Giornata dura…

Le nuovle nel golfo di Spezia, stasera

Le nuvole nel golfo di Spezia, stasera

Giornata dura oggi. Umore scuro, cupo. Molto ha inciso la lettura dei giornali di questi giorni: quanta follia nella corruzione, nell’urlo vuoto del denaro, nel potere. Gli uomini giocano a farsi la guerra, incoscientemente, drammaticamente. Inseguono senza sosta qualcosa che non c’è. Molto hanno inciso questioni personali, pensieri, languori, dolori. Mi viene da sorridere quando qualcuno esprime invidia per la mia scelta. Come se io ora fossi al riparo dalla vita, dai suoi dolori. Che leggerezza, che incoscienza, che ignoranza…

La vita va. Sono più libero, ne sono felice. Ma non basta. Questo è un nuovo percorso, tutto da fare. La vita non offre a nessuno alcun riparo. Il padre di R. è morto ieri sera. L’ho sentita piangere, al telefono. I miei genitori… le mie paure… i miei bisogni di uomo. Quanti pensieri. Quanti pochi strumenti, poca dotazione, e quante paure. Cosa sarà di me, di voi che leggete?

Oggi lavori pesanti. Prima il romanzo, che cresce, che sale, che si complica. Poi la costruzione di un oggetto, i lavori di ristrutturazione. Un noce da potare duro per evitargli la morte. Mi serve vivo, perchè le sue radici tengono una balza di terra. Poi lavori a bordo, da solo, dove servivano almeno due uomini esperti. Soddisfazione per avercela fatta, pur nel quadruplo del tempo, quasi senza fiato. Non chiedere aiuto è una nevrosi. Il premio, come per ogni nevrosi, è altissimo.

Stasera tramonto dolcissimo sul golfo. Mare come una lastra d’acciaio. Cielo chiaro, riflessi rosa. La giornata ha preso un verso appena migliore. Forse è per questo che ho pensato che sono qui, sono vivo, lavoro, mi concentro, penso, e sono fortunato a farlo adesso, a 44 anni, in un giorno che, per un niente, avrei potuto trascorrere con uguale durezza, ma immerso in un mondo non mio, senza senso, che non mi avrebbe portato in alcun luogo. Non che mi ritrovi chissà dove… Non esiste alcuna area protetta, l’ho detto. Ma ogni passo, anche quelli indietro, anche quelli duri, sono veri, miei, credibili. Esiste un modo migliore di vivere che soffrire delle pene di tutti autenticamente?

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30 pensieri su “Giornata dura…

  1. Grazie per la risposta Simone,
    vero tutto quello che dici, in effetti la loro è una scelta più estrema e differente dalla tua. Mi ha fatto riflettere il discorso che ha fatto la ragazza su “l’essere sempre presente con te stessa, ti rendi conto di chi sei, riesci a capirti, a conoscerti, non hai distrazioni”.

    Ancora grazie per il tuo tempo, a presto,
    – Marco.

    • Sì quello è abbastanza il centro del ragionamento. Io capisco questo punto. Lo vivo molto anche io. In effetti la comunicazione distrae. Sta a noi gestirla nel modo giusto. Però qui, anche come vivo io, c’è molto silenzio e molta concentrazione. A volte perdo qualunque sentimento del tempo. E’ molto affascinante. Va anche detto che “non hai distrazioni” ha anche una pars destruens. Ti assicuro che già come vivo io, pur in possesso di un forte equilibrio e una certa stabilità interiore, a volte (neppure rare) è durissima. Va molto meditato questo aspetto. Direi che soldi, lavoro, etc sono tutte cose minime rispetto a questo.

