Milano

Avanti tutta. Manifesto per una rivoluzione individuale (Reverse)

Oggi, lunedì 7 febbraio, ore 18.30 c/o la libreria Feltrinelli di Corso Buenos Aires 33, Milano, presento “AVANTI TUTTA“. Interviene Paola Pica (Corriere della Sera).

Ci vediamo lì. Ciao!

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65 pensieri su “Milano

  1. ECCO LA MIA STORIA…
    Il mio DS è iniziato quando ho deciso di andare a vivere da sola.
    Quando vivevo con i miei genitori spendevo praticamente tutto lo stipendio per ogni cosa mi saltasse in testa, programmavo le Vacanze a gennaio per luglio, avevo una Moleskine piena di impegni prefissati tempo prima: teatro, concerti, week-end.. sempre in giro, mi definivo Avida della Vita.. quello che potevo fare che mi interessava, lo facevo.
    Quando ho convissuto ho “migliorato” la mia condizione, il mio ex compagno è un dirigente, non ci si faceva mancare nulla e tutto questo “benessere” mi ha terribilmente condizionata quando, scoprendo di avere principi e valori profondamente diversi, di non amarlo perche’ si dimostrava giorno dopo giorno l’antitesi del mio essere e del mio pensiero, di non aver quindi nulla da condividere con lui (pensiero unilaterale perche’ lui non si e’ accorto di nulla e a detta sua, si stava benissimo) stavo decidendo di lasciarlo.
    Avevo paura di non riuscire a sopportare le privazioni materiali che questa scelta avrebbe comportato perché sapevo benissimo che con il mio stipendio e un affitto.. c’era poco da fare la brillante.
    Per fortuna l’oppressione emotiva e il profondo malessere che vivevo sono stati più forti di questa paura. Mi mancava l’aria. Volevo fare ciò che da sempre avevo sognato di fare: avere una casa mia dove gestire il mio tempo come volevo e senza vincoli. Volevo andarmene e vivere, per quanto potevo, la vita che desideravo.. Ho deciso di non fare piu’ cio’ che gli altri si aspettavano da me ma di assecondare il mio sentire, il mio essere.. mi sono detta “Piuttosto muoio di fame ma voglio la mia libertà!”.
    E ce l’ho fatta!!

    Non e’ stato facile rinunciare al superfluo (eppure, e’ superfluo!) ma incominciando questa nuova avventura mi sono accorta che per vivere basta poco e che le necessita’ sono indotte, raramente sono reali..
    Non ho smesso di lavorare e nemmeno riesco a ridurre l’orario perche’ sono un’impiegata dipendente ma questo e’ l’unico vincolo che al momento, mantengo nella mia vita. Tutto il resto del tempo voglio viverlo secondo il mio ritmo e non secondo uno schema prestabilito. Amo stare a casa a leggere, scrivere, dipingere, pensare, cazzeggiare, dormire, cucinare in beata solitudine sapendo che la’ fuori la maggior parte delle persone impazzisce perche’ non e’ in grado di stare un’ora da sola.. vive con il cellulare sempre acceso e attaccato al sedere, va in fibrillazione se una sera non esce di casa per andare nel locale piu’ in e piu’ cool del momento.. Io mi sono stancata. Tutta fuffa come si dice a Milano. Ho bisogno di silenzio, di calma per raccogliere i pensieri e riflettere su di me, sul Mondo.. esco solo se ho voglia e con persone che so che hanno del loro da raccontare.. se in una serata mi annoio mi alzo e me ne vado.. ho cosi’ tante altre cose da fare e di sicuro interesse! Spesso mi si dice che sono snob, che voglio fare la diversa..
    Io non voglio fare la diversa. Io sono diversa. Lo sono sempre stata in realta’ e, grazie a questo, sono cambiata. In meglio credo!

    .

  2. Ciao Simone, ti seguo con interesse fin dai tempi della pubblicazione di “Adesso Basta”. Oggi leggo, con rinnovata curiosità, il tuo ultimo lavoro: “Avanti tutta”. Devo dire che gli ideali di cui ti fai portavoce sono, da sempre, stati anche i miei. E’ da quando sono bambino, e non esagero, che considero il tempo la risorsa più importante nella vita di un uomo e sono intimamente convinto dell’importanza della sua valorizzazione. Nella mia vita non ho mai inseguito il denaro o la carriera, tutt’altro, ho fatto di tutto per ritagliare per me la maggior parte di tempo possibile, tempo da dedicare agli affetti, alla famiglia, a me stesso. E’ attraverso il tempo, e non attraverso il denaro che si dà un senso ad un’esistenza che altrimenti sarebbe assurda. Le persone con cui ho lavorato e studiato negli anni della mia vita conoscono bene il mio modo di pensare in quanto da sempre ho intriso dei miei ideali chi ho conosciuto ed in molti casi sono riuscito a far “aprire gli occhi” anche ai carrieristi più convinti. Tuttavia devo dirti che io, che per primo predicavo questi valori, mi sono trovato incastrato in un meccanismo ancora più perverso di quello che tu descrivi nei tuoi libri e che in qualche modo rende il downshifting, almeno per me ma penso anche per molti altri, molto difficile da realizzare. Io ho 39 anni, sono laureato in Economia con il massimo dei voti più la lode, sono sposato con una collega di università, 3 anni più giovane di me, anche lei laureata in Economia e siamo in attesa di un bimbo. La scelta del figlio è stata dettata più che altro da imposizioni biologiche. Per noi l’equazione “+lavoro=+soldi; -lavoro=+tempo” non funziona. Per noi il concetto di dover lavorare in quanto ammaliati dal consumismo e dall’acquisto di cose superflue non ha ragione d’essere. Noi riusciamo a fare “ancora meglio” di quanto tu dici di riuscire a fare nella tua vita. Noi riusciamo in un impresa quasi impossibile, riusciamo a vivere in 45mq con 500 euro a testa, non un euro di più, e ci stiamo apprestando a vivere con gli stessi soldi più un bambino. Io lavoro in uno studio commerciale ed il lavoro occupa l’intera mia giornata, rivedo mia moglie solo a tarda sera e guadagno 800 euro al mese. Durante il periodo di chiusura dei bilanci delle società, e cioè da aprile a luglio compreso, i ritmi lavorativi sono più serrati, non è raro tornare a casa alle 3 di notte e lavorare anche di domenica. Mia moglie non trova lavoro, racimola qua e là qualche soldo con delle ripetizioni o delle lezioni di tributario, marketing o economia aziendale in qualche istituto privato, mediamente non più di 200 Euro al mese comunque, quando và bene. Da quanto scrivi nel tuo libro pare che un individuo dotato di buona volontà sia in grado, sempre, di mettere insieme almeno 800 euro mensili. Quello che vorrei dirti è che non è così, almeno non per tutti. Dove viviamo noi è la scarsità di lavoro che detta le leggi di mercato e consente a datori di lavoro senza scrupoli di imporre le proprie regole. Come vedi il downshifting per molti è davvero un’impresa impossibile. Ti mando un caro saluto e ti prometto che non smetterò di seguirti. In bocca al lupo

  3. Ciao Simone & lettori,
    ho appena finito “Avanti tutta”: mi ha dato la botta finale per il mio progetto Ds, ma di questo racconterò quando sarò in mare aperto, per ora sono ancora qui sulla costa… però qualche dritta da condividere ce l’ho.
    Leggendo che l’autore ha patito il freddo con una stufa di terracotta (bellissima ma molto lenta), vorrei dare un consiglio pratico che viene dalla mia lunga esperienza in riscaldamento a legna: il tubo scalda più della stufa!
    Quindi se potete, senza danneggiare il tiraggio, allontanate la stufa dal buco di scarico e aggiungete un paio di metri di tubo. In questo modo sfrutterete la maggior parte del calore prodotto.
    E mi raccomando di mettere il registro nel tubo di scarico: è molto importante per consumare più lentamente e va messo appena sopra la stufa.
    Qui a casa abbiamo un soppalco e abbiamo posizionato la stufa in modo che il tubo attraversi in altezza tutta la casa: al mattino quando mi sveglio ci sono ancora 19 gradi.
    Altra cosa importante è acquistare una stufa con la bocca grande, perché in questo modo la caricate meno spesso, non dovete fare pezzetti e pezzettini di legna e con un bel ceppo messo la sera è facile che al mattino troviate le braci pronte per farla ripartire.
    Non so se posso fare pubblicità, ma una piccola bomba è la Max junior della Nordica (che dovrebbe costare intorno ai 300 euro nuova).

