Puoi fumarti il pomeriggio…

Le montagne oltre i tetti sono rosse di sole. Fa freddo, l’aria è asciutta. Debole maestrale. Aspetto l’ennesimo treno. Ho indosso un paio di jeans, un maglione caldo, un giaccone che col tempo diventa sempre più bello. E’ solido, non teme l’usura. Tanto meno il viaggio. Con me ho solo una borsa leggera. “Una città per cantare”. Ho in mente questa canzone, stamattina.

Ieri, a centinaia di chilometri da qui, aspettavo un altro treno. Prendevo il sole, accucciato, con la schiena appoggiata sul muro. Pensavo che sono fortunato. Dovevo aspettare un’ora e mezza un treno locale, un po’ in ritardo. Guardavo la gente passare, con gli occhi socchiusi. Non provavo alcuna ansia, non avevo alcuna responsabilità a premere sul cuore, dovevo solo stare lì, al sole, fermo, e aspettare. Era mercoledì, ieri. Pensavo a una persona che non c’è. Qualcuno potrebbe dire che non esiste, ma io so che non è vero.

L’ho scritto: liberare tempo ha molto a che fare col viaggio. Quello che non so scrivere è il sentimento del tempo libero. Di stazione in stazione, sempre sulla strada, una presentazione al giorno, tante facce, tanto calore, ma soprattutto tanto tempo, tanti pensieri. Col sole sulla pelle, gli occhi chiusi sotto gli occhiali scuri, mi sono chiesto: “Come facevo a vivere quando non avevo tutto questo tempo. E dove finivano i pensieri, quando non potevo farli?” La persona c’è eccome. E’ il personaggio di un romanzo che devo scrivere. Mi è parso di vederla appoggiata al muro, anche lei, poco più in là…

Lunga è la strada… puoi fumarti il pomeriggio… Hai davanti un altro viaggio, e una città per cantare… Stasera un’altra città. E domani un altro viaggio. “Quanto è lunga una vita, per tutti i diavoli!” esclama Long John Silver in un passo del libro di Bjorn. Ma non si dice sempre che la vita è breve? Breve se vola via, ma se non la ingoi, se la mastichi, diventa tanta. Libero di andare. Me ne torno verso il mare. A casa.

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82 pensieri su “Puoi fumarti il pomeriggio…

  1. @@Alex
    scusami mi viene un dubbio…ma tu hai letto i libri di Simone?…Parlo di Adesso Basta ed Avanti Tutta? Mi viene il dubbio ….io personalmente partecipo a questo blog..perchè mi è piaciuto molto quello che ha scritto Simone…condivido molto, certo non tutto, quello che ha scritto….senza ideologie nette e radicali alle spalle come tu dici di notare su questo Blog…e quanto ho letto mi sta servendo in un percorso di cambiamento che non vuol dire, almeno per me, uscire dal sistema…non vuol dire “usare”..il sistema a proprio guadagno…I libri di Simone non avrebbero avuto senzo se fossero stati scritti 70 anni fa…quando le persone ” veramente ” morivano di fame…Grazie a tanta gente ” onesta” che ha lavorato…forse più di quanto lavoriamo noi…oggi noi godiamo di tanta ricchezza come giustamente sottolinei tu…ma ci sono purtroppo meccanismi distorti…Se leggi i libri forse capirai meglio il senso della scelta che fa chi la pensa, anche solo in parte, come Simone…lui ha agito… …progettando una vita in cui si riconoscesse di più rispetto a quella che faceva.Il rispetto di cui parlavo era per la scelta che aveva fatto, per le scelte che ognuno, CONSAPEVOLMENTE,senza fare male a nessuno, senza rubare o delinquere o sfruttare chicchessia, è libero ( fortunatamente ) oggi di fare.
    Maria Teresa

  2. Alex mi viene voglia di tatuarmi “fuck the system” sul braccio e fare davvero il parassita sociale! Ma che vita è quella che descrivi?! E’ davvero tutto inutile, non siamo altro che esseri succhiasangue che creano un Dare e un Avere, nulla più ?Allora abbiamo creato un sistema che ci autoschiavizza,siamo dei dementi.
    Anche a me non piacciono le persone che chiedono, si lamentano e poi non fanno nulla per contribuire al benessere generale ma non puoi dirmi che voler lavorare meno (in ore, non in qualità che anzi migliorerebbe), in un ambito che piace rispetto ad un lavoro palloso che implica un +2 ore al giorno di trasferimenti sia essere dei paraculi.
    L’automazione, e l’informatizzazione non ha permesso, inspiegabilmente, di accorciare i tempi di lavoro..Come è possibile? Io lavoro le stesse ore di mio padre quando lavorava nel 1970 e non c’erano nè computer, nè Internet nè tutta la tecnologia di oggi. C’è qualcosa che non mi torna anche perchè non ho mai sentito mio padre dire che gli mancassero beni di prima necessità a quei tempi. E poi con i miei 14 anni di contributi e nessun ricovero ospedaliero non voglio che paghino le macchine blu, le spese di rappresentanza, i ristoranti, le mazzette , gli appartamenti, le puttane, la droga di chi mi dovrebbe rappresentare. Non voglio stipendiare gente condannata in via definitiva, gente corrotta, gente che ha legami con la mafia .Se non fosse che ai piani alti aziendali, politici, sociali c’è un magna magna generale che fa schifo sarei assolutamente d’accordo con te ma tutti i MIEI soldi non tornano sotto forma di servizi al territorio e alle persone e nemmeno questo mi stà bene.Lavoro in banca e sò riconoscere se un’azienda è sana o meno: la nostra azienda Italia non lo è, non si amministra bene e ha un flusso di cassa di uscite enormemente sproporzionato, sarebbe un’azienda da chiudere e ne dovrebbero rispondere gli amministratori delegati, non di certo le ltime ruote del carro.Quindi che facciamo, vuoi togliermi l’asfalto davanti a casa?

  3. Io Alex non ce l ho con te, capiamoci..personalmente mi danno fastidio le persone che si permettono di giudicare gli altri e se magari c’e’ qualcosa che loro non vogliono o nn hanno il coraggio di fare allora non deve farlo nessun altro!!!!perche’ senno’ sarebbe( E’)lampante che hanno qualcosa in meno…ecc..ecc..Pero’ e’ un problema loro dico io.. non puo’ essere ne voglio che diventi un problema mio!Io fortunatamente sono una persona felice e contenta non faccio quello che voglio, ma faccio quello che mi sento..

  4. Sono d’accordo con Maria Teresa e Fabrizio.
    Non mi riconosco neppure io in nessun partito politico, ne berlusca , ne tantomeno il partito del “no” !
    Per quanto riguarda il downshifting..oh, ragazzi ma uno non puo’ fare quel cazzo che vuole senza che nessuno gli rompa i coglioni ?
    Delinque ? NO
    Ruba? NO
    E allora?…
    Diciamo che a tanta gente, e qui mi allaccio al discorso di Fabrizio , rode il culo. Gelosia, invidia son brutte bestie.
    Tutti pensano di essere liberi, ma poi quando vedono qualcuno che lo e’ veramente…….eh..eh..

