Libro esaurito. Noi, anche…

rodi 022

Lavori in corso... nelle nostre anime

Prima tiratura esaurita, in soli 4 giorni. Libro già in ristampa. Nel weekend “è andato a ruba” dice un libraio. Nessuno però lo ha ancora letto, salvo alcuni velocissimi lettori che mi scrivono i loro commenti. Perché? L’editore è forte, certo. Il pezzo sul Corriere ha aiutato, certo. Ma quanti libri escono con paginoni sul Corriere o per buoni editori, senza un simile risultato? Allora?

Pare evidente che quello che ha spinto migliaia di persone in libreria è stato… il solo enunciato: lasciare il lavoro e cambiare vita. Un “vademecum”, come lo ha chiamato qualche giornalista. E allora tutti a leggere. Dunque siamo messi così, peggio di come pensavo. Siamo tutti arrivati a fine scala, stanchi di troppe responsabilità, di troppo correre. Dunque i colpi ai fianchi, che sembravano tutti i grado di assorbire, hanno lasciato profondi ematomi. Gli scamisados italiani si stanno tutti insieme togliendo la camicia, non più vergognosi a mostrare i segni delle botte e vengono allo scoperto con il loro bisogno di libertà. Non c’è nulla di cui aver paura, sembra avergli detto la mia storia, non è un dramma voler dire basta al proprio inossidabile ruolo di muli, semmai il dramma è non dirlo se lo si prova.

Evviva. Evviva per me che provo un’enorme soddisfazione (anche perché ho ricambiato l’editore della sua fiducia), evviva per noi che possiamo dire basta non più solo a una voce, ma a una voce sola.

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15 pensieri su “Libro esaurito. Noi, anche…

  1. Ciao.
    Ho visto un tuo video in cui non nascondevi i problemi di una scelta di liberta’, tra cui la solitudine.
    Anch’io lo pensavo. Oggi posso dirti che la solitudine piu’ pesante e’ quella di quando vedi una marea di persone a cui non ti lega nulla e che non sanno nulla di te.
    Qualcuno parla di quarantenni frustrati. IO direi sani.
    Piacere di conoscerti e spero a presto.

  2. che bei messaggi… grazie davvero a tutti, anche a chi è critico ma con il garbo dell’attenzione. segnalo particolarmente quello di andrea becca, che dipinge (benissimo) una scena che ho vissuto per tanti anni. Di quelle immagini ne ricordo molte, di quei luoghi, di quelle ambientazioni, i viaggi, la stanchezza, le cene per forza… è stato lì, esattamente in quei momenti che ho messo insieme le energie, che ho capito che dovevo darmi da fare, senza piagnistei, con dignità e rispetto per gli altri ma anche per me stesso, senza criticare nessuno, ma affermando qualcosa che a me sembrava urgente. Lì ho capito che avevo un sogno di cambiamento e che volevo realizzarlo. Volevo soprattutto tentare.

  3. Ciao Simone,
    riflettevo sul tuo video dedicato alla signora che ti ha chiamato “yuppie annoiato”.
    Un po’ triste, le rispondi mostrando le tue mani e indicando il lavoro manuale come risposta.
    Giusto. Però, a mio avviso, tu non stai attaccando “il lavoro”, ma una dimensione violenta del lavoro che si finalizza nella realizzazione del superfluo. Forse, per te/me, è l’ora di rivalutare l’otium (che per la signora è solo padre dei vizi). In questo ozio, a mio avviso, ci sono dei valori importanti. Ti racconto questa storia.

