Senza fiato

C’era un Patto tra Provenzano, i carabinieri dei ROS, una parte del mondo politico. Un patto per far finire le stragi di Stato (Italicus, Uffizi, San Giovanni in Laterano, oltre a Lima, Dalla Chiesa, Falcone, Borsellino), in cambio della latitanza protetta dei boss e della possibilità di “immersione” della mafia, cioè consentirle i suoi affari dopo aver ricostruito un equilibrio con la politica. Nel papello con cui Riina avanzò le sue richieste c’erano la fine del carcere duro (41bis), la chiusura dell’Asinara e di Pianosa, la revisione del maxi-processo, e molti altri “favori”. E infatti dal 1993 le stragi si interrompono. E’ questa la tesi de “Il Patto” (Nicola Biondo e Sigfrido Ranucci – Chiarelettere, 2010), e i riscontri non vengono solo dalle carte.

Per anni Luigi Ilardo, un mafioso di rango, ambasciatore di Provenzano nella Sicilia dell’est, fu in realtà un infiltrato, cioè uno che faceva il doppio gioco. Nome in codice “Oriente”. Rivelò ogni cosa al Colonnello Riccio, compreso il covo di Provenzano, latitante da quarant’anni. Ma nessuno andò a prenderlo. Oggi c’è un processo a Palermo, tra i tanti, in cui le informazioni di Oriente sono alla base dell’imputazione al Generale Mori e al suo collaboratore De Donno del mancato arresto di Provenzano. Ilardo venne ucciso, inutile dirlo, proprio mentre stava per diventare un collaboratore di giustizia. Un pentito.

Ma in questo libro, di cui nessun giornale parla (a eccezione di una fredda recensione del Corriere) e che invece sta vendendo moltissimo, c’è ben altro. Si segue il filo dei rapporti tra mafia, Dell’Utri, Berlusconi, la massoneria, la politica degli anni Novanta e fino ad oggi, si pongono domande inquietanti, si portano alla luce tesi, ragionamenti, documenti, riscontri. Come l’analisi dei motivi e della dinamica della strage di via Capaci e dell’ancor più misterioso omicidio di Borsellino. Non furono uccisi per vendetta dalla mafia, ma forse dai servizi segreti, per motivi assai più gravi.

Ho trascorso tre giorni col cuore in gola, ho maledetto il nostro Paese, ho definitivamente assunto consapevolezza di quanto siamo impotenti di fronte alla conduzione della cosa pubblica, della giustizia, dell’ordine, della politica. E’ con fiero rancore, con lucida e feroce indignazione che ho chiuso il libro dopo l’ultima pagina. Sono sempre più convinto che l’unico modo sia astenersi, tirarsi fuori, non far parte di questo teatrino degli orrori manovrato da burattinai efferati, in cui l’unica cosa che ci è consentita sarebbe avallare lo scempio del potere con la nostra quiescienza di consumatori e lavoratori silenziosi, senza diritto di parola, senza dignità.

Ci resta solo una via: non chiedere niente a nessuno, fare tutto da sé, e quel che non si può, non farlo. Non desiderare il potere, gli oggetti, il favore di nessuno. Non piegarsi di fronte alle logiche del mercato, del capoufficio. Vivere in maggiore silenzio, pensare, studiare, coltivare l’idea che si ha di sé, fino all’autenticità inutile e muta di quello che siamo e che possiamo. In sintesi: requisire al potere, per quel che ognuno può, il nostro contributo di consumatori, lavoratori, membri della società, votanti perfino. Not in my name! E soprattutto non con il mio avallo, con il mio contributo, con la mia partecipazione. Quel Sistema campa e prospera solo se c’è gente che consuma, che aspira, che cerca la raccomandazione, che si candida, che partecipa al meccanismo che ha tante entrate (noi) e una sola uscita: la loro cassa piena di armi, potere, violenza, denaro.

Volevo votare l’unica voce che bilancia lo scempio, e cioè l’IdV. Non amo chi giudica, non amo le forze dell’ordine, mi fa paura la giustizia, e non stimo chi urla, ma la voce contro senza compromesso dell’IdV mi pareva l’unico residuo di equilibrio, l’unico peso sull’altro piatto della bilancia… E invece sono confuso. Penso che dopo tanti anni per la prima volta non voterò. Votare è comunque dichiarare che il sistema funziona, avere fiducia che la voce del singolo unita alle altre ha un peso e anche io governo il Paese. Se leggete questo libro, invece, capite una volta di più che non è così, che i giochi sono altri, altrove, per altre ragioni, e si cibano soprattutto del nostro voto, del nostro contributo prono al sistema. Viene in mente quel che diceva Brecht “Se il popolo non fa il suo dovere, il Governo lo scioglierà e ne eleggerà un altro”.