  4. Non penso proprio di interrompere il filo della comunicazione, anzi! Sto uscendo ora per andarmi a prendere una copia di USV. Più avanti magari prenderò anche gli altri, e senza sobbarcarti il pesante onere di eleggerti mio scrittore preferito 🙂
    A proposito di scrittori e di buone letture, nei ringraziamenti di AT citi Claudio Magris. Sono certo che avrai letto e apprezzato il suo “Un altro mare”. Credo di fare cosa utile suggerendolo ai frequentatori di questo blog: potrebbero restarne affascinati come ne sono rimasto affascinato io. Alla prossima.

  5. Ho pubblicato nel mio sito:
    Ho letto “Avanti tutta – Contro la follia delle aziende e l’inerzia dei lavoratori –Manifesto per una rivolta individuale” di Simone Perotti. “La lotta di classe sembra finita. Forse è incominciata la lotta per la vera liberazione.”

    Non varcare i confini oltre le nuvole
    del difficile altro trabocchetto
    il poco avanti piano è nel possibile
    sorridere del sole che succede.

    Ritrovar la speranza fuggitiva
    dalle angustie moderne accovacciata
    nei libri nei disegni tra i bambini
    è fortuna da accogliere e godere.

  6. Mi ha fatto sorridere, in fondo ad Avanti Tutta, il tuo invito a darsi da fare per ideare e concretizzare l’agenzia di scollocamento, offrendo la tua disponibilità e il tuo contributo a patto che si faccia al bar e non a casa tua, dati i postumi del tuo incauto invito in fondo ad Adesso Basta, postumi che lasci ben intuire. Ti ho immaginato mollare sbuffando il pc o l’orto o una buona lettura per andare a vedere chi scampanella con insistenza o ti chiama dalla strada. Ho immaginato la tua benevola cortesia rivolta ai primi disturbatori, ai secondi, magari anche ai terzi, per poi scemare e sfumare verso una sempre meno dissimulata scocciatura. E i quarti e quinti e sesti con le facce perplesse. E ho sorriso ancora pensando ai penultimi e agli ultimi e ai sempre nuovi postulanti (una fila che, penso, continui e si ingrossi) che devono fronteggiare un Simone palesemente quasi incazzato, a momenti quasi scorbutico, così diverso dal guru, dal maestro serafico, sorridente e accogliente che si aspettano e al quale vorrebbero chiedere assoluzioni e benedizioni. Ho immaginato alcuni di essi allontanarsi con le facce imbrattate di delusione, i loro pensieri: “Sì sì, parla parla ma poi… chiacchiere e distintivo…” Non volermene, magari non è stato e non è così, ma l’immagine che mi è venuta è proprio questa e ne ho sorriso, però senza cattiveria. Credo di essere parzialmente autorizzato a sorriderne dal fatto che, quando scampanellano a me, spesso perfino quando squilla il telefono, la mia prima reazione (qualsiasi cosa stia facendo e perfino se non sto facendo un tubo) è una sonora sbuffata, un vivace moto di stizza. Dunque sorrido di te perchè sorrido di me.

    Comunque passo di qui solo per ringraziarti. Lo hanno già fatto in moltissimi, ma ritengo doveroso aggiungere anche il mio grazie. E’ tutto vero: anche la mia prima reazione leggendoti, fin dalle primissime pagine, è stata questa: “Ma allora non sono pazzo! O almeno non sono l’unico pazzo!” Per me le cose sono andate come segue. Passo quasi ogni giorno sul sito del Fatto Quotidiano e spesso leggo i post. Non sempre mi trovo in sintonia con i contenuti. A volte lascio un commento. Diverse settimane fa ho letto un tuo post, ma non ricordo quale. Fatto sta che deve avermi colpito piuttosto positivamente, tanto da incuriosirmi e farmi cliccare sulla tua bio per sapere chi sei. Da lì ho raggiunto il tuo blog, al quale ho dato una sbirciata veloce, mi è sembrato interessante e l’ho messo tra i preferiti, ripromettendomi di tornarci con calma. Ci sono tornato alla fine della settimana scorsa. Sabato alle 13.30, subito dopo pranzato, ho chiamato la mia libreria preferita, ho chiesto se avevano AB e AT, mi hanno risposto di sì, ho detto “Tenetemeli da parte, tra 20 minuti sono lì”. Ho cominciato a leggere AB appena fuori dal negozio, tornando a casa, passeggiando. Come detto, ho pensato già alle prime pagine “Ma allora non sono l’unico pazzo…” Ed è stato un gran sollievo, quasi come quando io e il “lavoro” ci siamo separati consensualmente. Ho voluto subito dirlo alla mia compagna (che già sapeva del mio interesse e della mia puntata in libreria), con un sms che riporto qui: “Questa lettura è balsamica quasi quanto il nostro sentimento. Sono cose che rimugino da parecchi anni, sentendomi uno sciocco idealista. Bè, a quanto pare siamo come minimo in due, già il doppio di quanto pensavo io. E la questione sembra molto meno idealista di quel che credevo.” Insomma, ho finito AB domenica mattina. La solitudine, conditio sine qua non. L’operosa solitudine nella quale sembra non si stia facendo un tubo di niente e invece si è al lavoro a pieno regime con ogni fibra, con ogni atomo, perfino da fermi, immobili. La solitudine di San Bernardo: beata solitudo, sola beatitudo. Quella solitudine che è strumento ed unica misura del piacere dell’incontro con gli altri, dell’incontro scelto, non subìto. E poi tutto il resto, certo. Nella bibliografia minima del downshifter mi aspettavo Walden di Thoreau. Poi attacco AT e lo trovo citato lì. Mi aspettavo anche “lavorare meno, lavorare tutti”, e lo trovo di nuovo in AT. AT l’ho finito ieri sera. Tolti gli occhiali, nuovo sms alla mia compagna: “Bevuto anche il secondo. In questi due libri ci sono tutta la politica e la sociologia del tuo topo. Sono contento di sapere di non essere un pazzo, o almeno di esserlo in foltissima compagnia.”

    Non mi voglio dilungare oltre e prenderti altro tempo. Ti ho trovato un po’ tardi rispetto ad altri, ma non credo sia una colpa. Comunque tutto quanto sopra è per dirti ancora grazie e in bocca al lupo.

    • angelo grazie mille. leggere quel che scrivi è un segnale prezioso e lusinghiero. Spero che il filo di comunicazione non sia un caso, che continui. Se ti capita (a questo punto…) leggi anche Uomini Senza Vento. Se ti piace anche quello divento ufficialmente il tuo scrittore preferito.
      Scherzi a parte, grazie mille per avermi voluto raccontare queste tue emozioni.

