VOLER Vedere…

Circa una ventina di isole, alcune piu’ grandi, altre semplici atolli seminascosti con l’alta marea, che sconvolge il panorama marino ogni 6 ore. Spiagge lunghe, bianche, disseminate di milioni di conchiglie enormi, rosa e candide, relitti del riflusso millenario. Gente adorabile, sorridente, onesta, mansueta. E poi cocchi, ananas, banani, cibo che sa di griglia, nuvole scolpite, sole. Ma soprattutto, nessun turismo di massa. Qui bisogna penare un po’ per arrivare. Ore e ore di viaggio tra Italia, Svizzera, Kenia, Tanzania, Mozambico, e finalmente le Quirimbas. Il turista non ama penare. Qui occorre perdere la nozione del tempo, attendere ore per un servizio che richiederebbe minuti, oppure accontentarsi di guardare un’isola da lontano, per giorni, perche’ e’ impossibile sbarcare. E il turista non ama perdere tempo. Qui il vento impedisce di risalire a vela da sud a nord per sei mesi, fino ad aprile, e poi il contrario fino a ottobre. E il turista non ama le limitazioni.

Vedo, in questi giorni, quello che i portoghesi videro nei loro primi passaggi, nel XVI Secolo. Non e’ cambiato molto da allora. E non cambiera’. Qui potra’ venire solo Dimitri, uno skipper di Lione, biondo, occhi azzurri e profondi, capelli lunghi, poche parole per dire molto, poco bisogno di folla, nessuna paura della solitudine. Oppure Matteo, che e’ arrivato qualche giorno fa e ha un biglietto aperto di rientro per luglio. Forse. Oppure Renato, che “non puo’ tornare in Italia”, non si sa perche’. Ma si intuisce. Oppure gente che ha deciso di misurarsi con un continente duro, pericoloso, affascinante, senza mezze misure, ma che fa parte anche lui del nostro giardino. Quel giardino che dovremmo vedere prima della morte, che dovremmo VOLER VEDERE prima che sia tardi. Il giardino dove siamo stati paracadutati senza chiederlo, e da cui saremo prelevati senza avviso. Ma nel frattempo… cioe’ ora… esiste, e’ qui. Lo vedo…

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13 pensieri su “VOLER Vedere…

  1. SAREBBE BELLO è COME SI FA? I FIGLI IL MARITO DOVE LI METTIAMO , I SENTIMENTI MA SCHERZIAMO§? PENSO SI PUO FARE ANCHE SENZA ANDARE VIA BASTREBBE DIRE NO A TANTE COSE , E POI , IL PADRE VECCHIO , DOVE LO METTIAMO LO CHIUDIAMO NELLO OSPIZIO? CERTE COSE SONO PER POCHE PERSONE , BEOTE ACHI AIL CORAGGIO , CIAO ANNAMARIA , NAPOLI.

    • annamaria, quello è l’elenco dei problemi, non è la soluzione. L’elenco dei problemi che TUTTI abbiamo (qualcuno l’hai dimenticato, qualcuno è di troppo, etc). Ma si può fare, tu stessa lo dici, si può dire di no a tante cose. E poi non è tutto sulle nostre spalle. Possiamo anche ritenerci più dignitosamente ciò che siamo in realtà, e cioé esseri soli che tuttavia hanno la passione per gli altri. La passione, non l’obbligo. Credimi, tra quello che ho fatto io e quello che dici tu c’è un oceano di possibilità. ciao!!

  2. un giorno di dicembre, un bel sole qui in Puglia. Ho ascoltato per radio una tua intervista e le tue parole, così centrate ed equilibrate, hanno risvegliato quella stana ed insopprimibuile inquietudine, mia compagna da molti lustri.
    Ho cercato e trovato “adesso basta”:spero mi aiuti a sistemare alcuni pouzzle della mia vita.
    Ciao teddy

  3. Ciao Simone,

    approfitto di questo post per poterti dire quanto mi hai fatto riflettere.Ho letto il libro,ascoltato le tue interviste,ho fatto di tutto.Sono in un momento difficile della mia vita. Ho sempre fatto quello che SI DOVEVA FARE, nel lavoro come nella vita privata. Non ho mai fatto nulla per me stesso e ho cercato e la rivalsa nel lavoro. Per questo il lavoro mi occupa 14 o 16 ore al giorno 7 giorni su 7, per cercare di raggiungere un obietivo che appaghi tante mancanze di una vita di cui non ricordo, lo giuro, più un momento felice. Ti ammiro Simone, perchè fai ciò che io vorrei fare, ma che in realtà non avrò mai il coraggio di fare. RESPONSABILITA’ è la sola parola che regola la mia vita e di mezzo ci sono tante persone che si aspettano tanto. Per questo non vivrò mai come te, godendosi la giornata. Ma per un attimo mi hai fatto vivere un sogno … quello di pensare di poterlo fare.
    Grazie.

    • caro francesco, grazie del tuo messaggio. Purtroppo, come immagini, non posso incontrare singolarmente tutte le persone che mi scrivono. Sarebbe un delirio… Ma mi spiace non poterlo fare. Io credo molto nell’incontro e nella comunicazione. Passa a qualche presentazione così almeno ci guardiamo in faccia. ciao!