    • Marco, sì, l’ho visto. Ci ho anche lungamente pensato. La cosa che mi convince di più è che le persone (cioé la coppia) sembrano serene. Quello che conta è sempre l’effetto che le cose producono. Come nel film di Woody Allen “Basta che funzioni”. E loro sembrano sereni e tranquilli. Certo mi ha parecchio colpito il loro modo di vivere. Io vivo isolato, non vedo nessuno, sto molto tempo da solo. Però comunico, via web, via telefono, via articoli dei giornali (miei che scrivo e di altri, che leggo), o con i miei libri. Insomma, credo nella comunicazione, nella relazione. La mia scelta è stata fatta anche molto per cercare silenzio e solitudine, ma non SOLO per quello, o non per stare SOLO tutto il tempo. Io sono un progressista, credo nella scienza, nel progresso, nel miglioramento delle condizioni. La scelta di quelle persone mi pare un poco estrema per me. Caisco che senso ha, e lo rispetto molto, ma tutto sommato io cerco una via intermedia, diversa, non del tutto distante assolutamente, ma diversa. Però molto interessante e grazie della segnalazione. Scusa se non ti ho risposto subito. ciao!

  2. Me ne sono andata da Milano nel lontano 1986 lavoravo in uno studio di via della Moscova, ma mi stava tutto stretto, sono fuggita e da quel momento mi sono resa conto di com’è bello svegliarsi la mattina e ascoltare la natura. La luminosità ti da una carica che è meglio del caffè…
    Ero giovane, avevo 22 anni ma tanta voglia di vivere, di sperimentare, di apprendere.
    Il lavoro serve per sopravvivere, ne ho cambiati tantissimi adattandomi spesso a fare anche ciò che mi incuriosiva, ho imparato tante cose nuove e tante sono pronta ad impararne, mi piace anche regalare il mio sapere e quando posso insegno agli altri quel che meglio so fare a titolo gratuito, anche questo ti fa stare bene. Ma mi accorgo che spesso le persone non capiscono la tua filosofia e se ne approfittano… un vero peccato!
    Non mi piace l’egoismo, odio il consumismo non tollero chi non rispetta il prossimo e purtroppo siamo circondati da molti di questi soggetti.
    Il mio pensiero fisso è rivolto all’Africa alle missioni perché penso che posso ancora dare molto per meritare la ricompensa di un sorriso.
    Ho perso il mio papà da 3 mesi, per me era tutto, non so quando e se riuscirò a superare questo lutto, ma quello in cui credo di più è che la vita non vada sprecata e vada vissuta intensamente per tutti gli attimi che ci è concessa.
    Non so ancora se riuscirò a portare a compimento i miei pensieri, ma sono sicura adesso ancor più di prima che quello che diceva il mio papà era vero:
    VOLERE E’ POTERE.

    Sono sicura che dentro ognuno di noi c’è una forza d’animo, basta chiudere gli occhi e guardarci internamente, si riesce a vedere.

    La differenza sostanziale è provare a fare quello che nel profondo vogliamo…

    Sono sicura che ognuno di noi se vuole, PUÒ!

    Un abbraccio.

  3. Autenticità, aderenza a ciò che si è, a ciò che si sceglie, a dove si sta, al prossimo passo…
    Immagino la tua scelta e la scelta di chi, ognuno nella sua forma unica, individuale, vuole avvicinarsi sempre più alla libertà di Essere e di attualizzare sempre più chi si è in potenza, in divenire…Immagino dicevo questa scelta come ad un togliere ostacoli, liberare la strada, respirare di più, a pieni polmoni…
    e questo ci fa sentire tutt’altro che al riparo…in pieno nel centro della propria vita, delle sue sfide, sofferenze, dei suoi bruschi strattoni, dei suoi bivi, dei suoi dubbi e delle sue nebbie…
    Spesso invece i mille impegni/doveri/frenesie servono proprio a darci l’llusione di essere al riparo, in un ottundimento dal sentire realmente…
    ma prendersi il tempo per esserci nella propria vita – già perché il tempo si prende a volte con i denti e le unghie, lo si conquista, si sceglie di prenderlo e non “beato/a te che hai tempo”
    Ciò che da sempre, da quando mi ricordo, più sento forte è quello della responsabilità, della scelta del voler essere..
    quant’è duro davvero in certi momenti ma
    poter sentire appieno anche questi momenti è l’unico vero modo di attraversarli…