  7. Ciao Simone,
    ho ricevuto “Avanti tutta” ieri, in anticipo, per S.Valentino.
    Ecco qui un mio consiglio per M. che non sa come mantenere economicamente la sua femminilità: io non sono mai stata dall’estetista, sarò un’eccezione eppure tengo al mio aspetto… qualche massaggio shiatzu sì, quello l’ho fatto!
    Faccio così: uso il Silkepil (costa ma lo compri una volta per sempre) oppure la ceretta fai da te; faccio il peeling con la spugna a rete (1 euro, indistruttibile)e qualche volta con l’argilla (1 kg. costa 9 euro) con aggiunta di limone, lo stesso intruglio lo uso per la pulizia speciale dei denti a prova di igienista; i capelli li coloro col colore dell’erboristeria senz’ammoniaca(8 euro). Questo permette di risparmiare 200 euro al mese ma anche di più: non dovendo rinunciare alle cremine miracolose costosissime che vedi nella vetrina dell’estetista, non ti senti sfigata e stai ancora meglio di aspetto!
    Per la moda, ho scoperto che al mercatino dell’usato ci sono maglioni di lana fatti a mano (a 3/5 euro!!!) che qualcuno non ha più voglia di portare, e ti assicuro che se li infili in qualche boutique e ci metti un 180e. addosso qualcuno se li compra. E’ tutta una questione di vedute!
    Oltre a magliette e pantaloni firmati che magari sono diventati troppo stretti al precedente proprietario.
    Per non parlare dei vestiti estivi: quelli che metti una serata e poi ciao…un’infinità!
    L’ultima volta ho anche consegnato delle scarpe di marca di mio marito che ha portato una volta perché troppo strette, così appena farà più caldo riscuoterò la mia parte e mi regalerò delle maglie “nuove”, gratis!
    Se invece desidero davvero un capo speciale, allora li spendo, i soldi. Però ora ho deciso di fare così: immaginare che mi duri tutta la vita. Cioè una borsa dev’essere “la” borsa e allora sì che li spendo volentieri!

  8. ciao Simone ma ciao anche a chi capita da queste parti.
    Avrei bisogno di un piccolo aiuto, se puoi, se potete. Vorrei trovare una casetta in affitto, piccola, magari pure vecchiotta, anzi se è vecchia mi piace di più, nell’entroterra ligure. Se si vedesse il mare – anche da lontano – sarei felice. L’importante è che ci sia spazio giardino per la mia amata Lulù (taglia medio/grande: 30 chili di bellezza). Che dite? pensate di riuscire a darmi una mano???? io ci spero davvero.
    Il cambiamento – per me – è anche questo…
    Un bacio
    Lilly

    • su internet ci sono un mucchio dia agenzie e motori di ricerca. metti le caratteristiche e te la trovano. cerca, io ho fatto così (e poi ne ho viste dal vivo una sessantina). ciao!

  9. @ Francesca

    Condivido in pieno le tue opinioni.
    In Italia basta esprimere un opinione diversa che apriti cielo..
    Non so se sia perche’ mancano le giuste distanze fra le persone o per cultura..di certo e’ anche x maleducazione.
    c’E’ sempre qualcuno che pensa di essere piu’ furbo degli altri, di avere tutti diritti e nessun dovere, che tutto sia a lui dovuto…

  10. ciao Simone, ho 41 anni e sono Cuneese. Sto leggendo Avanti Tutta con vivo interesse, e mi piacerebbe poterti scrivere via email per condividere le mie impressioni e le mie esperienze eprsonali. Non l’ho trovata in questo blog. E’ possibile averla?
    grazie
    Alex

  11. Il vangelo di Matteo dice una cosa vera: “ciò che viene da fuori non intossica l’uomo. Solo ciò che viene da dentro lo intossica”.

    Ciao Simone
    anche il mio analista dice la stessa cosa:-)
    L’importante è l’equilibrio interiore, fuori è il caos, ma è importante che sia ordinato dentro. Io però mi sento sempre in balia degli eventi esterni, posso essere equilibrata quanto vuoi, e lo sono, pure più degli altri, eppure sono gli altri che mi creano problemi continui. A me sembra che l’equilibrio interiore non sia sufficiente se non si vive in un contesto equilibrato e civile, l’Italia in questo momento non lo è.

  12. Ciao Simone, ti volevo chiedere una cosa a proposito di quello che c’è scritto nel tuo penultimo libro.
    Tu come skipper lavori con clienti ricchi, facoltosi, che hanno probabilmente lo stesso atteggiamento e la stessa forma mentis dei tuoi vecchi colleghi di lavoro. E allora, che cambiamento è, se invece di abbozzare un sorriso coi tuoi vecchi capi lo devi fare con i ricconi che veleggiano ai Tropisti? Ecco, se posso fare un appunto alle tesi di Adesso Basta (che è un libro stupendo), è proprio questa “incoerenza”. Ciao caro. Tieni duro.

    PS: ho appena letto ciò che hai postato sul blog il 4 febbraio, e c’è una frase che mi ha fatto venire la pelle d’oca. “…Sembra più un’ipotesi che una vita”.

    • Enrico, i miei clienti o chi sta a bordo non è affatto di quella razza. Solo gli armatori che mi chiedono trasferimenti sono così, ma solo a volte. Io non faccio l’eremitca, come crede qualcuno. Io vivo nel mondo e il mondo è quello che è. Quello che conta è dentro. Il vangelo di Matteo dice una cosa vera: “ciò che viene da fuori non intossica l’uomo. Solo ciò che viene da dentro lo intossica”. Libertà è occuparsi di ciò che viene da dentro. ciao!

  13. @Emanuela:

    ottimi propositi per il 2011: io e’ gia’ da un paio d’anni che seguo una strada simile: finche’ ce n’e’ la possibilita’, meglio optare per un buon part time (se si lavora da dipendenti , ovvio..), pagato il giusto, ma che non ci incolli da mattina a sera in posti angusti o comunque dove non si riesce ad esprimere la propria creativita’.
    Poi tutto il resto del giorno , avendo liberta’ e tempo, si puo’ lavorare per far si che anche i nostri interessi magari riescano a rendere qualcosa, per poter un giorno magari abbandonare anche quelle 3-4 ore al giorno in occupazioni che non ci meritiamo… e’ cosi’, con buona pace di chi dice che invece bisogna lavorare anzi di piu’: visto che in Italia la meritocrazia e’ praticamente assente, e chi studia, ha passione per questa o quella attivita’, o comunque merita posti in attivita’ a lui congeniali deve vederseli quasi sempre ‘soffiare’ dal raccomandato di turno (o amico di chi conta, o da chi ha la spintarella, mettetela come vi pare..), meglio a questo punto ridurre drasticamente il tempo ‘perso’ a lavorare nei posti che ci vengono ‘offerti’ (leggi: dove capita!), e cercare di affrancarsi, godendo del proprio tempo e cercando di metterlo a frutto !!

