Rileggere

1961. Luciano Bianciardi scrive “La Vita Agra”, opera che fa da palinsesto (come disse Geno Pampaloni) ai motivi che animeranno qualche anno dopo la contestazione giovanile. Il successo è immediato. “Ormai sto girando come un rappresentante di commercio” lamenta lo scrittore durante il suo giro d’Italia per presentare il libro “a volte sembro un comico d’avanspettacolo: sempre le stesse battute e sempre con l’aria di chi le dice per la prima volta” (quanto lo capisco!). La cosa sorprendente di questo libro (metà romanzo, metà saggio sociologico, metà tesi politica) è che delinea al presente e al futuro quel che noi possiamo raccontare oggi al passato e al presente, cioè descrive con chiarezza essenziale quanto stavamo per trovarci di fronte, accanto. Dentro. “Faranno insorgere bisogni mai sentiti prima. Chi non ha l’automobile l’avrà, e poi ne daremo due per famiglia, e poi una a testa, daremo anche un televisore a ciuascuno, due televisori, due frigoriferi, due lavatrici automatiche, tre apparecchi radio, il rasoio elettrico, la bilancina da bagno, l’asciugacapelli, il bidet e l’acqua calda. A tutti. Purché lavorino, purché siano pronti a scarpinare, a fare polvere, a pestarsi i piedi, a tafanarsi l’un con l’altro dalla mattina alla sera. Io mi oppongo.” Nessuno lo accusò di millenarismo, anche se ipotizzare questo scenario, all’epoca, era davvero fantascienza. Eppure, è accaduto. E nessuno (o quasi) si oppose.

Fin d’allora la sua ricetta anti-decadenza era chiara: “Ora so che non basta sganasciare la dirigenza politico-economico-social-divertentistica italiana. La rivoluzione deve cominciare da ben più lontano, deve cominciare in interiore homine. Occorre che la gente impari a non muoversi, a non collaborare, a non produrre, a non farsi nascere bisogni nuovi, e anzi a rinunziare a quelli che ha”.
Parole sante. E inascoltate. In interiore homine, nell’animo di ognuno. Per dire adesso basta ognuno a suo modo, ognuno con la sua voce. Ognuno con la propria forza e il proprio coraggio di uscire dal coro.
Luciano Bianciardi è una delle tante voci italiane pure, convinte, militanti, che sui giornali e nei libri (memorabili i reportage con Carlo Cassola sui minatori della Maremma) formarono il coro dei grandi moralisti italiani, come Pasolini, come Calvino. Gente che manca oggi come non mai alle nostre coscienze, alla nostra cultura. Proviamo almeno a rileggerli.

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62 pensieri su “Rileggere

  1. Caro Andrea, visto che ti sei dato la pena di offendermi e diffamarmi riportando dati non esatti che mi riguardano ti ricordo che sei passibile di denuncia con richiesta di risarcimento danni morali.
    Io amo gli animali, probabilmente tu no, io non mi nascondo, perchè infatti ho firmato con nome e cognome mentre tu hai messo solo il nome, quindi chi si nasconde sei tu. Sul mio profilo di Facebock non c’è scritto che appartengo alla destra estrema, non mi passa nemmeno per l’anticamera del cervello, bensì che provengo, quindi ora non ne faccio più parte perchè non mi rappresenta più, dalla destra sociale che era una corrente di Alleanza Nazionale e non ho niente a che vedere o a che fare con il nazismo, chiaro? Per quanto riguarda la mia attività di sindacalista, lavoro tantissimo per difendere i miei colleghi al punto che pur rappresentando l’UGL ho iscritto moltissime persone di sinistra, che chiaramente mi stimano e apprezzano il mio lavoro. Invito chiunque si fosse fatto trascinare dai commenti di Andrea ad andare su Faceboock e vedere il mio profilo. Devi avere molti problemi, perchè chi aggredisce e offende, significa che non ha argomenti da portare a supporto delle proprie opinioni. Ti consiglio di andare a sfogare la tua rabbia altrove e spero che Simone voglia prendere qualche provvedimento. E’ bello confrontarci e discutere soprattutto quando la pensiamo diversamente, ma sempre con il massimo rispetto degli altri e senza offendere nessuno.

  2. Mi fate scompsciare!!!

    😀

    avete trasformato il blog nel vostro ambiente naturale: una caserma di neonazisti… Bravi italiani, alla prossima guerra civile mi toglierò parecchie soddisfazioni sparando nelle cervella infette di molti come voi…

    😀

    p.s. per i piccoli Mariastella Gelmini… trovare gli erroti di grammatica di questo post, vi do un aiutino: sono quattro!