Pensare a Falcone e Borsellino, a Piersanti Mattarella, a Pio la Torre e ai tanti cittadini onesti di questo paese sacrificati al potere, dal potere, per mano mafiosa, fa rabbrividire. Toglie il fiato.

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27 pensieri su “Senza fiato

  1. Ciao Simone ho letto il tuo libro “adesso basta”, per meglio dire divorato, e oggi come allora ti ringrazio, poichè mi dai modo di riflettere su questioni che per un giovane di 27 anni sono alla base di scelte future. Io, forse per la mia età, ho una gran voglia di sognare, una gran voglia di vivere nel mondo ! La tua scelta di non votare, di non essere parte di un sistema mi sembra la scelta, ma potrei aver frainteso, di chi si mette in panchina e guarda passivamente che le cose scorrano.
    Condivido con te la necessita di rimanere a contatto con la natura delle cose, la manualità, l’indipendenza, il senso del tempo, del valore irreale del denaro, frutto solo di un accordo, e ancora, del valore del lavoro come espressione della propria passione, del lavoro come elemento di scambio per il sostentamento. Ma so anche che l’uomo è un essere sociale ha bisogno della “tribù” per il suo sostentamento, e la democrazia non è altro che un sistema di regole, forse il migliore. Rinunciare al voto, non è forse rinunciare alla vita civica ? La politica, l’arte di governare la polis… a chi lasciamo lo spazio di esercizio di quest’arte, se persone in gamba come te si defilano ? L’omissione di scelta, la non azione a chi giova ? Da sempre le azioni hanno portato al cambiamento…anche, quelle di singoli uomini ! Quello che mi chiedo…è possibile che tutti i politici siano corrotti ? Che tutti gli aderenti alla massoneria siano persone malvagie ? Io credo di no, credo che anzi chi ritiene di essere migliore, debba avere la forza di buttarsi nel sistema, nel mondo e cercare con maggiore forza, energia, di trovare quel giusto equilibrio aristotelico pur accettando la logica umana del perenne compromesso… forse la mia è utopia ma se molti animati da valori di giustizia entrassero in politica, credo che tutti ne gioverebbero ! Il voto non basta, è lo strumento democratico, più semplice e meno impegnativo, di esercizio della propria volontà. Ma forse non ho capito nulla…infondo sono un giovane che vuole ancora sognare 🙂

    • Ma no mauro tu fai bene a sognare, è sano… solo che votare vuole dire aderire a un sistema nel quale si sceglie uno dei candidati che ci aggrada per idee, progetto etc. Ecco, io in questo quadro non posso aderire, perché il sistema politico non va, il Paese è in decadenza profonda, i candidati non mi dicono nulla di credibile. Considera anche che io per 9 anni ho lavorato col Parlamento, dunque conosco la faccenda abbastanza bene…. In ogni caso, qui si tratta di prospettive corrette in entrambi i casi, ognuna ha delle motivazioni solide, dunque non ce n’è una in grado di prevalere sull’altra. E’ una scelta.

  2. Non commettere questo errore. Di leggere libri del genere intendo. non ne abbiamo bisogno… come dire… gia’ sappiamo!Non si puo’ fare nulla se non nel quotidiano con chi circonda.Tutto qui. Alla nostra eta’ ormai lo sappiamo bene. Quindi buttare tutti i massimi sistemi.Loro sono troppi e troppo forti. Concentrarsi solo su di noi sul prossimo e sull’unica cosa che conta e ci salva ogni giorno: la NATURA. Elementare. Questo gli devi spiegare.Ciao!

  3. Ciao Simone, sono Bianca Paola (creativepeople).Io ho scelto di non votare più da 7 anni. Troppo importante, mi sono detta, per gettare la mia voce nel mucchio. Ed è stato così che ho cominciato a fare downshifting, l’ho fatto cominciando con il cuore. Il mio libro “Bianca e Morcanon” suggerisce alla gente proprio questo: fate downshifting e cominciate dal cuore. Uau, è fantastico come ci si sente dopo!!