  14. Fantastico! ho letto l’agenda e sei a vallecrosia il 22 febbraio . Ci sarò , io e la mia compagna e avremo modo di conoscerti! Ciao a presto

  15. Mi è capitato oggi di rileggere una frase che molti conoscono sicuramente…scritta molto tempo fà….dagli indiani, abitanti nativi dell’America…
    Era gia stato previsto tutto …con lucidità, semplicità e parole che non lasciano dubbi..E’ quello che sta accadendo….sotto gli occhi di tutti. E sono sempre più convinta ed in sintonia con quanti sostengono che solo una rivoluzione silenziosa, responsabile, che si ” allarghi a macchia d’olio ” possa in qualche modo frenare una corsa folle che non porta a nulla di buono..una corsa su un unico binario su di un treno guidato dall’unico essere vivente su questa terra che può decidere della propria sorte…Un seme non sa dove crescerà….una gazzella non sa se sarà catturata dal leone….un tiglio non sa se a primaverà schiuderà i suoi fiori profumati….
    Scusate stasera ho una vela di pessimismo…ma stamperò la frase su un foglio e dirò ai miei figli di appenderla in bacheca, a scuola, domani. Se anche un solo ragazzo ci rifletterà sopra…sarà valsa la pena….
    Maria Teresa

    “Quando l’ultimo albero sarà stato abbattuto,
    l’ultimo fiume avvelenato,
    l’ultimo pesce pescato,
    vi accorgerete che non si può mangiare il denaro.
    La nostra terra vale più del vostro denaro.
    E durerà per sempre.
    Non verrà distrutta neppure dalle fiamme del fuoco.
    Finchè il sole splenderà e l’acqua scorrerà,
    darà vita a uomini e animali.
    Non si può vendere la vita degli uomini e degli animali;
    è stato il Grande Spirito a porre qui la terra
    e non possiamo venderla
    perchè non ci appartiene.
    Potete contare il vostro denaro
    e potete bruciarlo nel tempo in cui un bisonte piega la testa,
    ma soltanto il Grande Spirito sa contare i granelli di sabbia
    e i fili d’erba della nostra terra.
    Come dono per voi vi diamo tutto quello che abbiamo
    e che potete portare con voi,
    ma la terra mai.”
    Piede di Corvo, Piedineri

  16. Ciao,
    tra i buoni propositi del 2011:
    Non dedicherò al lavoro che mi consente di avere del cibo e un buon letto, più di tre ore al giorno e le altre 21 ore le offrirò alla vita, alla creatività, ai figli, agli amici, agli amori, ai sogni e alle esplorazioni del mondo. Rischierò volentieri di mangiare pane cipolle e libertà.
    Bene, oggi ho iniziato a piatare le cipolle. Ora vado ad impastare!
    ciao
    Emanuela

  17. Che bella riflessione, quella di DONATA. Autentica, profonda, distingue nettamente l’ essere dall’ avere: é fantastico sapere che esistono ancora persone” vere”, sono veramente contento di tutto ciò. Hai contribuito con con una nota di ottimismo. COMPLIMENTI, è giusto riconoscerlo.
    VALENTINO

  18. Grazie Simone , anche per l’amicizia su FB!!
    Si , per me il recupero del centro storico di Sanremo “La Pigna”, che è il secondo centro dopo Genova, è una “mission” . Fin da bambino frequentavo questi vicoli, che erano pulsanti. Oggi questo gioiello è dimenticato.Le amministrazioni sono miopi e vedono solo il casinò. Eppure è un sogno che potrebbe realizzarsi. oggi ci sono per la prima volta delle associazioni che fanno cultura e integrazione. il degrado porta degrado e purtroppo questa è zona di spaccio. Dobbiamo perseverare io e altri come me e ce la faremo. Pensa che io sono tornato al mare , a Sanremo , dopo 17 anni a Milano…! ho svoltato la mia vita. sono padrone del mio tempo ora.
    Se passi con la tua barca da Sanremo , mi farebbe piacere farti visitare “la Pigna” e fare due chiacchiere , davanti a un bicchiere di rossese di dolceacqua!
    Ciao, avanti tutta!!!!

    • Renato verrò a Vallecrosia, e poi a Montecarlo (!?) a presentare “Avanti Tutta”. A breve. Controlla sull’agenda, qui sul sito e vieni, così ci conosciamo. ciao!

  19. Aggiungo questi punti alla riflessione:
    – il lavoro non è solo quello retribuito
    – il lavoro deve avere un senso (è pieno di lavori che non ne hanno)

  20. Ciao Simone
    L’altra sera ero alla Feltrinelli di Buenos Aires. Non ho (ancora) letto i tuoi libri, però seguii con interesse quanto uscì sulla stampa per la pubblicazione di “Adesso basta”.
    La mia Matrix personale consta di 30 anni giusti nei settori beni largo consumo-M&A-fiere: non ho mai creduto che il mio contributo lavorativo potesse servire a migliorare la società/salvare il mondo, per carattere tendo a scartare e scalare l’organigramma non è mai stato né un desiderio né un bisogno (bella la distinzione che hai fatto tra le due cose, non ci avevo mai pensato). Coltivo inoltre l’orto da sempre (le radici contadine lombarde sono più che salde), l’insalata (lavata) in busta non l’ho mai mangiata, e – ma forse è troppo tardi? – mi sembra quindi di essere su una discreta strada pro rivoluzione (individuale, beninteso, il co-housing di alcun tipo non fa per me).
    Del ’32 io ho mia madre (mio padre è del ’29), mi piacerebbe stare con loro più di quello che faccio ora e avere tra le mie mani il tempo che mi/ci è stato dato.
    Come arrivarci non lo so, il tutto è ancora parecchio confuso, ora vado a leggere, poi torno.
    Grazie,
    Donata
    P.S. Per quanto al tema della spiritualità, se non ne hai il dono puro e cristallino dei grandi mistici, la strada della fede è complicata. Io mi aggrappo tenacemente alla speranza di poter incontrare in un altro dove quelli a cui ho voluto bene e che sono andati via troppo presto.

  21. Lo scorso 10 gennaio dopo 35 anni ho ceduto la mia attivita’.
    Dopo aver annunciato a fine 2008 ai miei due soci che mi prendevo un’anno sabbatico,
    e devo ringraziarli perche’ di fronte alle mie motivazioni ho trovato grande condivisione.Per tutto il 2009 non ho lavorato e non sono passato in ufficio se non pochissime volte.Ho viaggiato e mi sono dedicato agli altri alle persone,ai miei cari,ai bambini,agli anziani,ai malati che nei 33 anni di lavoro avevo trascurato per il lavoro,alla ricerca e l’affermazione di un ruolo nella societa’che dimostrasse quanto valevo.
    Nel 2010 ho fatto un anno sabbatico bis,convinto che la strada era tracciata volevo mollare,non avevo piu’ niente da dimostrare con il mio tafferuggliare.
    Certo non e’ stato facile,ma si puo’ fare,
    ci vuole determinazione,per me e’ stata importante una discreta sicurezza economica,ma non e’ stata la molla determinante.Non sopportavo piu’ il quotidiano confronto falso e meramente commerciale con i clienti,i fornitori e con
    tutti gli attori dei piu’ svariati scambi commerciali.
    Oggi incontro qualche volte queste stesse persone,ma e’ diverso l’approccio,sono PERSONE,a cui non chiedo e da cui non pretendo nulla,ma oggi riesco ad apprezzarne il meglio,assaporare la parte migliore che c’e in molti di noi e che non abbiamo avuto il tempo di apprezzare reciprocamente.
    Adesso basta che ho letto 3 volte e stato piu’ volte la mia stella polare,e molte cose e passaggi li ho vissuti dentro di me.
    C’e’ stata la solitudine che cosi’bene Simone aveva descritto,ed e’ stato un passaggio cruciale,purificante,necessario,ma le persone a me veramente care dopo le prime difficolta’ a condividermi,hanno poi tifato per la mia scelta,ed e’stato un’esperienza unica e vi garantisco irripetebile.
    La fatica piu’ grande che invece ancora talvolta mi attanaglia e’ l’incapacita’ totale di abbandonarmi all’ozio(vero,autentico,totale).Ma spero di arrivare anche a questo presto.
    Non sono un frequentatore di blog,e il mio scritto non e’ fluente,ma mi faceva piacere
    comunicare a questo blog le mie sensazioni.
    MARCO

  22. Vi segnalo anche un altro libro che parla degli argomenti che stiamo trattando, passare dalla società dei consumi ad un tipo di società diversa: Manifesto per la felicità- Come passare dalla società del ben-avere a quella del ben-essere e l’ha scritto un professore di economia! Ci sono sempre più voci contro il consumismo e la proposta di vivere in maniera diversa, prima o poi qualcuno dovrà ascoltarle. Io forse dovrò fare downshifting perché l’azienda dove lavoro probabilmente chiuderà, forse sarà la possibilità per organizzarmi una vita migliore.