    ..in cammino…ancora con tanta tanta fatica e nebbia…

  4. Fabrizio De Andrè – Le Nuvole

    Vanno
    vengono
    ogni tanto si fermano
    e quando si fermano
    sono nere come il corvo
    sembra che ti guardano con malocchio

    Certe volte sono bianche
    e corrono
    e prendono la forma dell’airone
    o della pecora
    o di qualche altra bestia
    ma questo lo vedono meglio i bambini
    che giocano a corrergli dietro per tanti metri

    Certe volte ti avvisano con rumore
    prima di arrivare
    e la terra si trema
    e gli animali si stanno zitti
    certe volte ti avvisano con rumore

    Vanno
    vengono
    ritornano
    e magari si fermano tanti giorni
    che non vedi più il sole e le stelle
    e ti sembra di non conoscere più
    il posto dove stai

    Vanno
    vengono
    per una vera
    mille sono finte
    e si mettono li tra noi e il cielo
    per lasciarci soltanto una voglia di pioggia.

  5. “Quando ti viene una nostalgia, non è mancanza, è presenza, è una visita, arrivano persone, paesi, da lontano e ti tengono un poco di compagnia”. Erri De Luca (Montedidio)

  6. “La morte non è niente.
    Sono solamente passato dall’altra parte: è come fossi nascosto nella stanza accanto. Io sono sempre io e tu sei sempre tu. Quello che eravamo prima l’uno per l’altro lo siamo ancora. Chiamami con il nome che mi hai sempre dato, che ti è familiare; parlami nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato. Non cambiare tono di voce, non assumere un’aria solenne o triste. Continua a ridere di quello che ci faceva ridere, di quelle piccole cose che tanto ci piacevano quando eravamo insieme. Prega, sorridi, pensami! Il mio nome sia sempre la parola familiare di prima: pronuncialo senza la minima traccia d’ombra o di tristezza. La nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto: è la stessa di prima, c’è una continuità che non si spezza. Perché dovrei essere fuori dai tuoi pensieri e dalla tua mente, solo perché sono fuori dalla tua vista? Non sono lontano, sono dall’altra parte, proprio dietro l’angolo. Rassicurati, va tutto bene. Ritroverai il mio cuore, ne ritroverai la tenerezza purificata. Asciuga le tue lacrime e non piangere, se mi ami: il tuo sorriso è la mia pace.”
    (S.Agostino)

  7. Nel suo ultimo album, Niccolò Fabi ha scritto una canzone molto bella che sembra dedicata al libro di Simone…
    Ciao

    – PAROLE CHE FANNO BENE –

    Parlo per me, per il mio paese
    per quella parte che tace e non dice
    che gli soffoca in gola uno strillo
    per lo sgomento di uno spettacolo indegno
    per cui paga e non ha scelto
    Per chi segue il bastone del pastore
    o l’etichetta dov’è scritto il suo nome
    E se costruire il futuro è inginocchiarsi
    ed accendere un cero, complimenti davvero
    pascoliamo
    e pure in un campo a caso e che sia vicino casa
    e migriamo soltanto dal divano al davanzale
    Prigionieri col terrore
    di essere liberati
    .
    Caro mercato, ti vedo costretto
    ad offrirci qualcosa che non ti è richiesto.
    Per il tuo bisogno, per il tuo commercio
    la merce marcisce nei supermercati
    davanti a intestini accorciati di uomini obesi annoiati
    ossessionati dalla forma, ossessionati dalla norma
    Non ci siamo…
    .
    Allora una parola lanciata nel mare
    con un motivo ed un salvagente
    che semplicemente fa il suo dovere
    una parola che non affonda
    che magari genera un’onda
    che increspa il piattume e lava il letame.
    Parole che fanno bene.

  8. Bahh, stò DOWNSHIFTING…troppo bello per chi ha i soldi e non ha problemi…come il figliol prodico…bisogna avè le spalle coperte…troppo facile cagare con il culo degli altri!!!