  4. Io non voto da tanti anni. Non me ne sono mai pentito, anzi. Se tutti avessero fatto come me questo sistema sarebbe collassato, molte facce di bronzo sparite, la politica ridimensionata e consapevole di poter essere buttata fuori dai giochi se non stava attenta. Purtroppo gli altri sono andati a votare e hanno avallato il Golpe che ha portato alla situazione di oggi: le leggi si cambiano, si “interpretano”, si “applicano” verso chi è più debole, con una sfacciataggine mai raggiunta prima, da quando esiste la Repubblica almeno.

    Pensare che il proprio voto conti qualcosa è puro delirio di onnipotenza. Pensare di essere “formichine” della Democrazia è stupidaggine allo stato puro. Lo so perchè ho svolto una corposa tesi di laurea sui sistemi di sicurezza sociale e so che le “conquiste” sociali non sono arrivate perchè si è infilata la scheda nell’urna. Purtroppo viviamo in una Società in cui tutti si lamentano, ma guai a parlare di sacrificio: sono sempre gli altri a doversi sacrificare, noi abbiamo già dato abbastanza… Beh, non è così, “non si arriva in carrozza in Paradiso”. Andare a votare, alla fine è solo complicità, credo che chi va a votare non ha diritto di indignarsi, nè di lamentarsi: se l’è cercata, ha costruito il proprio capestro. Non sto parlando da un punto di vista ideologico, ma estremamente pratico, guardando “questa” realtà.

    E poi… perchè deve essere la politica, la Società a creare un mondo più “giusto”? Perchè devo delegare? Con che diritto?

  5. E qui abbiamo la “summa” degli argomenti precedenti: com’è questo sistema, perchè vogliamo ( o dobbiamo?) lasciarlo, andare o no a votare, ecc. ecc.
    Il mondo ed il sistema che lo governa ce li siamo parecchio giocati, almeno quella parte di mondo che ci sta stretta, che non ci significa più nulla, che non ci permette nè di dare nè di ricevere in libertà di pensiero.
    Comincio dal più semplice: il voto. Chi non vota accetta che altri decidano per lui e/o gli sta bene lo status quo.
    Ma chi vota che potere reale ha? Non abbiamo la certezza che non ci imbroglino ( fin dal referendum Repubblica Monarchia!), chi mandiamo a governare non è detto che stia in quel partito o che faccia quel che ci aveva promesso o peggio ancora che non finisca indagato ed in galera. Assistiamo ogni giorno a ricatti reciproci fra varii esponenti politici che pensano alle beghe loro e si dimenticano di governare. E così sono tutti non vi illudete dall’estrema destra all’estrema sinistra passando per il centro. Ma allora che ci vado a fare al seggio? Che direbbero i politici se votasse il 10 / 12 % degli aventi diritto? Che scriverebbero i giornali? A qualcuno verrebbe in mente che siamo così disgustati da rinunciare ad un nostro fondamentale diritto? Io personalmente mi sono stufato e ritengo di esprimere il mio disprezzo per questa classe politica NON votando per la prima volta nella mia vita. Inoltre ancora più importante, è l’inizio della mia Nuova Vita. Non voglio avere più bisogno di lorsignori ( o comunque in piccolissima parte) perciò a loro non serve il mio voto.

    E veniamo al downshifting. Bello! Non sapevo neanche che esistesse il termine! Però lo sto già attuando da un paio di anni, da quando un giorno la somma delle str….ate quotidiane ha fatto traboccare il vaso. Il bel libro di Simone è illuminante però parla giustamente della sua esperienza. La mia è molto diversa e mi piacerebbe che tanti di voi scrivessero della loro. Vi chiedo un attimo ancora di pazienza: dunque a 50 anni mi opero di cuore. Uno scherzo, ne facciamo a decine diceva il chirurgo,si ma col cuore degli altri! Comunque tutto bene grazie, sono tornato nuovo. No, non è esatto preferisco dire che sono tornato “diverso”.
    Ho cominciato a pensare a molte cose ( provate a scrivere anche solo per gioco il vs. testamento e poi mi dite), a valori molto diversi, molto più profondi e reali.
    Basta insulsaggini continue, basta vita irreale. Fortunatamente appoggiato da mia moglie abbiamo cominciato a svicolare via.
    E siamo finiti in….indovinate un pò ? Colombia! Ha ragione da vendere Simone a pag. 140/1 a dire che si può ricominciare anche lontano. Ma poi il lontano è quello che viviamo noi dentro. Forse per Simone già La Spezia è “lontano”, per noi, forse troppo marci dentro, ci voleva un taglio più netto. E lo abbiamo fatto. Non stiamo tutto l’anno lì, Vecchie madri e strascichi di italico grigiume ancora un poco ci legano all’Italia che comunque amiamo moltissimo e che non abbandoneremo mai del tutto, ma ci stiamo provando a dare una seria svolta.
    A gennaio ho costituito una società colombiana con un amico milanese che aveva anche lui 2 p…le così e che, invitato, mi ha raggiunto in 4e4 8. E facciamo quello che ci piace: andare in barca a vela!
    Scuola vela, regate, riparazioni, vendita accessori, assistenza tecnica ecc. ecc. Mi sembra di averlo gia sentito questo disco!