    • Bene Andrea, basta così. Questo era il tuo ultimo post. Tengo tutto, compreso il tuo indirizzo Ip che vedo in chiaro sull’admin.

  3. Sarà pure patetica, André, ma te l’ha messo bene bene… Beccato su un congiuntivo… che figura di merda… Delegittimato del tutto visto che non rispondi su Bianciardi (ma non eri così colto?) e non sai neanche scrivere… Che pirla… Ottimo lavoro France. L’ignoranza degli arroganti è dilagante.

  4. Simone navigator, il blog è tuo e decidi tu chi entra e chi no. La responsabilità è tua. Ma troppa libertà fa male e degenera in prevaricazione. Mi riferisco all’ultima trollata del noto troll: che OT insulta una certa persona, con nome e cognome. Siamo al limite del codice penale (diffamazione). I troll sono così: alla fine passano agli insulti ad personam. Questo confine non dovresti farlo superare.Sei tu giuridicamente responsabile del blog.
    Delle 2 l’una: o l’inviti a fare una crocera gratis (lui è innamorato di te) o lo banni (si innamorerà ancor più di te):-)
    Sperem che si parli solo del DS… mumble mumble

  5. Stefano sono d’accordo con te. Infatti mi chiedevo anch’io da quando dare due calci in culo ai rompicoglioni (Frajese docet) si chiama censura.
    Simone, “censura” pure tranquillamente.
    Ciao e grazie di tutto

  6. …a me Terzani con quell’aria da bauscia illuminato non mi ha mai convinto.

    Non mi convincono i fricchettoni tutti “peace and love” con la cannetta sempre girata, i radical chic in barca a vela e il capello brizzolato che cianciano di fuga dal sistema, non mi convincono i figli di papà che guidano il Cayenne con gli infradito indiani.

    Mi convincono persone come Ghandi, Mandela… e Olivetti. Persone che hanno scritto pagine importanti, che hanno fatto proposte valide per la costruzione di una società migliore, se non addirittura per la liberazione dalla schiavitù reale di milioni di individui.

    E noi qui, nel 2010, a dibattere il manualetto del Perotti…

    un grande “MAH” vi sommergerà…

  7. non per distravi,ma è uscito il nome di uno dei grandi uomini del nostro tempo”tiziano terzani”riflessioni e costatazioni a non finire per tutti.
    simone a modo suo me lo ricorda,per pensieri,radicali cambamenti e sobrietà carismatica.
    la fuga da questa realtà può non essere la soluzione dei problemi,ma con mare in tempesta e le carte nautiche che ci indicano un porto sottovento, perchè non prenderlo in considerazione per ritrovare la calma e le enrgie che abbiamo speso per navigare in una tempesta che non ci rende più forti, se ne usciamo vivi.chiarisco che chiamo tempesta le ore di coda per andare dove non ci piace a fare cose che ci dicono di fare con persone che ci maltrattano psicologicamente e che il giorno sucessivo ci chiedono come va la famiglia. stremati da queste giornate e frequentazioni sempre uguali,non siamo più pronti e disposti ad affrontare con il giusto spirito quelle che invece sono le vere sfide della vita,terzani chiamava la malattia che lostava ucidendo”il mio malanno” noi invece siamo MALATI al primo raffreddore.persone che trovano la condivisione di alcuni valori con il tempo potrebbero fondare nuove comunità,mentre ineggiare alle comunità per il cambiamento non accorgendosi di essere soli dove porterà???
    bona nocc

  8. Ha ha che ridere, buonanotte perditempo virtuali! 🙂 Oggi bellissima giornata al mare, avevo proprio voglia di uscire un pò nella natura… Là tutte queste discussioni sembrano come il ricordo della brina in agosto, qualcosa di rarefatto lasciato in un mondo remoto, un ologramma che nel sole non ha più senso… Fuori c’è il sole, fuori ci sono le stelle! Buona vita e vento in poppa per le prossime avventure! 🙂

  9. Del tutto d’accordo con gianni (grazie della bella citazione). Solo un errore. Il Trollino non lo odia simone… lo AMA! Fattelo dire da una specialista di cervelletti da strizzare… E’ pazzo di lui… odia noi per gelosia!!

    A…, Trollino, anche Bianciardi era scemo che diceva le stesse cose di Simone (o cornologicamente, viceversa…). Certo che se dai ragione a Bianciardi ti contraddici. Se dai addosso a Bianciardi… azz come la mettiamo con la decenza?

