Passaggio a NordOvest

Parto per il NordOvest. Non è una missione militare, sia chiaro. Riparto per una seconda tranche di presentazioni di “Adesso Basta”. Savona (oggi, 13 novembre, ore 18.00 alla Ubik), poi Cuneo domani e Torino dopodomani. Sull’Agenda di questo sito trovate orari, luoghi e tutto il resto.

Spero di vedere volti e ascoltare voci. Tutta questa comunicazione virtuale (appena passata la nottata, si torna fuori di qui…) è bella ed è utile per comunicare. Senza questo blog, senza facebook, senza youtube e il blog di Chiarelettere, devo comunque ammetterlo, non ci sarebbero state parole, contatti, messaggi che toccavano cuore e mente. Non avrei potuto spiegare, non avrei capito molte cose.

Ma le facce, le mani, le voci, gli occhi delle persone sono la realtà, che preferisco sempre a qualunque immagine. Vi aspetto!

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Grande TV

Ieri sera tutti incollati al televisore. Parla Roberto Saviano. Telecamera quasi fissa, qualche contributo video, ma soprattutto una faccia, quella di una persona qualunque, se non fosse per le idee e il coraggio.

Io me le ricordo (soprattutto in ambito letterario) le persone che dicevano “mah, sai… Saviano… un fenomeno sovrastimato…” oppure “Si è fatto un gran parlare… molto marketing”. Mi ricordo quelle voci, e in alcuni casi mi pento di non aver controbattuto con adeguata energia. Quando l’ho fatto (la maggior parte delle volte) ho fatto bene. Ieri, ancora una volta, ne ho avuto la prova.

Il valore della parola. Quei libri sul tavolino, gente che è stata in galera per le sue idee di pace, uguaglianza, giustizia. Il motivo per cui quelle storie ci sono arrivate… Il coraggio delle idee, di dire cose scomode, contro. Questi spunti, queste ragioni, sono il più grande motivo di soddisfazione dell’uomo, l’unica vera area in cui non ti senti a disagio con la vita, in cui non ti vergogni dell’umanità. Insieme all’amore.

Mentre guardavo ho pensato. “Avrei dovuto dedicare il mio libro a lui, a Roberto”. Ho pensato proprio così, chiamandolo per nome, come se fossimo amici. Mi è parso evidente, come se avessi mancato a un compito. Sarebbe bello che per un anno tutti gli scrittori dedicassero a lui il loro ultimo libro in uscita. Una specie di coro, per ricordarci che c’è gente identica agli altri, stesse umanità, stesse zone d’ombra, ma che con un gesto, con un programma, un libro, una parola, fanno fare a tutti un passo in avanti. Che valore ha questo? Enorme. Per una volta almeno, grande televisione.

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Esempi

Mimmo De Masi e io ci siamo un poco scontrati a Roma. Lui viene dalla cultura marxista, dal credo politico e dal movimento degli anni Sessanta e Settanta. Io sono venuto dopo, sono tendenzialmente anarchico, credo in una serie di valori ma venati da un certo endemico nichilismo. Soprattutto non sento su di me la responsabilità delle sorti della società, che vivo come un dato importante ma non come una missione.

Il punto che lui ha mosso (chiamandolo “complementare al mio”) è che condivide l’analisi (un grande sociologo condivide la mia analisi, wow!) sia del management, sia del lavoro in generale, sia della generazione dei quarantenni, ma propone una via più attiva: cambiare le cose standoci dentro. Io gli ho detto che secondo me la partita è persa, questo capitalismo e la società che ha costruito sono falliti, dunque io non attendo movimenti, partiti, filosofie (che per altro non vedo all’orizzonte nel nostro Paese) e lascio quello che non condivido, quello che secondo me vincola invece di arricchire (anima, cuore, mente, vita). Tutto ciò, rinunciando IO, pagando IO, cercando di essere IO felice a mio modo. Sulle prime, a un battagliero come me, questa critica ha prodotto grandi riflessioni, per vedere se avevo tralasciato qualcosa, se forse ero in errore (del dubbio parlo nel libro). Poi ho capito una cosa importante.