    Simone ma che siamo parenti senza saperlo?

    Se volete farmi domande, sia pratiche che filosofiche, sono qui a disposizione.

    Downshifting? yes we can!

  6. Ciao a tutti,
    mi permetto di inserirmi nel discorso della politica e del voto alle regionali. Proprio per noi che ci ritroviamo in questo blog a parlare della qualità della nostra vita, dell’assurdità del sistema lavoro-spendo-consumo, dell’importanza di vivere in un ambiente sano, della follia della corruzione del potere e degli sprechi prodotti dal malgoverno… Proprio noi che condividiamo il metodo di usare la rete per confrontarci e discutere, bene credo che abbiamo un’ottima opportunità per un voto utile e responsabile. Il movimento 5 stelle che sarà presente purtroppo solo in 5 regioni (Piemonte, Lombardia, Emilia, Veneto e Campania), mi spiace per te Simone che forse sei residente in Liguria. Magari qualcuno può non condividere i modi di Grillo, ma quello che è cresciuto grazie al suo blog, da 5 anni a questa parte, è un movimento importante e propositivo di cittadini informati, onesti e attivi che vogliono migliorare la qualità della nostra vita e della nostra povera democrazia, impegnandosi in prima persona, senza soldi e contributi. Insieme, discutendolo per anni in rete hanno eleborato un programma semplice e sensato (leggetelo : http://www.beppegrillo.it/iniziative/movimentocinquestelle/Programma-Movimento-5-Stelle.pdf)in cui si parla di istruzione, energia, informazione e diritti dei cittadini, salute e trasporti.
    Le 5 liste hanno raccolto le firme necessarie, senza aiuti dai media, solo con donazioni volontarie e con la passione e la costanza di centinaia di persone che si sono passati i weekend al freddo da gennaio e per questo LORO le firme le hanno raccolte in modo regolare.
    Io non ho dubbi, se anche solo il capolista del Piemonte, un medico di 29 anni che sostiene la decrescita felice, riuscirà ad entrare in consiglio regionale, so che una persona “normale” si occuperà dei temi che condivido e sostengo, e, grazie alla rete sapremo sempre cosa viene deciso nella nostra Regione. Ciao

  7. Stefano,

    >>> La cosa che mi sconvolge è la nostra totale mancanza di reazione anche alle cose più piccole. <<<

    Esatto, questo è uno dei punti sui quali mi sono spesso trovato a riflettere. A volte pensando possa essere un "difetto italiano” temevo di generalizzare (e quindi di commettere un errore). Ma osservando anche altri paesi sembra sempre che noi possediamo un grado di sopportazione piuttosto elevato. Sembra che per farci stare buoni a volte sia sufficiente darci dei grandi magazzini nei quali comprare prodotti alimentari coltivati dall’altra parte del mondo e una tv davanti alla quale rincoglionire con un reality.

    Riguardo al non votare sono della stessa opinione di Simone, comprendo tutti gli argomenti di chi la pensa in modo opposto, infatti, questa non è mai una scelta facile.

  8. Buongiorno a Simone ed a tutti voi.

    Comprendo senz’altro l’amarezza ed il disgusto che pervadono Simone di fronte all’aberrante scenario politico che si spalanca sotto i nostri sconfortati sguardi.
    Anche io sono disgustato e non mi capacito di come si possa ridurre un Paese in questo stato; di come si possa farlo governare – e così a lungo – da un manipolo di manigoldi, ladri e piduisti.
    Tuttavia io voglio votare lo stesso.
    Voglio che sappiano che ritengo alcuni nostri politici delle mezze calzette e degli incapaci (cioè quelli all’opposizione) mentre ritengo gli altri (quelli al governo) gentaglia della peggior risma, indegna perfino di essere considerata appartenente al genere umano.
    Andrò a votare – come le regole democratiche impongono – non certo per “i migliori” ( giacché migliori non ce sono ) bensì per “i meno peggio” .
    A proposito di peggio: ricordiamoci che al peggio non c’è mai fine e cerchiamo di frenare con il nostro voto questa nauseante emorragia e questa deriva plebiscitaria (che mi appare improntata a dimensione, misura e “statura” di Napoleone Bonaparte !).