    Ultima cosa. Quando parli di come scrive Simone… tirati su le brache. Almeno dopo il superstrafalcione sul congiuntivo di uno dei tuoi ultimi blog (“Sarebbe interessante che le deboli menti… provino”) Consecutio temporum?? (non spremerti, era “provassero”. L’hai mancato di poco)

    Adesso buttala in caciara in generale naturalmente, tutti scemi, tutto qui tutto lì… oppure dicci che sui blog si scrive un congiuntivo diverso… Ahhhh Ahhhh

    Baci bello!

  10. Questo è il primo e ultimo mio commento rivolto ad Andrea.
    OK, Andrea, abbiamo capito che Perotti non le piace. Sa quanti altri blog ci sono in rete da leggere? Perché non usa un po’ del suo abbondante tempo libero per visitarli e commentarne qualcuno di più adatto al suo livello intellettuale?
    Inoltre… ma perché mai la censura, applicata da un privato blogger (non giornalista, né politico) al proprio blog non dovrebbe essere eticamente accettabile ?
    Se io fossi al posto di Simone censurerei in abbondanza. Non certo le critiche in quanto tali (sarebbe stupido ancorché non eticamente disdicevole), ma certamente, appunto, i cosiddetti “troll”.

  11. E’ tanto che seguo il blog con divertito interesse, stasera mi va di condividere alcune cose. Mia madre diceva “raglio dell’asino non arriva al cielo”, fortunatamente qui c’è posto per tutti, anche per gli asini…
    A proposito di Adriano Olivetti, il mio pensiero va subito a Tiziano Terzani, lo conoscete vero?… ex manager Olivetti prima, guarda caso, di dedicarsi alla sua vera passione. Cito un passo di un’intervista rilasciata a Francesco Bertolini per Economia e Management della Bocconi.
    E’ un piccolo esempio di come il “Perotti pensiero”, sempre che esista come definizione, sia qualcosa di più allargato e non una fuga solitaria; per la cronaca anche A. Olivetti non era certo un “assimilato”:
    “Tutti corrono, ma verso dove,
    alla ricerca di cosa? Perché ?
    Molti sentono che questo correre
    non ci si addice e che ci fa perdere
    tanti vecchi piaceri. Ma chi ha
    ormai il coraggio di dire: “Fermi!
    Cambiamo strada.”? Eppure se ci
    fossimo persi in una foresta o nel
    deserto faremmo di tutto per trovare
    una via d’uscita!
    Perché non far lo stesso con questo
    benedetto modello fondato sulla
    crescita, che ci rende più ricchi,
    più sani, più belli, ma in fondo
    sempre meno felici?”
    Ecco, il “Perotti pensiero” penso sia semplicemente questo, al di là di secondi fini di marketing o imbonimento.
    Non è un guru né tantomeno un messia e non ha discepoli ma soltanto compagni di viaggio o anche semplici ammiratori. Se poi scrive anche libri, fa bene a promuoverli e se uno li compra vuol dire che è stato per lo meno incuriosito.
    Che scriva bene o male forse qui non frega a nessuno, interessano le idee e il confronto, e anche questo è “comunità”.
    Buon vento a tutti…

  12. Tanto per darvi una idea dei personaggi che adorano il Perotti pensiero:

    Tale DONATELLA DAINI

    Sul suo profilo facebook una inflazione di foto di gatti, cani e fumetti di mafalda, non una foto sua. Un pessimo rapporto col proprio corpo si direbbe, e con la propria identità.

    Orientamento politico: Destra estrema, ma poi precisa che non esiste più e quindi è politicamente organa. Rimane in attesa del Quarto Reich.

    Professione: Impiegata di banca e udite udite: sindacalista. Il profilo tipo del parassita all’italiana.

    Doverosamente cattolica, ovviamente.

    Totale: l’itagliana per eccellenza, lo stereotipo dell’opportunista mantenuta, benpensante e banalmente incastonata nel sistema delle iposcrisie nostrane.

    Naturalmente, in perenne conflitto con se stessa e con lo schifo di vita in cui si è andata a infangare, perchè in ultimo da di sé questa esilarante descrizione:

    NON SO CHE DIRE, TROPPO SENSIBILE E TROPPO IDEALISTA, SONO PROPRIO FUORI MODA E SCOMODA, QUINDI NE PAGO LE CONSEGUENZE.

    Ok, dopo aver vomitato, potete anche farvi una grossa risata.

    😀

  13. @ Donatella
    …sotterrati 🙂 non meriti considerazione.

    @ alias
    In questo blog dominato dal populismo, un populismo viscido, latente, con un capo più o meno mitizzato e un gregge di adoratori, la mia voce e quella di pochi altri rappresenta la vostra nemesi.