  5. @ Alex:

    Guarda Alex, forse la mia risposta ti ha urtato come persona, e me ne dispiace, in quanto come gia’ detto, nulla di personale.
    Poi assolutamente, l’ultima frase che posti “Lo scemo lavoratore vi saluta”, mi spiace che la pensi cosi, in quanto, se sei uno che lavora e paga le sue tasse, non sei certo, almeno per me “scemo” …
    Anche io lavoro , come dicevo, e sodo, mai tirato indietro, fino a 8-10 anni fa mansioni di responsabilita’, soddisfazioni poche e soprattutto MAL PAGATE. Ho fatto una scelta: ridurre le ore a disposizione di un lavoro dipendente (bada bene, NON ELIMINARE il lavoro, ridurlo al tempo necessario..) e non per starmene a poltrire, ma per poter cercare di mettere a frutto la mia passione per il disegno e l’illustrazione, e forse (dico, FORSE) poter un giorno campare solo con quella !!
    Il discorso sui servizi potrebbe andare avanti all’infinito, in quanto ormai per questi servizi, stiamo pagando tutti (TUTTI !!!) da decenni, e progressivamente la qualita’ e la quantita’ dei servizi e’ scesa fino a livelli mediocri !!
    Un po’ come con le Assicurazioni auto, che finche’ per decenni non ne hai bisogno e paghi la tua polizza ogni anno, sono le migliori amiche dell’automobilista, poi una volta che hai un incidente, e magari con zero torto, ci mettono anni per pagarti, trovando mille scuse.
    Lasciamo poi da parte la politica, se ti va, credimi, parliamo solo fra noi ‘persone normali’, che tanto tirare in ballo questo o quel politico oggigiorno, almeno per me, equivale a dire FUFFA !!
    Pero’ concedimi di puntualizzare il fatto di ‘ste benedette tasse a carico di chi lavora piu’ o meno tanto.
    Se uno paga 80 e uno paga 50, pero’ si avvalgono degli stessi servizi, puo’ andare bene se fra le due persone il divario di entrate giustifica la differenza della tassazione.
    Sarei daccordo con te se dicessi che i servizi non se li devono aspettare quelli che non pagano tasse, o che evadono il fisco, o che lavorano in nero (per scelta pero’ ,non quelli costretti…), sarebbe la cosa giusta da puntualizzare.
    Ma non puoi essere convinto che i servizi dovrebbero essere ‘differenziati per casta’, per queste cose esistono i servizi a pagamento , piu’ o meno ‘ottimali’ a seconda di quanto uno sborsa.
    E senno’ come dicevi tu , e in parte mi trovi daccordo, come in America, cioe’ paghi per quello che usi… pero’ paghi SOLO SE USI !!!
    Invece in Italia vogliono che tu, intanto paghi, e non si sa per quanto, e poi forse, e dico forse, usi…. e cosi non mi pare che sia corretto.
    PS: il discorso iPod, iPhone eccetera, prendilo come esempio buttato li, erano le prime cose che mi sono venute all’occhio.. non c’e’ nulla di male se uno usa la tecnologia (anche io ho un iPod, vecchio ma ce l’ho, a me basta quello, non mi serve l’ultimo uscito…) era per fare un esempio, che poi anche sul web si puo’ trovarne riscontro, di come magari molte persone, che si lamentano di lavorare troppo, poi non facciano nulla per recuperare un po della loro liberta’, andando a buttare quel poco di ‘extra’ che potrebbero metter via per pensare di smettere con qualche straordinario, in gingilli che poi alla fin fine servono poco o niente…
    Mi raccomando, discussioni quanto si vuole, ma mai detto che chi lavora sia scemo, io lo sarei per primo da oltre 20 anni!!

    Buona serata

  6. Scusa, ma se questo ragionamento è valido, io posso dire che mio padre ha la pensione bassa pur avendo lavorato tutta la vita in un ruolo pesante. Ha contribuito moltissimo e non ha gravato sul sistema. Ma questo mi da diritto ad un credito? E se i miei genitori hanno avuto molto nel passato, allora dovrebbe trasferiersi un debito sociale? Se tu ti voti “all’individualismo”, ti sei già posto fuori da un sistema di credito-debito sociale. Quindi è come dire “tu non mi devi niente, io non ti devo niente”. Solo per chi rimane nel sistema, anche con le sue regole che riteniamo assurde ma che ci hanno permesso di diventare uno dei paesi (immeritatamente) più ricchi, solo con quelle regole è possibile. se si esce non c’è più credito/debito. il sistema è sistema finchè uno ci sta dentro. E non potrebbe non essere così. Altrimenti tutti ne starebbero furoi cercando i benefici dello stare dentro. Quanto al medico, bastano due gravidanze a carico del sistema sanitario per azzerare un credito, il costo è enorme. Non per criticare il sistema, è giusto che chi soffre per esso ne ottenga i benefici. Quanto al “non ascoltare”, magari è vero, ho poco ascolto, però qui conviene seguire la stessa linea di pensiero in quanto è l’unica che viene ascoltata. Almeno questo è quello che traspare. Saluti.

    • Ok Alex. Facciamo come dici tu. Io esco e non ho più diritto a niente. Però allora voglio indietro i miei soldi, 17 anni…

      Quanto al “qui conviene seguire la stessa linea” direi proprio che ti sbagli. Stai dicendo la tua. La gente ti risponde. Noti problemi di censura o di intolleranza? Non puoi pretendere che la gente sia d’accordo con te, come infatti tu non lo sei con me. Ma questo si chiama dialogo. Ciao!

  7. @Maria Teresa:
    e’ esattamente quello che penso io, e che fortunatamente vedo sono in molti a cominciare a pensarlo.
    Ho visto gente tirare la cinghia per comprarsi l’iPhone appena uscito (800 euro) per poi non sapere cosa farci, ho visto persone lamentarsi di dover fare gli straordinari e poi avere 5-6 finanziamenti in corso , ma non per cose utili, bensi per auto nuova ogni 2 anni, pc nuovo ogni 6 mesi e via dicendo. Ho visto mamme sgridare i figli al supermercato perche’ magari si permettevano di chiedere di acquistare le mele che preferivano, e magari le mamme stesse poi hanno riempito il cestino di puttanate cosmetiche da 10 euro a pezzo, e soprattutto vedo che la gente, molta, TROPPA, ha messo su un tono ARROGANTE verso il prossimo: per certe persone, tutto e’ dovuto, e nulla devono fare loro.
    E quelli sono proprio i primi che vanno a mettere il naso se magari uno riesce a sbarcare il lunario vendendo artigianato, o se un vicino riesce a pagarsi una bolletta facendo le torte per gli altri condomini, quando proprio loro che vanno a fare le pulci agli altri, magari sono professionisti che EVADONO centinaia di migliaia di euro, che poi quelli si che ricadono sulla collettivita’ sottoforma di tasse.
    Un po’ come quando chi come me e’ part time, e ad una certa ora esce, gli altri (i full time) lo guardano e esclamano “ehhh beato teee ma vai gia’ a casaaa”, poi pero’ non saprebbero vivere senza la loro busta da 1200 e passa euro….