  9. che bello siamo sempre di piu’ a parlare e confrontarci su questi temi, sono felice , stiamo crescendo, in giro se ne parla, ci si ferma , si pensa, 100…1000…10000 persone cosi ed il sistema s’inceppa ( speriamo )Grande Simone

  10. l’altro giorno ero sull’orribile fraccia rossa e, chiaccherando con un tipo simpatico, ci siamo ritrovati a citare il tuo libro, caro Simone, come espressione degli argomenti di cui parlavamo; bello, no? Sei riuscito ad interpretare esprimere e raccontare i pensieri e sentimenti di tanti, mi pare un merito enorme che ci tengo a riconoscerti! In un post precedente chiedevi storie di ordinaria follia aziendale: se vuoi, direttamente dal magico mondo del precariato, ne ho montagne!

  11. Giornate cosi’ ne capiteranno sempre… siamo sulla terra. Anche noi,siamo in due, abbiamo detto basta. Lasciare Milano e’ una vera terapia, lo consiglio a tutti. Mollare e cambiare lavoro si puo’basta organizzare e pensarci continuamente ma con calma. Atene ci ha accolti. Oggi 19 gradi,pranzo in terrazzo e tra poco stagione estiva di lavoro su un isola spettacolare. Ci sono gg, come oggi x te, in cui la fragilita’ risale e la verita’come logica dell’illusione appare in superfice ma il Luogo aiuta. E molto. Tu hai piu’ coraggio a rimanere in Italia dove ormai e’ morto anche il congiuntivo. Consiglio x domani… due etti di farina e due uova. Fai le tagliatelle, burro e grana.Funziona. CIAO

  12. Quando mio papa, mia mamma e mia nonna non ci saranno più… non rimarrà niente di me. Sarò solo un tronco alla deriva in un mondo folle. Ringrazio ogni giorno perchè sono vivi: mi fanno ridere, arrabbiare, preoccupare, amare.

    Quando non ci saranno più, che senso avrà tutto quanto?

  13. L’anno scorso nella scuola di mio figlio una mamma di 37 anni se ne è andata per un cancro che l’ha divorata in meno di tre mesi. Ha lasciato una bimba di 7 anni, la più brava della sua classe.
    Se succedesse a me? Potrei dire di aver dato un senso alla mia vita? di aver vissuto compiutamente? Da allora non posso fare a meno di chiedermelo. E la risposta è sempre più sconsolante.

    Quanto pochi i nostri strumenti, e quante e terribili le nostre paure!

    Io dico sempre di non avere paura di nulla. In realtà ho paura di morire, ma anche di virere, di fallire, ma anche di riuscire, di non essere amato, ma anche di esserlo…
    Però è bello leggere che altri viaggiatori o, per dirla con Simone, altri naviganti vivono anch’essi tutto questo e che per un pezzo di via (di rotta?) almeno non avrò paura di essere solo.
    Grazie Simone, e grazie a tutti voi.

  14. ciao a tutti,grazie infinite per icontinui spunti di riflessione!
    simone ho notato che pur ridisegnandoti una nuova vita continui ad informarti sugli accadimenti del quotidiano e questa cosa sembra stonare d tutto il resto.
    mi immagino nella tua condizione e penso che tutto farei tranne continuare a leggere e ascoltare notizie che comunque vengono distorte a piacimeno di chi ne deve trarre opportunità.
    cosa non capisco???
    nuovamete grazie a te e a tuttii frequentatori di questo blog,la possibilità di nuovi punti da cui vedere una situazione è fantastica.

  15. Dopo mesi di lettura del blog da dietro le quinte , mi va di dire che esisto anche io in questa comunità,che sono avido di questi post, che sono contento di trovare diverse pensone che la pensano come me, ed io come loro.
    Forse oggi l’eccitamento di volere condividere i valori del DS deve lasciare un pò di posto a pensieri più dolorosi.
    Proprio ieri ho rischiato di perdere mio padre per un infarto, e di colpo molte considerazioni sono state finalmente messe in discussione.
    Un abbracico ad R.