    Simone è troppo intelligente per non capire le mie obiezioni. Se vorrà farsi una cultura su un uomo che ha lasciato veramente il segno nella storia delle idee di questo misero paese, lo consiglio alla lettura di Adriano Olivetti.

    http://it.wikipedia.org/wiki/Adriano_Olivetti

    Come detto modestamente da me in altri post, ma l’idea mi è stata trasmessa in eredità da questo grande pensatore, la fuga solitaria (come quella di Simone) è l’atto più vile di tradimento verso l’intera comunità.

    L’idea di comunità è al centro del pensiero politico di Olivetti. La società può solo cambiare se tutto parte dalla comunità, o dalle comunità.

    I cascami letterari-manualistici che sono all’origine di questo blog rappresentano in pieno la sterilità e la povertà del periodo storico che stiamo attraversando e che ci porterà alla tragedia.

    Avremmo bisogno di eroi, come Adriano Olivetti, e abbiamo solo manager telegenici con l’hobby del romanzo.

    Se solo aveste un po’ di consapevolezza di tutto ciò, vi assalirebbe una grande tristezza.

    Se poi il manager Perotti volesse argomentare compiutamente contro o a favore di ciò che dico, sarebbe un segno positivo, ma lasci da parte il solito buonismo accomodante e qualunquista, quello è veramente insopportabile.

    Ci manca solo che tu dica che questo è il “blog dell’amore”…

  14. Se uno scappa tende a guardarsi indietro e poi quando si ferma perchè si sente al sicuro s’accorge di non sapere dov’è. Quindi penso che l’isola caraibica non sia una soluzione se considerata fine a se stessa. Bisogna parlarsi e capirsi, fare una profonda analisi su ciò che veramente si vuole e poi saltare. Purtroppo poi i problemi continuano perchè a quel punto il mondo ti si ritorcerà contro e si dovrà tirare fuori tutta la propria forza dovuta alla consapevolezza acquisita….questa, almeno, è la mia ricetta.
    Fulvio, bella idea.
    Facevo la stessa cosa tanti anni fà da militare in Sicilia.
    Partivo la mattina e facevo servizi per vari paesini intorno Catania e Messina. Andavo alla scoperta di non sò cosa e spesso mi fermavo a pensare come fà una terra così meravigliosa a non essere ricca e florida (il motivo si sà). Tornato non ne ho sentito più il bisogno ?!?!?
    Un saluto a tutti
    Neve nel sud pontino..che spettacolo.

  15. Caro Andrea le menti che tu definisci deboli, non perdono le loro energie per discutere con gli arroganti e presuntuosi che oltretutto mancano di rispetto a chi la pensa diversamente. Spesso molte persone si riempiono la bocca con le parole democrazia, libertà, tolleranza, rispetto, ma non conoscono nemmeno il significato di queste parole.
    Donatella Daini

  16. Caro Fulvio, caro Simone, carissimi amici tutti, anche a me è successo un episodio strano tanti anni fa, beh! tanti eravamo circa a metà degli anni 80. Amo fare viaggi da sola per vari motivi, ma forse il più importante è che si è in questo modo più aperti all’esterno e quindi più arricchente. Al tempo andavo vestita con jeans e maglietta ero molto magra, sigh!! Presi un treno e decisi di visitare sia la costa che l’interno delle Marche e degli Abruzzi, un’esperienza indimenticabile. Ma cosa comica mi è successa nella bellissima cità dell’Aquila, dove arrivai nel primo pomeriggio con un autobus di linea, aspettai seduta a un bar sotto gli occhi sospettosi di molte persone che aprisse l’azienda autonoma di soggiorno per farmi consigliare tre alberghi tranquilli. Mi recai dal primo e mi fu detto che non prendevano donne sole, loro non volevano problemi, allora gli risposi imbelvita che essendo quello un lordo ambiente era giusto che non vi rimanessi. Al secondo successe la stessa cosa, allora gli dissi che sarei andata a telefonare a mio padre(non c’erano ancora i cellulari), il quale sarebbe andato dai carabinieri che a loro volta avrebbero telefonato ai carabinieri del luogo che sarebbero venuti nell’albergo. A quel punto magicamente si liberò una camera, certo 25 anni fa, specialmente in certi posti non c’era una mentalità molto aperta, addirittura al ristorante i camerieri temevano che non avessi i soldi e mi dicevano di prendere alcune cose piuttosto che altre, ma se fossi stata un uomo che viaggiava solo, non sarebbe successo niente di cio!!!!!
    Ciao a tutti
    Donatella

  17. Cercare la fuga invece dell’equilibrio è quello che viene subito in mente, la via di… fuga, appunto. Ma è la via più facile, non la più utile. Prima di muoversi è pùi utile riprendere fiato, trovare il punto dove l’ansia si estingue, capire le ragioni del disagio. Serviranno molto più quelle del bisogno di allontanarsi. Se si resta gente urlante, che chiede conforto, che chiede ascolto… si resta deboli, incapaci di ogni cosa.

