda pure. Comfort? Direi quasi zero. Gioia di vivere il mare? Direi molta. Il senso di tutto questo? Chissà, bisognerebbe chiederlo a loro. Anche se qualcosa mi viene in mente…

Belle le comodità, chi lo nega. Fare quelli che sono duri per il gusto di sembrare duri, generalmente, è patetico. Però quando pioveva a dirotto, questo inverno, e io vedevo l’acqua scendere dal tetto, le lenzuola umide… ho temuto gli elementi. Trasalivo al fragore degli scrosci, mi rincuoravo nelle pause. “Bello, eri zuppo, e te ne vanti pure?!” No. Avrei preferito che il mio tetto non facesse acqua. Però quell’esperienza mi ha ricollegato con gli elementi, mi ha fatto ripensare al fortunale, alla furia del vento. Cose che in terraferma non temevo, non avevo mai considerato. Quando tornò il sole dopo tre giorni d’inferno, ricordo, ho guardato il cielo e ho goduto molto, ho assaporato nuova speranza, ho sorriso. Immagino qualcosa di simile anche per questi ragazzi con i piccoli cat. Entrare in porto, vedere una schiarita, godere del vento amico, deve dar senso alle loro vite. Se a qualcuno questo sembra poco, sono lieto di ascoltare quale metodo migliore vogliano insegnarci.

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Un pensiero su “Gente di mare

  1. Agli amici che continuano a navigare salato lascio un pensiero dolce scritto da un grande poeta del ‘900 che sempre ha scritto su uno dei luoghi a me più familiari.

    UN RITORNO
    Sul lago le vele facevano un bianco e compatto poema
    ma pari più non gli era il mio respiro
    e non era più un lago ma un attonito
    specchio di me una lacuna del cuore.

    Buon vento!

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