Tribute

E’ morto. JD Salinger, l’uomo di “The Catcher in the Rye”, uno dei romanzi generazionali più amati al mondo, è morto dopo una vita da recluso, lontano da riflettori e notorietà. Il che lo ha reso misterioso e famoso come pochi altri, per curioso paradosso. Aveva una voce, come si dice in gergo, cioé aveva un mondo che uno stile originale rendeva suo, riconoscibile. Per chi non avesse letto i suoi pochi libri è il momento di farlo. Per chi li ha letti è legittimo sperare che sia vera la leggenda. Quella che lo vuole prolifico, anche se ancora inedito. Arriveranno le battaglie legali per il suo patrimonio di manoscritti? Forse. Speriamo arrivino i suoi romanzi, soprattutto.

Oggi tribute a JD Salinger, che aveva una voce vera, sua. E soprattutto fece qualcosa di dignitoso della sua vita. Lui la vedeva fuori dal caos, fuori dalle cene e dai pranzi editoriali, senza chiacchiere inutili. Non che sia giusto o sbagliato far questo, ma tenne fede alla sua scelta. E secondo me questo lo rese felice, pur nel disagio. Roba rara.

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5 pensieri su “Tribute

  1. Cara Silvia, ho letto il tuo post da queste pagine del blog di Simone, anche se -confesso- ci ero andata pensando che fosse un commento su Salinger. Innanzitutto ti prego di non considerarti vecchia: io di anni ne ho 50 ma mi auguro di viverne altrettanti prima di potermi considerare vecchia! Mi dispiace trovare amarezza nelle tue parole, non ti conosco ma da quello che scrivi penso che tu in realtà abbia fatto tanto: ti sei laureata bene, percorrendo con fatica un iter che tu stessa hai definito tortuoso ma arrivando fino in fondo, hai scelto il lavoro che volevi, fai l’insegnante per cui hai la fortuna di poter trasmettere ai ragazzi, al di là della materia specifica che non so quale sia, valori e insegnamenti di vita ogni giorno… Francamente io ci vedo solo motivi di soddisfazione e di auto-stima.
    Ognuno di noi deve fare i conti considerando da dove è partito e quanta strada ha percorso. Lì, a mio avviso, sta il vero riscatto sociale che tu dici di non aver avuto. Buona fortuna per il tuo futuro e … per favore non prendertela però con Simone! Lui ha avuto la voglia e la capacità di mettere per iscritto sensazioni che molti di noi hanno provato e di narrare la storia delle sue scelte. Per questo dobbiamo ringraziarlo. Trova davvero il tempo di andarlo a sentire venerdì prossimo (io l’ho già fatto): sono sicura che ne trarrai tanti spunti interessanti e tanta simpatia.

  2. Penso che Simone, come ha detto più volte, abbia semplicemente riportato la sua esperienza. Ho letto il suo libro tenendo conto di questo. Le circostante sono diverse, difficile cercare un confronto con una persona che vive e ha vissuto situazioni diverse. La cosa importante credo sia lo spunto che la sua esperienza puo’ lasciare. Puo’ dare coraggio sapere che qualcuno ce l’ha fatta. Semplicemente questo.

  3. GIOVANI PER SEMPRE (G.R.)
    Il capolavoro di J.D. Salinger, lo scrittore americano scomparso a 91 anni, non è il suo più celebre libro, Il giovane Holden, che riletto oggi suona petulante ed arrogante. Resteranno invece di Salinger I nove racconti, classici nel loro narrare la coraggiosa -e spesso futile- battaglia degli esseri umani contro il destino e il nulla. Libro di fede religiosa come il Padre Sergio di Tolstoj e d’amore, con le giovani donne dello Zio Wiggily del Connecticut che piangono la fanciullezza (“eravamo così tenere”) e il soldato del controspionaggio (Salinger lavorò nell’intelligence Usa e sbarcò in Normandia nel ’44) con la sua Esmè. Libro di formazione con gli studenti del college sospesi tra vita e identità, entrare nel mondo o restare se stessi? L’ultima produzione scade nella mania (Salinger fu curato per stress da battaglia nel ’45) e le pagine di Seymour un’introduzione non si possono più leggere. Ma i lampi sull’adorata famiglia dei personaggi Glass dureranno a lungo, anche quando l’esilio volontario di Salinger sarà dimenticato.