    • Mino, Cosa non va? Cosa fa male? E’ utile capirlo, secondo me. Se qualcuno cerca di ferirti, potrebbe tentare invano se tu sei saldo, se hai un sogno, se stai lavorando, se sei forte e stabile. Ecco il lavoro. Non consentire questo danno attraverso la comprensione e il lavoro dentro. Un uomo forte non è facile da battere. Questo mi pare un buon programma verso una condizione di equilibrio. Quando tutto andasse meglio, allora potresti muoverti. A quel punto non sarebbe più una fuga, ma un cambiamento.

  18. Sarebbe interessante che le deboli menti, con un colpo disperato delle reni, provino ad argomentare contro la mia tesi invece di parlare di troll…

    Simone, che è un manager intelligente, sicuramente non ha sottovalutato le mie obiezioni al suo lavoro e alle sue idee.

    Un gregge di appecorati fatto di Lorenzo, france e altri a che serve?

    mah… dai, tirate fuori le idee, mi sto annoiando… gli insulti con me non attaccano.

    🙂

  19. Sono perfettamente d’accordo con Simone sul discorso “fuga” e “Paesi-Eldorado”. Parlo per esperienza diretta pluriennale nei Caraibi e sul Mar Rosso. Ma non voglio generalizzare: poche, pochissime persone straniere realmente felici le ho trovate. Ma sono persone che sono soddisfatte di se stesse, e che sono arrivate a un equilibrio che, purtroppo, non potrà mai venire da fuori. “La natura aiuta, ma non può fare il tuo lavoro”, mi aveva detto un mistico anni fa -, e ora devo ammettere che aveva ragione. Non mi pare tuttavia che questa visione sia negativa! 🙂 Ci si può riuscire! 🙂

  20. “nel gergo di Internet… è detto Troll un individuo che interagisce con la comunità tramite messaggi provocatori, irritanti, fuori tema o semplicemente stupidi, allo scopo di disturbare gli scambi normali e appropriati. Spesso l’obiettivo specifico di un troll è causare una catena di insulti (flame war); una tecnica comune consiste nel prendere posizione in modo plateale, superficiale e arrogante su una questione già lungamente (e molto più approfonditamente) dibattuta, specie laddove la questione sia già tale da suscitare facilmente tensioni sociali (come un’annosa religion war). In altri casi, il troll interviene… con lo scopo di mettere in ridicolo quegli utenti che, non capendo la natura del messaggio del troll, si sforzano di rispondere a tono. Dal sostantivo troll si derivano, sia in inglese che in italiano, forme come… trollare (“comportarsi come un troll”) o essere trollato (“cadere nella trappola di un troll” rispondendo a tono alle sue provocazioni).

    Un troll particolarmente tenace e fastidioso può effettivamente scoraggiare gli altri utenti e causare la fine di una comunità virtuale. Se un troll viene invece ignorato (in genere la contromisura più efficace), solitamente inizia a produrre messaggi sempre più irritanti ed offensivi cercando di provocare una reazione, per poi abbandonare il gruppo.”

    Direi che calza perfettamente.

  21. Okkio Simone che stai superando un confine mobile quando affermi “Navigando spesso in arcipelaghi tropicali mi sono reso conto che tutti quelli che incontri, che si sono stabiliti lì dall’Europa, di solito sono dei disadattati, gente in fuga, che per un periodo sta bene poi sclera”. Anche tu potresti essere accusato di essere un disadattato, perchè sono disadattati tutti quelli che non si adattano a questo mondo.E questo mondo è quello del lavora, guadagna, compra. Anche la tua è una fuga, dal ruolo che avevi. Chi vuole cambiare vita, in italia sopratutto, è visto come un disadattato in fuga.

    • Angelo non sono d’accordo. Una fuga è andare via da qualcosa che si teme, si odia, ci fa male. Andare via dunque veloci, per non tornare più in zona, convinti che andando via da lì tutto si risolverà. Una fuga implica qualcosa di cui liberarsi, che se permanessimo ci opprimerebbe. Io sono andato via da un bel lavoro, dove riuscivo nella media, non ero oppresso. Non lo odiavo. Riuscivo a stare piuttosto bene. Ma mancava qualcosa. Non ero libero. Non potevo scrivere i miei romanzi studiando, con calma, con gioia. Non potevo occuparmi di barche. E ho scelto di rinunciare a una serie di cose per vivere quelle. Accanto a questo, facendo questo, mi sono anche accorto di molte altre questioni, alcune convinzioni si sono rafforzate (ad esempio che se sei uno senza equilibrio non c’è alcuna rivoluzione che possa produrre benessere, devi prima trovare una qualche armonia col tuo mondo interiore), arricchendo la mia scelta di molte sfaccettature. Ma cambiare odiando qualcosa e scegliendo qualcos’altro per non odiare più, non funziona. L’odio è una condizione interna, personale, che si porta con sé. Tutti quelli che ho visto in paradisi tropicali odiavano qualcosa, ne erano fuggiti, e l’Eldorado che cercavano (cioé dove fossero riusciti a non odiare più) non l’avevano trovato. Erano gonfi, macerati. Non erano in equilibrio. Mi riferivo a questa differenza. ciao!