Ghandi diceva “dobbiamo essere il cambiamento che vorremmo vedere nel mondo”. Ecco il punto. Io esco dal sistema del lavoro (per quanto possibile), del denaro (per quanto possibile), della schiavitù (per quanto possibile) e rifaccio i MIEI conti, riorganizzo la MIA vita, provo a vivere giorno per giorno i MIEI valori. Ma facendo questo, che faccio per me (a tutti quelli che mi prendono in giro dandomi del Guru da strapazzo ricordo che io ho fatto scelte mie, per me, e ho scritto un libro in cui parlo di processi e non di scelte da emulare), costituisco una prova che una via (o più vie) per cambiare alcuni fattori del sistema c’è. Quando dico che un uomo libero è un problema serio per il potere, per le aziende, per la politica, intendo dire che IO non soggiaccio a una serie di vincoli, me ne libero, ma è evidente che apro una crepa (piccola) nel muro. Un giorno mi ricordo che decisi di non fare più benzina alla Esso o di non comprare più prodotti di un’azienda che faceva lavorare i bambini e dicevo ironicamente “sto embargando la Esso. Li tengo per le palle”. Io contro il colosso. Era un gioco naturalmente…

Tuttavia, quel gioco è reale, vero, ha un senso. Preferisco fare così, è nelle mie corde. Io scelgo per me e poi constato (ex post) che questo ha un valore politico. Nullo quasi (sono un uomo solo) ma emblematico. Gli altri possono fare quello che credono con me, accanto a me, a prescindere da me, oppure l’opposto. Così mi sento rassicurato di fronte alle critiche di De Masi.

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Eccit(azione)

Il paradosso di questa epoca sta molto, se non emblematicamente tutto, nella cocaina. Se ci pensate, in un mondo sempre più veloce, dove le sollecitazioni crescono a dismisura (pensate a quelle mediatiche), che un uomo o una donna per divertirsi prendano un ECCITANTE invece che un rilassante, vi dice tutto. Non siamo già abbastanza eccitati di nostro? Un giorno Vittorio Sgarbi disse che lui non sniffava perché se si fosse fatto la cocaina si sarebbe eccitata lei. Lo amai per questa battuta. Era quello che avevo sempre pensato di me.

Ma forse, forse, la cocaina viene assunta per stare AL PASSO con tanta velocità. In questo caso la situazione sarebbe perfino più grave. Tutto va veloce e noi pensiamo a un doping per star dietro al ritmo. Mamma mia…

La notizia del Corriere “La classe dirigente schiava della dose” comunque spiega molte questioni. Visti i risultati drammatici della gestione aziendale, il livello in calo violento delle prestazioni e dei risultati di molti manager, lo stato di degrado profondo dei rapporti tra dirigenti e tra dirigenti e impiegati, che tutto sia dovuto a un abuso di droghe in qualche modo mi conforta. Se quel che vedo fosse farina del loro sacco al netto di additivi, sarebbe molto più grave.

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Questa la devo scrivere

Devo assolutamente dedicare un post a Claudio, che mi manda un messaggio un minuto fa dicendomi:

“Anche la mia ragazza ha commentato “eh ma lui era un dirigente, uno capace”, e io ho risposto: ” e noi siamo stupidi allora?”-palla al centro!”

Allora, io per un pelo non mi sono dovuto soffiare il naso e asciugare gli occhi per l’emozione. Qui c’è tutto ragazzi:

  • ironia. Il sale, l’idea della palla al centro non aggressiva, ma apertamente sportiva. Il match vissuto bene
  • orgoglio. Eccoci, l’idea “io ce la faccio se ci provo” e poi in forma interrogativa che sta a significare: “Ditemi il contrario se ci riuscite!”. Senza questo non si va da nessuna parte.
  • immediatezza. Questa è solo una mia fissa: i tempi del dialogo, la rapidità della risposta, i tempi della comicità
  • umiltà. Cioé scrivermelo, senza pensare che io pensi che la sua compagna crede che lui sia meno di me. E infatti in questo modo dimostra di essere come me, anzi meglio di me, perché io forse mi sarei incazzato con lei per una battuta così mentre lui vola alto, sull’ironia.