  16. Ogni giorno è un mondo a se. Due giorni fa la mia testa era per un trade andato male, ieri per dei casini in azienda, questa mattina ho avuto notizia che D ci ha improvvisamente lasciato a 40 anni. Sono ancora intontito e semplicemente ringrazio di essre vivo. Domani sarà un altro mondo.

  17. @Simona

    Ma alla fine, che cos’è l’ordinario? L’ordinario è fare ciò che fanno gli altri, convincersi che sia IL modo di vivere, la cosa “giusta”, l’agire secondo lo standard, il pensare secondo il senso comune… forse in altri periodi storici questo è stata una cosa buona. Forse il pensiero collettivo, 100 anni fa, era più “alto”, nobile, ispirato. Ma oggi… oggi la mia mente, il mio spirito, il mio senso critico mi fanno sentire estraneo al sentire comune. L’utilitarismo è penetrato profondamente nei nostri modi di pensare, tutto è misurato, calcolato, soppesato. Non siamo più capaci di compiere un gesto senza che questo sia vincolato ad un calcolo. Forse sono estremo nelle mie conclusioni, me lo chiedo e dubito di me stesso. Eppure mi rendo conto che la gente ragiona ormai esattamente così. Incapace di liberare la propria anima, incapaci di scegliere secondo la “non convenienza”, troppo abituati ad ascoltare i nostri veri bisogni, di qualsiasi “materia” essi siano.

  18. Il dolore per la morte di una persona cara è durissimo da affrontare e coglie sempre impreparati e non esiste un posto dove ci si possa rifugiare per stare meglio. La mancanza dei propri cari alle volte è talmente tanto forte che toglie il fiato. Il tempo è l’unica medicina che ci aiuta a rimarginare le nostre ferite, le quali non spariscono, ma lasciano sempre brutte cicatrici, che, ogni tanto, si riaprono. Dobbiamo guardare avanti e cercare lentamente la nostra serenità interiore, attraverso le piccole e semplici cose di tutti i giorni, anche in nome delle persone che non ci sono più. Riuscire a ritrovare un equilibrio interiore è molto importante anche da soli. Non è facile ci vuole tanta volontà, ma si può fare. Ci si può sentire più soli in mezzo a tanta gente che tra le mura della propria casa. E poi ci sono i sogni. Tanti sogni. Qualcuno riusciamo a relizzarlo e altri no. Ma non importa, la cosa importante è averli!

  19. Simone,
    ti leggo nella pausa pranzo in un ufficio finlandese con il sole radente che filtra dagli alberi.
    Leggo le parole che pulsano attraverso lo schermo che mi canta di andare via.
    Leggo chi sono io e cosa voglio essere.
    Quando non si desidera l´ordinario le cose si complicano. E sapere che ci sei ruscito, mi fa pensare che forse il mio processo mentale avra´ una conclusione, e forse solo la porta e´ il pezzo piu´lungo del mio viaggio. Forse. (scusa accenti ed apostrofi messi a casaccio, la tastiera finlandese non aiuta).
    Grazie!
    Simona

  20. Ciao Simone, mi dispiace sentirti un pó smonato, mi dispiace per R. che sta vivendo ora quello che é il destino di tutti. Mi dispiace un pó meno per tutti i dissennati che ci fanno pagare, in un modo o nell´altro,le loro stupidaggini. Speriamo che un giorno rinsaviscano, ma nutro ancora seri dubbi. Forse la capiranno quando ci sará solo denaro e si dovrá mangiarlo perché tutto il resto sará gia stato sfruttato e incenerito. Devo dirti peró che oggi sei in una fase che personalmente mi piaci di piú. Sei, per me, piú vulnerabile e immensamente umano. Si, l´intelletto ti aiuta a cercare delle risposte alle innumerevoli umanissime domande, ma personalmente oggi sei piacevolmente raggiungibile. Grazie per i pensieri… mediteró anch´io sulla compassione. Anche se non conosco R. abbracciala per me. Rinnovo sempre la possibilitá di aiutare, nel mio piccolo, per quel che posso.
    Un abbraccio anche a tutti voi liberi pensatori.
    Mariodanese