    Una mattina prendo il metrò a Famagosta. E’ presto, sono le 6 e la mia giornata lavorativa terminerà alle 22.30. Domani sarò alla convention di Bari; dopodomani Bruxelles. Tristi e lussuose stanze d’albergo, hall di aereoporti, cene a cui non si ha fame. Ho il mio bel gessato D’Altieri, la mia cravatta Marinella e le mie scarpe nere risplendono. Mi guardo intorno. Sul treno, nella carrozza deserta, c’è un giovane zingaro con la sua fisarmonica. Suona. Suona e ride come io non rido da anni. Ride insieme alla sua giovanissima fidanzata e, insieme, guardano il loro bambino che balla. Lo guardo e provo una violenta fitta di invidia. Lui sta per passare la giornata con il suo ragazzino, con la sua donna. Per quello che mi riguarda, i miei due piccoli – uno appena nato – non li vedo più, grazie ai miei orari. Di loro non so praticamente nulla – “come ogni buon padre che lavora!” secondo mia madre…

    No, non sono i calli la risposta alla signora “lavoratrice”. Non è solo il lavoro manuale, ma la necessità di impegnarsi per una vita “umana” che non rispecchi la “sopravvivenza edonistica” in cui ci vogliono le grandi aziende.
    Cordiali saluti, Andrea Becca

  4. Ciao Simone, il tuo libro non l’ho ancora letto ma sto imparando a conoscere un po’ di te dalla intervista che hai rilasciato a mio marito http://ilbetta.blogspot.com/ e da quello che stai raccontando alla radio e in televisione. Encomiabile la tua scelta che apprezzo molto, così come apprezzo la coerenza ed il coraggio di Andrea (il Betta) mio marito. Molti pensano che quando si ha famiglia non si possano/debbanno fare certe scelte. Non è affatto così. Basterebbe fermarsi un attimo, allontanare il pensiero dal solito conformismo, e scegliere. Andrea ha fatto una scelta importante quella di chi non vuole sottrarre tempo ed energie agli affetti e alle cose vere della vita e posso garantirti che il continuo entusiasmo e la continua gioia di vivere di mio marito sostituisce pienamente la necessità di rincorrere beni materiali non solo non indispensabili ma direi superflui. E spero che questo insegnamento di vita lo trasmetta anche ai nostri due bimbi oltre che a tutti noi.

  5. Simone, ti sento, ti leggo e ti vedo dappertutto in questi giorni. Ma la tua agognata libertà? Non è che alla fine hai meno tempo per te stesso di prima??
    Ciao Susy

  6. ciao, ho letto l’articolo sul corriere e nel fine settimana tutto d’un fiato il tuo libro… non sapevo di essere una downshifter e non sapevo che fossimo così in tanti nel mondo. In realtà, dopo aver letto tutto, temo di essere una donwshifter un po’ anomala, anche se in una cosa mi riconosco perfettamente… sono le ultime 8 cifre a non tornare! ma quando arriva il momento sembra che tutto intorno a te ti spinga a salpare. Io sono in piena trasformazione, al rientro dalle vacanze ho comunicato la decisione agli amici, oggi ai miei soci di studio, domani… a mia madre! il momento più difficile, forse. Prendo armi e bagagli, la mia bambina per mano e lascio milano a gennaio…
    volevo dirti grazie per aver pubblicato il libro con così incredibile tempismo, mi ha aiutata molto a farmi sentire meno “matta”, che è un po’ il giudizio che leggo negli occhi di tutti negli ultimi giorni. Meno matta e meno sola.
    spero di non perdermi la prossima presentazione, mi farebbe piacere fare quattro chiacchiere (anche per parlare di una persona che ho scoperto conosciamo entrambi e della finale di manchester…) ciao
    alessandra

  7. Il tuo libro l’ho comperato alla FNAC il giorno dopo l’uscita. Me lo sono portato ad un noioso convegno che dovevo frequentare per obblighi professionali e l’ho letto tutto in quel pomeriggio.
    Francamente non l’ho trovato molto meglio del convegno. Con l’introduzione avevi messo le cose molto bene in chiaro, per cui, a leggerla prima di acquistare il libro l’avrei lasciato sullo scaffale.
    Purtroppo mi sono fatto traviare dalle varie recensioni uscite sulla stampa (però, quante sono, forse qualcuno dei contatti che avevi al tempo del tuo precedente lavoro ti è stato utile ;-).
    Operazione furbetta, sulle spalle di noi poveri trentenni/quarantenni frustrati. Metto comunque in chiaro che per alcuni aspetti il libro mi è piaciuto, quando parli della tua esperienza è illuminante, quando sali in cattedra un po’ meno.
    Comunque, buona fortuna per tutto.

