Dorian Gray

Ricevo da Simona un bellissimo pezzo.

“Gli uomini oggi hanno paura di se stessi. Hanno dimenticato i doveri più sacri; quelli che si hanno verso di sé. Sono caritatevoli. Nutrono chi ha fame, e vestono chi è nudo. Ma il loro spirito è affamato e ignudo. La nostra razza non ha più coraggio. Forse in fondo non ne ha mai avuto. Il terrore della società, che è la base della morale; il terrore di Dio, che è il segreto della religione: questi sono i sentimenti che ci dominano. Eppure io credo che se un uomo dovesse vivere la vita pienamente e completamente, desse forma a ogni sentimento, espressione a ogni pensiero, realtà a ogni sogno, credo che il mondo si rinsanguerebbe di un così puro fiotto di gioia, che dimenticheremmo tutte le malattie del medievalesimo, e torneremmo all’ideale ellenico – e forse a qualche cosa di migliore e di più ricco dell’ideale ellenico. Ma anche il più coraggioso di noi ha paura di se stesso. Le automutilazioni del selvaggio si ritrovano tragicamente nella autorepressione che martirizza la nostra vita. Siamo puniti per quello che rifiutiamo a noi stessi. Ogni impulso che tentiamo di soffocare, germoglia nella mente, e ci intossica. Il corpo pecca una volta, ed il peccato è finito, perché l’azione è un modo di purificazione. Non rimane che il ricordo del piacere, o la voluttà di un rimpianto. L’unico modo di liberarsi da una tentazione è cederle. Resistete, e vedrete la vostra anima intristire nel desiderio di ciò che s’è inibito, di ciò che le sue leggi mostruose hanno reso mostruoso e illegale. Dicono che i grandi eventi dell’umanità si svolgono nello spirito. Ed è nello spirito, solo nello spirito, che si commettono i grandi peccati dell’umanità.”

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5 pensieri su “Dorian Gray

  1. Ciao!
    ho trovato ne ho letto tutto di un fiato le pagine che partono da quella sorta di decalogo che è Tutto quello che non possiamo fare e l’ho trovato illuminante accostabile per certi versi a certe pagine di Carlo Michelstaedter ad esempio per la forza semplice ma nella sua semplicità sta la forza assoluta delle tue parole io credo!
    Ti scrivo perchè a me pare che così potrebbe essere un’idea il tuo testo potrebbe prendere la veste di un monologo teatrale sulla condizione dell’uomo:
    una voce sola che parla e poi non so con una scenografia fatta di luci casermoni pieni di uffici etc per sottolineare il grigiore e la condizione di schaivi d’oggi etc..
    che ne pensi dell’idea?
    scusami per lo (sproloquio) grazie
    Andrea

  2. Lo stesso è per me caro Cesare,
    “mi aggrappo a questo come alla salvezza di un corrimano” (W. Szymborska).
    Nella rete che stiamo tessendo ognuno di noi rappresenta un punto importante, credo.

    Un abbraccio
    Simona

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