  4. leggo l’intervento di Cesare in merito alla generazione 1000 euro e mi rammarico perchè mi ha solo preceduto. La differenza però è che lui non vuole calcare la mano e lanciare accuse.. boh sarà perchè è ancora giovane! Io invece che di anni ne ho 45, sono abbastanza vecchia per sapere che quella disamina che tu Simone hai fatto sulla nostra generazione è perfettamente aderente, e anche tu gli aderisci perfettamene.
    Si, siamo una generazione senza ideali “che non ha teorizzato nulla dunque non ha capito nulla..pensiero debole, accettazione di idee altrui”.Sono parole tue! Ho letto il tuo libro con entusiasmo e mi dicevo”si, si è cosi!” e accettavo in toto le tue idee. Ma poi è arrivato il capitolo dei conti e a me i conti hanno cominciato a non tornare. “Boh, ho detto!andiamo avanti forse qualcosa mi è sfuggito”( avevo già in mente di rileggerlo immediatamente. forse avrei capito al secondo giro!) Certo io sono solo un insegnante con alle spalle 15 anni di precariato e perciò mi ero scelta un lavoro inviso ai molti perchè ritenuto privilegiato,quindi sottostimato e sottopagato. Certo mio padre aveva la 3° elementare e il mio iter è stato più duro e tortuoso; laurearmi è stata una sfida contro il mondo. Intelligenza media, pochissimi soldi,lavoretti per non pesare troppo,pendolare perchè vivevo a 75 km dalla mia università,punteggio di libretto alto -signorina non posso darle poco le si rovina la media e se poi vuole insegnare il suo punteggio di laurea le serve- Insomma il mio sogno era studiare e questo mi rendeva felice. E’ evidente che lo spirito con il quale hai studiato tu era totalmente diverso dal mio. Tu hai studiato per fare soldi io perchè mi rendeva felice, perchè ci vedevo un riscatto sociale che poi non c’è stato.
    Ma questa brutta sensazione che ci stavi prendendo tutti in giro mi si era attaccata addosso e anche se facevo il possibile per rimuoverla era sempre lì presente, vigile, pronta a saltar fuori ad ogni falla che emergeva dal tuo “racconto”.Io da sempre pago le bollette per scaldarmi, per lavarmi, per mangiare, per usare il cellulare. Ho comprato una Nissan MIcra che aveva 8 anni e l’ho pagate a rate, pago l’assicurazione, il bollo,la benzina; mi serve per andare a fare la spesa, per portare mia madre a fare le visite,per fare una passegiata al mare .Adesso ha 12 anni e non mi fido e poi la benzina costa..te ne sei accorto? La scorsa estate, per l’ennesima volta, ho ritintegiato tutta la casa (che non è mia perchè è un alloggio popolare- grazie al cielo- perchè con il mio stipendio di 1300 euro al mese non riuscirei a pagare un affitto o a comprarmi una casa)L’ho fatto DA SOLA, e non è stato tutta sta grande soddisfazione ma una gran faticaccia.Sarà perchè l’ho fatto dopo che tornavo da scuola che per inciso dista a 75 km di distanza. E già perchè io il lavoro lo volevo a Firenze dove ho studiato, ma sono passati 25 anni e non sono ancora riuscita a andarci a vivere.Sai, io ho pochissimi soldi da parte e le case qui da noi non è che proprio te le tirino dietro.