  21. Ciao Simone,

    io sono convinto che sia tutto parte del gioco….paure e infinite emozioni
    vivere vuol dire tutte e due!!!!!
    bisogna ritenersi fortunati ad avere questa sensibilità,solo così ogni giorno è unico e la vita lunghissima e speciale

    buon vento
    cesare

  22. Caro Simone, si muore ogni sera.E la mattina dopo si rinasce.Poi, un giorno, si muore e non si rinasce più.E’ la meravigliosa e terribile legge della natura…ma sai che tragedia vivere all’infinito?!L’importante, secondo me, è che ogni sera, quando ci si prepara a morire di muovo, non ci sia nulla di non detto e non fatto per motivi stupidi vedi orgoglio, mancanza di tempo,lontananza o chissà quanti altri alibi ci possiamo inventare. La tua scelta di vita ti toglie pure le attenuanti del non avevo tempo, l’avrei fatto/detto, ero impegnato, non ci ho pensato.Ancora una volta, il tuo modo di vivere ti avvicina alla realtà delle cose, ti obbliga alla coerenza, riordina le priorità della vita vera.E se il che cosa ne sarà di te, di noi non fosse poi così importante? Se il senso vero, reale, importante della vita fosse la giornata che si stà vivendo e nulla più ?Giornate che poi rimangono : in noi e nell’ esistenza degli altri.
    Un caro saluto

  23. La vita è una piena catastrofe. Ma è’ questa vita che dobbiamo vivere, non un’altra. Il pensiero romantico è la fuga: dal lavoro, dalla famiglia, da dove viviamo, il ritorno al paradiso terreste. La bellezza della natura non cambia la catastrofe. Anche vivere nell’isola più bella del mondo, non cambia niente dentro di noi. Perchè il problema e la sua soluzione non stanno fuori di noi, ma dentro di noi. E’ incredibile come i problemi si ripresentino sempre nel nostro cammino della vita; si cambia lavoro donna casa, ma ci accorgiamo che siamo rimasti dove eravamo. Perchè siamo stati sempre lì. Bisogna vivere QUI ED ORA, MOMENTO PER MOMENTO, nelle circostanze in cui ci troviamo; e fare tutto quanto è in nostro potere per nuotare bene nella catastrofe. Solo dopo, possiamo cambiare, partire, e tentare di ridurre il danno. Se non puoi cambiare l’ambiente, cambia ambiente.

    La vita si fa da sè. Dobbiamo vivere nella consapevolezza che tutto è IMPERMANENTE, anche la nostra vita e i nostri cari. Moriremo.
    Se hai i genitori vivi, onorali fino alla fine. E dopo, quando non ci saranno più, sarai contento di averli onorati e li sentirai sempre vivi vicino a te.

    La solitudine è una brutta cosa che fa male. Siamo animali sociali, non possiamo vivere come lupi-eremiti, salvo i mistici, che non stanno nemmeno loro da soli, ma con dio. Non è nella nostra natura.Non potrai vivere come un lupo sulla montagne per molto tempo. Ti trasformerai e scenderai dalla montagna.Tempo al tempo.

    Non farti coinvolgere dallo schifo dell’Italia. Non possiamo cambiarla noi. Ci abbiamo provato e ci proveremo. A 40anni, noi classe 1965-67-70, abbiamo diritto a fottercene di tutto e pensare a noi e basta. Il popolo italiano è fatto così.E’ irrecuperabile, secula seculorum. Guardalo con distacco, come un osservatore esterno, senza giudicarlo. Ti passerà il vomito. Ogni popolo ha il suo destino. Nell’era dell’Impero Celeste (la Cina) noi saremo un simpatico gadget.

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