  23. @Graziano:

    hai scritto cose tremendamente vere purtroppo!
    L’uomo per creare profitto sta inventando di tutto, distruggendo il pianeta, schiavizzando i suoi simili, massacrando animali innocenti !!!
    Per ‘creare lavoro’ le multinazionali si sono inventate di tutto (come citavi nel tuo esempio, e anche di peggio!).
    Cercare di vivere con sobrieta’ e’ vero che non puo’ nell’immediato risolvere queste catastrofi, ma piano piano penso possa aiutare almeno a contenerle.
    Daltronde nulla e’ stato fatto dalla sera alla mattina…

  24. Oggetto: Riflessioni sul lavoro
    Proprio oggi mi è tornato in mente un racconto di Gino Strada-Emergency- intitolato “pappagalli verdi“. Questi simpatici oggetti (i pappagalli verdi)sono in realtà BOMBE camuffate da giocattoli per bambini che vengono lanciati da aerei nei pressi dei villaggi in Afghanistan e la loro sembianza ha lo scopo di attirare l’attenzione dei bambini, i quali prendono la bomba camuffata da giocattolo ed esplodono con essa. Colui che ha inventato questo simpatico giochino non è né Belzebù e neanche il boia di Treblinka, ma un anonimo dipendente di qualche multinazionale quotata in borsa . L’anonimo lavoratore si sveglia la mattina, fa colazione con la sua famiglia, accompagna i bambini a scuola, si raccomanda con loro di comportarsi bene e se ne va in ufficio a progettare bombe per mutilare tanti altri piccoli bambini. Sono convinto che se qualcuno gli chiedesse conto di tutto ciò lui direbbe: “che devo fare, ho una famiglia da mantenere, un mutuo da pagare, …”
    Quello che voglio dire è che il lavoro è cosa importante quando ha un significato sociale, quando non mette al primo posto solo il profitto, ma rispetta l’etica dell’uomo. Quando mi sento dire che è vero che questo sistema ha degli errori, ma così facendo si crea lavoro, rispondo che anche l’olocausto ha creato lavoro!
    Se si trovasse la formula magica per prevenire il cancro (prevenire non significa curare, ma evitare la comparsa) ,le azioni di Pfizer, Novartis eccetera, crollerebbero il giorno dopo! Questo sistema così com’è adesso, si basa sulla sofferenza e sull’ infelicità. Penso che questo sistema del lavoro abbia una tremenda cattiveria intrinseca nei confronti del lavoratore. Sposta personale da una sede all’altra rendendogli sempre più difficile la vita(la stragrande maggioranza degli spostamenti degli individui viene fatta per lavorare) dilatando quindi il tempo di lavoro e riducendo il tempo da dedicare alla famiglia, all’amore all’arte…
    Quindi ben venga tutto quello che prova a contrapporsi al sistema.
    Sto leggendo “Avanti tutta” e amo una frase : “la rivolta può e deve essere individuale. Non ho fiducia nell’azione collettiva perché so per certo che non si realizzerà”. Ho sempre pensato la stessa cosa.
    Graziano
    P.S. sono sceso dal treno per metà e prossimamente completerò l’opera. Fammi gli auguri e se hai qualche suggerimento…

    • auguri graziano certo! nessun suggerimento. se sei qui hai già preso la via. e la via è tua… Nessuno può metterci becco. anzi, chiedi pochi consigli. Sulla tua storia ne sai più di tutti, e hai diritto a una tua opinione. ciao!

  25. Ciao Simone volevo chiederti se sono nella giusta direzione nel cambiamento della mia vita.Cioè che tipo di downshifter potrei essere. io sono architetto . Ho deciso ad agosto di dimettermi dalla società dove lavoravo come subalterno nella piramide gerarchica classica. L’ho fatto dopo un anno circa di riflessione ( ho i tempi lenti). sono andato ad abitare nel centro storico di Sanremo , per ora degradato , ma vero, dove abita gente essnziale. Lavoro poco, ma non sono più in ansia.Ho il tempo per fare cose che mi appassionano: suonare musica blues, scrivere musica , fare il corso di sommelier, fare parte dell’associazione “la città invisibile” e fare battaglia politica per pretendere il diritto alla traparenza, alla bellezza , alla giustizia sociale. andare a correre e camminare sul mare, mentre tutti sono chiusi negli uffici, prigionieri del tempo, del traffico, della cieca obbedienza a chi sta più in alto.
    il lavoro è per me un mezzo piacevole per procurarmi quel che basta per vivere come stò facendo.
    Che dici ? sono sulla buona strada?

    • Renato, mi pare fantastico! Che ne dici di recuperare quel centro storico? Mica male per un architetto. Se ci vogliono vent’anni non ti spaventare. Tanto cosa vuoi che abbia da fare nei prossimi vent’anni?? Mi pare un’occupazione meravigliosa. Io punterei a far quello e a farmi ricordare come uno che ha salvato un centro storico dal degrado. Quandi sei morto non conta molto come ti ricordano, però sarebbe bello. ciao!

  26. Ho appena finito di leggere “adesso basta”.
    Devo dire che è sicuramente un libro che fa riflettere. Cosa che dovrebbero fare un pò tutti i libri.
    Alla fine cerchi di immaginare una comunità per gestirsi al meglio nel periodo della pensione. Io ci sto lavorando un pochino e qualcosa potrebbe prendere forma. Sto per aprire in UK una CIC – Community Interest Company – non-profit. Vorrei vendere mini impianti basati su energia rinnovabile e altro. Ma a differenza delle altre aziende io sono e sarò sempre un’azienda CSR al 100% perchè nello statuto non posso staccare dividendi e potrei mettere un tetto massimo agli stipendi. Certo si rischia di avere i ritmi delle multinazionali ma anche qui vorrei poter avere un giorno la filosofia di google che paga il 20% del tempo lavorativo per praticare i propri hobbies.
    Pensa ad una holding di fatto che è una CIC che controlla altre aziende e ne succhia i profitti. Tutto deve essere basato anche su un ottimo rapporto qualità prezzo di ogni servizio reso o prodotto venduto.

    Cmq guardando un tuo video dal punto di vista dell’efficienza energetica nel futuro potresti usare queste soluzioni:
    _ inserto chiuso per il camino
    _ concentratore solare chromasun.com
    _ zumikron.com per pulire i fumi
    _ costruirti una cucina tipo cookcook della ruegg-cheminee.com
    _ uso di un mini impianto idroelettrico.

    Se la risorsa idroelettrica è adeguata è anche un’ottima fonte di reddito e impegna
    pochissime risorse di tempo.