    Ma poi è arrivato il momento nel quale ti sei completamente scoperto..chi guadagna 1500 euro al mese come farà ad assicurarsi una casa in vecchiaia? ding dong! ma ci sono sempre i genitori che ce la comprano la casa o che ci lasciano la loro quando se ne andranno. Tu Simone non puoi contare su tuo padre perchè lui i soldi se li vuole godere tutti e quindi non ti lascerà nulla, ma noi che abbiamo genitori con poca fantasia e minori aspirazioni si che qualcosa raccatteremo! Mi padre è morto 11 anni fa e non mi ha lasciato niente perchè niente aveva da lasciarmi.Almeno secondo i canoni di cui tu, fulgido esempio dell’edonismo che ha caratterizzato la nostra generazione, sei testimone. La gente della nostra generazione ha avuto tutto scodellato su di un piatto d’argento e quando il gioco si faceva duro tanto c’era sempre qualcuno che pagava…Sai quale credo che sia la colpa più grande di questa generazione di ex paninari?la mancanza dell’assunzione di responsabilità..tanto c’è sempre qualcuno che paga.
    Allora ho ricominciato il tuo libro. Adesso era cambiato il punto di vista le cose sarebbero apparse sotto una luce diversa.E a metà della pag.8, sornione e ruffiano trovo un titolino “A chi mi rivolgo”.. e si caro Simone perchè sta tutto qui il tuo libro. Ti rivolgi a quella generazione di 35/50 enni che negli anni 80 erano privilegiati e che hanno continuato ad esserlo:”single, a volte coppie, raramente con più di un figlio, laureati, terziario, vivono in città, centro nord, forte propensione all’acquisto, forte consumo di tecnologia, maggioranza di centro destra, poco inseriti nel tessuto sociale”.Dei DINK insomma-double income no kids”- La tua sfida è corragiosa tanto quella di un paracadutista che si lancia dal primo piano sapendo che sotto c’è la rete di salvataggio.
    Dici che il disagio nasconde la grande chance di riflettere e decidere un futuro migliore e molti di noi sono nati “riflettendo”.. per te il cambio di rotta è poco più di una scampagnata nella vita bohemien!
    Venerdì 5 febbraio dopo il lavoro, verrò alla presentazione del tuo libro, non per conoscere te ma per vedere quelli della mia generazione che continuano a lamentarsi perchè il barattolo della Nutella non è abbastanza grande e così potrò finalmente e orgogliosamente non sentirmi parte di nessuna generazione dal pensiero debole, che non essendo mai stata adolescente si sente in diritto di prendersi il lusso di non diventare mai adulta perchè l’età adulta presuppone un’assunzione di responsabilità e questa è la cosa che più fa paura.
    Silvia Buscaino


