Grazie Tommaso. Bello il tuo cogliere quel che ti serve nel mio libro e costruire una tua strada, un tuo rallentamento. Lo dico a tutti. Nel libro c’è quello che ho fatto io, ma ognuno troverà il suo mix ideale. Adesso Basta!
Complimenti per il libro,appena acquistato e già letto,scende giù tutto d’un fiato.
Anch’io nel mio piccolo vivevo in funzione del lavoro e del budget aziendale(sono un venditore di libri),sublimavo tutto nel lavoro come molti amici che lvorano soprattutto nel ramo manageriale.Da un pò ho deciso di rallentare i ritmi,di più non posso fare visto che i guadagni sono diminuiti proporzionalmente di molto, ma ho capito che m’interessa lavorare il giusto per vivere e non l’inverso,vivere per lavorare,vivere liberamente.Adesso basta!
Grazie,Simone
Ciao Simone, ho sentito parlare di te in questi giorni e sto leggendo l’intervista a puntate su un blog che seguo (http://ilbetta.blogspot.com).
In particolare in quell’intervista tu dici ‘Sono gli altri a non avere tempo per me. Io ho tutto il tempo per loro che desiderano.’, ma come si fa? Intendo dire, a parole anch’io cerco di essere sempre disponibile, ma poi mi trovo anche a chiedermi se avrò ugual merce di scambio?
E’ come come fare il genitore, non ti aspetti che un bambino piccolo ti dia niente, è il tuo ruolo, ma fra adulti è diverso. Il tuo modo di porti è più simile, in queste parole, al volontariato.
Fred
Caro Paolo, non mi permetto di dire cose che riguardano una vita che non so, che non conosco. Tuttavia credo che figli e mogli abbiano il diritto, proprio per l’amore che danno e di cui sono destinatari, di avere di fronte a loro un uomo autentico, che lotta per realizzarsi, per essere in equilibrio, per essere migliore. io credo che un uomo così sia un buon insegnamento per i piccoli e un uomo di cui essere fieri per una compagna. Se io avessi una moglie non metterei prima i problemi pratici di fronte a una sua esigenza di cambiamento. vorrei essere forte e saggio a sufficienza per assecondarla, per favorirla. Che compagno sarei se la limitassi? Come potrei essere per lei un buon antidoto alla vita? Di fronte a queste cose penso che i problemi pratici, di sostentamento, di necessità, possano essere affrontati insieme, condividendo un cambiamento che da singolare, così, diverrebbe plurale, collettivo. E una grande occasione di crescita comune. In bocca al lupo!
gentile simone,
ho spesso dei sogni che si scontrano con la realtà della responsabilità, nei confronti della mia famiglia (moglie e due figli adolescenti)e dei legami (gli anziani di casa).
certo mi piacerebbe seguire l’idea che coltivo da tempo, ma i due figli e le opportunità che posso garantire con uno stipendio sicuro (la casa dove vivere, il normale quotidiano – ti assicuro siamo una famiglia sobria).
nel sentire della tua storia mi accorgo che c’è questo che mi fa diverso, come fare a mollare tutto se in quel tutto ci sono i tuoi legami e le tue responsabilità. cioè: una scelta come la tua è comunque una scelta individuale, non collettiva, mentre la mia vita è una vita collettiva, e i sogni sono quelli dei miei ragazzi.
che ne pensi?
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Grazie Tommaso. Bello il tuo cogliere quel che ti serve nel mio libro e costruire una tua strada, un tuo rallentamento. Lo dico a tutti. Nel libro c’è quello che ho fatto io, ma ognuno troverà il suo mix ideale. Adesso Basta!
Complimenti per il libro,appena acquistato e già letto,scende giù tutto d’un fiato.
Anch’io nel mio piccolo vivevo in funzione del lavoro e del budget aziendale(sono un venditore di libri),sublimavo tutto nel lavoro come molti amici che lvorano soprattutto nel ramo manageriale.Da un pò ho deciso di rallentare i ritmi,di più non posso fare visto che i guadagni sono diminuiti proporzionalmente di molto, ma ho capito che m’interessa lavorare il giusto per vivere e non l’inverso,vivere per lavorare,vivere liberamente.Adesso basta!
Grazie,Simone
Ciao Simone, ho sentito parlare di te in questi giorni e sto leggendo l’intervista a puntate su un blog che seguo (http://ilbetta.blogspot.com).
In particolare in quell’intervista tu dici ‘Sono gli altri a non avere tempo per me. Io ho tutto il tempo per loro che desiderano.’, ma come si fa? Intendo dire, a parole anch’io cerco di essere sempre disponibile, ma poi mi trovo anche a chiedermi se avrò ugual merce di scambio?
E’ come come fare il genitore, non ti aspetti che un bambino piccolo ti dia niente, è il tuo ruolo, ma fra adulti è diverso. Il tuo modo di porti è più simile, in queste parole, al volontariato.
Fred
Caro Paolo, non mi permetto di dire cose che riguardano una vita che non so, che non conosco. Tuttavia credo che figli e mogli abbiano il diritto, proprio per l’amore che danno e di cui sono destinatari, di avere di fronte a loro un uomo autentico, che lotta per realizzarsi, per essere in equilibrio, per essere migliore. io credo che un uomo così sia un buon insegnamento per i piccoli e un uomo di cui essere fieri per una compagna. Se io avessi una moglie non metterei prima i problemi pratici di fronte a una sua esigenza di cambiamento. vorrei essere forte e saggio a sufficienza per assecondarla, per favorirla. Che compagno sarei se la limitassi? Come potrei essere per lei un buon antidoto alla vita? Di fronte a queste cose penso che i problemi pratici, di sostentamento, di necessità, possano essere affrontati insieme, condividendo un cambiamento che da singolare, così, diverrebbe plurale, collettivo. E una grande occasione di crescita comune. In bocca al lupo!
gentile simone,
ho spesso dei sogni che si scontrano con la realtà della responsabilità, nei confronti della mia famiglia (moglie e due figli adolescenti)e dei legami (gli anziani di casa).
certo mi piacerebbe seguire l’idea che coltivo da tempo, ma i due figli e le opportunità che posso garantire con uno stipendio sicuro (la casa dove vivere, il normale quotidiano – ti assicuro siamo una famiglia sobria).
nel sentire della tua storia mi accorgo che c’è questo che mi fa diverso, come fare a mollare tutto se in quel tutto ci sono i tuoi legami e le tue responsabilità. cioè: una scelta come la tua è comunque una scelta individuale, non collettiva, mentre la mia vita è una vita collettiva, e i sogni sono quelli dei miei ragazzi.
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