    Buona continuazione

    Giuseppe

  27. Ciao a tutti,
    riprendo alcuni temi che si sono trattati nel post: il consumismo, il sistema delle aziende, il part-time… Intanto io ho quasi 35 anni, ho lavorato fino a dicembre con un part-time (20h a settimana) che in realtà mascherava un lavoro full-time che la società non poteva sostenere. Poi mi sono licenziato per svviluppare un progetto: aria aperta, lavoro stagionale, non tutti i giorni, etc… Col mio socio abbiamo veramente pensato che senso aveva per noi lavorare tutto il giorno, tutti i giorni, con pochissime soddisfazioni personali, con uno stipendio minimo, etc….
    Non ho ancora letto il nuovo libro di Simone, però se ha parlato del Sistema socio-economico e immaggino diffusamente del consumismo ciclico, ha fatto benissimo. Ognuno deve seguire il proprio percorso individuale, però è importante fornire degli elementi di riflessione a più gente possibile, magari ognuno lo fa col suo entourage. Siamo in un’epoca storica davvero cruciale e drammatica, è inutile far finta di niente, posticipare, affidarsi alle minchiate che dicono i politici. Il Sistema Capitalistico, il libero mercato non possono funzionare (senza nessuna ideologia), la recessione, la crisi è appena iniziata e non finirà mai e sempre meno gente perderà il lavoro, sia in Italia che nel mondo, quindi è meglio iniziare a pensarci subito e impostare la propria vita in modo da essere dipendenti al minimo dalle dinamiche di questi macrosistemi.
    Scusate la digressione ma non è pessimismo, anzi benchè disoccuppato e senza reddito fisso sono di ottimo umore, come diceva Pozzetto nel Ragazzo di campagna “ho interessanti prospettive per il futuro”.
    Ah per chi volesse vedere un video particolare su alcuni di questi temi e approfondire un progetto di Economia mondiale alternativo implementato da studiosi americani, questo è il link per l’ultimo video uscito ZEITGEIST MOVING FORWARD: http://www.youtube.com/watch?feature=iv&v=SZIN3bDloZs&annotation_id=annotation_657065
    Un abbraccio

  28. Ciao speravo di poter scrivere la mia proprio qui da te. Ho conosciuto il tuo percorso casualmente in un’intervista in tv per la presentazione del tuo ultimo libro. Sono corsa in libreria. Ti sto’ leggendo e mi appassioni. Io l’ho fatto. Sono saltata giu’ dal treno dopo 12 anni di servizio in una multinazionale. La scelta e’ stata consapevole, dura, lo e’ ancora ma continuo a crederci xche’ sono semplicemente rinata e il fisico non mente quel che il pensiero finge di ignorare. Ci vogliono esempi come il tuo che dicano a tutti quello che hanno vissuto. che vivono. A presto. Valeria

  29. Articolo 2 – Chi è eletto ad una carica pubblica comunale, provinciale, regionale, parlamentare od europea, non può percepire un compenso superiore a quello medio di un impiegato italiano medio.

  30. CHE BELLA SERATA, quella trascorsa lun 17 sera a MILANO. Eravamo in tanti, entusiasti e curiosi alle domande che ti sono state poste da GIOVANNA PICA del CORRIERE DELLA SERA. Le 5 copie del tuo nuovo libro le ho già regalate ad amici, certo di far cosa gradita. Colgo l’ occasione per invitare i milanesi interessati al nuovo spettacolo di DIEGO PARASSOLE “I CONSUMISTI MANGIANO I BAMBINI” presso il TEATRO DELLA COOPERATIVA di MILANO.
    http://www.teatrodellacooperativa.it
    AVANTI TUTTA
    VALENTINO

  31. Ciao Simone
    Articolo 1 – La Repubblica è fondata sulla trasparenza.
    Che ne pensi di questa vera riforma costituzionale ?
    Lunedi sera ero presente alla tua presentazione ed avrei voluto fare questa domanda ma preferisco portela nel post.
    Credo che senza questa riforma nessuna azione politica abbia senso.
    Senza trasparenza le scelte personali risultano sempre più difficili se non impossibili mentre conoscere permette di decidere e misurarsi con tutti gli altri.
    grazie
    ezechiele

    • Buon articolo 1, certamente necessario. A me piacerebbe anche quello che indico in Avanti Tutta: “L’Italia è una repubblica democratica fondata sulla sobrietà e sulla lotta al consumismo”. Io credo FERMAMENTE che per sopravvivere al degrado, tanto nei costumi quanto nelle risorse, per salvare il pianeta, per vivere meglio come individui, dobbiamo comprendere che il tiranno di questa epoca (ogni epoca ne ha uno…) si chiama consumismo. Lì sfocia la nostra debolezza (non mi sento dunque compro), quella è la causa del degrado ambientale (consumo dunque inquino), quella è la causa della nostra schiavitù (consumo dunque sono costretto a lavorare come un matto), quello è lo strumento della tirannia (consumi dunque devi piegare la schiena alle leggi del mercato e io ti controllo senza dover ricorrere alla violenza).

  32. Caro Simone,
    nel w.e. mi sono letto la tua ultima fatica. Rispetto alla prima (mi è venuto voglia di rileggerla) ho qualche perplessità in più. Sono le ultime 20-30 pagine (vado a memoria), dove abbandoni il DS per affrontare l’argomento “il mondo delle aziende”. Ovviamente non c’è nulla di male nel fare ciò, è solo che mi ha…come dire…stonato col resto, ma soprattutto con le cose che di tanto in tanto vai dicendo qui sul blog. Io rifiuto (forse dovrei dire aborro) il consumismo in toto, così trovo singolare che tu ne critichi -o ti soffermi ad analizzare- alcuni suoi aspetti.Ho come avuto l’impressione che una parte di te sia sempre agganciata a quel mondo. Magari sbaglio. O no?

    • Mah roberto… che dire… in qualche modo hai ragione. Io vengo da quel mondo e mi fa inorridire vedere alcune cose, osservare sia organizzato in modo non efficiente, con sprechi, distorsioni della relazione lavoro-uomo, e come (anche senza rivoluzionare tutto) sarebbe semplice, tutto sommato, cambiare radicalmente le cose se solo si usasse il buon senso. Trovo soprattutto che sia incredibile come queste devianze del sistema dell’organizzazione del lavoro non vengano additate ogni giorno, non vengano messe alla berlina, e invece, addirittura, non influiscano quasi per nulla sull’immagine del management, che per quello che mediamente fa dovrebbe avere un serio problema di reputazione, mentre vedo che gode ancora di una sorta di aura di intoccabilità e considerazione che, a mio parere, non merita.
      Insomma, un conto è il ragionamento del cambiamento individuale, un altro, pure contiguo, è quello della critica al Sistema del lavoro anche sul suo stesso terreno. Io mi pongo sempre un problema, che gente come te è normale che non si ponga: c’è ancora moltissima gente che non vede, che questo sistema lo giustifica, lo trova in un certo senso “vagamente” possibile e potabile. A questo pubblico, che anche si fa domande ma con molte ritrosie, occorre mostrare le cose senza veli, soprattutto insieme, contemporaneamente, perché il quadro completo è molto indicativo, e visto così fa cadere le remore che ancora, diffusamente, resistono. E’ un po’ questa la motivazione, se vuoi, che mi ha spinto a parlarne. Io testimonio già di mio che non penso cambierà, la situazione, e dunque ho mollato tutto. Questo concetto mi pare ormai chiaro a tutti.
      ciao e grazie!