    • Cara silvia, grazie del tuo post, che ho pubblicato sul sito, com’era doveroso.
      Permettimi di risponderti con altrettanta franchezza. Mi fa piacere farlo perché colgo tra le tue righe, anche se non le condivido, una credibile autenticità.

      Allora:

      • E’ evidente che lo spirito con il quale hai studiato tu era totalmente diverso dal mio. Tu hai studiato per fare soldi io perchè mi rendeva felice, perchè ci vedevo un riscatto sociale che poi non c’è stato.
      Non so da cosa deduci questa tua considerazione. Avevo appena finito di dire, nel libro, che tutti i miei compagni di scuola si erano iscritti a economia e ingegneria per far soldi, mentre io mio sono iscritto a lettere perché volevo fare la carriera universitaria e scrivere. Non mi pare che in questo ci sia il desiderio di far soldi ma la passione per la letteratura e lo studio. Poi, certo, mi è parso che l’emancipazione dalla famiglia sarebbe stata lunghissima e difficile e ho scelto di fare altro. Volevo affermarmi e fare soldi a sufficienza per essere autonomo, per acquisire quel che serviva per vivere. In questo ho accettato un compromesso duro, perché poi ho dovuto rendermi conto che la vita che avevo scelto (pur continuando a studiare e scrivere, era diventata del tutto avviluppante e avevo seguito uno schema sbagliato. Brava te che hai fatto le cose meglio fin da prima, ma non accusarmi di una volontà che originariamente non avevo e accetta la mia sincerità di dire “mi ero sbagliato”.
      • Ma questa brutta sensazione che ci stavi prendendo tutti in giro…
      Perché lo dici? Io ho descritto con onestà e sincerità la mia scelta. Si può non condividerla, ma dove trovi il raggiro? Dove vedi la cattiva coscienza? Quello che racconto e che tu stessa citi per criticarmi, avendolo scritto apertamente, prova la mia totale buona fede. Non ho “omesso” per sostenere che… Ho scritto proprio tutto direttamente Dunque dove starebbe la presa in giro?
      • Io da sempre pago le bollette per scaldarmi, per lavarmi, per mangiare, per usare il cellulare. Ho comprato una Nissan MIcra che aveva 8 anni e l’ho pagate a rate, pago l’assicurazione, il bollo,la benzina; mi serve per andare a fare la spesa, per portare mia madre a fare le visite,per fare una passegiata al mare .Adesso ha 12 anni e non mi fido e poi la benzina costa..te ne sei accorto? La scorsa estate, per l’ennesima volta, ho ritintegiato tutta la casa (che non è mia perchè è un alloggio popolare- grazie al cielo- perchè con il mio stipendio di 1300 euro al mese non riuscirei a pagare un affitto o a comprarmi una casa)L’ho fatto DA SOLA, e non è stato tutta sta grande soddisfazione ma una gran faticaccia.Sarà perchè l’ho fatto dopo che tornavo da scuola che per inciso dista a 75 km di distanza. E già perchè io il lavoro lo volevo a Firenze dove ho studiato, ma sono passati 25 anni e non sono ancora riuscita a andarci a vivere.Sai, io ho pochissimi soldi da parte e le case qui da noi non è che proprio te le tirino dietro.
      Anche questa tua analisi, col tono di chi avrebbe più “titoli” per dire o fare, non la condivido. Che tu abbia fatto le tue fatiche è cosa che non stento a credere, ma io che c’entro? Io ho fatto le mie, che tu puoi trovare poca cosa o gran cosa, ma che sono le mie, e le racconto. Io non avrò la pensione (e tu sì). Io non ho il riscaldamento a casa per risparmiare (e tu sì, suppongo). Io mi faccio un culo quadro a tagliare e trasportare la mia legna per il camino. Vivo con 700 euro al mese. Non ho alcun tesoretto o famiglia alle spalle quanto te. Autoproduco quel che posso. Faccio tutti i lavoretti che riesco (e che voglio). Non vedo dove io sarei un impostore, o dove la mia condizione non sia una scelta a suo modo dura, cruda, voluta, consapevole. Pensi che siano tante le persone che potevano arricchirsi e hanno detto addio a quel che avevano costruito per la libertà? Se li conosci presentameli…
      • Ma poi è arrivato il momento nel quale ti sei completamente scoperto..
      Mi fa piacere che tu lo dica. Confuti da sola l’accusa di presa in giro. Come posso prendere in giro qualcuno se sono esplicito su quel che penso? Il mio pensiero puoi contrastarlo con le tue argomentazioni, ma io sono una persona onesta e non ti permetto di mettere in dubbio la mia onestà. Io non metto in dubbio la tua (potresti aver inventato tutto e mentire, mentre ho pubblicato comunque la tua email. Lascia dunque che io pubblichi il mio libro).