  22. Fulvio, se ripassi ” per caso ” dalla Toscana fatti vedere 🙂
    Anche a me piace gironzolare così, a piedi per il mutevole paesaggio della mia terra d’adozione. Bravo! Alle mie “girate” spesso aggiungo i miei “incontri con uomini e donne straordinari” e me li vado, ma non casualmente, a cercare…
    S.

  23. @Fulvio, questa idea te la rubo!

    @Andrea, sei funzionale al sito, sembri quasi creato ad arte! Continua, ti prego.

    “L’utopia è come l’orizzonte: cammino due passi e si allontana di due passi. Cammino dieci passi e si allontana di dieci passi. E allora, a cosa serve l’utopia? A questo: serve per continuare a camminare.” (Eduardo Galeano)

  24. Simone, credo che tu non conosca la storia di pitcairn. Quella e’ l’isola in cui si sono fermati gli ammutinati del bounty qualche secolo fa. Ancora oggi i 50 abitanti sono i discendenti di quel gruppo mischiatosi con gli indigeni tahitiani. Non esiste l’aereoporto e anche l’approdo e’ molto problematico, si rischia dopo 2gg di navigazione dalla piu’ vicina isola abitata di non potersi avvicinare per le condizioni del mare.
    E’ piu’ un “esperimento sociale” per downshift radicale intendevo proprio la possibilita’ di arrivare a questo regime di vita “normale” per chi vi e’ nato da parte di chi non vi e’ nato e impazzisce se si scarica la SIM.

    Questo credo chiarisca meglio la tua affermazione:
    “Se bastasse andare su Pitcairn per essere felici, basterebbe prende l’aereo e la nave. Ma non è così. Non mi pare downshifting radicale quello.”

    Non credo che essere felici sia una condizione reale possibile, semmai sereni, ma e’ diverso.

  25. Caro Simone, mi stupisco… anzi no.

    Usare una fallacia argomentativa (argumentum ad populum) per sostenere che io ho torto è un po’ deboluccio.

    Probabilmente può bastare per i tuoi lettori, ma è la stessa tecnica di berlusconi che fa le vaccate più assurde e poi spernacchiando bercia: “il popolo mi ha eletto! prrrrrr!”

    ahi ahi ahi Simone… il funzionario che è in te non morirà mai, puoi mettergli il culo su una barca a vela, puoi metterlo a piantare cipolle, ma sempre manager rimani… quindi è relativamente facile analizzarti poiché sei prevedibile.

    Se fossi un intellettuale, uno scrittore, tutto sarebbe più complicato…

  26. L’anno scorso sono partito con il treno per una destinazione incerta, come faccio a volte. Vado in stazione, guardo il tabellone delle partenze e prendo il biglietto per il primo treno che parte. L’anno scorso sono finito a Grosseto, in un giorno di aprile. Avevo 4 gorni di ferie, per fare tutto quello che volevo. A Grosseto ho inevitabilmente incontrato Bianciardi, avevo già letto La Vita Agra anni prima, ho letto altro di lui, tutto quello che ho trovato nelle due belle librerie indipendenti di Grosseto. Ho trascorso giorni meravigliosi, insieme a me, a Bianciardi e alla libertà. Sapete cosa significa una vacanza del genere? Senza una meta, neppure un’idea, tutto da scegliere, ora dopo ora. Mi fermo qui? Prendo un’auto e vado a Saturnia, prendo l’autobus e vado nella riserva stupenda di Alberese oppure sto fermo qui, in piazza a Grosseto, per tutta la mattina a guardare le persone che passano. Sapete cosa è successo, dopo due giorni che me ne stavo fermo a Grossseto a gironzolare? Mi hanno fermato i Carabinieri, mi hanno chiesto i documenti e mi hanno detto perché sto così in giro senza fare nulla, gli è stato riferito dalla gente del posto. Mi hanno chiesto perché stavo da solo e alla mia risposta affermativa, che sono un turista (meglio usare le parole comuni, se avessi detto che ero un “flaneur” come minimo avrebbero scritto che ero sotto l’effetto di qualche droga…) loro hanno replicato se avevo qualche meta particolare, se avvo una cartina, un itinerario…

  27. @ Simone

    Carissimo, un mio messaggio non è mai apparso, te lo confermo. Ti credo, e quindi dichiaro ufficilamente che il tuo blog ha avuto un problema tecnico, a volte capita.