    Un caro saluto

    Andrea (dei tanti Andrea io, per farmi riconoscere, sono l’avvocato di provincia)

  9. http://www.giuliocavalli.net/diario/
    Caro Simone,
    è un sacco che non ti leggo e scrivo, oggi eccomi di nuovo in Biblioteca collegata e lettrice, spero che il tuo libro vada avanti bene cosi come il tuo progetto di nuova vita.
    Ho letto il tuo pensiero sul non voto e confesso che spesso sfiora anche me.Però non ci riesco, l’IdV l’ho scelto anche io e ho deciso di non mollarlo.Se hai voglia leggi due parole, quelle di Giulio Cavalli e del perchè ha deciso di candidarsi, si presenta in Lombardia e quindi per te non sarà votabile, ma le sue parole fanno riflettere e forse possono rappresentare un lumicino nel buio.
    Un abbraccio
    Roberta

  10. Cambiamo argomento, torniamo al nostro.

    Leggete qui sotto il sole 24ore sul quesito: fa bene o male andare in pensione tardi o non andarci proprio?

    http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/dossier/Italia/2009/commenti-sole-24-ore/7-marzo-2010/crisi-fa-bene-salute.shtml?uuid=aada4dd6-29ec-11df-82a1-d7502d86eb67&DocRulesView=Libero

    Naturalmente il giornale della confindustria risponde: fa beeeeeeeeeeene! il loro mondo ideale è che si vada in pensione un minuto prima di tirare le cuoia.Tanto loro mica lavorano! se la godono!

    Tutto scontato. Non scontate le risposte su un forum di traider e finanza: anche lì si ragiona come noi. w la libertà dal lavoro. Il nostro pensiero dilaga in tutti i campi,anche tra i traider ossia gli ex yuppy
    http://www.finanzaonline.com/forum/showthread.php?t=1161879&page=3

    bellissimo il post di un operaio: dimostra che dal lavoro manuale arrivano solo bei pensieri, i nostri.
    “mi avete stimolato non poco…io ho 53 anni e sono entrato in fabbrica a 14 bhe in 38anni di lavoro mi son fatto le palle belle grosse…a me questa crisi mi ha fatto un piacere estremo,mi ha dato per la prima volta in vita mia la cassa integrazione,cosi’ ho potuto tirare il fiato..col cacchio che il lavoro nobilita l’uomo,il lavoro come mezzo per procurarsi il reddito per campare ammazza l’uomo…cio’ che nobilita l’uomo e’ la conoscenza,la creativita’.il viaggio (non le ferie) cio’ che nobilita la mente e il corpo e’ avere spazi di tempo fisico libero…il potere non serve a nulla,gli uomini di potere non hanno manco il tempo di andare a donne,perche’ le comprano…comprare cose e’ semplice,il bello e’ crearle,costruirle,cio’ che non e’ nostro,cioe’ frutto della nostra mente,non vale NULLA…vi piace lavorare?? andateci pure io ho uno spirito anarchico,ognuno spende la propria vita come meglio crede…la pensione di duemila euro a 80anni a me non interessa…a me bastano mille euro a 55 anni..ma quanti anni crede di campare certa gente? bhoo beato il signor b. che pensa di essere immortale e non ha manco il tempo di mangiare e dormire…a me piace guardare l’alba,il tramonto,gustarmi il cibo,gustarmi tutto con calma..guardarmi intorno,per capire se sono venuto al modo solo per lavorare,d’accordo i soldi servono,ma qui’ mi sa che si esagera…il progresso?? bello!! ma se devo ipotecare tutta la vita me ne fotto anche di quello…in sostanza mangio per vivere non vivo per mangiare…ma chi l’ha detto che io devo lavorare fino all’ultimo? a 55anni si e’ giovani?? 40 anni di lavoro sono pochi? bhe io vi dico che dopo 40 anni di lavoro una persona ha dato abbastanza e ha il diritto a prendersi un po’ di vita per se stesso..”

  11. Non lo so. Se io fossi un disonesto al potere e vedessi un 50% di astensionismo, cosa penserei ? Forse, soltanto che ho meno persone da manipolare per mantenere il potere. Piuttosto mi sembra utile votare grillini o Idv (certo non in campania). Se questi movimenti avessero molto successo gli altri partiti sarebbero costretti almeno a fare finta di ripulirsi, tipo le recenti finte norme anti-corruzione. Sempre meglio di niente.