  8. Si, scusate, tornate sempre al consumo dellìIpod, le vacanze, i centri commerciali, la sobrietà, etc… La spesa vera non è quella in Italia, quella che ammazza è la spesa pubblica in disavanzo. Però è inutile parlarne perchè partite da una base ideologica, mentre io, che so quello di cui parlo, parto da dati “contabili”. E sono numeri. E i numeri devono quadrare, tanto entra e tanto esce. E se tu paghi 50 di tasse e usufruisci di 80 di servizi, anche scadenti, ma non ci rinunci, vuol dire che da qualche parte qualcuno ha pagato 30 per te. Numeri, numeri, numeri, non filosofia o poesia, entrate-uscite. Il discorso sul quanto è bello la vita in libertà si può fare solo in un paese senza welfare. Nel welfare, c’è una cosa che si chiama “patto sociale”, solo che ormai non lo spiegano più. Il patto sociale è: io muoio per te (schaitto al lavoro), tu muori per me (schiatti al lavoro). E sapete perchè? Perchè vogliamo i servizi pagati dallo Stato (ovvero dagli altri): scuola, trasporti, medicine, etc… Tutto bene, ma in questo nascono non solo diritti, ma anche doveri. E i doveri sono, purtroppo, il contrario dell’individualismo. La decrescita si può fare, ma solo se si decide di far saltare il “patto sociale”. Ma poi la gente sciopera e protesta, e allora lo Stato per finanziarsi cosa fa? Si indebita, così fa contenti quelli che vogliono diritti e non doveri. Così quei 30 € che mancano a chi ha pagato poche tasse, non potendo andare oltre un certo livello di tassazione diventano DEBITO. Che qualcuno (non) pagherà. Chiaro.
    Ringrazio di nuovo i democratici che mi consigliano di rileggere quello che scrivo in quanto io non so ragionare, mi ricorda quel tipo che diceva che era impossibile che ci fossero tanti “coglioni” che non lo votavano, non notate lo stesso stile, “chi la pensa in modo diverso, anche se plausibile, non capisce, non sa ragionare”, non è evidente lo stesso pensiero ove la differenza è dovuta solo all’avere tanto denaro? Allora, scusate, spiegatemi, se alla fine lo stile è lo stesso, zittire l’altro, perchè mai uno dovrebbe abbracciare un modello “decrescita e avere mano” piuttosto che uno “soldi, sesso, e successo – almeno ci provo come va va”. Dico sul serio, se la cultura della decrescita è questa “zitto tu che non capisci niente”, perchè devo farmelo dire da uno che guadagna poco, almeno che me lo dica uno che va a letto coi miliardi, visto che l’impronta culturale è la stessa. O sbaglio?
    A proposito, ho citato la politica solo perchè ho visto che è uno degli obiettivi del blog (critica al modello consumistico, politico ed economicosempre, come se da altre parti del mondo si stesse meglio che in Italia). Cmq, avete ragione, le mie parole in questo contesto sono fuori luogo, ma vi assicuro che siete il blog più intransigente che avbbia visto finora, e certe reazioni mi sembrano talebane, avrei voluto che qualcuno mi dicesse cose tipo: non è vero che io usufruisco dei servizi dello Stato, del benessere di questo Stato, sarei stato meglio da un’altra parte, etc, invece sembra che sia normale che uno debba contribuire solo per la parte che ritiene giusta e non per la parte che gli spetta in un sistema che a forza di fare così ha i debiti fino agli occhi. Lo scemo lavoratore vi saluta.

    • Alex però neanche tu ascolti. Io ti ho risposto subito, e con numeri, senza basi ideologiche. Io ho pagato 17 anni di contributi per una pensione che non avrò. Ergo sono in credito (semmai). Senza contare il fatto che della sanità ne abbiamo bisogno saltuariamente (io fino ad ora mai, ad esempio) però la paghiamo. Il che vuol dire che se dopo quarant’anni che paghi hai bisogno di un medico te lo sei già pagato parecchio direi. No?! Saluti.

  9. @ Alex,

    stavo cercando le parole per risponderti ed in quello che ha scritto Fabrizio ci sono molte delle risposte che avrei voluto darti…comunque non era mia intenzione offendere nessuno…e non è mia intenzione criticare, giudicare i politici…come dici che io sarei in grado di fare…da qualche anno non mi riconosco in alcun schieramento politico…non mi vergogno a scriverlo…non mi interessa quello che fa Berlusconi sotto le lenzuola…nè qualsiasi altro politico… Vorrei che “Tutti” coloro che sono stati eletti e che … sono tra ‘altro “strapagati”….vorrei che si alzassero alle 5 della mattina tutti i giorni ed andassero come Fabrizio e tanti altri ai mercati generali o a raccogliere pomodori, olive, uva, a montare le transenne sugli edifici..e così via….ci sono tanti lavori umili ed onesti …in Italia..non riconosco le parole umiltà ed onestà nella politica italiana…Quindi non parlare a me di politica…. Mi preme comunque fare una precisazione…il senso delle mie parole era che spesso ci si sofferma troppo sulle ” idiozie ” e non sulle questioni importanti che riguardano la qualità della nostra vita….. Per alcuni è importante la ricerca di un equilibrio interiore…per altri è importante avere l’ultimo modello ipod…sono modi diversi di essere in cui ognuno è libero di riconoscersi…non c’è un giusto o sbagliato..solo un diverso.
    Maria Teresa

  10. PS:

    @ Alex:
    mi raccomando, niente di personale, e’ solo che, dopo quasi 20 anni di vita da lavoratore dipendente, e dopo cocenti delusioni nei vari posti di lavoro, leggere certe ‘castronerie’ da un po fastidio…. pensa che io sono grafico, disegnatore ed illustratore, sto cercando di ‘farmi le ossa’ da solo, ma intanto per ‘campare’, mi alzo tutte le mattine alle 5 e vado a fare i banchi della frutta al supermercato… e devo sentirmi dire che magari visto che lavoro poco, dovrei pagare tasse maggiori?? Naaaaaah !!
    un consiglio invece:
    quelli che ‘in fila nel traffico’ sono sempre incavolati, non lo devono essere con chi cerca di trovare un equilibrio migliore nella vita, ma con se stessi, perche’ molte volte la gente si sobbarca lavori e responsabilita’ PER SCELTA, per cavarsi voglie e sfizi.
    Se tu lavori, fai il manager, ti stressi, ma sei STRAPAGATO, e ti va bene perche’ vuoi il SUV, l’iPhone o cavolate del genere, sono fatti tuoi. Ma poi non andare a lamentarti con il lavoratore che magari si accontenta dell’utilitaria e del cellulare da 30 euro, perche’ vorresti che pagasse le tasse in percentuale maggiore della tua. Magari il lavoratore che fa meno ore e prende meno, potrebbe farlo e’ vero per scelta (e non c’e’ comunque nulla di male) ma anche essere costretto, visto che oggi non sono pochi coloro che avrebbero titolo e meriti per occupare posizioni importanti, o comuqnue consone al loro livello di impegno e di preparazione, che invece sono costretti ad accontentarsi di fare una eterna gavetta da 4 soldi, mentre ‘gli amici degli amici’ vanno e si inseriscono nel mondo del lavoro senza nemmeno sapere da che parte farsi.

    Buona vita a tutti!!

  11. @ Alex:

    Beh sinceramente piu’ che ‘attaccare’ chi guadagnando (o volendo guadagnare) poco, giustamente paga poco (sempre in percentuale al guadagno reale ovvio), a me invece verrebbe voglia di andare a fare le pulci a quelli (e sono taaanti) che guadagnano MOLTO, MOLTISSIMO, e dichiarando poco, fanno si che quelli che tu chiami ‘in fila ‘ paghino anche la loro parte.
    Sul fatto poi di usufurire dei servizi in modo uguale, mi pare anche giusto: perche’ se tizio tramite spinte riesce ad andare a fare un lavoro strapagato senza merito, io che magari potrei farlo per meriti miei, devo invece chesso’ servire gli hamburger a vita a 800 euro al mese, e usufruire di servizi minori? A me pare una grande e grossa CA**TA !!
    E’ invece sacrosanto che uno , se vuole, possa scegliere di lavorare il giusto, e paghi le tasse commisurate al suo reddito.
    Tu invece sembra proprio che invece vada daccordo col sistema che ci vorrebbe far lavorare a testa bassa, e pagare anche per quelli che NON DICHIARANO, o NON LAVORANO ma non perche’ fanno downshifting, bensi perche’ hanno posti strapagati ma non muovono un dito.
    Poi non andiamo a parlare del discorso politico attuale, perche’ sappiamo benissimo tutti che il problema non e’ SOLO quello che un uomo ha fatto fra le lenzuola di casa sua, ma si sviluppa in tanti altri discorsi che potrebbero occupare un blog intero (con che soldi? coi suoi? siamo sicuri? E siamo sicuri che a causa di cio’ che ha fatto non ci siano implicazioni nel suo dovere verso i cittadini ?? Non penso proprio, vista la schiera di neo-inserite nelle varie posizioni in comuni, province, governo, che non avrebbero titolo nemmeno per limare le unghie ad un poveretto…).
    A te da fastidio che uno come Simone, o come chiunque di quelle persone che si rendono conto di quanto marcio sia il sistema, si possa ‘liberare’ del fardello impostogli, e cercare di vivere una vita sobria senza togliere nulla a nessuno.
    Io al momento sono part time, 22 ore a settimana, perche’ in Italia fra leggi e leggine sul lavoro, le aziende fanno come gli pare, e percepisco uno stipendio che tutto sommato mi basta, quindi fammi capire, visto gia’ le tasse che pago visto che dalla busta dei dipendenti le trattenute sono automatiche, tu vorresti che me ne facessero pagare quante magari ne paga un full time, e magari di livello superiore al mio ? No fammi capire perche’ questo discorso mi pare un po’ campato in aria… poi magari visto che dico che il part time tutto sommato mi basta, cosa risulto come uno che LAVORA MENO per scelta, e quindi e’ giusto che paghi di piu’ per avere i servizi (che poi molte volte sono carenti, se non assenti…vogliamo parlare delle visite con la mutua, quasi sempre proposte con mesi di attesa, che quindi ti costringono ad andare per privati a pagamento…) ??
    Io invece vorrei che l’imprenditore che fa la cresta sui dipendenti, che dichiara zero, e poi lo beccano con la Lamborghini in autostrada, pagasse e anche piu’ del dovuto visto che ha anche fatto il furbo, vorrei che tutto il lavoro in nero che fanno fare molte aziende venisse MULTATO e regolarizzato, ma non a carico dei lavoratori che molte volte sono disperati, bensi a carico dei furboni che giocano con la vita degli altri.
    Poi se uno vuole fare DS e accontentarsi di un lavoro onesto, mi vieni a dire che dovrebbe pagare piu’ tasse e che fa il furbo… ma va la su!!! Rileggiti quello che hai scritto e cerca di ragionare che e’ meglio per favore !!!!!!