    E poi, caro Simone, io non trasudo bile, non sbavo, eccetera… sono un lettore critico, il tuo libro fa acqua da tutte le parti, è ingannevole, mal scritto, un genuino frutto di questa epoca di farlocchi.

    Credendo di trovare un altro stile nel blog, ci ho ritrovato invece il tuo scrivere accomodante, obliquamente buonista e soporifero.

    Che tu abbia avuto successo, buon per te, ma per me è una conferma di più del tuo essere allineato al sistema.

    @ Sonia

    La censura in rete non ha senso, che pensa di censurare la rete è un settantenne con una prostata così…

    Per rivedere The Pirate Bay è sufficiente navigare in modo anonimo, ad esempio da questo sito:

    http://anonymouse.org/

    Ecco fatto, in culo ai censori.

    • Così va meglio Andrea. Incidente chiuso. Ti prego di non fare più allusioni a cose come censura o mia malafede, perché ho difeso le mie idee in ben altre sedi e non accetto che si mettano sospetti in giro. Questo spazio è libero. Lo dimostra il fatto che tu ci scrivi (sempre la stessa cosa, ma comunque…). Circa le cose che dici, come immagini io e a quanto pare migliaia di altre persone non siamo d’accordo. Saremo tutti scemi e tu l’unico illuminato. Capita. Buona lettura a tutti

  28. Daniele, riguardo Pitcairn, che vuoi che ti dica. Io all’isola del tesoro, all’Eldorado dove scorre latte e miele, non ci ho mai creduto. Se bastasse andare su Pitcairn per essere felici, basterebbe prende l’aereo e la nave. Ma non è così. Non mi pare downshifting radicale quello. Navigando spesso in arcipelaghi tropicali mi sono reso conto che tutti quelli che incontri, che si sono stabiliti lì dall’Europa, di solito sono dei disadattati, gente in fuga, che per un periodo sta bene poi sclera. Direi che la via al downshifting non passa per la fuga, o comunque non necessariamente per Pitcairn. Generalmente passa più dentro che fuori.

  29. Ciao Andrea, potevo essere d’accordo su certe tue affermazioni di alcuni giorni fa, ma ora non puoi chiamare utopia il messaggio che diffonde Simone Perotti: io l’ho messa in pratica da almeno 15 anni, da prima di sapere che qualcuno l’avrebbe chiamata “downshifting”, ed è tangibile, reale, io vivo così e anche con molto meno, e la cosa bella è… che faccio quello che voglio e che sono felice. Se chiami questa possibilità “utopia” sei il primo che si è arreso… Posso dimostrare tutto quello che scrivo. Buona giornata
    Ah, ragazzi, se vogliamo parlare di vera censura, per favore interessatevi anche voi al caso di http://www.thepiratebay.org , trovo gravissimo l’oscuramento italiano e sto sollevando un polverone via Facebook e emails… Vi prego anche di diffondere il messaggio il più possibile, di smuovere, di FARE QUALCOSA. Grazie

  30. Andrea sarà anche rivendicativo e auto affermativo però è divertente leggerlo, almeno un po’ di contradditorio stimolante e non solo le pacche sulle spalle: sei grande anzi no, di più, sei mitico!!
    Ritornerò.

    • Alessandra, sono d’accordo con te. A me diverte Andrea, con questa sua foga e questa sua intensità. Nulla contro di lui, di cui ho infatti pubblicato ogni post, compresi quelli che dicevano il peggio sul mio libro. Però vedi questa cultura del sospetto, dell’instillare dubbi, del fare propaganda mi sta bene fino a che non lede cose che considero sacre, e cioé la trasparenza e la lealtà. Giocare a fare il censurato mettendo me in una sinistra luce di censore, di uno che paraculescamente pubblica cose “fino a un certo punto” e poi no, beh, questo non lo posso accettare. Qui tutti hanno diritto di parola. Accetto ogni critica e vado avanti per la mia strada. Purché non mi offendano o non si superi la decenza. Ma mica per altro, per rendere l’ambiente opsitale per tutti. Tutto qui. Mi auguro che Andrea ammetta di non essere mai stato censurato, così continueremo a leggerlo. ciao!

  31. ma come fate a non odiare Simone Perotti?