  33. Ciao Simone,
    da quando ho letto Adesso basta (e adesso alle ultime pagine di Avanti tutta) mi era balenata l’idea di farne una storia per un film. Ho saputo che qualcuno ci sta lavorando. Io scrivo storie per il cinema, se puoi dirmi (nella mail in privato) chi se ne sta occupando mi interesserebbe partecipare al progetto della sceneggiatura. Anche solo come editor a titolo gratuito.
    Un saluto
    Damiano

  34. ciao a tutti,
    parlo da downshifter “in progetto” (cioè me la sto studiando);
    Non credo che l’obbiettivo sia rimanere inattivi 24 ore su 24 (almeno il mio obbiettivo non è questo), lo vediamo tutti che chi fa downshifting in realtà è pieno di attività (anche lo stare a pensare è un attività… dimenticata ma pur sempre un’attività). Simone, ad esempio, scrive e anche parecchio bene, ha trovato il suo posto non facendo il manager ma “producendo” stimoli di pensiero (non mi sembra affatto poco).
    Anche nell’ipotesi totalizzante in cui tutti facessero questo passo, gli effetti non sarebbero così “devastanti”. In uno scenario di questo tipo, ognuno individualmente potrebbe autoprodurre ciò che rientra nelle proprie facoltà, possibilità e bisogni. Una classe di prodotti e servizi (anche i viaggi in barca e le vacanze in agriturismo) dovrebbero essere per forza acquistati e quindi, di fatto, il modello di scambio sarebbe molto simile a quello odierno, solo su scala ridotta o meglio (e questa è la cosa che mi piace di più) su scala COMMISURATA AI BISOGNI e non alla crescita ad ogni costo in cui per rilanciare l’economia occorre stimolare i consumi (sogno troppo?!?!) Ma vi rendete conto? Non produciamo più per consumare bensì consumiamo per produrre !!!!
    Ha senso UN medico reperible 12 ore al giorno? Mettiamone 4 reperibili per 3 (lavorare meno lavorare tutti). Chi ha “forza” intellettuale perchè non può dedicarsi a contribuire alla crescita intellettuale di tutti (vecchi ricordi di Utopia di Tommaso Moro).
    Se sono abile (e mi piace) dedicarmi all’agricoltura o all’allevamento, in uno scenario del genere potrei farlo su scala “UMANA” e non intensiva, per soddisfare i bisogni personali e quelli della comunità che mi circonda (non per spedire bistecche argentine in Europa)

    buoni sogni

    p.s.
    grazie Simone, bello Avanti Tutta, l’ho letto molto volentieri. Ti aspettiamo a Trieste!

  35. @ Fabrizio:

    Siamo omonimi, io sono quello che fa il part time al reparto frutta e verdura di un supermercato, tanto per ‘distinguere’ e non incasinarci con le risposte:

    nel tuo ultimo commento dici testualmente: “chi si assume i rischi di una impresa e mi permetterà di fare un lavoretto part time”.
    Potrei essere daccordo con te, se non fosse che oggigiorno contratti, tipologie di orari, assunzioni, licenziamenti e chi piu’ ne ha piu’ ne metta, le decidono sempre e solo le aziende. Ovvero, non e’ l’azienda che fa un favore a me ‘concedendomi’ di fare il part time, sono io che devo ‘accettare’ l’offerta (che poi nel mio caso a me fa comodo..) di un part time a 5° livello, quando io invece sono un 2° livello e mi pare (dico mi pare eh) che la legge non consenta, all’interno della stessa categoria lavorativa (nel mio caso terziario commercio e servizi..) di assumere con livelli inferiori da quelli raggiunti.
    Altro discorso, i versamenti pensionistici, che per un part time sono molto minori, oppure il fatto che spessissimo la gente venga assunta part time e poi ‘passata’ temporaneamente full time (piu’ o meno regolarmente) o sobbarcata di straordinari fino a raggiungere le ore di un full time, ma sempre con versamenti contributivi da part time, e , NON ULTIMO, il fatto che questi part time (vedi me) vengono sempre assunti a tempo determinato, ‘utillizzati’, e il piu’ delle volte, dopo rinnovi e rinnovi, licenziati o non confermati.
    Quindi non mi pare che ‘chi si assume il rischio di un’impresa’ sia dalla parte della lama, quanto piu’ da quella del manico.. poi sicuramente come visto anche in alcuni servizi in tv, ci sono quegli imprenditori, loro si veri uomini nel senso vero della parola, che pur di non lasciare a casa un loro collaboratore rischiano in prima persona soldi e salute, ma si contano proprio sulle dita di un monco….
    Non prenderla come un attacco a quello che dicevi, solo che sulla questione part time ne so qualcosina sulla mia pelle, ed ora che mi ‘va bene’ rimanere tale (ovvero avere piu’ tempo libero..) mi pare fuori luogo leggere dei part time come di chi gode di un lusso…
    I part time fanno comodo alle aziende, senno’ avrebbero gia’ eliminato questa tipologia di contratto da tempo !!

    Buona vita

  36. Ciao a tutti.
    Cercherò di essere rapido.
    Inizierò a Marzo a fare l’agente di commercio in modo da poter rispondere alle chiamate di supplenza per l’insegnamento (sogno di una vita). Ammesso che riesca a gestirmi quelle brevi il problema si porrà quando mi chiameranno per 2 mesi piuttosto che per 4.
    Chiedo a te Simone ma anche agli altri: quali sono dei lavori nei quali uno si può cimentare in modo da colmare questi inevitabili buchi e che magari riescano a conciliare una vita con famiglia e figli?
    Tu Simone dici che ti eri preso talmente tanti impegni da non saper come fare ad uscirne…
    Accetto suggerimenti e alla faccia di chi non ci crede un giorno sarò un insegnante!
    Come Grisù che voleva fare il pompiere, uguale!
    Au revoir!

  37. Hai ragione anche te, e infatti non è detto che in un futuro non faccia anch’io una scelta simile, chissà.
    Però un pò di egoismo ce lo vedo sempre.
    Si rischia , secondo me, di finire nel ragionamento : io scalo marcia, sono stufo e ora ( con sacrificio, per carità ) mi dedico alle cose che mi piacciono e alle mie passioni mantenendomi con dei lavoretti… tanto ci sarà sempre chi mi darà la possibilità di farli questi lavoretti, ci sarà sempre chi spenderà più del necessario e comprerà i quadri o le sculture che faccio, ci sarà sempre chi compra barche spendendo una follia e me le farà pulire, chi si assume i rischi di una impresa e mi permetterà di fare un lavoretto part time, chi per mangiare spenderà cifre folli e verrà nell’agriturismo che apro in mezzo alle montagne, chi per le vacanze non sceglie di alloggiare in casa di amici ma , spendendo tanto, verrà nelle vacanze in barca che organizzo…
    O sbaglio ?
    Scusa Simone, oggi mi hai beccato in un giorno polemico!!
    Un saluto e un augurio per la tua avventura.

    • Figurati Fabrizio, ognuno ha la sua prospettiva. Però vedi io non nego affatto il commercio o l’economia. Non mi piace questa EGEMONIA della cultura mercantile, che tutto piega all’interesse, e QUESTA ECONOMIA, che tutto domina quantitativamente e non qualitativamente. Che qualcuno venda beni e servizi è essenziale, utile opportuno, e che trovi in questa attività una sua via altrettanto. Un commerciante, uno che vende qualcosa, mica è un nemico o un “compagno che sbaglia”! Al contrario, credo che vi sia nella necessità di uno schema economico funzionante, una grande opportunità. Ma NON quella attuale. L’energia serve, qualcuno la deve produrre, qualcuno la deve comprare: ma quale energia, fatta come, a che prezzo per l’ecosistema, a che tariffa per l’utente, con quali prospettive? Che inventino un tablet stile I-Pad, è un bene o un male? Direi un bene, molti che hanno bisogno esattamente di quel prodotto possono avvalersene. Però perché se esce l’I-Pad (prodotto ancora acerbo, senza prese USB, senza inchiostro da lettura solare, senza connettività che non sia il Wi-Fi [dunque inutilizzabile online in moltissimi posti], tanto da far annunciare al produttore che presto verrà rilasciata una versione nuova, con molti difetti migliorati etc) ci sono le file davanti ai negozi, file di persone comuni pronte a tutto per accaparrarsi un prodotto mediocre, ancora da migliorare, che per il 90% di quelle persone è superfluo, inutile, da rimpiazzare ben presto con un altro? Se le arance costano 0,20 euro a cassetta, come mai una spremuta d’arance costa 3,50 euro, a Milano? Le arance sono cattive, vanno rifiutate, o è la degenerazione del commercio a fare tutto? O siamo noi che non tiriamo dietro al barista la spremuta a sbagliare? E il prezzemolo, quell’adorabile erbetta, che viene venduto al supermercato UNES di Corso Buoenos Aires a 24 euro al chilo, dunque come e più del tonno (che tra l’altro è in estinzione)?