  12. ” ma tante persone sono ancora serene e ingenue nell’animo. Sono loro la nostra vera Italia. Io tifo per loro. ”
    Simone credo che queste parole le abbia scritte tu a gennaio. Io credo che tu come me e come tutti quelli che non riescono a rimanere indifferenti allo sfascio morale a cui stiamo assistendo non possa sottrarti al tuo dovere e diritto civico proprio per te stesso e per queste persone oneste per cui tifi. Rispetto la tua opinione e di tanti altri sul “non voto” ma temo che ora come ora dalla nostra classe politica venga interpretata come un fregarsene di ciò che sta succedendo o peggio come un successo (del tipo :”chi non è con noi è finalmente fuori!!)
    Scusa se mi sono intromessa ancora….bella però questa discussione… mi fa riflettere molto!!! con affetto

  13. Caro Simone,
    per una fortunata coincidenza ho finito di leggere “Il Patto” giusto ieri sera, verso l’ora di cena. Il sentimento che mi divampava dentro dev’essere stato assai simile al tuo: indignazione più profonda. Però bada bene, si tratta di una sensazione non piacevole ma dai risvolti positivi, perché significa che siamo vivi, che pensiamo, che non siamo parte dei “telerincoglioniti” o “consumo-rincoglioniti” che (ormai lo do per assodato) sono una percentuale incredibilmente elevata del nostro paese.
    Poi, dopo un ottimo piatto di trenette al pesto, mi sono avventurato nell’accensione della TV (solitamente spenta) e nella visione della già citata trasmissione che fa un pò il paio con l’ottimo Report dell’ottima Gabbanelli: Presa Diretta. Dopo 2 ore e passa, di nuovo una stretta allo stomaco e al cuore; di nuovo una profonda indignazione.
    Siamo un paese paradossale, per molti aspetti stupido e insieme cinico (un mix devastante); ha ragione Umberto Galimberti quando ci definisce come “paese all’avanguardia dell’osceno”. Proprio per questa ragione, però, non me la sento di rinunciare ad uno dei diritti che mi rimangono: il voto.
    Per il resto… concordo con te.

  14. Buongiorno Simone,
    credo, come molti, di capire la tua confusione e la posizione che stai assumendo nei confronti del voto. Io stesso in più occasioni mi sono detto che non aveva più senso esprimere un diritto che tale rimane solo sulla carta. E’ espressione di un diritto anche il non voto. Forse, se fosse esercitato in massa potrebbe riscuotere ascolto, forse.
    Appunto, in massa. Dirò una cosa che sa molto di ‘se rubi una mela finisci in carcere, mentre se ammazzi…’.
    Abbiamo scoperto che sono state le masse a fare nascere le rivoluzioni, o sbaglio?
    Da qualche tempo sto pensando che una ‘non azione’ non porta in alcun luogo e gioca a favore di chi vuole proprio questo da noi: la resa. Mi stupisco come anche la televisione, ultimamente, stia spostando sempre più l’attenzione verso argomenti importanti. Anche trasmissioni ‘per tutti’ (definisco ‘Stiscia la notizia’ e ‘Le Iene’ per tutti; ‘Presa diretta’ o ‘Report’ lo sono un po’ meno)spostano tale baricentro. La cosa che mi sconvolge è la nostra totale mancanza di reazione anche alle cose più piccole.
    Non mi è mai successo ma ora ‘soffro’ e mi arrabbio nel notare quanto siamo menefreghisti rispetto al mondo che ci circonda, anche in senso materiale. Se non ci squote il fatto che il Lambro sia stato inondato dal petrolio (vivo a poche centinaia di metri dalla Lombarda Petroli e ti assicuro che le voci sull’accaduto sono ben altre rispetto alle ipotesi lette sui giornali -indagini sugli operai in cassa integrazione invece di andare a curiosare tra le pieghe dei costruttori che si stanno accaparrando i terreni ai margini di Monza che valgono milioni di euro)quanto ci può interessare il fatto che il politico di turno si stia preoccupando di infiocchettare il centro della città lasciando andare allo sfascio tutto il resto? quanto ci può interessare del bilancio del comune, provincia, regione? di come sono stati utilizzati i fondi? tutti presi dalla nostra rincorsa al nostro singolo euro, vero, di quanto siamo impoveriti dalla situazione attuale, vero anche questo. Ma possibile che si stia smarrendo così velocemente il senso civico? Siamo la prossima Grecia? In quella splendida terra (che io adoro e di cui immagino anche amerai il sole, il mare ed il vento)si sta muovendo qualcosa; qualcuno inizia a dare segni di protesta. Il quartiere ‘anarchico’ di Atene non è ancora messo a ferro e fuoco, dubito che ci vorrà ancora molto. Forse è di questo che abbiamo bisogno più che di metterci da parte e pensare a noi stessi.
    Probabile che non abbia inteso a pieno le tue parole in tal caso mi scuso ma sono convinto che stare a guardare non ci porti da nessuna parte. Sono amareggiato invece nel vedere che il totale immobilismo sia già in atto, in una forma diversa e ancora più passiva di quella che auspichi e non ci sta portando da nessuna parte.
    Chiedo scusa per la prolissa dissertazione dei miei pensieri. 🙂
    Ste