Claudio, tu sei il mio eroe della settimana. Signori, questo è Claudio. Adoro la gente così.

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Piove

L'acqua, l'anno scorso, entrava da tutte le parti...

L'acqua, l'anno scorso, entrava da tutte le parti...

Viene giù forte, decisa. La mia casa è di legno e pietra, la pioggia canta, fa un frastuono potente. Io accendo la stufa a legna, legna secca, grazie alla nuova legnaia. Mi stendo davanti e mi godo qualche ora di tregua. Domani di nuovo in viaggio, Cagliari, poi altre presentazioni, altri incontri, di nuovo il libro, la vita, mia, della gente che lo sta leggendo. Fatica bella, certo… Ma lontano da qui.

Mi dicono in molti: “Ti farai risucchiare, tornerai allo stress per via del successo del libro…” Io rispondo di no, ma ci penso. Solo qui, adesso, davanti al fuoco, capisco che sono paure senza fondamento. Io sono venuto in questo angolo di mondo, ricordo bene perché, ho ben chiaro per quale prossimo futuro. Qui ha un senso, è roba vera. Nessun risucchio, nessuna corrente.

Per molti non sarà comprensibile, ma l’anno scorso l’acqua entrava dal tetto a rivoli spessi. La casa era umida, il letto, le lenzuola, gli asciugamani, il divano. Si asciugò solo ad aprile. Che inverno, che patimento… Ora guardo il soffitto, non fa più acqua. I lavori estivi danno il loro frutto. La mia gioia è profonda. Fuori diluvia, lampi che fanno saltare la corrente, e resto al bagliore del fuoco. Ma sono al sicuro. La mia piccola casa autocostruita non fa più acqua, e mi pare una conquista enorme. maggiore della grande gioia del libro, anche se scrivere è la mia vita.

Legato a doppio filo queste cose, a contatto violento, diretto, inclemente con la natura, cosa devo temere del mondo?

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Pensa chi sei

“Tutti i pensieri di una tartaruga sono tartarughe, e di un coniglio, conigli. Invece un uomo è spaccato e dissipato dall’incostanza della sua volontà; non si getta dentro i suoi giudizi; il suo genio lo guida in una direzione, ma probabilmente il suo commercio o la sua politica in tutt’altra. Con una mano rema e con l’altra rema alla rovescia, e non conferisce a nessuna maniera di vita la forza della sua costituzione.Il segreto del potere, intellettuale o fisico, è la concentrazione”

Ralph Waldo Emerson (“Pensa chi sei”, Donzelli, a cura di Stefano Paolucci)

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Corriere TV

Ecco la puntata di Corriere Tv con Beppe Severgnini. Per chi l’avesse persa…

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Alda, una di noi

In memoria di Alda Merini, sofferente e viva. Dedicato a chi pensa troppo al denaro, alle cose.

Non ho bisogno di denaro.
Ho bisogno di sentimenti,
di parole, di parole scelte sapientemente,
di fiori detti pensieri,
di rose dette presenze,
di sogni che abitino gli alberi,
di canzoni che facciano danzare le statue,
di stelle che mormorino all’ orecchio degli amanti.
Ho bisogno di poesia,
questa magia che brucia la pesantezza delle parole,
che risveglia le emozioni e dà colori nuovi.
(Una poesia di Alda Merini  inviata da Simona Sarti)

Alda Merini

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“Adesso Basta” a Roma

Oggi a Roma. Associazione della Stampa Estera, via dell’Umiltà 83c, ore 18.00. Oltre a me, Domenico De Masi. Presenteremo insieme “Adesso Basta”.

Ci vediamo lì. Buona giornata a tutti.

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