  12. # Maria Teresa,

    parli di mancanza di rispetto, ma forse non ti turba poi tanto vedere un mondo intero che sputtana il Capo del governo italiano per quello che fa tra le lenzuola. Però se uno dice la sua quello sarebbe mancanza di rispetto. Se uno va giù con la mannaia verso chi ti piace è coraggioso, se dice la sua è irrispettoso. Poi sarebbero gli altri che “dicono idiozie”. E le tue sarebbero parole diverse, vai un attimo sui siti pro-Governo e troverai le tue parole speculari, di chi dice a Berlusconi,”vai, continua per la tua strada, è tutta invidia, ognuno può fare quello che vuole (tra le lenzuola) senza dare fastidio agli altri”. Se vai sui siti di Brunetta, vedi quandosi parla di “fannulloni che non vogliono lavorare” Anche quello è giusto, dov’è la differenza? E la prossima volta che scrivi degli altri che dicono “idiozie” ricorda che magari gli altri pensano la stessa cosa di te. Speculare.

  13. Vorrei ricordare la buona norma del confronto civile. Simone ha voluto condividere con la rete la propria esperienza e ci ha invitati a partecipare del suo modo di vedere le cose. In questo blog siamo tutti ospiti di simone. E poi: vogliamo veramente addossare la colpa a lui dello stile di vita che conduciamo? In fin dei conti basta comprare un telefonino per partecipare a questo sistema, o una sigaretta, o il pane. E’ tutto collegato. Io stesso ho un telefonino e me ne assumo la responsabilità. Uso internet e so che è uno strumento che devo al mercato internazionale. Siamo noi stessi che alimentiamo le nostre pene. Sprechiamo e acquistiamo più del necessario. Quello che dice alex è vero anche se lo dice simone: perché io devo essere trascinato in un sistema in cui il superfluo la fa da padrone? Inoltre anche chi “partecipa” non se la passa bene. Chi lavora con i contratti a progetto in TV produce quanto un lavoratore indeterminato, ma ha meno diritti: non ha ferie, niente tredicesima, meno contributi, orari senza controllo. Tutti lo sanno, ma si lamentano solo gli interessati. Cioè: ognuno tira acqua al proprio mulino. Quando ho lavorato a progetto non mi sono mai permesso di dire a chi era indeterminato che sfruttava il mio lavoro per pagarsi le ferie. Però cerco di far valere i miei diritti. Non ci scanniamo tra noi, siamo tutti sulla stessa barca, dobbiamo collaborare, non scontrarci.

  14. Lucia, credo che dovremmo smetterla di prendere Simone dal lato delle relazioni d’amore, anche io ho posto delle domande del genere il qualche post precedente (come altri hanno fatto)ma sono delle questioni secondo me molto personali che esulano un attimo da tutto quello che Simone ha da comunicarci e da raccontarci.Anche a me è sembrato “strano” che una persona completa ed equilibrata come lui non avesse una moglie ma ci possono essere tanti buoni motivi..

  15. Grande Simone…..adesso si che hai una marcia in più…..Tutta invidia la loro….tu il tuo sogno l’hai realizzato…..e hai avuto il CORAGGIO di fare e non solo di pensare……..il diverso fa paura …..baci solidali

  16. Io sono sempre più convinta che è più difficile lasciare un lavoro che rende molto piuttosto di uno che rende poco.
    Si può davvero vivere con poco, e meglio, se si ha più tempo a disposizione per fare quelle cose che in genere si è costretti a demandare ad altri per la mancanza di tempo.

  17. Marcello Antonelli says:
    > …
    > vorrei pure io provare a fare il manager
    > …

    E provaci, chi cazzo te lo impedisce?

    Ce ne sono DUE, di posti di lavoro lasciati liberi per te, visto che anche io l’ho fatto nel passato, e ho lasciato perdere da poco meno di un anno. Come vedi, quindi, non c’e` solo Simone.

    Viva Cincinnato!

    Nick

  18. Ma quanti ” sputa sentenze..” quanta gente che ti ” conta le magliette ed i soldi in banca “…non credevo di poter leggere tante idiozie così come succede in questi giorni..Quanta mancanza di rispetto. Se anche una persona non ci crede..ha dei dubbi…come è leggittimo che sia….è necessario dire tutto ciò con arroganza? E’ da poco che leggo e partecipo al tuo Blog….ma che fatica..a volte!!!! D’altronde un piccolo assaggio l’ho sperimentato anche io su me stessa…solo per avere accennato di volere rimettermi in part. time!!!! E stavo con i miei amici !!!!Per giunta!!!!…Caspita ma quanto fastidio danno le persone che, senza fare del male a nessuno, vogliono riprendersi in mano un poco della loro vità..cambiare la rotta, ognuno a modo proprio..con i propri tempi..con tutte le difficoltà che ogni nuova scelta genera.. Credo non ci sia una sola risposta. Ad ogni modo…si va avanti…la libertà come dicevi tu Simone è di chi “diventa”….. ed ognuno è libero di intraprendere il cammino che più gli aggrada…
    Maria Teresa

  19. Rifletto.
    Grazie.
    Sto abbandonando le zavorre.Credo che se ognuno di noi riflettesse sui propri reali bisogni potrebbe rendersi conto del superfluo che ci circonda e ci avvolge.
    Libertà è qui ed ora.
    Liszt che ascolto ora in radio mi aiuta a comprendere quanto poco basti per alzare il viso, gli occhi verso l’alto
    Maurizio-Roma

  20. Io ho scritto di là, che confusione, non avevo visto che la discussione qui era tale e quale al precedente post e pensavo di esser fuori tema. Bah, sono sempre più stralunata e parecchio disorientata; mi servirebbe una bussola che non ho, sorry. Ciao, Perotti, per quel che ti può fregare il mio commento è di là, anzi no, è in moderazione, anche se non mi definirei affatto moderata. Bah, le incoerenze della rete…
    Ah, visto che io ti chiamo Perotti, tu puoi chiamarmi Strologo.