    E’ riuscire a non odiare Berlusconi…

    ma lo leggete? scrive come quei dirigenti dal linguaggio obliquo che ti licenziano dicendoti che è per il tuo bene… Ha quel linguaggio borghese e perbenista tipico della classe dirigente.

    Ma perché in questo paese siamo circondati da tanta ignoranza? Gente, datevila sveglia. Se Pasolini fosse vivo, lo andrebbe a stanare dalla sua casetta con giardino e lo prenderebbe a calci nel cuolo…

    Perotti è un imbonitore, un bravo imbonitore, come Berlusconi. Lui vende. Ha capito che l’utopia è un prodotto che vende! mica scemo… ma è solo packaging. C’è scritto “utopia” sulla confezione, ma una volta aperta la confezione ci troverete solo l’escamotage dell’ennesimo furbetto del quartierino per fare qualche soldo e crescere in visibilità…

    Ora Simone, censura pure anche questo posto dopo gli altri che hai già censurato…

    Se non lo farai, vorrei dare un consiglio di lettura ai navigatori di questo blog. Se avete 15 euro, spendeteli per questo libro, ne vale sicuramente la pena, ed è questione di una banale consonante…

    http://www.edizpiemme.it/cucinaitaliana/cucina_last_pub/pmbook-266710.view

    • Andrea. Per l’ultima volta. Dì quello che vuoi, come vedi non ho problemi a pubblicare le tue opinioni. Però non posso tollerare che tu faccia trapelare l’idea che io censuro qualcuno. Se ti scoccia ammettere che sbavi ogni volta che scrivi qualcosa, e anche dieci minuti di ritardo nella pubblicazione del post ti fanno perdere la testa e gridare alla censura, lo capisco. Ma non ti consento, sul mio blog, di insinuare cose non vere. Io non censuro nessuno, neppure te. Dunque ti prego sul prossimo post di ammettere serenamente che non ti ho censurato alcun post. Altrimenti, mi spiace ma non ti pubblico più. Finche ci riferisci le tue opinioni, anche trasudanti di bile, mi va benissimo. Mi diverto. Ma quando tenti di danneggiare il mio blog, in cui vige libertà di pensiero e totale apertura, allora non ci sto. Mi sembri una persona intelligente che inneggia alla lealtà, dunque mi aspetto che tu ammetta pubblicamente che dici una cosa non vera sostenendo che ti ho mai censurato un solo post. Se non lo fai, sei fuori. Questo non è un servizio pubblico, è il mo blog. Sul tuo fai quello che credi. Buona giornata. Ciao.

  32. Caro Simone,
    sono a pagina 63 del tuo libro.
    mi viene un nodo in gola e rileggo qs pagina tipo 3 volte.
    La tua verità è disarmante.
    Esseri umani causali con cui vivi per anni
    gomito a gomito e che decidono del tuo stato d’animo, dei tuoi soldi e della tua serenità.
    A volte vipere a volte serpi.
    Esco a prendere un po’ d’aria in pausa pranzo….
    per non vedere ne sentire…
    un ora di ossigeno…..per poi continuare l’apnea.
    Se non ti schieri, sei fuori.
    Ma l’etica non si impara nei team building: ti viene da dentro…
    e se sei uno di contenuto, non ci stai.

    Grazie per qs bellissimo libro..
    un caro saluto
    patty

  33. Io ero pratico di vele da ws che non si piegano 🙁

    Cmq come magari !!! oh cosi mi spiazzi, mica starai pensando di tornare ai cabinati delle foto.

    Cosa ne pensi del dwn shift radicale ?

    • Caro Andrea, mi pare che tu abbia un poco di smania di veder pubblicati i tuoi post. Quando non li vedi tuoni alla censura. Il mondo non congiura contro di te, stai sereno. Certamente non lo faccio io, che anzi trovo divertente questa tua bizzarra crociata. Solo, li pubblico quando mi collego. E ho anche altre cose da fare, se Dio vuole. Tranquillo, dunque, i tuoi post verranno sempre pubblicati. Non essere ansioso, che poi dai ragione ai tuoi detrattori. Ma ti pare che mi tocca darti consigli su come sembrare più saldo e sereno?! Divertiti. Buone cose.

  34. Ciao a tutti,
    dai post precedenti vedo che per tutti la “coerenza” e’ un valore, io penso che molto marketing fa leva proprio anche su questo.

    Infatti condivido in pieno questa citazione “Occorre che la gente impari a non muoversi, a non collaborare, a non produrre, a non farsi nascere bisogni nuovi, e anzi a rinunziare a quelli che ha”, aggiungerei solo “quando” prima di “non”, ma non e’ cosa facile.

    Ma quante vele hai !! Sara’ mica che con sto libro ti sei fatto un bel trimarano

    Ciao
    Daniele .. due

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