  15. “Ci resta solo una via: non chiedere niente a nessuno, fare tutto da sé, e quel che non si può, non farlo. Non desiderare il potere, gli oggetti, il favore di nessuno. Non piegarsi di fronte alle logiche del mercato, del capoufficio. Vivere in maggiore silenzio, pensare, studiare, coltivare l’idea che si ha di sé, fino all’autenticità inutile e muta di quello che siamo e che possiamo. In sintesi: requisire al potere, per quel che ognuno può, il nostro contributo di consumatori, lavoratori, membri della società, votanti perfino. Not in my name! E soprattutto non con il mio avallo, con il mio contributo, con la mia partecipazione. Quel Sistema campa e prospera solo se c’è gente che consuma, che aspira, che cerca la raccomandazione, che si candida, che partecipa al meccanismo che ha tante entrate (noi) e una sola uscita: la loro cassa piena di armi, potere, violenza, denaro”

    Parole come queste sono il seme di speranze e Persone Nuove. Sono l’inizio di un mondo dove vivere avrà ancora un senso.
    Metterle in pratica profondamente significa accorgersi, tra le tantissime cose, che votare o non votare diventa un dettaglio rispetto a ciò che è davvero importante: la propria esistenza, la propria libertà.

  16. Simone,
    comprendo la confusione che ci può prendere ma, a mio avviso, votare è fondamentale. E’ uno dei modi che abbiamo per esprimere il nostro parere ed è, oltretutto, quello più accessibile, quello più semplice. A volte poi rischiamo di dimenticarci che certi diritti possono essere costati cari, possono essere stati una conquista … Non diamo niente per scontato: difendiamo e rispettiamo, con la nostra partecipazione, un diritto che fortunatamente abbiamo.
    Buona serata,
    Loredana

    • Loredana, angelo… lo so bene che è un diritto prezioso votare, che è costato caro. L’ho detto, l’ho sempre fatto anche per questo. Ma non votare non è non valutare adeguatamente il valore di questo diritto. Anzi, se ci pensate è proprio un utilizzo proprio del voto. Il voto si esercita anche non votando, perché se in molti non votassero arriverebbe un messaggio forte: “non vi votiamo, non ci rappresentate, non ci piacete, non così, non fatti come siete voi”. L’assenteismo al voto non è sottovalutazione del voto. Può essere un messaggio forte che un Paese dà alla propria classe politica. E questo è forse definitivamente il momento di darlo. Votare “il meno peggio”, votare per “non consentire a un altro di essere eletto”, è una via possibile. Ma quanti anni sono che la percorriamo? E con che risultati? La nostra classe politica è corrotta, maneggiona, non ha a cuore il benessere del paese. Chi dovremmo votare per evitare di sentirci come chi ha avallatto una situazione come questa? E se dessimo un messaggio forte a una politica debole, non otterremmo qualche risultato invece, oltre a sentirci più diginitosi nel non aver votato qualcuno che non stimiamo capace e onesto, appassionato e dignitoso?

  17. NO, non sono per niente d’accordo con te. Chi non vota non esiste. E’ quello che vogliono loro: portarci all’esasperazione del dire “son tutti uguali” “così fan tutti” “la politica è tutta marcia” e poi alla ignavia mentale e ala totale inazione: così farn gli affari loro per sempre togliendoci i soldi dal ns portafogli. Invece si deve votare, per dargli fastidio. Ogni voto è un granello di sabbia nella macchina. Se non vai a votare e al potere ci vanno ad esempio i casalesi, oppure ti fanno la dittatura, credi che tu ne resterai immune e non toccato anche lì sopra i monti di LaSpezia? guarda che questi vogliono anche limitare la libertà di internet che è l’unico campo che non controllano e non conoscono. E tu essiti anche con internet.
    L’Italia è uno schifo, ok, l’opposizione fa schifo, ma io non mollo e gli voto contro. Votate!