  21. Ecco, penso che togliersi di torno sia un’ottima cosa, sul serio, si creano così i posti di lavoro, non con le chiacchiere. Non condivido però quanto scritto sul fatto che si paghino poche tasse, come se fosse “giusto” pagarne poche in quanto uno guadagna poco. Non ha senso economico: in un sistema sano si paga non in base a ciò che si guadagna, ma in base a ciò che si prende dal sistema. Mi spiego: se paghi 10 € di tasse perchè guadagni 20 €, ma poi usufruisci di strade, acquedotti, condutture del gas, forze di polizia che assicurano un certo ordine così non ti brutalizzano in casa, elettricità in casa in parte a carico della collettività, etc… in realtà tu stai sottraendo risorse che qualcun altro di quegli stronzi che stanno in fila nel traffico pagherà al posto tuo. Hai manipolato il sistema ben fatto, qualcun altro pagherà per permetterti di vivere in uno stato col welfare, se ti ammali il medico ti cura gratis avendo pagato tu pochissimo perchè paghi pochissimo in quanto guadagni poco, ma qualcun altro ha pagato. Il nome che si da a questo sistema è “esternalizzazione” ed è la base del capitalismo moderno: scarico sugli altri, godendo dei benefici della collettività. Berlusconi lo fa per un miliardo di euro (perchè può farlo), tu per dieci euro (perchè lì arrivi), ma moralmente il concetto è lo stesso: manipolazione e distorsione di un sistema che non ti sta bene. Non c’è differenza, solo diverse abilità nel vivere “come si vuole” senza alla fine pagarne un costo.
    E’ normale che alla fine, esasperati, quegli stronzi che in fila nel traffico ci stanno davvero diventino spietati e dicano “basta” ad una m… di stato sociale che permette questo. Allora: vuoi il medico? Te lo paghi. Il Comune deve aggiustarti la strada? Te la sogni, te la paghi da solo. I bimbi devono andare a scuola? Paghi la retta, altrimenti imparano i lavori di casa. Altrimenti io devo farmi un mazzo così affinchè qualcuno sfrutti questo sistema per rilassarsi al mare? Ma siamo pazzi? Non bastano i furbi miliardare, adesso ci sono anche i furbi della decrescita? Bene, sapete la novità, se è così, meglio il sistema “marcia o crepa” quello degli Stati Uniti intendo, almeno uno è fregato da pochi miliardari, non dal vicino che si crede improvvisamente “decrescente e felice”. A me sta bene se uno decide di darsi alla pazza gioia, ma non sarò io ad assicurargli il welfare e i diritti, se li vuole, si metta in fila come gli altri. Il comunismo è morto, volete farlo resuscitare a forza di dichiarazioni d’intenti su quanto è bello godersi la vita mentre gli altri faticano? Lorsignori riposano e i poveri stronzi faticano? Mondo boia, viene davvero voglia di votare Berlusconi, almeno quello ti frega ma riconosci le capacità del vero mago dell’inganno, invece di sentirsi preso in giro dai gitanti in mare.

  22. Gentilissimo Simone , Ho visto un servizio dedicato a te in coda al tg1 delle 13,30 , ho dato poi un’occhiata al tuo sito , indubbiamente sei in “crisi mistica” ma proprio per questo somigli tanto a quelle persone che ne combinano di tutti i colori e poi vanno in chiesa la Domenica , non senza farlo notare agli altri .
    Per condividere quello che dici sulla vita con pochi soldi e per stare bene con 800 euro vorrei pure io provare a fare il manager ( con tutti gli annessi e i connessi )per poi decidere di ….. rimanere dove sto , purtroppo che i soldi non fanno la felicità lo diciamo solo noi che non ne abbiamo .
    Poi permettimelo forse vivrai come dici tu con 800 euro al mese ma , sarei curioso di sapere a , quanto ammonta il tuo conto in banca .
    Buona Domenica

    • Marcello, vedo che sei travolto dal romanticismo, dalla fiducia, dal sogno… Bene. Non rispondo più a queste domande. L’ho fatto migliaia di volte. Se sei interessato cercati le risposte su internet. Non per cattiveria, ma mi avete stancato con tutta questa dietrologia, con questa arcigna visione materiale. Ognuno la pensi come vuole. Se tu pensi che i soldi facciano la felicità, accomodati. Io un posto di lavoro l’ho creato, togliendomi di torno. ciao e buona fortuna. s.

  23. Ahhhhhh, che bello, mi pare di sentirlo anche a me quel sole caldo sulla pelle e la sensazione che la vita si allunghi se le dai spazio. Io sono lenta, molto lenta in tutto questo processo che mi vede molto altalenante e dalla volontà troppo poco ferrea.
    LaStancaSylvie

  24. Attenzione, la decrescita felice ha come scopo, fra gli altri, quello di migliorare la qualità del lavoro umano e la sua equa distibuzione. Il lavoro non è visto come “occupazione” ma come produzione di beni veri e non di “merci ad orologeria”, da buttare e ricomprare dopo pochi mesi. Per chi non lo conoscesse Maurizio Pallante “La Felicità Sostenibile”.

  25. Quanto livore Alex! Anch’io sono tentata di pensarla come te sai, e cioé che per praticare il downshifting bisognerebbe prima avercelo un lavoro, e che la decrescita predicata a chi deve ancora cominciare la crescita suona come una presa per il culo, ecc. ecc. Ma sono solo scuse credimi. Simone vive una vita onesta, non-violenta, equa, solidale, ecocompatibile, coerente…..cosa gli si può imputare con così tanta aggressività, non trovi? Quanti di noi possono dire se muoio domani non ho rimpianti, né persone sulla coscienza, non avrò contribuito a danneggiare l’ambiente ecc. Forse è una scelta la sua “per difetto” e non mi riferisco ai beni materiali, ma piuttosto a quelli relazionali e d’amore, ma va rispettata sempre!
    Sempre avanti, anzi avanti tutta!
    lucia

  26. E cosa aspettate a togliervi tutti dalle balle a fare downshift? In questo mondo ipercompetitivo, meno siamo e meglio stiamo, quindi suvvia, prendete il coraggio a due mani, mollate tutto e andate, andate, andate, così ci saranno meno parassiti in giro. Volete godervi la vita e magari vi aspettate che la Società vi paghi le cure mediche, il medico di famiglia, la scuola ai figli, magari un assegno di disoccupazione, le ferie pagate, lo Stato che si curi di voi. La disgrazia del troppo benessere, del welfare del c… Non funziona così, anche per etica personale, che vi manca in quanto abituati male, ricevi in quanto dai. Anzi, ricevi meno di quanto dai, in quanto è normale che in un sistema ci sia una parte di spreco, ma funziona così. Ho trovato questo blog per caso e viene da rimettere, peggio del comunismo sovietico, almeno lì la gente era costretta a fare certe cose, qui volete qualcuno che vi imbocchi, dovrebbero toglierlo questo stato assistenziale, ognuno dovrebbe fare da sè. Forza, lasciate i vostri bei posti di lavoro a gente più degna, andatevene, chiacchieroni che non siete altro, imparate cosa significa cercarlo un lavoro e non trovarlo, imparate dagli extracomunitari, parlate a loro di decrescita felice, vedete che vi rispondono loro che dalla vita non hanno avuto tutta questa fortuna. Forza, prendete l’ottimismo e andate, cosa aspettate, che qualcuno vi butti fuori a calci per convincervi? Andate a raccogliere pomodori, è un’attivita degna e pagata pochissimo ma si sta all’aria aperta, un posto in campagna in una baracca non si nega a nessuno, starete a contatto con la natura.

    • Alex ciao. Non ti arrabbiare. Così mi ricordi uno che conosco…
      In ogni caso, se si riceve in base a quanto si dà, io ho versato 17 anni di contributi su 19 lavorati. Un cargo di soldi. E dato che non li avrò indietro sotto forma di pensione (e per di più hanno reso interessi a nastro…) ho diritto a ogni servizio. Per non parlare delle tasse, che ancora pago (anche se poche perché guadagno poco…). Un saluto! (vieni qui a luglio che mi aiuti a raccogliere i pomodori. I miei.)

  27. Caro Simone,
    in attesa di leggere Avanti Tutta ho scritto la recensione del tuo romanzo Uomini senza Vento, pubblicata sul quotidiano online Sanremo News nella rubrica Personaggi e Cultura. Ecco il link:
    http://www.sanremonews.it/2011/02/03/leggi-notizia/argomenti/personaggi-e-cultura/articolo/simone-perotti-propone-il-nuovo-romanzo-uomini-senza-vento.html.