      • chi guadagna 1500 euro al mese come farà ad assicurarsi una casa in vecchiaia? ding dong! ma ci sono sempre i genitori che ce la comprano la casa o che ci lasciano la loro quando se ne andranno. Tu Simone non puoi contare su tuo padre perchè lui i soldi se li vuole godere tutti e quindi non ti lascerà nulla, ma noi che abbiamo genitori con poca fantasia e minori aspirazioni si che qualcosa raccatteremo! Mi padre è morto 11 anni fa e non mi ha lasciato niente perchè niente aveva da lasciarmi.Almeno secondo i canoni di cui tu, fulgido esempio dell’edonismo che ha caratterizzato la nostra generazione, sei testimone. La gente della nostra generazione ha avuto tutto scodellato su di un piatto d’argento e quando il gioco si faceva duro tanto c’era sempre qualcuno che pagava…Sai quale credo che sia la colpa più grande di questa generazione di ex paninari?la mancanza dell’assunzione di responsabilità..tanto c’è sempre qualcuno che paga.
      Allora, qui non condivido quasi nulla. A me non m’ha scodellato niente nessuno. Io sono partito da disoccupato, poi da precario, e via così. Cos’è, sarebbe una colpa che io mi sono ammazzato di lavoro per acquisire qualcosa? Cos’è sarebbe una nota di demerito essere stato caprbio, anche in gamba, nel saper fare bene, meglio di altri, il mio lavoro? Fare carriera è una cosa negativa? Io mi sono conquistato tutto da me, tutto nel settore privato, dove nessuno ti regala niente, senza santi in paradiso, senza aiutini, senza niente. IO ho lavorato anche di notte, ma centinaia di notti non una soltanto. E ho pagato talmente caro quel che ho fatto che poi ho DOVUTO lasciarlo per salvare l’anima. Eh no Silvia, non mettere me su un piano diverso da quelli che si sono fatti il culo, perché non è così che è andata.
      • E a metà della pag.8, sornione e ruffiano trovo un titolino “A chi mi rivolgo”.. e si caro Simone perchè sta tutto qui il tuo libro. Ti rivolgi a quella generazione di 35/50 enni che negli anni 80 erano privilegiati e che hanno continuato ad esserlo:”single, a volte coppie, raramente con più di un figlio, laureati, terziario, vivono in città, centro nord, forte propensione all’acquisto, forte consumo di tecnologia, maggioranza di centro destra, poco inseriti nel tessuto sociale”.Dei DINK insomma-double income no kids”- La tua sfida è corragiosa tanto quella di un paracadutista che si lancia dal primo piano sapendo che sotto c’è la rete di salvataggio.
      Qui poi perdo del tutto il filo. Dove starebbe la ruffianeria Silvia!? Se dichiaro a chi è rivolto il libro, dove sarei falso o subdolo? Se tu non ti riconosci chiudilo e leggi altro. Qual è il punto? Ti sfugge il fatto che più hai e più è difficile lasciare quel che hai. Anzi ti dirò di più: se tu senti di avere poco, sei meno comprensibile tu a non lasciare quel che hai di quelli che critichi.
      • Per te il cambio di rotta è poco più di una scampagnata nella vita bohemien!
      Qui silvia ti prendi il lusso di una sentenza (come sopra) che non dice buone cose sulla tua onesta intellettuale. Da cosa comprendi questo? Come motivi questa affermazione? Supponi che io sia cosa, per dire questo? Queste sono semplici chiacchiere Silvia, roba da bar dello sport. Io le cose che ho fatto (e che decine di persone hanno visto e possono confermare) le ho fatte affrontando le mie paure, i miei limiti, ho REALMENTE detto NO a quel che avevo. Tu lo avresti fatto al posto mio, condividendo lo stesso bisogno di libertà? Tu non lo puoi affermare. Io invece non lo affermo: L’HO FATTO. Quando avrai fatto tu qualcosa del genere torni e ti permetti di dare giudizi. Prima, scusa, ma non lo accetto. Non sul MIO blog
      • Venerdì 5 febbraio dopo il lavoro, verrò alla presentazione del tuo libro, non per conoscere te ma per vedere quelli della mia generazione
      Sarai la benvenuta Silvia, e parlerò con te volentieri. Spero solo che ti sia chiaro un principio molto importante: tu puoi fare e dire quello che vuoi, ma devi rispettare le fatiche, le paure, le incertezze, i progetti e i sogni degli altri. Così come è giusto che pretendi rispetto per le tue. Evita le affermazioni ad effetto e dì la tua. Verrai certamente ascoltata e creduta. Meglio di come ascolti e credi tu alle cose degli altri.

      Un cordiale saluto.
      Ciao.
      Simone

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