  8. Complimenti, ti ho visto poco fa al telegiornale!! Bene vai alla grande!Mi spiace non esserci stata alla Feltrinelli, sarei venuta a salutarti! Andrò a caccia del tuo libro!
    “Poi, se per caso ti arriva anche il successo, non dovere nulla a Cesare, prendere tutto il merito per te solo e, disprezzando l’edera, salire – anche senza essere nè quercia nè tiglio – salire, magari poco, ma salire da solo!” (Ronstand Cirano) :-))

  9. In pausa pranzo sono andata a prendere il tuo libro da Fnac… Visto il mio stato d’animo di questi giorni, spero che non sia la goccia che firma le mie dimissioni 🙂

  10. Ciao Simone

    io il tuo libro più che leggerlo l’ho divorato, è molto interessante, più che altro condivido molto l’analisi che fai sulla necessaria fase di disincanto che pervade in ogni occupato di una grande azienda, il tutto sommato alla non condivisione di obiettivi aziendali non sempre chiari, ed al fare cose di cui non si capisce il fine .
    Il tutto nonostante non abbia ovviamente mai raggiunto i tuoi livelli occupazionali .
    La domanda che mi faccio, quasi tutte le mattine, è quanto questo sistema possa ancora durare, e perchè nonostante in molti si lamentino nessuno cerchi di cambiarlo .

    Probabilmente a molti fa comodo lamentarsi ma nessuno è pronto a delle rinunce di carattere economico che porterebbero sicuramente una maggiore vera libertà .

    Alla fine credo che una rinuncia al consumismo alzi di molto il livello di libertà indipendentemente dal poter affrontare un cambio di vita radicale così come è stato il tuo .

    Personalmente, fatto salvo che sono impiegato in una grande azienda di Tlc, il mio stile di vita è molto simile al tuo, vedi capitolo legna, casa, cucina….forse perchè tra le nostre abitazioni ci saranno un massimo di venti km di distanza .

    Buone cose

  11. Ciao Simone, grazie per la dedica a Sara…”VIENI SUBITO CON NOI!” scritta così, in stampatello maiuscolo quasi a volerla “strappare” da questa vita noiosa e mai sazia che si vive qui a Milano…Bell’incontro ieri sera alla Feltrinelli…Ricorda, noi siamo “sopra” al tuo bosco (Monchio delle Corti – PR) e la legna vado anche io a “sudarmela”…come del resto mi sono “sudato” la casa che ho costruito con le mie mani nei giorni di festa…IO I MURI (E NON SOLO QUELLI) HO IMPARATO A FARLI ED ANCHE A RIMIRARMELI, proprio come dicevi tu ieri…Ti aspetto, vorrei che venissi a trovarci per andare insieme a raccogliere porcini, castagne, frutti di bosco, e tutto quello che ci offre gratuitamente madre natura…Chissà…Per il momento: Buon vento, Luca

  12. Sono tanto tanto contenta per te Simone, davvero!!!!!
    Salvo dice che ti scrive quando finisce tutto questo casino…….
    Un grosso bacio ed un forte abbraccio
    A presto
    gisella

  13. Evidentemente hai toccato un argomento molto sentito Simone. Percepito ma in qualche modo tenuto nascosto (dalla Società, da noi, non si sa).
    Bella la tua presentazione stasera alla libreria Feltrinelli di Milano.
    Non mi aspettavo una partecipazione così numerosa (quante persone in piedi!), e per di più nell’operosa a Milano.
    Pensa a quanti hai fatto perdere l’ora d’aria (l’Happy Hour, che di “happy” secondo me – e te – ha ben poco) 😉

    Mi piacerebbe davvero vedere i muretti che hai costruito. Io mi limito al mio orticello in montagna. Che gusto i pomodori quando sai che sono i tuoi, vero?

    Spero che le vendite del tuo libro ti consentano qualche sfizio in più di quelli che la tua attuale vita ti permette.

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