    Sanremo News, con cui ora collaboro per recensioni di narrativa, aveva organizzato l’anno scorso la tua presentazione di Adesso Basta presso lo Yacht Club Sanremo e lì ho potuto incontrarti. Avevo da poco lasciato anche io il lavoro d’azienda trasferendomi da una grande città al mare e subito dopo avevo scoperto, grazie ad Adesso Basta, che questo si chiamava downshifting!

    Oltre al mio pezzo Sanremo News ha pubblicato anche un articolo su Avanti Tutta, come tu già saprai. Mi sto organizzando per venire ad una delle presentazioni di Avanti Tutta nel Ponente Ligure –io sto a Imperia- quindi a Savona o a Vallecrosia. A presto e in bocca al lupo per tutto.
    Loredana

  28. Caspita non pensavo che il mio commento suscitasse tante riflessioni, vuol dire che non è proprio stato “sparato” nel vuoto. A Bassano all’inizio mi ero preoccupata perché osservando gli intervenuti erano tutti per la gran parte molto cool, impeccabili nei loro vestiti firmati, col capello perfetto ecc. probabilmente con la fabbrichetta e la barca ormeggiata da qualche parte. Poi sei arrivato tu e mi sono rilassata e non hai deluso le mie aspettative. Siamo praticamente coetanei e io adoro il tuo modo di vivere, intendiamoci; ho letto un sacco di libri sulla “decrescita felice” e cerco di applicarne i principi tutti i giorni della mia vita. Sono quella che a Bassano a fine serata è intervenuta dicendo: “ma se tutti quelli con una bella testa pensante come la tua se ne vanno in barca restano solo i “coglioni” e le cose possono solo peggiorare”. Intendo dire che forse era meglio se restavi…….contribuendo a migliorare le cose dall’interno del sistema anziché uscirne, magari facendo anche dei bei figli ai quali trasmettere le “nostre” idee” i “nostri” principi. Ma io forse sono rimasta una idealista sognatrice e magari fra un po’ mi vedrai capitare lì dove abiti e chiederti se hai un posto libero!!!
    Ti voglio bene
    lucia

  29. Curiosa questa cosa, una di quelle che mi fa riflettere e ridere allo stesso tempo. In pratica io solo qualche giorno fa scopro questo blog…dunque io sarei un downshifter, mi pare di aver capito. Prima facevo l’operatore di ripresa. Visto che “loro” non ve lo dicono ve lo dico io: alcune delle immagini che avete visto nei tg nazionali sono anche mie, oltre che di altri miei ex colleghi rimasti nell’oscurità. Perché chi lavora per gli appalti esterni non ha diritto a vedersi titolate le immagini nel corso della messa in onda. Il senso di ciò che sto dicendo è questo: quando facevo l’operatore non ero nessuno, e tutti facevano finta che non esistessi. Le immagini sgorgavano dalla telecamera così, dal nulla, e la telecamera andava in giro per l’Italia da sola….nessuno considerava che c’era una persona dietro all’attività della ripresa. Lavoravo in nero e nell’anonimato più completo. Poi in tre anni sono riuscito a fare ciò che volevo: il musicista. Oggi mi ritengo un teorico. Ma per fare questo non è stato necessario licenziarmi, anche perché non sono stato mai assunto. Per diventare chi sono oggi ho semplicemente iniziato a dire in giro chi fossi in realtà, a parlare a tutti del mio intento musicale. Il risultato è venuto da sé. Pian piano i datori di lavoro mi hanno allontanato, mentre chi mi ha tenuto credeva che avrei scalato un traliccio senza protezioni. Allora li ho lasciati io prima di farmi male. Basta essere se stessi per vivere bene, ma dovete accettarne le amare conseguenze economiche. Allora tutti possono essere musicisti, basta suonare la propria libertà, il rispetto verso se stessi, nel mio caso.
    Il bello è che non ho i soldi nemmeno per comprare il libro di simone e credo che sarà una lunga giornata quella del musicista oggi. Però una cosa non me l’hanno potuta negare. Io suono comunque. E scrivo. Inoltre ho da poco realizzato un sistema di scrittura musicale alternativo a quello del pentagramma in grado di dare la possibilità, a tutti quelli che non possono, di scrivere la musica senza andare al conservatorio o a lezioni private. Scrivere la musica significa scrivere una pagina di sé che prima era custodita nel proprio cuore. Se qualcuno vuole, anche inconsapevolmente, negarvi la possibilità di scrivere, inventatevi il modo. Non è necessaria nemmeno la penna a volte. Basta vivere e dimostrare che essere se stessi è possibile anche di fronte alle necessità del corpo. Non fraintendetemi. I soldi sono importanti. Ma vedrete che, dopo un primo sacrificio, quelli verranno da sé, basta fare ciò che ti viene meglio. Nel mio caso la musica. Ieri nessuno sapeva della mia esistenza, oggi io sono qualcuno, sono me stesso. Semplicemente perché ne parlo, solo perché ne suono.

  30. Ho atteso qualche settimana prima di comprare “Avanti Tutta”: volevo essere certo di avere la lucidità e la serenità per leggermelo e godermelo. Purtroppo non sto attraversando un periodo felice: sono ricaduto nel buco del lavoro dipendente, ma la cosa tremenda è che ci sono caduto perché ho ceduto alle lusinghe di chi ha continuato a cercarmi dopo il mio licenziamento di giugno: altre aziende, headhunter…Il problema grosso è che io avevo lasciato il lavoro con grande serenità, sentivo una forza dentro enorme, non una liberazione “da” ma una forza “di” fare. Poi sono cominciate ad arrivare le telefonate… senza neppure mandare il curriculum, vecchi contatti cui avevo chiaramente detto che volevo cambiare aria e prendermi il tempo per riflettere: mai come in questo periodo ho avuto così tante richieste. Dici no ad una, all’altra, poi ti guardi intorno, senti dire che ci sono molte persone senza lavoro, ti autoconvinci che forse ti eri sbagliato, puoi smettere quando vuoi, magari ancora due anni, che forse avevi solo bisogno di cambiare aria. Stronzate. Il problema mio era ed è un altro: non ci credo più. Non mi interessa più la carriera, non mi interessano i soldi, spreco energie in azienda, voglio usare le energie per altro: cucire, curare i giardini, cose che so fare e benone. Mi hanno consigliato la psicoterapia…in milanese direi: ma va a da via i ciàp! E adesso è peggio di prima, adesso che sono rientrato nel mondo azienda. Ho capito che non sono più in grado e questo è un problema, come dici tu Simone, sono troppo preso dalla vita, non ho più il ritmo, lo stress positivo.
    Comunque io…non ho mai avuto neppure venti magliette!!! Ma come hai fatto ad averne novanta? Stasera le ho contate: 3 polo, 5 thirts, due polo con le maniche lunghe. Stop…novanta, ah che ridere. Scusa ma leggendo il libro mi sono immaginato il Perotti di fronte alla cabina armadio dei tempi che furono con 28 camicie, 72 paia di scarpe, 13 abiti….

  31. Lucia, lei dice bene: fantastico.

    Fantastico vedere tanta gente che durante l’incontro di ieri, a Bassano del Grappa, ascoltava con grande attenzione e apertura mentale l’esperienza di Simone, il suo personale percorso nel cercare e seguire la propria “linea di minore resistenza”.

    Fantastico vedere le espressioni nei visi delle persone che da quelle parole ricavavano subito un proprio “effetto personale”, utile per una intima ricerca della propria libertà.

    Fantastico sentire le loro impressioni al termine dell’incontro e ancora più fantastico accorgersi che tanta gente ha compreso il significato di tutto questo.

    Personalmente non ho sentito davvero questa accusa che lei imputa a Simone verso i presenti in sala, e sono persuaso che nessuno l’abbia avvertita, e peraltro sarebbe stata inutile davvero.