  18. Egregio Sig. Perrotti condivido con Lei l’idea del non voto. Ho 54 anni ho votato due volte a 18 e alle ultime elezioni, due sbagli enormi. Non mi sento un cittadino di serie “B” anzi…..e non avvallare con il voto uno stato che non condivido.
    Lei Simone è stato come un terremoto nella vita di tanti. la ringrazio per averci dato la possibiltà di pensare che si piò combiare.

  19. …dimenticavo di dire che è solo da un anno a questa parte che mi sono accorta che il mio cane mi sorrideva esattamente da quando ho rivoluzionato la mia vita. Ho cominciato a lavorare già mentre frequentavo l’università, ho lottato come un mastino per arrivare in cima e ce l’ho fatta: ero la migliore formica operaia che il più rispettabile formicaio-azienda potesse desiderare. Giornate, mesi, anni in cui ricordo solo il lavoro ma in fondo ero quello che volevo. Poi un giorno con la più infinita serenità ho capito che non mi importava più, non volevo più essere un anello della infinita catena. Ricordo ancora le facce quando ho comunicato che avrei mollato….”ma perche?” “in fondo cosa devi fare non hai neppure dei bambini”…no,bambini no però avevo me stessa!!! Non ho smesso di lavorare perchè economicamente non posso ma ho cambiato azienda scegliendo quella che mi permetteva di avere TANTO tempo libero e di lavorare secondo la mia morale che non è esclusivamente quella del profitto. Chi mi incontra ora dice che ho cambiato faccia in realtà ho cambiato vita. Ho scoperto di avere due mani che amano prepararmi il cibo che mangio, scavare nella terra per piantare pomodori, ho scoperto di avere due gambe che amano correre, un cervello che vuole imparare sempre cose nuove e tutto ciò mi piace da morire! In seguito ho scoperto che tutto ciò si chiama downshifting e che non sono sola!!! Perciò grazie Simone perchè mi hai aiutato a credere ancora di più in ciò che sto vivendo. PS tutto ciò mi fa ancora di più disprezzare il marciume della cosa pubblica per cui non riesco a ignorare il voto. Ciao

  20. Concordo con Daniela, e’ giusto votare, nonostante tutto. Il primo dato delle elezioni e’ proprio sui votanti ed dice proprio “io ci sono!”. Io quando non so proprio cosa votare voto per qualche piccolo partito.

  21. Dopo aver seguito i tg (ma ha un senso chiamarli tg?) di oggi sono indignata, arrabbiata, mi sento presa in giro ma ciò che mi fa più male è l’indifferenza generale . Andrò a votare nel rispetto di quelle persone che prima di noi si sono battute per il diritto di voto e perchè non riesco a darla vinta a chi sta trattando la nostra società e il nostro paese come spazzatura pur consapevole che molto probabilmente non servirà a nulla. So però che la mia vita vera corre su altri binari e questo mi infonde un pò di serenità: nulla può competere con una passeggiata in riva al mare col mio cane che mi sorride…sì sì… mi sorride!! Scusa lo sfogo ma ormai ti considero un vecchio amico di penna (qualche anno fa si diceva così!)

  22. “astenersi, tirarsi fuori” Simone.. io, in questo caso, non riesco a farlo proprio perche’ penso a Falcone, Borsellino (ed ai poliziotti morti per difenderli), a Piersanti Mattarella, ai tanti cittadini onesti che il potere schifoso lo combattevano rimanendo dentro lo stato..

    ..cerca bene nelle liste che si presentano da te.. individua una persona (non un simbolo), sceglila per quel che dice e per quel che ha fatto nella vita.. e poi dopo averla votata “stagli sul collo”..

    ..il downshifting si puo’ fare con la propria vita di lavoratore e consumatore ma non lasciare nelle mani di altri la societa’ civile..

    Un abbraccio da chi ti conosce solo dalle parole di libri, di blog e di amici..

  23. Ho pensato anch’io tante volte di non andare a votare , credo di aver scelto il meno peggio e forse ho sbagliato.
    Ora mi chiedo se, non votando , non si dia piu’ forza ai corrotti

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