  4. Ti seguo da un pò e il tuo stile di vita asciutto mi centra. Eh sì perchè ci sono giorni in cui si oscilla o troppo a nord o troppo a sud, o troppo a destra o troppo a sinistra. Ciò che ci centra sull’esatto accordo del nostro essere è ciò che ci cura, come una specie di balsamo.

  5. Ciao, ti chiedo scusa per avere scritto al contatto che mi ha mandato il link al tuo libro:
    “sarà una delle solite puttanate editoriali che danno per un po’ il sapore del non raggiungibile finchè poi ti suona la sveglia che domani hai lezione, poi esame e poi devi andare a prendere la bambina a scuola (ma non era all’asilo appena l’altro ieri?)?
    Oh, Te lo dice il vero protagonista di una situazione del genere…”

    Poi ho visto che è tutto vero.
    Complimentoni, tanto sono pochi quelli che lo faranno, quindi non ci dobbiamo preoccupare della concorrenza 😉
    Tu pensa che ho “rinunciato” alla carriera del dentista (già avviato, per caso come specialista in chirurgia e come gnatologo-posturologo) a Roma e Berlino per non rinunciare alla vita… e quindi punto a soluzioni alternative per avere l’80% del tempo per la mia crescita per potermi preparare alla vita e alla famiglia e agli hobby (sopratutto intellettuali con applicazione pratica immediata), si, quelli del cassetto.
    Scienza e vita assieme sono un binomio perfetto, ti sgammi le cretinate immediatamente, non usi la scienza per fare marketing ma per difenderti, semmai. Per fare prevenzione di tanti errori di cui te ne accorgi quando è troppo tardi, tipo appunto che torni a casa e di tuoi figli hanno già 20 anni e fumano le sigarette di papà, oltre che scopare senza il profilattico (come papà).

    Ma forse molti di più la smetterebbero, anzi, a quel punto cambieremmo la società perchè saremmo educati con consapevolezza e strategie per trovare soluzioni ambientaliste, umaniste, etc, se sin dalla scuola imparassimo a memoria Herbert Marcuse, Erich Fromm nella sua introduzione all’arte di amare, Silvano Agosti, Umberto Galimberti, Hegel, Marx. Simone Perotti 🙂 e li portassimo al compito in classe…

  6. Ciao Simone,
    felice di saperti al sole, qui da me siamo a -10 da giorni ma é un freddo sano. Noi non ci conosciamo ancora ma spero lo si possa fare entro la primavera. Ho letto del danno alla tua casa. Peccato che la natura non la si possa incontrare a parole perché saprebbe riconoscere chi dovrebbe essere risparmiato…comunque mi é venuta voglia di venirti ad aiutare per recuperare il danno alla casa. Scrivimi quando ritorni che faccio un salto in Italia e passo a trovarti. Magari tra due chiacchiere e un bicer de vin non ci accorgiamo che passa il tempo e abbiamo sistemato tutto. Ah! se riesci fai evaporare al sole dell´acqua, tieni il sale e al tuo ritorno ci condiamo due pomodori al sale delle Quirimbas…cosí mi sembrerá di aver navigato con te. Salutoni freschi freschi dalla Danimarca.
    Mario

  7. se esiste un punto debole, è solo per chi poi deve fare i conti col rientro. riaffacciarsi con il vecchio continente, magari dopo mesi e mesi, e dover ‘accettare’ eventuali brutte notizie, modifiche in peggio, e certamente l’amarezza di questa contrapposizione.
    perchè è bello sognare l’isola deserta, ma se non ci sei nato non puoi viverla per sempre come una scelta gioiosa, anzi rimane il dolore di aver lasciato un mondo dal quale pur dissociandocisi idealmente ci si aspetta, prima o poi, che possa sempre migliorare.

    quindi o ci resti e affondi la barca per esser certo di restare.. o è meglio tenere i piedi per terra e lottare.

  8. Ecco dove eri finito!
    Accontentarsi di guardare un’isola da lontano è un omaggio cui non siamo più abituati, è un piacere che cogli solo con la serenità che abita dentro di te, quella serenità che ti fa accettare il limite e godere il sapore. Cito Barthes, un pò a memoria, che a sua volta era citato alcuni giorni fa sul corriere a proposito della Sapienza: un pò di intelligenza, un pò di sapere, ma soprattutto saper cogliere il sapore è sapienza. Il riferimento etimologico è chiaro ma non avevo mai pensato così.

  9. Carissimo Simone!…mi auguro che quel paradiso sia preservato, come tanti altri sul nostro pianeta :-)…spero che nessuno fiuti in quel posto un grande interesse economico, per cui diventerà un nuovo posto da scoprire, in cui gli amanti della natura, del posto esotico, della vacanza particolare vorranno andare, e compreranno i famosi ‘pacchetti vacanza’ usa e getta, li compreranno a prezzi stracciati, sottocosto…e quel paradiso diventerà un posto non più da godere ma da ‘usare’:-( nel quale si trovarenno gli stessi villaggi turistici che trovi ovunque vai e dove, tra qualche anno, incontrerai il tuo vicino di casa!
    25/30 anni fa capitammo dalle parti dell’isola Budelli accompagnati da un marinaio sardo simpaticissimo, godemmo di quel paradiso quasi in punta di piedi! Qualche anno dopo ho letto che l’isola è stata chiusa e protetta (meno male) perchè i turisti si portavano via la ‘sabbia rosa’ in bottiglie più o meno grandi, ecc ecc!!!!!!!
    un abbraccio
    anna 😉

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