    Lucia, le auguro di cuore di poter trovare in lei la libertà di comprendere appieno l’essenza e il valore che un’esperienza come quella di Simone può rappresentare nel percorso di chi intende seguire la propria inclinazione, riportandola alla propria individualità e specifica condizione, in modo da poter trovare e portare a termine una propria rivoluzione individuale attraverso una naturale presa di coscienza di sè stessi.

    E anche questo è fantastico, non trova?

  32. Gentile Simone,
    tramite il tuo blog, vorrei mandare un saluto, un abbraccio affettuoso a Graziella Gi… riporto infatti una tua frase che ha contribuito in questi giorni a ” sciogliere un groppo ” che avevo da qualche giorno in testa.. ” le possibilità sono sempre più numerose dei dubbi e dei limiti che crediamo di avere ” ….anche per me Graziella il viaggio verso la ricerca della propria interiorità….della propria anima…passa attraversa percorsi ricchi di foglie, di fiori, di alberi, di fili d’erba… un mondo generoso..da scoprire..da scoltare…un mondo di cui ho sperimentato la forza lenitrice per l’anima per il corpo ..per la mente…anche se sto solo all’inizio..
    Tu sei stata..sei…veramente Coraggiosa !!!
    e ringrazio pure Simone…….. (ancora!!!!…)
    Tutte le mattine..quando entro in ufficio, guardo un semplice foglio a4, che ho appeso alla parete, dove ho riportato una piccola frase del suo ultimo libro..” la libertà non è cosa di chi nasce, ma di chi diventa. ”
    La leggo e sorrido!!!!
    Maria Teresa

  33. PS:

    sul ‘liberta’ e’ partecipazione’ avrei qualche dubbio, semmai liberta’ puo ‘essere il rispetto e l’essere rispettati.
    Ne vedo poca di liberta’ nella partecipazione a cio’ che il calderone ‘societa’ ci propone oggi giorno, a partire dai cosiddetti posti di lavoro dipendenti, sempre meno posti di lavoro, sempre piu’ ‘postazioni’ da schiavi del mondo del lavoro…
    La liberta’ e’ ben diversa dal far cio’ che fanno tutti e in massa, la liberta’ e’ anche poter fare le proprie scelte senza per forza venire ‘etichettati’ (questo lo dico perche’ da quando sono al mondo, non ho mai sopportato le cose fatte ‘perche’ di moda’ ) , la liberta’ e’ poter disporre del proprio tempo e della propria vita senza doverne rendere conto a nessuno, la liberta’ e’, per l’appassionato di scultura, fare lo SCULTORE e non finire dietro un bancone del fast food a 800 euro al mese, e’ fare il falegname se uno davvero lo vuol fare, senza dover invece infilarsi in una catena di montaggio di automobili, e’ fare dolci e venderli in un piccolo forno di paese, invece di dover lavorare chiusi in un centro commerciale…. mi rendo conto che per molti cio’ che dico suoni come lingua sconosciuta, ma la liberta’ e’ questo….

  34. @Lucia:

    penso che Simone, come tanti altri, intanto NON lo peggiori il mondo.
    Se poi vogliamo trovare proprio il pelo nell’uovo, forse forse lo migliora anche (almeno per il suo seimiliardesimo..), consumando meno, risparmiando risorse, andando a velocita’ ‘umana’, ma mi rendo conto che queste ‘banalita’ ‘ sono sconosciute a chi magari pensa di migliorare il mondo contribuendo a far girare piu’ vorticosamente la ruota del Sistema.
    Capiscimi, non e’ un appunto a te, e’ solo un mio pensiero…
    Per cambiare il mondo (paroloni grossi), intanto bisognerebbe riportare il tutto ad una misura piu’ umana, al rispetto per la natura, al rispetto per gli altri, al consumo intelligente.
    Io queste cose non le vedo in una societa’ colma di invidia, arrivismo, consumismo, odio.
    Tanto per fare un esempio che puo’ sembrare stupido: provate ad immaginare quanta gente si sfamerebbe con tutto cio’ che viene ‘eliminato’ dai giganteschi iper, o centri commerciali che dir si voglia. E pensate l’assurdita’: alimenti prodotti in quantita’ esorbitanti, evidentemente sovrannumero, solo per far si che chiunque possa soddisfare qualsiasi capriccio, che pero’ immancabilmente vanno (buona parte) a finire in discariche una volta non venduti. Secondo te e’ ‘logica’ e ‘intelligente’ questa cosa? E mille altre cose del genere succedono ogni giorno, grazie a chi ‘corre’ , a chi pensa di ‘fare qualcosa per il mondo’ perche’ magari si sente parte di questo ingranaggio…
    E allora mi viene da dire, che forse forse qualcosa di buono la fa chi magari decide di ridurre i consumi (tutti, intendo non solo di energia, ma anche di alimenti, perche’ comprare in eccesso per poi buttare via?), di rallentare (che tanto dove si deve andare cosi’ di corsa?), chi decide di rispettare persone, luoghi , animali (mai come in questa epoca l’animale peggiore del mondo, ovvero NOI, ha avuto cosi poco rispetto per tutte le altre specie..)…

    Almeno, vedendo come vanno le cose, io la penso cosi…

    @Simone: finito di leggere “Avanti Tutta” !! Ottimi spunti, e ottimi approfondimenti, oltre ad aver ‘completato’ quanto detto in AB !!

  35. Ciao , ho letto adesso basta e sto per finire Avanti tutta . Ho letto molti dei libri che suggerisci in coda al primo e devo dire che in tutti ovviamente c’e’ il solito filo conduttore . Voglio farti i miei complimenti per quello che sei riuscito a fare ma soprattutto per quello che riesci a comunicare a chi ha voglia di recepire . Io ti seguiro’ a breve , avevo gia’ programmato tutto nel 2008 , e con il tuo libro tutto mi sta riuscendo piu’ facile . grazie , grazie , grazie e ancora grazie

  36. MI sembra di essere li!!!MI sono familiari quelle sensazioni, quello strano esserci/non esserci, quel “vedere-sentire” tante facce (…diventano una), mescolarsi, andare, andare.
    E pensare ad una persona…sempre.
    …hai davanti un altro viaggio e una città per cantare….

    6 un grande!

  37. servire non è la stessa cosa che aiutare. Aiutare implica una disuguaglianza, non prevede un rapporto alla pari. Quando si aiuta, si usa la propria forza a beneficio di qualcuno che ne ha meno. E’ un rapporto dove una delle parti è in una posizione svantaggiata, e dove la disuguaglianza è palpabile. Ponendoci nell’ottica dell’aiuto possiamo inavvertitamente sottrarre all’altro più di quanto gli diamo, indebolirne il senso di dignità e l’autostima. Quando aiuto, sono chiaramente cosciente della mia forza. Ma per servire dobbiamo mettere in gioco qualcosa di più della nostra forza. Dobbiamo mettere in gioco la totalità di noi stessi, attingere all’intera gamma delle nostre esperienze. Servono anche le nostre ferite, i nostri limiti, perfino i nostri lati oscuri. La nostra interezza serve l’interezza dell’altro e l’interezza della vita. Aiutare crea un debito. L’altro sente di doverci qualcosa. Il servizio, al contrario, è reciproco. Quando aiuto provo soddisfazione; quando servo provo gratitudine. Servire è inoltre diverso dal provvedere. Quando cerco di provvedere a qualcuno, vedo nell’altro qualcosa che non va. E’ un giudizio implicito, che mi separa dall’altro e crea una distanza. Direi quindi che, fondamentalmente, aiutare, provvedere e servire sono modi di vedere la vita. Quando aiutiamo, la vita ci appare debole. Quando cerchiamo di provvedere, ci sembra che abbia qualcosa che non va. Ma quando serviamo, la vita ci appare completa, e siamo consapevoli di fare da canale a qualcosa di più grande di noi.”
    Ho trovato questa cosa, non c’entra nulla con l’argomento…ma mi piaceva cosi tanto che volevo condividerla con voi…Ciao

  38. stamattina svegliandomi ho guardato il mio cane. E’ una femmina e si arrotola come un gatto, d’inverno, perchè ha freddo.
    L’ho coccolata e coperta e le ho sussurrato: vorrei essere te, Lulù. Invece sono Lilly e mi tocca andare a lavorare. Ma non è una tragedia ora, non più.
    Il cambiamento è iniziato un anno fa…

  39. Da quando stò rallentando, ogni momento di questo meraviglioso gioco chiamato vita, assume un’aspetto completamente differente.
    Questo mi affascina giorno dopo giorno.
    Live simply take it easy
    Alberto

  40. ciao,
    ieri sera sono stato piacevolmente sorpreso nel constatare che sei anche divertente…..credevo (anzi speravo) che fossi “palloso”,per usare un francesismo, così da quietare la mia coscienza….che invece si è risvegliata e mi costringe a a scriverti e a sognare ancora !
    D.