      Insomma, capisci probabilmente cosa intendo. Molte cose vanno rifiutate, a molte cose occorre disubbidire, o almeno… io intendo disubbidire. Ma non basta. L’abbassamento dei bisogni (fino a una progressiva estinzione dei più diffusi), per quanto mi riguarda, è un messaggio di cambiamento verso il Sistema della produzione e del consumo. Messaggio che non cambierà il Sistema, ma fa cambiare me che lo lancio. Il messaggio è che per quanto mi riguarda molti prodotti devono cambiare, molti estinguersi, tutti costare meno, molti prodotti che non ci sono devono nascere, il lavoro che li produce deve cambiare, le ore destinate ad esso devono ridursi, a vantaggio del lavoro per tutti. Insomma, ecco cosa penso, solo per accenni, di questo ragionamento. Ma poi vedi, ognuno questa folle parentesi di pochi anni che chiamiamo pomposamente “vita” (pensando con questo di voler dire chissà cosa…) la spende come ritiene. Io trovo molta soddisfazione nel rifiutare alcune cose, nel cucirmi addosso un copione diverso, nel vivere come se fossero già state approvate leggi che vorrei, che ancora non ci sono. Se tutti un giorno la pensassero in maniera analoga, beh, per quanto iperbolica sia questa ipotesi… vedremo. Tra gli eccessi totalizzanti preferisco quelli di questa folle ipotesi che gli attuali. Se questo sistema funzionasse e producesse benessere, capirei… ma visto che è come è… ogni ipotesi o tentativo alternativo è lecito. Perfino il mio. ciao!

  38. ciao Simone,
    scusa se uso il tuo blog per delle poesie. Ho, abbiamo, bisogno di bellezza… e forse cerco questa bellezza anche se ora sono circondata da pareti, ma ho sempre casa mia qui con me, dentro di me, c’è la mia musica, ci sono i miei amati cani che mi guardano dal calendario e c’è la mia adorata Lulù che al mio rientro mi spronerà a far veloce, a togliere il cappotto veloce, e via i guanti veloce, e la sciarpa veloce, e veloce, veloce, correre da lei che aspetta le mie coccole… null’altro.
    Bellezza è anche questo.
    Buon vento…

  39. Qui ti amo…

    Qui ti amo.
    Negli oscuri pini si districa il vento.
    Brilla la luna sulle acque erranti.
    Trascorrono giorni uguali che s’inseguono.

    La nebbia si scioglie in figure danzanti.
    Un gabbiano d’argento si stacca dal tramonto.
    A volte una vela. Alte, alte, stelle.

    O la croce nera di una nave.
    Solo.
    A volte albeggio, ed è umida persino la mia anima.
    Suona, risuona il mare lontano.
    Questo è un porto.
    Qui ti amo.

  40. Ciao Simone,
    ho appena finito di leggere il tuo nuovo libro.
    Interessante e ben scritto, questo il giudizio. Ma quante domande che insorgono…
    Sono “giovane”, ho 27 anni. Lavoro con mio padre nella ditta di famiglia, presente da parecchi anni, ormai quattro generazioni.
    Lavorare in proprio è stressante, faticoso fisicamente e psicologicamente. Tante volte anch’io mi interrogo se sia giusto vivere cosi’, con poco tempo per le vere passioni( per questo ho comprato il tuo libro).
    Però dall’altro lato sono anche fiero di dar lavoro ad altre persone, di portare avanti un qualcosa che altri prima di me si sono impegnati per avviare, di affrontare problemi e guai che ti costringono ad usare il cervello .
    E poi non credi che se tutti facessimo una scelta simile alla tua le cose forse si complicherebbero ?
    Ti lancio alcune provocazioni…
    Nel tuo libro dici di affidarti per la salute alla sanità pubblica : mio fratello fa il medico e per far quel lavoro si deve alzare presto tutte le mattine e tornare a casa alla sera tardi, anche di sabato e domenica se è reperibile. E se non lo facesse più ?
    E se in tanti decidessero di non impegnarsi più per creare posti di lavoro e ricchezza, chi comprerebbe più le care barche che tu sistemi e pulisci ? Chi comprerebbe più i mobili di legno che gli artigiani ( aiutati da tanti “scaltori di marcia” ) spesso vendono a caro prezzo ? Una famiglia con figli che ha scelto di scalare marcia potrebbe permettersi una della tue vacanze in barca per il mediterraneo ?
    In pratica la domanda forse è una : chi scala marcia alla fine , per guadagnare il poco che gli serve , non deve sfruttare sempre e comunque il sistema e il mercato da cui sfugge ?
    Se non ci fosse sempre e comunque chi compra e crea ricchezza, esisterebbero gli scalatori di marcia ?

    • Fabrizio, che dirti… Potrei capovolgere la tua domanda: facendo tutti la stessa cosa, e cioè lavorare e basta, ti pare che funzioni? Non trovi che si sia tutti un po’ persi, tutti nella velocità, tutti nell’estraneità? E poi, ti risulta che a ogni nuova ipotesi, ogni nuovo schema possibile, nella storia dell’uomo, si sia mai verificato che “tutti insieme di colpo” gli uomini abbiano fatto la stessa cosa? E dunque perché mai ipotizzare il rischio che tutti cambino vita, cerchino una strada diversa, di fronte alla possibilità di scalare la marcia? Solo per portare al paradosso e far crollare l’ipotesi? Dunque solo per paura?

      Non so rispondere come vedi alle tue domande. Se non facendo anche io dei paradossi. Mi limito a valutare il fatto che accanto a tanti pasdaran del lavoro occorrerebbe che ci fossero molti altri che invece vivono diversamente. Credo che il nostro mondo sarebbe più bilanciato, ci sarebbero opportunità per tutti, maggiore interscambio tra diverse prospettive. Ma il rischio che corriamo tutti in questa epoca mi pare piuttosto che ognuno continui a correre sul tappeto rotante. Per quanto ci sia grande interesse per i miei libri, e per altri che parlano di cambiamento, mi sembra che sia molto difficile che si realizzi il cambiamento totale che ipotizzi. Buone giornate. ciao!

  41. Scusa Simone, vorrei venire alla presentazione di Sarzana e sto organizzandomi con gli orari dei treni.
    Di solito quanto dura una presentazione?cominciano puntuali all’ora riportata in agenda?
    Grazie

    • Antonio, generalmente si è puntuali. le mie presentazioni tendono a durare parecchio, almeno un’ora e mezza. Ti aspetto. ciao.

  42. Ciao Simone,
    dopo “Adesso basta” sto per ultimare “Avanti tutta”, questi tuoi scritti mi stanno dando speranza per una cambiamento. Sono felice di leggerti!
    Complimenti
    Damiano

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