  41. E’ stato un piacere ascoltarti in quel di Bassano. Ho già iniziato a leggere il tuo nuovo libro e penso che ne ricaverò degli spunti interessanti su cui riflettere: in fondo sono anni che sto preparando la “mia” via di fuga.
    Ho apprezzato la tua sincera risposta alla mia domanda sul prezzo da pagare per una scelta come la tua.
    Buon ritorno verso il mare!

  42. Ciao a tutti, difronte a questo titolo da “ggiovane” di Simone devo per forza scrivere 2 righe. Non ho ancora comprato il nuovo libro Avanti Tutta, so che lo leggerò a breve ma da un lato voglio sperimentare con le mie gambe questa nuova fase di vita. Ho lasciato il lavoro ormai da circa 2 mesi, questa settimana mi ha raggiunto il mio amico e futuro socio. La sensazione che proviamo è strana e varia. Io per esempio nella fase iniziale ho avuto anche dei momenti di scoramento, ansia, inquietudine, a volte dati semplicemente dal trovarti una giornata intera a disposizione e non sapere come impiegarla. Ora invece va molto meglio e ogni giorno mi organizzo qualcosa da fare.
    Lui è nella prima settimana di libertà, mi piace tantissimo vedere il suo sguardo in questi giorni. E’ come se fossse uscito fuori il bambino che era stato represso per anni.
    L’altro giorno ci siamo detti che se non riusciamo a mettere in piedi il nostro progetto, in ogni caso in “gabbia” non ci torniamo più…. troppo bello !!!
    Ora vado a prenderlo che andiamo in piscina a nuotare…e poi in qualche modo il pomeriggio ce lo fumiamo….
    Un abbraccio a tutti.

  43. bellissima Bassano e meravigliosa la libreria di Palazzo Roberti. Spero che oltre la presentazione ti sia goduto anche qualche bicchiere di prosecco, che da quelle parti fluisce in abbondanza!
    Grazie Simone per la tua autenticità! Attenzione – il downshifting sta diventando moda, fate caso a distinguere gli autentici downshifter, che rischiano in proprio come il nostro ospite Simone, dai cavalcatori dell’onda… che si spacciano per downshifter perche’ fa immagine. Oggi non mi sento in mood da commento piu’ serio o esteso, alla prossima

  44. Ho letto AVANTI TUTTA,sorrido pensando alla citazione di pag 12, su ciò che mi era capitato realmente:incredibile sto signore a bordo della sua BENTLEY, legge il libro e poi lo getta dal finestrino. Con tutta probabilità era schiavo di soldi e successo… Il gesto,tra l’altro incivile confermava ciò che pensavo.POVERO DISGRAZIATO

    • eh sì, ora che l’hai detto tu si può dire. quel giorno che ci conoscemmo a Milano, alla mia presentazione e mi raccontasti la storia del libro gettato via… mi è rimasto così impresso che ho pensato subito a te quando ho scritto quel capitolo. quello a pagina 12 sei tu. ciao e grazie!

  45. Bravo!Molto poetico questo racconto.
    Io mi sto arrovellando e subendo cose
    impensabili cullando il sogno di arrivare un giorno (che probabilmente non esiste ancora) all’insegnamento.
    Intanto continuo ad invidiarti e a sperare di trovare la strada giusta…
    Ciao

  46. Con tutto il rispetto per la tua scelta e la massima stima per la tua persona, penso che tu hai fatto la tua rivoluzione individuale ma che contributo hai dato al miglioramento della condizione umana? Perché la libertà “non è star sopra un albero, liberta è partecipazione”!
    All’incontro di ieri 3 febbraio a Bassano del Grappa hai praticamente dato dei “coglioni” a tutti i presenti e ti hanno pure applaudito…FANTASTICO!!!
    Ti abbraccio.
    lucia (Bassano del Grappa – VI)

    • Lucia, grazie del messaggio. Trovi davvero che io abbia fatto questo? Sarebbe imperdonabile! Io non credo. C’erano cento persone in sala e la gran parte è venuta a dirmi grazie, a fare un complimento… Sarebbero tutti coglioni, come tu dici, se l’avessero fatto. Presi in giro e pure ringraziano! Io non credo di aver preso in giro nessuno. Io ho parlato di me, dei miei romanzi, dei miei saggi, di cosa penso di alcune faccende che ci riguardano tutti. Ho esordito dicendo che è solo la mia testimonianza, solo quel che penso e faccio io… Spiegati, cosa, come, dove sarei stato così… ome dici?

      Per venire alla tua domanda. Tre cose:
      1) Non credo di avere la missione di dover contribuire al miglioramento della condizione umana. Non più o meno di tutti, intendo. Mi verrebbe da chiederti cosa fai tu per questo obiettivo, che mi giudichi, ma non lo faccio. Io non sento su di me le sorti del mondo. E non provo alcun senso di colpa per quello che ho appena scritto.
      2) Se mai dovessi però dirti nel merito, direi che credo in un mondo migliore solo se è fatto da persone migliori. Non vedo come potremmo realizzarlo diversamente. La mia strategia per rendere migliore me è quella che tutti sanno, e che ho scritto. E’ una strategia buona, secondo me, perché in me ha prodotto frutti. Dunque ho contribuito al miglioramento dell’umanità per 1/6.000.000.000 (unseimiliardesimo) del problema. Almeno, ci provo.
      3) Se poi proprio mi monto la testa ti dico di più. Quando io ho deciso di cambiare, di cercare la via della mia maggiore libertà, con tanti cambiamenti rispetto a prima (consumo meno, spreco meno, rompo meno i maroni agli altri [spero] etc) non c’era alcun “AdessoBasta – Umoni Senza Vento – Avanti Tutta” con cui, almeno, cercare un confronto. Oggi (che sia un bene o no) ci sono. Il che mi fa pensare che forse un contributo lo do: testimonio che qualche chance di vivere diversamente senza morire c’è. Il che ho il sospetto che sia utile a molti, almeno per farsi qualche domanda.

      Se dovessi avvalermi anche della tua testimonianza, non per polemizzare, di cosa mi avvarrei? In cosa mi aiuteresti?

      Dico ciò non certo per mettermi a fare le misurazioni col bilancino che sono ben cosa cosa. Dico queste cose perché io temo molto la critica così, lanciata nell’aria come una rete da pesca piombata. Io amo molto confrontarmi sui punti specifici di una scelta o di qualcosa che per qualcuno non funziona. Però se mi fai la morale, cioé se mi giudichi in relazione a una missione da compiere, al fatto che io sia o non sia un buon cittadino o serva o non serva all’umanità, devi essere pronta a sentirti dimandare cose come: e dimmi tu cosa fai, visto che critichi, dimmi come lo migliori tu il mondo. Io ci sto provando ma solo come conseguenza di quel che faccio per essere un uomo migliore. Conseguenza che, se non ci fosse, non cambierebbe di una virgola quel che sto cercando di fare.

      In ultimo, per me libertà è disubbidienza a una serie di regole del sistema, limitazione dei bisogni, rinuncia all’omologazione. Partecipare, come dici citando Gaber, senza questo, non è solo inutile. E’ dannoso. Occhio a innamorarsi delle frasi senza metterci dentro la roba che le rende concrete.

      ciao!

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